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Era passata una settimana da quando Mandy era tornata a casa da Asher e le cose sembravano essere migliorate, anche se ancora non erano una coppia. La ragazza continuava a domandarsi – finendo poi col farsi venire un mal di testa –, se anche lui provasse lo stesso che sentiva lei.

Asher aveva chiesto a Mandy di cambiarsi perché l'avrebbe portata a mangiare fuori e poi in un posto molto importante per loro due. E anche qui, la ragazza aveva riempito la sua testa di domande a cui stava ancora cercando di dare una risposta.

Una volta uscita dal bagno, con indosso il suo abito nero che le arrivava a metà coscia, a maniche lunghe e dallo scollo a cuore, la ragazza si diresse in camera sua a prendere il suo cellulare che aveva messo in carica poiché si era dimenticata di caricarlo quella notte. Poi entrò nel salotto, collegato direttamente con la cucina, dove trovò Asher ad aggiustarsi i capelli davanti allo specchio che tenevano vicino all'entrata della casa, «Ash, io sono pronta.»

Il ragazzo spostò la sua attenzione dai suoi capelli alla ragazza che lo lasciò senza fiato. Era – come sempre – meravigliosa, anche se quel giorno sembrava esserlo di più. Forse perché stavano per uscire per il loro primo appuntamento, anche se quello Mandy ancora non lo sapeva. Asher era intenzionato a dirglielo una volta arrivati al ristorante.

«Sei veramente meravigliosa, Mands», esclamò Asher, sentendo i battiti del suo cuore aumentare alla vista di Mandy che gli mostrava un dolcissimo sorriso.

La ragazza si toccò distrattamente i capelli, «Anche tu sei stupendo», replicò lei a voce bassa, perdendosi con lo sguardo a fissarlo mentre cercava con le dita di aggiustare i capelli lunghi fino a sopra le spalle, in onde ordinate.

«Mi vuoi spiegare questa improvvisa voglia di uscire?», chiese lei, avvicinandosi con passi svelti al ragazzo che le passò il cappotto nero e l'aiutò ad indossarlo.

Asher sospirò, «Non posso voler uscire con te? È così strano?», domandò di rimando lui, incrociando poi le braccia al petto e guardando di sottecchi la sua migliore amica che gli fece la linguaccia poi uscì di corsa da casa, «Muoviti asshole», gridò lei una volta fuori, prendonsi gioco del suo nome.

«Non sfottermi il nome, Mands.»

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