6. La decisione

[03.09.2020 ~ capitolo revisionato ✔]

Le Cacciatrici montarono il campo nel giro di pochi minuti: sette grandi tende di seta argentata, disposte a mezzaluna attorno al fuoco. Una delle ragazze soffiò in un fischietto d'argento e una decina di lupi bianchi sbucò dal bosco. Si misero a gironzolare attorno al campo come cani da guardia; le Cacciatrici camminavano tra loro senza paura, lanciandogli bocconi di cibo, ma io decisi di restare vicino alle tende.

Perfino il clima sembrò piegarsi al volere della dea. L'aria era ancora fredda, ma il vento si placò e la neve smise di cadere, tanto che era quasi piacevole starsene seduti attorno al fuoco. Quasi... se non fosse stato per la scomparsa di Annabeth e per l'umore di Percy. «Vuoi smetterla?» borbottai, dandogli un colpetto con il gomito.

«Di fare cosa?»

«Di incolparti» replicai «non è colpa tua se Annabeth è scomparsa. Talia ha detto quelle cose perché era arrabbiata. Mi gioco entrambe le Gemelle che in realtà pensa sia colpa sua»

«No, aveva ragione» disse piano Percy «se avessi cercato Grover, Talia e Annabeth prima di correrti dietro forse lei sarebbe ancora qui. E' solo che...». Scosse piano la testa. «Ti ho vista uscire con loro e ho capito dalla tua postura che c'era qualcosa che non andava. Eri troppo rigida»

«Mi aveva puntato un pungiglione nella schiena e c'erano un sacco di mortali, lì intorno» mi giustificai sulla difensiva «e aveva minacciato di uccidere Nico e Bianca. Non è che potessi fare più di quello che-»

«Ehi, non ti sto dando la colpa» mi interruppe. Si mise una mano sulla spalla e fece una smorfia. «Sto solo dicendo che ci avrei dovuto pensare meglio. Invece ti ho vista in pericolo e non ci ho capito più niente, tutto qui»

Strinsi le labbra per evitare di sorridere. Non aveva l'aria di essersi reso conto di quello che aveva detto, e per evitare di metterlo in imbarazzo cambiai discorso. «Ti ha preso di striscio?»

«Sì. Fa un male cane» ammise, facendo un'altra smorfia.

«Ah, non dirlo a me» dissi, toccandomi distrattamente il fianco. L'Ambrosia che Annabeth mi aveva ficcato in bocca aveva funzionato, e non sentivo quasi più niente se non un leggero fastidio. «Spero che qualcuno abbia del Nettare o dell'Ambrosia anche per te»

Una delle Cacciatrici ci portò gli zaini qualche minuto più tardi. Grover tornò dalla passeggiata con Nico e aiutò Percy a curare il braccio ferito. «È verde!» esclamò Nico tutto contento.

«Davvero?» feci io curiosa. Mi tirai su il maglione e mi guardai il fianco: Nico aveva ragione. Mi era rimasta una macchia verde intorno al punto in cui c'era la ferita. «Che schifo...» borbottai contrariata. Presi un po' di neve e la usai per lavarmela via.

«Non ti muovere» ordinò Grover a Percy «tieni, mangia un po' d'ambrosia mentre io la ripulisco»

Grazie all'ambrosia e al balsamo magico usato da Grover, la sua spalla si riprese in un paio di minuti. Nico frugò nello zaino che le Cacciatrici dovevano aver preparato per lui. Poi dispose un gruppetto di statuine nella neve, piccole miniature di dei ed eroi della Grecia vestiti da guerra. Riconobbi Zeus con un fulmine, Ares con una lancia, Apollo con il carro del sole... «Bella collezione» commentò Percy.

Nico sorrise. «Ce li ho quasi tutti, incluse le carte olografiche! Be', tranne quelli più rari»

«Ci giochi da molto tempo?» chiesi.

«Solo da quest'anno. Prima...». Aggrottò la fronte.

«Prima cosa?» lo incalzò Percy.

«L'ho dimenticato. È strano». Sembrava turbato, ma non durò a lungo. «Ehi, mi fai vedere la spada che usavi prima, Percy?»

Lui gli mostrò Vortice e gli spiegò come si trasformava da penna in spada togliendo il cappuccio. «Forte! Finisce mai l'inchiostro?»

«Ehm, a dire il vero non la uso mai per scrivere»

«E tu?» mi chiese Nico. I suoi occhi neri brillavano per l'entusiasmo. «Mi fai vedere il pugnale che hai evocato?». Evocai Freccia e glielo mostrai. «E' proprio forte!» commentò con un grosso sorriso.

«Fagli vedere le Gemelle» mi disse Percy divertito.

«Le Gemelle? Che cosa sono?»

Mi alzai in piedi e mi allontanai di un passo, evocandole. Nico le fissava con la bocca spalancata, incapace di proferire parola. Le ritirai prima che svenisse per l'emozione. «Forte... fortissimo!» esclamò «Sei davvero figlia di Zeus?»

«Sì. Anche Talia lo è»

«E sai volare?»

«Sì... più o meno»

«Wow! Wow! E tu, Percy? Sei figlio di Poseidone, vero?»

«Be', sì»

«Allora sarai un surfista eccezionale, giusto?»

«Cavolo, Nico... non ci ho mai provato»

Continuò a tempestarci di domande, per il divertimento di Grover, che cercava di non ridere. Litigavamo parecchio, visto che io ero figlia di Zeus e lui di Poseidone? Se la madre di Annabeth era Atena, la dea della saggezza, allora perché Annabeth aveva fatto una cosa così stupida come gettarsi giù da una scogliera? Eravamo fidanzati? (A questa ci fu un momento talmente imbarazzante che pregai mio padre di fulminarmi sul posto).

Zoe, ad un certo punto, ci interruppe. «Percy Jackson. Alexandra Grace». Squadrò Percy con disprezzo. «Seguitemi. La divina Artemide desidera conferire con voi»

Ci accompagnò all'ultima tenda, che non sembrava affatto diversa dalle altre, e ci fece cenno di entrare. Bianca Di Angelo era seduta accanto Artemide; l'interno della tenda era caldo e confortevole. Tappeti e cuscini di seta rivestivano il pavimento. Al centro, in un braciere dorato, un fuoco sembrava ardere senza legna né fumo. Alle spalle della dea, su un piedistallo di quercia levigata, c'era il suo grande arco d'argento a forma di corna di gazzella. Le pareti erano ricoperte di velli animali. Accanto a lei c'era un cervo con la testa posata placidamente sul suo grembo. «Accomodatevi» disse.

Ci sedemmo l'uno di fianco all'altro, davanti a lei. Artemide ci studiò e Percy si mosse appena, a disagio. «La mia età ti sorprende, Percy Jackson?» chiese poi.

«Ehm... un po'» ammise lui.

«Potrei apparire come una donna adulta o come un fuoco ardente o qualsiasi altra cosa volessi, ma queste sono le sembianze che preferisco. Questa è l'età media delle mie Cacciatrici, e di tutte le fanciulle di cui sono patrona, prima che si perdano»

«Prima che si perdano?» domandò.

«Prima che crescano. Che si innamorino dei ragazzi. Che diventino sciocche, tormentate, insicure. Prima che dimentichino sé stesse» spiegò. Poi mi guardò, e io distolsi immediatamente lo sguardo. Perché avevo la sensazione che parlasse proprio di me? Oh, Dei.

Zoe si sedette alla destra di Artemide. Guardò Percy come se tutte le cose che Artemide aveva appena elencato fossero colpa sua. «Devi perdonare le mie Cacciatrici per la fredda accoglienza, Percy» continuò la dea «accettiamo molto raramente dei ragazzi nel campo. Di solito ai maschi è proibito avere qualunque contatto con le Cacciatrici. L'ultimo che ha visto questo campo...». Guardò Zoe. «Chi è stato?»

«Quel ragazzo in Colorado» rispose lei «lo hai trasformato in un jackalope»

«Ah, sì». Artemide annuì, soddisfatta. «Mi piace tanto fare i jackalope. A ogni modo, vi ho convocato qui per chiedervi dei ragguagli sulla manticora. Bianca mi ha riferito alcune delle... mmh, cose inquietanti che ha detto il mostro. Ma forse non le ha comprese. Vorrei ascoltarle da voi»

Feci un cenno a Percy e lasciai che raccontasse lui, giusto per infastidire Zoe, che mi guardava come se si aspettasse che lo facessi io. Quando ebbe finito, Artemide posò una mano sul suo arco d'argento, assorta. «Temevo che fosse questa la risposta»

Zoe si sporse in avanti. «La traccia, mia signora?»

«Sì»

«Che traccia?» chiesi.

«Si stanno ridestando creature che non cacciavo da millenni» mormorò Artemide «prede talmente antiche che le avevo quasi dimenticate. Siamo giunte qui stanotte percependo la manticora, ma non è lei la creatura che cerco. Ditemi di nuovo, esattamente, che cos'ha detto il dottor Thorn»

«Ehm... "Odio i balli delle medie"?» fece Percy incerto.

Alzai gli occhi al cielo. «Non credo che alla divina Artemide interessi, Percy...»

«Oh... be', ha detto anche che qualcuno chiamato il Generale ci avrebbe spiegato come stavano le cose»

Zoe impallidì. Si voltò verso Artemide e fece per dire qualcosa, ma la dea la fermò sollevando la mano. «Va' avanti» ordinò.

«Be', il dottor Thorn stava parlando della Grande Sveglia...»

«Del Grande Risveglio» lo corressi piatta. Ma che cavolo gli prendeva? La presenza di Artemide lo stava rincitrullendo...

«Sì, quello. E ha detto: "Presto apparirà il mostro più importante di tutti, quello che porterà alla caduta dell'Olimpo"»

La dea era talmente immobile che avrebbe potuto essere una statua. «Forse mentiva» concluse Percy incerto, ma dall'espressione di Artemide sapevo che non era così.

«No. Non mentiva» disse infatti «sono stata troppo lenta nel cogliere i segni. Devo dare la caccia a questo mostro»

Zoe aveva l'aria di fare un grande sforzo per non mostrarsi spaventata, ma annuì. «Partiremo subito, mia signora»

«No, Zoe. Devo farlo da sola»

«Ma, Artemide-»

«È un compito troppo pericoloso perfino per le Cacciatrici. Sai da dove devo cominciare la mia ricerca. Non puoi venire con me»

«Come... come desideri, mia signora»

«Troverò questa creatura» giurò solennemente la dea «e la riporterò sull'Olimpo entro il solstizio d'inverno. Sarà la prova che mi occorre per convincere il Consiglio degli dei della gravità del pericolo in cui ci troviamo»

«Lei sa di che mostro si tratta?» chiesi.

Artemide impugnò il suo arco. «Preghiamo che mi sbagli» mi rispose.

«Le dee possono pregare?» domandò Percy confuso.

Il lampo di un sorriso le attraversò le labbra. «Prima che io vada, ho un piccolo incarico per voi»

«C'entrano in qualche modo i jackalope?»

Alzai di nuovo gli occhi al cielo. «Lo ignori, divina Artemide. Deve aver sbattuto la testa»

«Ehi!»

«Vi chiedo di scortare le Cacciatrici fino al Campo Mezzosangue. Là potranno restare al sicuro fino al mio ritorno»

«Cosa?» si lasciò sfuggire Zoe «Ma, Artemide, noi odiamo quel posto. L'ultima volta che ci siamo state-»

«Sì, lo so» la interruppe la dea «ma sono sicura che Dioniso non ci porterà più rancore per una piccola... ah, incomprensione. Usare la casa otto ogni qual volta ne abbiate bisogno è un vostro diritto. E poi, ho saputo che hanno ricostruito le capanne distrutte nell'incendio»

Zoe borbottò qualcosa a proposito della stupidità di certi ragazzi del Campo. «E ora rimane un'ultima decisione da prendere». Artemide si rivolse a Bianca. «Hai compiuto la tua scelta, mia cara?»

Bianca esitò. «Ci sto ancora pensando»

«Ti hanno chiesto di unirti a loro?» chiesi, fissando torva Zoe come se fosse colpa sua.

«Io... sì» ammise.

«Cosa? Ma non puoi! Devi venire al Campo Mezzosangue e farti addestrare da Chirone. È l'unico modo che hai per imparare a sopravvivere!» le disse Percy.

«Non è l'unico modo, per una fanciulla» ribatté Zoe.

Le puntai un dito contro. «Sta' zitta, tu!» sbottai «So che ci godi a separare la gente dalla propria famiglia. Non fai testo!»

Zoe ringhiò, ma Artemide le mise una mano sulla spalla. I suoi occhi, però, erano puntati su di me. «Calma, Alexandra» mi ordinò.

«Bianca, il Campo è un posto fantastico! C'è una stalla per i pegasi e un'arena per la scherma e... insomma, cosa ci guadagni a unirti alle Cacciatrici?» disse Percy.

«Tanto per cominciare» replicò Zoe «l'immortalità»

Sbuffai. «Sai che bello, passare l'eternità con te» borbottai.

«Sta scherzando, vero?» disse Percy, spostando sbigottito lo sguardo da Zoe ad Artemide.

«Zoe scherza molto di rado» replicò la dea «le Cacciatrici mi seguono nelle mie avventure. Sono le mie ancelle, le mie compagne d'armi, le mie sorelle. Dopo avermi fatto voto di fedeltà sono immortali, sì... a meno che non cadano in battaglia, il che è improbabile. O non infrangano il giuramento»

«Che giuramento?» chiese lui.

«Di ripudiare l'amore per sempre» rispose Artemide «di non crescere mai, di non sposarsi mai. Di restare fanciulle in eterno»

«Come lei?»

La dea annuì. «E così non fate altro che andarvene in giro per il paese a reclutare mezzosangue...» disse Percy.

«... e a separare famiglie» aggiunsi, borbottando contrariata.

«Non solo mezzosangue» precisò Zoe, fulminandomi con lo sguardo «la divina Artemide non fa discriminazioni di nascita. Tutte coloro che onorano la dea possono unirsi a noi. Mezzosangue, ninfe, mortali...»

«E tu che cosa sei, allora?»

Un lampo di rabbia le balenò negli occhi. «La cosa non ti riguarda, ragazzo. Il punto è che Bianca può unirsi a noi, se lo desidera. Sta a lei la scelta»

«Bianca, ti prego, pensa a Nico» la implorai «che ne sarà di lui? Non può venire con te!»

«Certamente no» confermò Artemide «lui andrà al Campo. Purtroppo, i ragazzi non possono fare di meglio»

«Ehi!» protestò Percy.

«Potrai vederlo di tanto in tanto» assicurò la dea a Bianca «ma sarai libera da ogni responsabilità. Ci saranno i capigruppo del Campo a prendersi cura di lui. E tu avrai una nuova famiglia: noi»

«Una nuova famiglia» ripeté Bianca con voce sognante «libera da ogni responsabilità...»

La guardai, incredula. «Stai scherzando, spero!» sbottai «E' da pazzi! Come credi che si sentirà Nico? Ha bisogno di te!»

«Bianca, non puoi farlo» insistette Percy.

Lei guardò Zoe, ignorandoci completamente. «Ne vale la pena?»

Zoe annuì. «Sì»

Bianca sospirò. Poi annuì. «Che devo fare?»

Mi alzai in piedi. «Incredibile» commentai a denti stretti. Uscii dalla tenda pestando i piedi per la rabbia. Come poteva Bianca essere così egoista? Unirsi alle Cacciatrici solo per non dover più badare a suo fratello, abbandonandolo completamente... per me era un pensiero totalmente assurdo.

Pochi minuti dopo dalla tenda uscirono sia Bianca che Zoe. La prima mi guardò dispiaciuta. «Alex, mi-»

Alzai una mano, interrompendola. «Conserva le scuse per qualcuno a cui interessano» replicai dura «per esempio tuo fratello. Sempre che riesca ad accettarle»

«Dovrà. Essere una Cacciatrice è quello che voglio... davvero»

Una risata amara mi uscì dalle labbra. «No, quello che volevi tu era levarti di torno Nico e non avere più il compito di badare a lui. Puoi darla a bere a tutti, ma non a me. Congratulazioni, Bianca Di Angelo. Goditi l'eternità con Zoe... ti divertirai un sacco» conclusi sarcastica, allontanandomi a grandi passi.

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