34. Show

[24.07.2020 ~ capitolo revisionato ✔]

I fratelli orsi ci scortarono a bordo della Principessa Andromeda e ci gettarono sul ponte di poppa, davanti a una piscina con delle fontane scintillanti che spruzzavano nell'aria. Una dozzina assortita di scagnozzi di Luke (donne-serpente, Lestrigoni, semidei in armatura da battaglia) si era riunita per guardarci ricevere un po' di "ospitalità". «Allora, il Vello» disse Luke fra sé e sé «dov'è?»

Ci guardò, pungolando Percy sulla maglietta con la punta della spada e infilzando i jeans di Grover. «Ehi!» strillò lui «Qua sotto c'è soltanto vera pelliccia di capra!»

Luke sorrise. «Scusa, amico mio. Consegnami il Vello e ti lascerò tornare alla tua... ah, piccola impresa naturale»

«Beee-e-eee!» protestò Grover «Amico un corno!»

«Forse non mi avete sentito». La voce di Luke era pericolosamente calma. «Dove-è-il-Vello?»

«Oh, ti abbiamo sentito benissimo» risposi io «è solo che non vogliamo dartelo»

Luke mi puntò la spada alla gola. «Forse avrei dovuto controllarti per prima» disse con uno dei suoi sorrisi irritanti. La punta della spada scese verso il basso, ancorando il bordo della mia maglietta. «Naturale che il Vello lo tenga tu. Dopotutto, Talia è tua sorella. Allora, dove lo nascondi?»

«Non so proprio perchè sei convinto che, se così fosse, te lo direi» ribattei piatta. Sentii la punta della spada che mi graffiava la pancia mentre Luke spingeva in su la maglietta.

«Non è qui!» sbottò Percy all'improvviso «Lasciala stare! L'abbiamo già inviato al Campo. Ti è andata male»

Gli lanciai un'occhiataccia. Sembrava furioso. Che cavolo stava facendo?

Luke socchiuse gli occhi, ritirando la spada. «Stai mentendo. Non potevate...». Arrossì d'improvviso, mentre un'orribile eventualità si faceva strada nella sua mente. «Clarisse?»

Percy si limitò ad annuire.

«Hai affidato... hai dato...»

«Già»

«Agrio!»

Il gigante orso trasalì. «S-sí?»

«Vai di sotto e prepara il mio pegaso. Portalo sul ponte. Devo andare all'aeroporto di Miami, svelto!»

«Ma capo-»

«Muoviti!» gridò Luke «O ti getto in pasto al drago!»

L'uomo-orso deglutì e imboccò le scale con passo pesante. Luke si mise a fare avanti e indietro davanti alla piscina, imprecando in greco antico e stringendo la spada così forte che gli sbiancarono le nocche. Il resto della sua ciurma sembrava a disagio. Forse non lo avevano mai visto così sconvolto prima di allora. 

«Hai giocato con noi per tutto il tempo» disse lentamente Percy «volevi che ti portassimo il Vello e che ti risparmiassimo la fatica di prenderlo da solo»

Luke si incupì. «Ma certo, idiota! E tu hai rovinato tutto!»

«Traditore!». Percy tirò fuori dalla tasca la dracma e gliela scagliò contro. Luke la schivò facilmente. La moneta volò nello spruzzo d'acqua dei colori dell'arcobaleno. «Hai ingannato tutti quanti!» gridò «Anche DIONISO al CAMPO MEZZOSANGUE!»

Alle spalle di Luke la fontana cominciò a scintillare. Capii il piano di Percy. Cavolo, dovevo ammettere che era geniale. L'iPhone trasmise un'ampia immagine di Dioniso, Tantalo e dell'intero Campo nel padiglione della mensa. Se ne stavano seduti là in un silenzio sbigottito, e ci guardavano. Sperai che nessuno fiatasse.

Percy tolse il cappuccio a Vortice per attirare l'attenzione su di sé. Luke fece un verso di scherno. «Non è il momento di fare l'eroe, Percy. Getta quella spada insulsa o ti farò ammazzare prima di subito»

«Chi ha avvelenato l'albero di Talia, Luke?»

«Io, naturalmente» ringhiò, e dovetti trattenermi dal lanciargli Freccia in mezzo agli occhi. Era fondamentale che il signor D sentisse. «Te l'ho già detto» continuò, ignaro «ho usato il veleno di un antico pitone, direttamente dalle profondità del Tartaro»

«Chirone non c'entra nulla?»

«Ah! Lo sai che non lo farebbe mai. Quel vecchio sciocco non ne avrebbe il fegato»

«Lo chiami fegato? Tradire i tuoi amici, mettere in pericolo l'intero Campo?»

Luke alzò la spada. «Tu non capisci niente. Ti avrei lasciato prendere il Vello... dopo averlo usato»

Fissai Luke con la fronte aggrottata. Perchè cavolo avrebbe dovuto farci prendere il Vello? Mentiva, era chiaro. «Volevi guarire Crono» disse Percy.

«Sì! Il Vello poteva accelerare il processo di ricomposizione di dieci volte. Ma non pensare di averci fermati, Percy. Ci hai solo rallentati»

«E così hai avvelenato l'albero, hai tradito Talia, ci hai usati... tutto per aiutare Crono a distruggere gli dei»

Luke digrignò i denti. «Lo sai già! Perché continui a chiedermelo?»

«Perché voglio che tutto il pubblico ti senta»

«Quale pubblico?». Poi socchiuse gli occhi. Si guardò alle spalle e i suoi scagnozzi fecero altrettanto. E rimasero a bocca aperta, arretrando, guardando l'immagine nell'IPhone. 

«Bene» esclamò Dioniso con ironia «uno spettacolo fuori programma»

«Signor D, ha sentito» disse Percy «avete sentito tutti Luke. L'avvelenamento dell'albero di Talia non è stata colpa di Chirone»

Il signor D sospirò. «Suppongo di no»

«Il messaggio potrebbe essere un trucco» suggerì Tantalo distratto. In realtà era concentrato sul cheeseburger che stava cercando di intrappolare con tutt'e due le mani.

«Oh, sta' zitto, brutto idiota!» sbottai.

«Temo che non lo sia» obiettò il signor D guardandolo con disprezzo «a quanto pare dovrò reintegrare Chirone come direttore delle attività. Suppongo che le partite di pinnacolo col vecchio ronzino mi manchino, dopotutto»

Tantalo agguantò il cheeseburger, che stavolta non saltò via. Lo sollevò dal piatto e lo rimirò stupito, come se fosse il diamante più grande del mondo. «L'ho preso!» ridacchiò stridulo.

«I tuoi servigi non sono più richiesti, Tantalo» annunciò il signor D.

Quello fece una faccia sbigottita. «Cosa? Ma-»

«Puoi tornare negli Inferi. Sei licenziato»

«No! Ma... NOOOO!»

Mentre si dissolveva in una nebbia tentò disperatamente di tenersi stretto il cheeseburger e di portarselo alla bocca. Ma era troppo tardi: Tantalo scomparve e il panino ricadde nel piatto. I ragazzi del Campo esultarono in un boato di gioia. 

Luke ululò di rabbia. Dissolse la visione con un colpo di spada, ma ormai era fatta. «Crono aveva ragione, Percy. Sei un'arma inaffidabile. Devi essere rimpiazzato». Uno dei suoi uomini soffiò in un fischietto di bronzo e le porte del ponte si spalancarono. Una dozzina di altri guerrieri si riversò fuori e ci accerchiò, puntandoci contro le lance di bronzo. Luke gli sorrise. «Non lascerai mai questa nave vivo».

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