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Il fuoco nel camino scoppiettava allegramente su grossi ciocchi di quercia, scaldando l'intera  baita con il suo ardore color tramonto. Nella stanza vi era solo silenzio mentre, all'esterno, la tormenta ancora si sfogava facendo tremare il legno delle finestre, unico suono udibile da tutti i presenti i cuoi occhi restavano sbarrati e le labbra serrate davanti alle lacrime di tristezza del grande orso Frans Bergman. La roccia portante della famiglia si era incrinata nel ricordare il proprio passato, ciò aveva fatto sgretolare in un attimo le fondamenta del suo orgoglio e gli aveva fatto comprendere una difficile verità, aveva commesso un grave errore e frantumato, forse definitivamente, l'unica speranza di sopravvivenza della propria famiglia.

Avete ragione ... Io ... *abbasso lo sguardo per non incrociare quello dei miei figli, di mia moglie o peggio, quello della madre di Julien* ... a volte dovrei imparare ad ascoltarvi, quasi non riesco a credere che conosciate le leggi della nostra famiglia meglio di me

Papà, non è con noi che devi scusarti *lo stringo* Dobbiamo trovare Jules adesso e, quando ci saremo riusciti, tu eliminerai il suo ruolo di svikari

*annuisco stringendo anchio mio padre* Vedrai che, se gli spiegherai cos'è accaduto in passato, come hai fatto con noi, capirà il tuo gesto e finalmente saremo felici

Stretto nel calore dei propri cari, l'uomo ottenne più forza che mai ed asciugò le lacrime dal proprio viso con un gesto repentino della mano. Quando padre e figli si alzarono, le due donne di casa erano già di fronte a loro, munite di poncho pesanti, torce ed uno zaino idrorepellente dentro il quale vi erano abiti pesanti, sostegni metallici, picchetti ed un telo in plastica dura, nel caso in cui si fossero dovuti costruire un riparo di fortuna. Non c'erano parole per descrivere l'ansia dei gemelli, entrambi si spogliarono e rivestirono a folti strati in pochi minuti prima di indossare due dei tre impermeabili lunghi, Frans concluse poco dopo e prese fra le spalle lo zaino dando un bacio a Margaret.

Sapevo che saresti riuscito a capire i tuoi figli se solo avessi sturato le orecchie foderate di pelo d'orso *sorrido e bacio la fronte di mio marito* Fa attenzione là fuori amore mio, non permettere alla montagna di portarsi via te o i nostri preziosi gemelli, in caso contrario non potrei mai perdonare queste vette

*la accarezzo* Non temere Margaret, noi siamo nati dalle cime, le abbiamo sempre rispettate *sorrido indossando un cappello in lana grossa* Non ci accadrà nulla di male

E mentre i due innamorati ancora si scambiavano gli ultimi saluti, così accadeva anche fra Anne, Ernst e Claes. La donna strinse forte i due giovani e poi cominciò a sistemarli in modo che fossero ben riparati, non avrebbe mai potuto ringraziarli abbastanza per quanto erano riusciti a fare fino a quel momento per il suo adorato bambino, ma quell'ultimo gesto d'amore era certamente il più immenso ed importante di tutti. Non appena furono pronti, i due biondi le diedero un breve abbraccio accarezzandole il viso per rassicurarla, una cosa era certa, senza Jules non sarebbero mai tornati indietro da quella spedizione. Il trio si accostò cautamente all'uscio sbattente mentre le due madri si rifugiarono al piano superiore, nel caso in cui il vento avesse raggiunto forze tali da poterle ferire. Stringendo forte la maniglia con i propri figli, e dandole un potentissimo strattone, Frans riuscì ad aprire la porta sommergendo il salotto con la forza insormontabile della natura, molti pezzi del mobilio volarono a terra, ma il terzetto non si arrese, uscì all'aperto e si richiuse l'ingresso alle spalle stringendosi in modo compatto così da non venire trascinati via.

*osservo il cielo, bianco come le ali di un cigno, nonostante l'incubo a scatenarsi sotto di esso* Andiamo ! *urlo forte accendendo la mia torcia e comincio la scalata*

L'ululato del vento ed i colpi della grandine erano incessanti sui corpi dei Bergman che, nonostante la bassa visibilità e le condizioni avverse, vagavano ormai da ore, instancabilmente, alla ricerca del giovane Lindgren. Il cuore di Ernst e Claes batteva forte ad ogni ramo che spuntava all'orizzonte, le cui biforcazioni ricordavano anche solo lontanamente una mano umana, il terrore che il loro dolce marito potesse essere perito in quell'inferno, tutto solo nel gelo, li corrodeva e disperava.

Jules ! *grido preoccupato spostando la torcia velocemente in modo che, forse, riesca a scorgerne la luce* Jules !

Jules ! *cerco di trattenere le lacrime altrimenti il gelo mi congela gli occhi* Jules !

Sorpreso piacevolmente dalla perseveranza dei propri figli, Frans aumentò ancora il passo così da rendere più veloci le ricerche, cominciò ad unire anche la propria voce a quella dei gemelli, fino a quando la tempesta imperversava, il rischio di valanghe era minimo, dovevano approfittarne. Mentre i tre si ritrovarono ad attraversare un profondo valico, così distante dalla baita che nemmeno il maggiore vi si era mai addentrato, scorsero qualcosa di inaspettato che li fece sorridere di gioia e correre, se possibile, ancora più velocemente.

Non è possibile ! È un miracolo ! *sorrido non credendo ai miei occhi*

È stata la montagna ! Ha ascoltato le nostre preghiere ! *rido superando mio padre* - Finalmente, lo abbiamo trovato ! -

*mi affianco a mio fratello* È lui ! È lui ! Non può essere altri che lui !

Una luce calda di fuoco rischiarava timidamente quella zona pianeggiante, attirando gli infreddoliti viaggiatori fino ad una minuscola abitazione. Frans appoggiò la mano sulla maniglia e la strinse come fosse l'unica fonte di vita rimasta ad un passo dal baratro e così, senza nemmeno bussare, spalancò la porta sotto gli sguardi luminosi dei propri figli che però, un secondo dopo, diventarono terribilmente perplessi a causa della reazione dell'uomo alla vista del proprietario. Infatti, non appena il signor Bergman si ritrovò davanti al padrone di casa, ogni baldanza nel suo cuore divenne shock e si ritrovò a bocca aperta ad osservare l'ultima persona che avrebbe creduto di rivedere in vita propria, poiché già morta.

Non posso crederci ... *allungo le mani verso il suo viso superando i miei figli* sei ... Davvero tu ... Papà ?

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