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Il frinire tutt'intono, il campanaccio della vacca che dormiva sotto di loro, lo squittire di qualche topolino nascosto sotto la paglia come un delfino dall'onda. Gli alberi nella loro danza del frusciare, e la luna chiara ad illuminare i loro volti, ricordavano ai loro cuori perché amavano dormire nel fienile nella stagione calda e, nonostante questa fosse ormai giunta al termine, ne sentivano il bisogno quando volevano chiacchierare solo fra loro per argomenti importanti. Senza contare che loro madre era ben felice di accontentarli, almeno non era costretta a rifare il loro letto il mattino dopo, questo ripeteva di continuo. E così erano di nuovo lì, a specchiare i loro occhi di ghiaccio sul soffitto scuro del fienile ammirando qualche pipistrello che vi volava all'interno aggrappandosi alle assi di cui era composto, ignaro di essere osservato da quei giovani e forti ragazzi di montagna.
Claes ... * lo chiamo incrociando le braccia dietro alla nuca * - Si sarà già addormentato ? In fondo oggi toccava a lui raccogliere la legna ... -
* mi volto e lo guardo * Dimmi Ernst, che succede ? * mi sollevo sul gomito sinistro mentre gli tolgo qualche filo di paglia dai capelli dorati, tali e quali ai miei * È da quando sei tornato dal villaggio che sei pensieroso ... - Oh no, non dirmi che è successo di nuovo ! - * lo guardo preoccupato * Qualcuno dei ragazzi di laggiù ci ha offeso di nuovo ? Sai che non dobbiamo far conto alle loro dicerie ... sono solo parole di viziati bambocci di città che hanno perso il legame con questi monti !
Da quando erano piccoli per loro era normale venir derisi dai loro compaesani per la vita che avevano scelto. A differenza degli altri giovani della loro età non amavano prendere il treno per recarsi nelle grandi città adiacenti e fare bisboccia, ubriacandosi fino a star male, facendo preoccupare i loro genitori per poi far crollare nel ridicolo i nomi delle loro famiglie. Da quando erano piccoli Ernst e Claes appartenevano alla montagna, lavoravano sodo per portare quanto più denaro possibile a loro madre per i beni di prima necessità e si godevano le meraviglie che la natura donava loro. L'acqua fresca di un torrente era mille volte meglio di qualsiasi gozzoviglio alcolico cittadino, il latte di mucca appena munto batteva senza partita quello imbottigliato, frutta matura ed aria buona non potevano essere equiparate a smog e merendine zuccherate, quella non era vita, la loro sì.
No, cioè, non più del solito * mi sollevo e lo guardo vedendo in lui il mio riflesso * Abbiamo dei nuovi vicini, alla baita Akerlund, una donna e ... * sospiro * ... suo figlio, arrivati da una città piuttosto distante
Oh ... * lo guardo e sorrido * quindi è questo ragazzo il tuo problema ! * rido * Dimmi, aveva qualcosa di diverso ? - Lo conosco quello sguardo, deve essere speciale -
* sospiro e mi stendo imbarazzato * F-forse ... * balbetto e mi volto dall'altra parte * ... mi ... mi ha colpito in modo strano - È così difficile da spiegare - Non ho mai visto qualcuno come lui qui, sembra quasi un fantasma da quanto è magro e non pare nemmeno che il sole abbia mai colpito la sua pelle ... * mi volto verso di lui * ... non so cosa fare Claes, è lui !
* sorrido ed appoggio una mano sulla sua spalla * Non puoi dire sul serio, non esiste davvero un ragazzo come quello * mi siedo * lo sai che era solo una favola di quando eravamo piccoli - E per quanto le favole ci piacessero credevo fossi un po' cresciuto - * rido al pensiero * Vuoi farmi credere che hai davvero visto il "pojke förgiftad efter stad" ?
Letteralmente il significato del titolo era " Il ragazzo avvelenato dalla città " l'aveva inventata loro madre per spiegargli i pericoli nel vivere nei grandi centri urbani, per carità, non che loro fossero così stupidi e bigotti da credere davvero alla storia di gente che moriva per strada con delle siringhe, contenenti chissà che sostanze, infilate nelle vene, o a donne con gonne fin sopra metà coscia costrette a vendere il proprio corpo per pochi spiccioli, per non parlare di adulti che rapivano e facevano cose oscene ai bambini, o di persone che uccidevano solo per un'offesa, mica erano scemi ! Quella doveva essere pura fantascienza nata dalla mente contorta di quella donna per spaventarli, ma se davvero Ernst era così convinto Claes era propenso a credergli.
* annuisco * L'ho visto ti dico ! Il suo nome è Jules ! * dico emozionato sedendomi a mia volta davanti a lui * e domani sua madre ha detto che verrà qui ! * affermo convinto * Quando arriverà potresti accoglierlo tu, così mi crederai, che ne dici ?
* rifletto per un momento e poi annuisco facendo spallucce * Va bene ... - In fondo cosa potrebbe succedere di male ? - Lo sai che per te farei tutto, dopotutto all'inizio eravamo una sola persona
* lo stringo forte * grazie Claes ! Sei il miglior fratello gemello del mondo !
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