8.5 Il sogno

[14.06.2020 ~ capitolo revisionato ✔]

«Figlia, che cosa devi chiedermi?»

Aprii gli occhi di scatto. Nel mio campo visivo c'erano dei rami di pino con gli aghi ingialliti, e capii di trovarmi distesa sotto l'albero morente di Talia. Mi alzai a sedere e mi guardai intorno; alla mia destra c'era la figura imponente di Zeus. «Padre...» dissi con un filo di voce «che cosa-»

«Non ho tutta la notte, ragazza» disse burbero. Indossava il suo solito, elegante completo gessato. Se ne stava lì, in piedi con le mani dietro la schiena, a fissare pensieroso l'albero che un tempo era sua figlia.

«Sì... ehm...» gracchiai confusa, grattandomi la testa. Era giorno, e l'ultima cosa che ricordavo era che mi ero messa a dormire e che c'era decisamente buio. «E'... sto sognando?»

«E' per questo che hai chiesto di parlarmi?»

«No, io... ovviamente no» dissi in fretta. Allungai una mano e accarezzai il tronco del pino. «Padre, stavo pensando... forse...». Lo guardai esitante. «Forse c'è un modo per salvare Talia e il Campo»

Zeus borbottò qualcosa che non riuscii a capire. «E sentiamo, a che cosa avresti pensato?»

Presi un bel respiro. «Il Vello d'Oro» dissi, andando dritta al punto «insomma, può funzionare, no? E' in grado di-»

«No» mi interruppe lui.

Aggrottai le sopracciglia. «... no?» ripetei incerta.

«No» ribadì lui. Poi, finalmente, mi guardò. Fino a quel momento non aveva smesso un istante di guardare il pino. «Il Vello d'Oro è perduto da molto, molto tempo. Nessuno sa dove potrebbe essere. E tu non devi lasciare il Campo per nessuna ragione, Alexandra»

«Ma Padre» protestai, alzandomi in piedi «cosa ti aspetti che faccia, che rimanga qui a guardarla morire una seconda volta? Io non-»

«Basta» disse imperioso «tu non lascerai il Campo. E' fuori questione»

«Ma-»

Un tuono improvviso scosse l'intera vallata. Chiusi istintivamente la bocca. «Farai quello che dico e rimarrai qui, al sicuro»

«Ma non sono al sicuro» obbiettai «l'intero Campo non lo è, ora che l'albero è malato. Se dovesse morire verremo invasi dai mostri... e Tantalo non sta aspettando altro. Ti imploro, lascia che parta e che vada a cercare il Vello. E' la nostra unica possibilità»

Zeus mi scrutò a lungo, impassibile. Poi, proprio quando stavo iniziando a sentirmi a disagio sotto la sua occhiata, finalmente parlò. «No, figlia» disse categorico, e io non vidi nè sentii più nulla.

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