COLPISCE ANCORA
Luogo impreciso del palazzo Imperiale.
Il grido aveva fermato la notte e i ferri, le due rivali ora erano ferme come se il tempo intorno a loro non scorresse più ma si fosse consumato seguendo quel grido di dolore e paura. La luna, che ora aveva fatto capolino da dietro una nube violacea, illuminava il pallido e sudato volto di Yuga che aveva ritirato l'arma per lo spavento, diventando così vulnerabile agli occhi di Akane.
Ora batterla non era più la sua priorità, voleva scoprire da dove venisse il grido, un brutto presentimento le si era infilato sotto la sua pelle e sperava non fosse come stesse immaginando.
<<Veniva da dentro>> mormorò Yuga a se stessa, guardando verso la porta d'ingresso, abbandonando definitivamente la rivale in una corsa mentre sentiva le gambe iniziare a correre da sole. Non aveva gridato Akane né era stata ferita.
Akane non avrebbe mai gridato in battaglia, specialmente davanti alla morte o davanti a una sporca traditrice, gridare era da codardi e lei non lo era affatto e inoltre la voce era molto più acuta di quella pesante di Akane. La donna avrebbe colpito con molta felicità l'avversaria ma questa aveva corso verso il grido senza dargliene tempo, dopo un attimo decise che la cosa giusta era mettere ds parte quella faida e andare a controllare anche lei.
Nel giro di un secondo Yuga e Akane corroveno l'una accanto a l'altra cercando di abbientarsi in quel nodo di corridoi che diveniva sempre più intrecciato, le ragazze iniziarono anche quasi a dubitare del loro udito, il grido aveva suonato una volta solo e poi era cessato per questo era così complicato seguirlo, dovevano affidarsi solo alla memoria e la memoria spesso inganna.
Akane poi chiuse gli occhi e iniziò a correre verso destra cercando di andare sempre più veloce ed ignorando la pulsazione al collo<<sbrigati, cagna - disse dura e fredda, solo perché non stavano più combattendo non voleva dire che le cose si fossero risolte- veniva da questa parte.>>
Yuga la seguì velocissima ignorando la provocazione della ragazza, non si sarebbe abbassata ad un simile livello ma prima o poi gliel'avrebbe fatta pagare.
Yuga doveva ammettere di sentirsi abbastanza sotto pressione: i muri sembravano tutti uguali e più correvano più smembrava che la corsa aumentasse e che il respiro venisse sempre meno, temeva di star correndo in cerchio fino a che non poco distante notò una piccola folla indignata accerchiata intorno ad un qualcosa.
Tra loro c'era anche Takehiko Jimbu che però lasciò subito quella folla con sguardo impassibile e quasi disgustato, come se avesse appena visto qualcosa di orribile e che doveva solo essere dimenticato, lo seguiva a ruota Asami che lanciò un occhiata veloce ad Akane.
Akane notò lo strano sguardo di quella giovane: sembrare stesse tremando ma non per ciò che aveva visto, sembrava essere in un altro luogo con la mente e inoltre poté giurare che le tremavano le mani, comportamento strano per una Jimbu.
La donna poi si scosse e si avvicinò con passo deciso e violento verso la folla composta da dignitari di corte, allontanando uno di loro bruscamente per passare e poter vedere.
<<Indietro!>> disse con voce autorevole contenendo alla perfezione il dolore, nascondendo i lividi con qualche ciocca di capelli, si girò a guardare male i presenti per intimorirli e farli andare via. Una sensazione scomoda però la fece riggirare davanti a sé e abbandonare così questo suo piano, costringendolo a guardare davanti a sé.
Aveva appena pestato del sangue la pozza stava continuando ad aumentare sotto di lei ma non ne fece un dramma come invece sembrava fare la folla e una Yuga quasi sconvolta, Akane notò che davanti a lei ora c'era una figura minuta e sottile a terra, con i capelli che le ricoprivano buona parte del viso e che sulle punte si stavano maccahiando di sangue, quel sangue veniva dalla nuca, era troppo buio perché potesse vedere altri dettagli: quello era un corridoio non molto usato se non qualche rara volta dai funzionari per passare da una parte all'altra e per questo quella sera era privo di luce escludendo le candele portate dalla piccola folla.
Akane si inginocchiò accanto alla figura e le premette la ferita con un pò di stoffa stracciandola dall'abito della figura, cercando così di placarare almeno in parte l'emorragia.
<<COSA CI FATE QUA?! - tuonò la ragazza con gli occhi di fuoco e un tono di voce che avrebbe svegliato anche i morti- CHIAMATE AIUTO!!!>>
Subito la folla si dileguò in varie direzioni gridando per farsi sentire o cercando un medico, solo Yuga rimase lì davanti e immobile.
<<chi è?>> chiese dopo che Akane poggiò la testa della figura sulle sue gambe, macchiandole di rosso cresimi.
<<sto per scoprirlo- disse un pò infastidita da tutta quella situazione e voltando lentamente la piccola figura che iniziava ad avere un calore sempre più familiare- no...>>
Takehiko si era appena allontanato da quella folla col volto indignato e pieno di rabbia, cominciando a camminare con sempre più velocità senza neppure accorgersene tant'è vero che ormai Asami gli correva letteralmente indietro cercando di mantenere alta la piccola candela che portava con sé sebbene ora non ce ne fosse più bisogno dato che piano piano si alzava dai corridoi una tenue lucetta giallastra che dava un senso di sicurezza che in quella situazione appariva piuttosto snervante.
L'uomo non poteva credere che neppure il castello fosse ormai al sicuro, è vero che la nuova vittima non era una persona di così estrema importanza ma fatto sta che era la seconda morte che avveniva in quelle mura e in un clima teso come quello non poteva essere certamente una coincidenza, stava per succedere qualcosa e il giovane, cresciuto tra i ferri e il sangue, sapeva che non poteva essere nulla di buono e la sua preoccupazione ora andava verso Juri e la creatura che dormiva ancora ignara nel ventre della donna.
Takehiko raggiunse preso la stanza della moglie dove fuori vi era appostato Ryosuke di guardia, con gli occhi aperti e attenti, appena il giovane vide l'uomo provò anche a dire qualcosa ma fu spiazzato quasi letteralmente dall'uomo che entrò in quella stanza quasi con ferocia.
Ryosuke, disorientato, guardò l'amica che provò a dire qualcosa di quello che era appena successo ma la voce roca di Takehiko la coprì.
<<Svegliati subito- disse alla donna che aveva già iniziato a muoversi per i rumori di fuori e che ora era del tutto sveglia. L'uomo iniziò a perlustrare la stanza e quando fu sicuro che non c'era più nulla da preoccuparsi mormorò qualcosa ad Asami che Juri non capì bene per poi rivolgersi ancora verso la donna.- c'è ne andiamo seduta stante>>
La mora sistemò I lunghi capelli su una spalla, coprendosi il più possibile dal freddo sottile che le stava graffiando la pelle biancastra, osservò un pò sospettosa l'uomo che era piombato lì senza un motivo apparente ma Juri già aveva intuito cosa poteva essere successo.
<<cosa?>> non poté far meno di chiedere poggiando la mano sul suo ventre che iniziava a gonfiarsi, un gesto per avere la sicurezza che la sua creatura fosse al sicuro. Iniziò però a vestirsi sapendo che volente o nolente sarebbe andata via e ad essere sinceri lei era più che volente di andarsene: l'aria a palazzo non le piaceva per niente era esattamente una gabbia dorato, bella all'esterno ma pur sempre una gabbia. C'erano troppi intrichi e pettegolezzi per lei e tra l'altro a corte aveva trovato per lo più donnine frivole e stupide che non volevano diventare amiche con Juri ma con la sua posizione e lei di quelle persone non ne aveva assolutamente bisogno.
<<Hai capito bene- disse l'uomo girandosi verso di lei con il viso impassibile come sempre tra l'altro- fatti aiutare da una serva che tra meno di dieci minuti voglio essere fuori da questo posto.>>
A quelle parole Juri quasi sorrise anche se ora una leggera curiosità le stava stuzzicando l'orecchio, morse il labbro e annuì.
<<Ryosuke- disse con voce leggermente autoritaria ma più morbida del normale- aiutami a preparare le valigie.>>
Il ragazzino annuì cercando di mantenere la sua posa autoritaria ed entrando nella stanza della donna, aspettando altri ordini precisi.
<<Ci vediamo tra dieci minuti all'ingresso- disse la donna al marito con voce dura, voleva mostrare che anche una donna poteva comandare- se quella rossa deve tornare falla preparare alla svelta, sbrighiamoci ho una certa voglia di ramen>>
Ammise, la gravidanza iniziava a farsi sentire e a portare tutti i pro e i contro: gambe pesanti, pelle lucida, fame da bestia... Juri però doveva ammettere che le piaceva l'idea di diventare madre, le dava anche un certo senso di mistero.
In quel momento la folla stava aumentando sempre più e passavano quasi tutti davanti alla camera di Juri senza però degnarla di uno sguardo tra questi anche Yuma, che era stato svegliato da un gran fracasso ma che si fermò davanti a Takehiko.
<<cosa sta succedendo? - chiese con tono freddo quasi minaccioso, era meglio non sembrare troppo amichevoli- cos'è questo trambusto?>>
Takehiko con grande calma guardò dall'alto in basso Yuma, in pieno atteggiamento di superiorità.
<<perché lo viene a chiedere proprio a noi?>> si intromise Juri, non voleva sembrare la bella statuita della situazione e non avrebbe permesso che suo marito e il suo clan fossero accusati di chissà quali calugne.
Yuma si rivolse a Juri in tono più calmo e regolato, aprendo il discorso con un piccolo colpo di tosse.
<<Perché sembrate sul punto di fuggire>> ammise Yuma.
<<non stiamo fuggendo, semplicemente c'è ne andiamo e in tutta sincerità non credo siano cose che la riguardino>> ribatté la donna guardandolo con sdegno e con lo stesso tono che Yuma aveva utilizzato con Takehiko.
<<Mia moglie ha ragione- intervenne Takehiko mettendosi proprio di fronte a Yuma con tono minaccioso, come si fa in battaglia con il nemico- non sono cose che la riguardano. Non è ancora l'imperatore e anzi non lo sarà.>>
<<Non è detto che quella creatura sarà maschio o tanto meno che nascerà.>> sibillò Yuma.
A quelle parole la donna afferrò un braccio di Yuma in modo che guardasse lei e non il marito. Cosa si era permesso di dire?
<<sembra tanto la minaccia di un piccolo uomo debole e senza cazzo.>> disse la donna con tono calmo guadagnandosi il silenzio di Yuma che non sapeva più cosa dire.
In quel momento però un colpò di tosse fece allontanare Juri da Yuma, sulla soglia della porta ora vi erano Shin e Alami entrambi con aria ancora addormentata. Alami in particolare era chiaramente impaurita e stringeva forte la sua veste.
<<non vorrei disturbare questa- disse Shin con tono cinico cercando il termine più cortese ed adeguato- bella chiacchierata ma credo proprio che ci sono cose più importanti in questo momento. Tipo controllare cosa sia appena successo>>
Yuma si sentì quasi offeso e colpito nel profondo da quella frase ma capì di aver agito d'istinto e spesso non c'è scelta più sbagliata, si ricompose alla svelta.
<<scusatemi per il mio comportamento>> disse poi, sebbene non si sentisse del tutto colpevole e sapeva che quelle persone non lo meritavano del tutto. Forse era pentito solo per la frase sul futuro Jimbu.
<<accettiamo le sue scuse>> disse semplicemente Juri, Yuma quasi rimase di sasso, si aspettava anche lui delle scuse quanto meno formali e invece nulla.
<<ottimo- disse Shin sorridendo- ora credo sia meglio andare a controllare cosa succeda.>>
<<Noi non verremo- disse Takehiko- lasciamo il palazzo.>>
<<No- lo ribatté la moglie- lasceremo il palazzo solo dopo aver capito cosa è successo>>
Shin annuì e poi si incamminò lentamente seguito da Juri e Takehiko e infine seguito da Yuma e Alami che era accanto al capo clan Yoshida che non aveva di certo una buona cera.
<<se posso essere sincera...>> mormorò Alami con tono leggero a Yuma guardando verso il basso mentre con la mano stringeva il suo braccio candido.
<<mh?>> disse l'uomo corrucciando la fronte e guardandola perplesso.
<<credo che abbia fatto una scelta molto matura e responsabile a chiedere lei scusa.>> ammise sorridendo leggermente e guardandolo con occhi pieni di ammirazione.
Anche a Yuma venne quasi da sorridere, felice perché qualcuno lo stava apprezzando, in quel momento ne aveva davvero bisogno.
<<la ringrazio per le sue parole- disse l'uomo in tono gentile e quasi paterno- qualcuno però doveva comportarsi da capo.>>
La ragazza sorrise ancora di più e si avvicinò di un passo all'uomo sistemandosi I capelli.
<<sarà davvero un buon imperatore>>
Arrivati sul posto notarono le Guerriere del Corteo del ventaglio tutte riunite attorno a una figura o meglio quasi tutte.
Una di loro era lì a terra: Yuko, la più piccola di tutte e colei che era appena entrata a farvi parte, quella ragazza era sempre stata un pò infantile ed altezzosa eppure si era sempre rivelata brava in battaglia. Cosa le era potuto succedere?
<<no... No...>> piangeva accanto a lei Naomi: con i capelli spettinati e la voce spezzata. Naomi era sempre stata fredda e silenziosa eppure per lei Yuko era sempre stata la persona che più si avvicinava ad un amica e le dispiaceva così tanto non essere riuscita a far nulla.
<<Smettila di piangere!- tuonò Akane in tono di rimprovero e di freddezza, teneva ancora su di sé Yuko- è ancora viva e si salverà con molte probabilità quindi smettila di piangere. Stai solo peggiorando le cose.>>
Naomi provò così a contenere le lacrime, respirando lentamente e asciugandosi le lacrime che le ricadevano sul volto.
Yuma si avvicinò con gli occhi sgranati: un altro crimine all'interno del palazzo? Non poteva essere una semplice casualità. Qualcuno li stava programmando qualcosa. Qualcosa di astuto e sgradevole, ma cosa? E perché proprio quella ragazza?
A rompere il silenzio che alleggiava nell'aria fu Takehiko con un verso di sdegno.
<<tsk... Una donna che riesce a farsi sopraffare così facilmente merita solo la morte>> quelle parole così pesanti non furono inaudite.
Yuma lanciò all'uomo un'occhiata piena di sdegno, non poteva capire come si potesse accusare la ragazza di essere la colpevole e non il futuro assassino.
<<sono parole pesanti-disse Juri a mezza voce osservando con sguardo confuso la ragazza il cui volto diventava sempre più pallido-molto pesanti per ora non possiamo ancora sapere bene le dinamiche. Avete già chiamato un medico?>>
In quel momento Shin arrivò quasi correndo, poggiò le mani sulle ginocchia per la stanchezza e alzò lo sguardo: I suoi occhi erano arrossati e cerchiati di nero sembrava non dormisse da giorni.
<<Sono riuscito a chiamare il medico, sta arrivando.-disse poi ricomponendosi velocemente sistemandosi la sua veste marrone scuro-dobbiamo indagare e alla svelta. Alami, credo sia meglio per te riposarti ultimamente hai avuto troppi dolori da affrontare>> disse in tono cordiale rivolto alla ragazza che non aveva parlato da quando aveva visto la ragazza lì rivolta a terra.
Il suo viso era un misto di strane emozioni che era davvero difficile da decifrare e da descrivere.
<<F-Forse è meglio così>> disse con un inchino formale per poi girarsi e incamminandosi.
<<sono pienamente d'accordo>> disse Yuma a occhi chiusi quando Alami si allontanò, Alami era assai fragile e forse era meglio non parlare di argomenti così forti in sua presenza.
Il medico arrivò quasi dopo e portò via la ragazza e subito l'intero corteo del ventaglio la seguì, che provassero o meno affetto per lei avevano fatto un giuramento e dovevano restare assieme.
Dopo un pesante silenzio durato appena qualche secondo che però sembrò un eternità Yuma riprese a parlare con la sua voce roca come se si stesse consumando sempre più ad ogni parola.
<<dobbiamo trovare questo vile assassino, non è possibile che abbia colpito ancora.>> disse con un filo di rabbia.
<<perché poi?>> disse Juri con la voce calma ma piena di sdegno, questo non riusciva a capire, perché stava avvenendo tutto quello e perché proprio in quel momento.
<<non lo avete ancora capito?>> disse Shun alzando leggermente il capo, l'uomo era restato sempre lì per cercare di tranquillare le ragazze e capire cosa fosse successo, grazie al suo temperamento mite era riuscito a passare inosservato il che spesso è un bene. L'uomo alzò lo sguardo cupo verso Shin, doveva ammettere che aveva pensato a lungo su quell'ipotesi e sperava decisamente che fosse falsa ma lo sguardo freddo di Shin era per lui un amara conferma.
<<non si tratta di semplici assassini, non lo sono mai stati- disse Shin guardando uno ad uno i presenti con occhi spenti- questo è un colpo di stato.>>
<<un colpo di stato?! >> disse Yuma quasi sconvolto, non ne capiva il motivo. Il grande imperatore era sempre stato un uomo saggio e giusto, senza nemici. Allora perché?
<<esattamente così. Un colpo di stato>> ripeté Shin annuendo lentamente.
Ci fu un silenzio tombale che aleggiava nell'aria.
<<c'è dell'altro-parlò sempre Shin, con gli occhi stanchi e cadenti ma allo stesso tempo con una piccola strana scintilla negli occhi-l'assassino è in questa stanza o almeno è collegato a uno dei presenti.>>
Nel frattempo Alami stava spazzolando ancora I suoi capelli davanti allo specchi, gli occhi socchiusi guardando un punto non preciso nel vuoto mentre le sue labbra erano leggermente corrucciate verso il basso. Sembrava essere più anziana: lo sguardo serio, la pelle tesa e le piccole imperfezioni della pelle erano più accentuate con la leggere penombra.
Dietro di lei la figura di Takeshi era appena entrata nella stanza con il passo furtivo, voleva sedersi accanto alla ragazza ma lei iniziò a parlare prima che avesse tempo di farlo.
<<che fallimento- commentò amaramente facendo schioccare la lingua sotto il palato mentre si girò lentamente verso l'uomo- di questo passo credo proprio che saremo noi le prossime vittime.>>
La ragazza parlò con tono insolito per lei: freddo e distorto, molto più duro e maturo per la sua età, si sembrava decisamente più anziana.
Si mosse leggermente verso l'uomo con la leggere veste semi trasparente che lasciava vedere alla perfezione le sue forme perfette che sembravano essere state appena modellate nell'avorio.
<<non è stato del tutto un fallimento>> disse Takeshi lanciandole un occhiata severa che in fretta percorse tutto il corpo della ragazza.
<<ah? No?>> disse con tono saccete in una chiara provocazione mentre da un piccolo scrigno prendeva un piccolo profumo e lo annusò delicatamente.
<<no, ho scoperto una cosa che ti piacerà.>> disse posando una pergamena sul tavolino della ragazza che la prese quasi all'istante.
La srotolò con grande fretta e poi sorrise guardando Takeshi.
<<era esattamente ciò che mi serviva.>> disse sorridente ripiegando la pergamena e stringendola al petto tra i piccoli seni.
Si incamminò verso la porta con aria silenziosa.
<<dove stai andando?>> chiese quasi involontariamente Takeshi.
Alami si girò lentamente spettinandosi i capelli e osservando Takeshi dall'alto in basso con un sorriso.
<<un amico mi aspetta>> disse velocemente per poi chiudere la porta.
Angolo autrice.
Ho aggiornato, non uccidetemi. Mi spiace per la mia eterna assenza ma ho avuto un orribile blocco che è finalmente guarito, spero vi sia piaciuto questo capitolo perché ci ho faticato davvero tanto e spero che la trama vi stia intricando. E se invece delle immagini da ora mettessi delle canzoni stile colonna sonora?
Se trovate errori segnalate pls ^~^
Trama--->
Enigmi--->
Alami--->
Takeshi--->
Shun--->
Yuma--->
Shin--->
Juri--->
Akane--->
Takehiko--->
Critiche--->
Chi è che sta organizzando il colpo di stato? Perché?--->
Teorie anche strambe--->
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Come vi sentite dopo questo capitolo?--->
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