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Del fresco candore che, per mesi, aveva coperto le alte montagne, non restavano che piccoli spruzzi sporadici, l'erba fresca ora regnava mossa da un vento tiepido e gentile, tappeto d'incanto per l'ultimo addio di tre innamorati. Le mani di Jules stavano strette in quelle dei suoi amati gemelli, le lacrime a solcargli il viso, impossibili da far cessare a quel punto. Il ragazzo teneva lo sguardo basso, nel tentativo di non posarlo per errore sui due zaini giganteschi che Ernst e Claes tenevano sulle spalle muscolose, lo stretto necessario per sopravvivere durante quelle due settimane lontani, molto molto lontani da lui.

* tiro su con il naso emettendo un mugolio di disapprovazione * - Come ... come fa ad essere già arrivato il momento della loro partenza ? Io non ... non sono ancora pronto per questo, non lo sono proprio per niente ! - * stringo di più le loro grandi mani nelle mie, il petto colpito da tante fitte dolorosissime *

* libero una delle mani dalla fortissima stretta di Jules e sollevo piano il suo mento in modo che alzi gli occhi nei nostri * Amore, non devi preoccuparti, vedrai che torneremo qui prima ancora che tu te ne accorga ... * appoggio le labbra sulla sua fronte *

Ernst ha ragione * sorrido liberando a mia volta una mano per portarla sulla schiena di Jules e tirarlo verso di noi in un abbraccio intenso * Quando torneremo se ti troviamo a deprimerti con le cuffiette nelle orecchie ti nascondiamo il mangiacassette in una tana di marmotta così non lo troverai più

In risposta il moro affondò più in profondità il viso nei petti dei biondi alla ricerca del loro odore, per memorizzarlo ancora meglio ed averne a sufficienza per sopravvivere durante la loro assenza, certo, poteva sembrare un comportamento sciocco ed infantile, ma l'idea di rischiare di dimenticarsi ogni particolare dei suoi due dèi si stava facendo sempre più grande nel giovane Lindgren, come un buco nero che risucchiava ogni istante di gioia passato insieme, per non restituirlo mai più. Nel frattempo anche la stoica Margaret Bergman dava l'ultimo saluto al marito prima della partenza, trattenendo a stento le lacrime, cercando di convincere sé stessa a non piegarsi alla tristezza nel tentativo di non rendere tutto ancora più difficile ai suoi figli ed al loro innamorato.

* mi stacco piano dall'abbraccio con Ernst e Claes sollevandomi per dare loro un lungo bacio * - Come faccio a sopravvivere senza coloro che mi hanno restituito la voglia di vivere ? - * mi stacco piano dal bacio e poi faccio combaciare le labbra prima con uno e poi con l'altro, più e più volte * Promesso, niente musica, dopotutto adesso ho un lavoro grazie a vostro padre * sorrido senza riuscire a far cessare le lacrime * Guadagnerò un sacco di soldi così ... così ... * singhiozzo * così sarete fieri di me

Noi lo siamo già Jules * passo una mano sul lato destro del suo viso * Ti amo

Lo saremo sempre di te * asciugo il lato sinistro * Ti amo

Ragazzi ! * urlo ai miei figli cominciando ad avviarmi * Andiamo, dobbiamo arrivare alla meta prima che cali la notte * ricomincio a camminare senza guardarmi indietro *

Il cuore di Jules si fermò all'istante, le sue mani restarono sul corpo dei gemelli fino all'ultimo istante, le gote rosse nuovamente solcate dalla tristezza, i piedi a tentare qualche passo in avanti mentre le figure dei biondi, sempre più piccole all'orizzonte, sembravano portare con sé tutta la luce dell'universo.

A-Anch'io vi amo ! * urlo verso di loro così forte che l'eco si propaga in ogni direzione * Vi amo ! Tornate presto ! * serro le palpebre abbassando il viso verso terra e stringendo i pugni fino a quando non li sento farmi male * Vi prego ... * sussurro *

La medre del giovane, rattristata dalla scena, si portò più vicino a lui stringendolo in un forte abbraccio, gesto che venne immediatamente copiato dalla signora Bergman, il cuore del moro era stretto in una forte morsa carica di amarezza, Jules non avrebbe mai creduto che potesse esistere un dolore più grande di quello che gli aveva dato Adam, ma ora sapeva che esisteva e non l'avrebbe mai potuto dimenticare.
Nel frattempo, mentre le prime margherite davano il buongiorno a quella nuova primavera, dall'unico treno della mattinata a giungere in quel paesino disperso fra i monti, scese un passeggero fuori dal comune dai folti capelli rossi e con due iridi luminose delle tonalità dell'ambra più pura.

Quindi è qui che ti trovi ... * sorrido * mio amato Jules

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