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Era la notte della Vigilia di Natale.
Fiocchi bianchi scendevano nella notte ed il freddo pungente faceva arrossire le guance ed il naso di Jules mentre questi affondava le labbra nel morbido tessuto lanoso della sciarpa che portava intorno al collo. L'aria fredda gli investì il viso obbligandolo ad assottigliare le palpebre, il ragazzo si pentì immediatamente di non aver portato anche un cappello per proteggersi dalle gelide folate notturne, ma non era stata colpa sua, i gemelli lo avevano trascinato fuori da casa loro d'improvviso, senza dargli nemmeno il tempo di coprirsi adeguatamente, o di domandare dove erano diretti. I piedi del moro stavano lentamente diventando due spugne bagnate ed il giovane avrebbe voluto protestare contro Ernst e Claes per averlo portato fuori ad assiderarsi, ma le loro grandi mani a scaldare le sue ed i loro corpi meravigliosamente vicini, lo stavano mandando in tilt, così Jules non disse una parola limitandosi a stare attento alla strada ed, in particolare, a non perdere i regali che aveva fatto ai fratelli, al sicuro nelle tasche del suo giubbotto.
* passo lo sguardo da uno all'altro * - Chissà se anche loro mi hanno fatto un regalo ... sarebbe bello, io ci tenevo a fargliene uno, ma magari per loro è troppo presto ! - * deglutisco * - E se ... li mettessi a disagio ? Se io gli ho fatto un regalo e loro no potrebbero detestarmi e riempirsi di sensi di colpa ! Non so se riuscirei a sopportarlo -
Le luci della baita Sandstrom erano ormai sparite alle spalle del terzetto e solo il buio ed il candore della neve abbellivano la loro strada, il giovane era sicuro che, senza l'esperienza degli altri due, si sarebbe già perso, oltre che morto di freddo. Grazie ai Bergman il buon senso del ragazzo si era fatto a tocchetti microscopici, quale pazzo sarebbe uscito in quella tormenta a poche ore dal giorno di Natale, in un posto che conosceva a malapena da un mese, solo per seguire due splendidi montanari, biondi e con due iridi talmente celesti da sembrare argentate, per andare chissà dove ? Semplice, lui.
* ansimo a corto di fiato * Q-quanto manca ? * mi sorreggo a loro * S-scusatemi, ma non ... non so se ce la faccio
* mi fermo e mi metto davanti a lui * Ci siamo, non preoccuparti va bene ? * gli accarezzo il viso * Ancora pochi metri
Se vuoi posso prenderti sulle spalle * passo una mano fra i capelli di Jules togliendo i piccoli fiocchi innevati che li ornano * Ma non ce n'è ragione, prenderesti solo freddo inutilmente
A quella infausta prospettiva il moro negò fortemente e ricominciò a camminare finendo contro una parete, celata nell'oscurità e la neve, causando una leggera ilarità nei suoi accompagnatori ai quali si riavvicinò subito osservando la costruzione nell'insieme e riconoscendovi la propria baita, i ragazzi lo avevano riportato alla Akerlund. Lo sguardo confuso di Jules ed il dubbio che lo assalì non trovarono il tempo per essere esposti poiché i fratelli Bergman ripresero le sue mani e lo trascinarono sin davanti al fienile senza dire una parola.
* non appena arriva il mio turno di entrare vengo bruscamente fermato * - Eh ? - P-perché non po-posso entrare ? * tremo di freddo quando sia Ernst che Claes entrano lasciandomi fuori da solo * G-Guardate che è c-casa m-mia !
* mi sporgo un momento dalla porta * Aspetta solo un attimo, va bene ? Fa parte del motivo per il quale ti abbiamo portato qui, perciò non arrabbiarti * sorrido e chiudo la porta *
E così il giovane Lindgren si ritrovò ad ibernarsi al buio mentre all'interno del fienile si facevano largo i suoni più curiosi e si accendevano luci colorate i cui colori variopinti erano ben visibili attraverso gli spiragli fra le varie tavole legnose. Per quanto la voglia di Jules di scoprire la sorpresa si stesse facendo fortissima, il ragazzo cercò di frenarsi al massimo ed infilò le mani in tasca accarezzando con le mani la carta dei regali per i gemelli e capì che poteva attendere tutto il tempo necessario, per loro avrebbe aspettato all'infinito.
* chiudo gli occhi per proteggermi dalla luce quando le porte davanti a me si aprono all'improvviso * - C-cosa devo fare adesso ? -
* appoggio una mano sopra gli occhi di Jules * Non aprire gli occhi fino a quando non te lo diciamo noi * sorrido * - Quanto è bello con il viso tutto rosso -
* prendo la mano di Jules e lo guido dentro mentre Claes chiude la porta * - Spero proprio che il mio regalo gli piaccia, anche se è più ingombrante di quello di mio fratello ... - * porto Jules davanti ai nostri regali * Aspetta qui
Entrambi i due biondi si misero ognuno accanto al proprio dono, Claes prese il suo fra le braccia data la sua misura minuta mentre Ernst fu costretto a tirarlo di peso con tutte le proprie forze pur di portarlo più vicino al moro. Ci avevano lavorato da una settimana circa a quella parte, spendendoci tutti i soldi che avevano messo da parte, ma la gioia che riempiva i loro cuori in quel momento frenetico di attesa ed il viso rosso di Jules in fermento, li stava ripagando di ogni centesimo.
D'accordo Jules * guardo Ernst e gli faccio un cenno con la testa *
Puoi aprire gli occhi adesso * concludo sorridendo *
Non appena le palpebre di Jules si sollevarono il ragazzo si ritrovò davanti i suoi amati gemelli ognuno dei quali gli porgeva un diverso animale, entrambi lo lasciarono a dir poco senza fiato. Ernst teneva fra le dita le redini di uno splendido cavallo bianco che, ironia della sorte, era pressoché identico a quello che Jules aveva sognato quando aveva stretto le ciocche dorate del giovane e l'idea che quella magnifica bestia fosse lì, davanti a lui, in carne ed ossa e senza che avesse mai dovuto svelare quell'episodio all'altro gli fece traboccare il cuore di gioia. Claes invece portava fra le braccia un piccolo coniglietto bianco il quale tremava, visibilmente infreddolito, e fissava il giovane Lindgren con i suoi occhietti scuri mentre questi restava rapito a fissarlo, terrorizzato all'idea che, solo il più piccolo gesto, rischiasse di risvegliarlo da quel sogno meraviglioso nel quale era finito.
* mi copro le labbra con le mani e cado a terra in ginocchio scoppiando a piangere * - Oh mio dio ... - * singhiozzo *
* lascio subito le redini del cavallo e stringo forte Jules * E-ehi, non preoccuparti OK ?
Già * mi abbasso a mia volta baciando Jules * se ... Se non ti piacciono o uno non ti va bene possiamo pure restituirlo, cioè ... Possiamo provarci !
Non appena i biondi furono alla sua portata il ragazzo li strinse entrambi cingendoli al collo e pianse sulle loro spalle rassicurato dal loro abbraccio. Li amava, scoppiava d'amore e, allo stesso tempo, si sentiva uno stupido per i regali che aveva fatto loro, erano così infimi ed inqualificabili rispetto a quelli che gli avevano donato Ernst e Claes. Jules si sentì stupido e mediocre, le lacrime non smettevano di scendergli dagli angoli degli occhi, i gemelli avevano avuto delle idee incredibili mentre lui si era limitato ad intagliare loro due semplici oggetti di legno, nemmeno ben fatti a causa della sua inesperienza, come poteva presentarli a quel punto ?
Guarda Jules che non importa se tu non ci hai fatto dei regali * sorrido *
Claes ha ragione * accarezzo i capelli del moro * per noi era importante farli a te per renderti felice, non per avere qualcosa di ritorno
* una fitta mi colpisce al cuore * - Oh no ! Adesso penseranno che per me non era importante ! - * sollevo lo sguardo con gli occhi lucidi * I-io a dire il vero ... * infilo le mani in tasca e ne tiro fuori due pacchettini * io ... Però non sono ...
I biondi presero fra le mani ognuno il proprio e sorrisero al terzo mentre li scartavano, Claes nel suo trovò un piccolo pettine sul quale erano incisi vari ghirigori mentre Ernst una collana in cuoio con un ciondolo rotondo a mezzaluna. Jules aveva impiegato molto per decidere cosa dare a ciascuno, ma poi era bastato riflettere sui due separatamente per capire il regalo adatto. A causa del duro lavoro il ciuffo alto di Claes aveva la tendenza a cadergli sul viso infastidendolo, il pettine serviva a tirarlo indietro in quelle occasioni, per quanto riguardava Ernst la parte in legno a forma di mezzaluna copriva perfettamente la cicatrice del cinghiale che tanto lo imbarazzava mostrare, così non si sarebbe più vergognato a stare a petto nudo davanti a lui.
Lo so ... * singhiozzo fissando i loro sguardi * Sono così stupidi ... P-però v-ve ne farò altri ! Saranno perfetti e-e anche se ormai è già Natale io ...
Le parole del moro vennero fermate sul nascere con un bacio travolgente da parte dei biondi che, nel frattempo, stringevano forte al petto i regali appena ricevuti. I tre dovettero attendere di restare senza fiato prima di riuscire a staccarsi, ma alla fine si separarono e restarono a fissarsi con i visi rossi ed il fiato sempre più rapido ad abbandonare i loro polmoni.
Vi amo * li stringo con tutte le mie forze * Io ... Io vi amo e ... * balbetto per la mancanza di ossigeno * e giuro che, non appena me lo chiederete, io vi sposerò ! Non vi lascerò mai e vi starò accanto per il resto della vita ...
* mi stacco leggermente e metto subito al collo la collana che mi ha regalato * Ti amo anch'io Jules * torno a baciarlo *
* metto nel taschino della camicia il mio nuovo pettine accarezzandolo con dolcezza attraverso il tessuto * Sono stati dei regali davvero perfetti, grazie amore * bacio a mia volta Jules * Ti amo
E così, nella notte più magica dell'anno, mentre la neve scendeva lenta e fuori dal fienile regnava il silenzio, i tre innamorati stettero stretti l'uno all'altro scambiandosi dolci effusioni e sussurri d'affetto. Jules rese grazie ogni istante, fra i gemiti, gli ansiti ed i baci perché, per la prima volta da quando era nato, poteva dire di aver ricevuto il suo miracolo di Natale, due angeli, colmi di puro peccato, scesi in terra per donargli tutta la passione e la dolcezza che solo il vero amore sapeva dare.
Buon natale * chiudo le palpebre * Amori miei
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