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Dopo due ore di ardua scalata su per i pendii ed i sentieri scoscesi delle montagne, quando il villaggio prima divenne un puntino distante e poi sparì del tutto, il giovane cominciò a pensare seriamente che la sua ipotesi sulla grotta non fosse completamente errata, inoltre anche un grande dubbio gli assaliva la mente, se già lui e sua madre avevano fatto tutta quella fatica a piedi, come era riuscito il camion dei traslochi a portare tutte le loro cose a mamma e papà lupo fin sulla cima ?
* respiro a fatica, senza fiato e con la gola secca guardando mia madre * - Cazzo, ma è un cavolo di capriolo umano ? - * sospiro stremato * Mamma, posso almeno riavere il mio mangiacassette ? Ti prego, non ce la faccio più, sono ore che camminiamo !
* salto felice rinvigorita dall'aria fresca e pura * E dai Jules ! Mancano ancora due ore di cammino, non possiamo fermarci adesso ! * brontolo * - È messo davvero peggio di quello che pensavo - * penso triste fra me e me *
La donna si sentiva terribilmente in colpa, in fondo era anche colpa sua se il figlio era ridotto in quello stato, avrebbe dovuto essergli più vicina durante la separazione da Adam e costringerlo ad uscire di casa ogni tanto, ma aveva tanti problemi da affrontare e sperava che, visti i suoi 25 anni suonati, quel ragazzo si sarebbe ripreso da solo. Ed invece ora era lì, magro come un chiodo, con il viso pallido e coperto di sudore, gli occhi spenti, privi di sogni e speranze ad illuminarli, e senza più una ragione di vivere, intrappolato nel ricordo di un passato che non sarebbe mai potuto tornare ad essere il presente. Doveva aiutarlo, trovargli qualcuno per cancellare quel dolore.
* mi apro la felpa e rabbrividisco per l'aria fredda della montagna * - Non ce la faccio ... non riesco più a respirare, voglio ... voglio solo la mia musica ed il mio letto ... - * sento gli occhi pizzicare e diventarmi umidi * - Stupida salita impervia, stupida montagna senza discese, stupida vita vera ! -
Jules ... * sto per rimproverarlo di nuovo quando il suono di un campanaccio va avvicinandosi dalla discesa, ed un carretto, trainato da una grossa mucca, si ferma davanti a mio figlio * - Wow ! È davvero un animale enorme ! - * sorrido a Jules * - Pazzesco, non se ne è nemmeno accorto ! Che figlio distratto che mi ritrovo ! - * mi avvicino al nuovo arrivato ed intanto ridò gli auricolari a Jules * - Almeno se ne starà tranquillo fino alla baita -
* metto subito le cuffie e faccio partire la musica * - Finalmente ! Uh, some people get a freak out of me / Some people can see that I can see / Some people want to see what I see / Some people put an evil eye on me - * mi sento di nuovo a casa *
E pensare che quando era piccolo Jules era un bambino così attivo ed amante della natura, pieno di voglia di fare e crescere, aveva appena preso una laurea in elettrotecnica prima che quell'idiota di Adam lo facesse cadere in quella dolorosa depressione, era stata tutta colpa di quell'individuo spregevole, aveva distrutto pezzo dopo pezzo le fragili barriere dell'animo di suo figlio per poi avvelenarne il cuore caldo e morbido che vi si celava, prezioso e delicato, rendendolo freddo ed apatico come un sasso levigato dalle onde del mare. Ma la madre non era stata l'unica ad essersi accorto del disagio del moro, infatti perfino il giovane biondino alla guida del carretto non aveva potuto fare a meno di notarlo, incuriosito dal suo aspetto così bizzarro e dal carattere molto più cupo e triste rispetto alle altre persone che abitavano i dintorni e, nonostante questo fosse tipico dei forestieri, quello in particolare aveva attirato il suo sguardo cristallino penetrandogli fin nel profondo della mente.
Scusate * chiedo gentilmente guardando la donna * vi serve aiuto ? * dico rivolgendomi al ragazzo questa volta * - Perché non alza nemmeno lo sguardo ? -
Sì, magari ! * dico sorridendo verso il biondo * - Accidenti, ha dei capelli così chiari da sembrare bianchi - Abitiamo alla baita Akerlund, visto che vai in quella direzione ci potresti dare un passaggio ? Ci va bene anche solo nelle vicinanze * chiedo gentile raggiungendo Jules e scompigliandogli i capelli * Io sono la signora Lindgren e lui è mio figlio ... * lo sollevo a forza da terra * ... Jules, ringrazia il signor ... * alzo gli occhi verso quelli glaciali del ragazzo con la camicia in flanella a quadri rossi *
Ernst ... Ernst Bergman * salgo sul retro e sposto le coperte, le uova ed il latte rimasti invenduti al mercato tornando poi a sedermi davanti * Io vivo alla Sandstrom, a solo mezz'ora dalla vostra, in pratica siamo vicini
* mi siedo dietro nel carretto tra il profumo di formaggio ed erbe * - L'ultima cosa che voglio è stare a sentire un altro vecchio montanaro parlare delle sue capre - * rabbrividisco immaginandomelo senza nemmeno voltarmi a guardarlo *
* mi siedo davanti, proprio accanto al ragazzo, sarà solo di poco più grande di Jules * Scusalo, è ... è uscito da una relazione piuttosto seria da più di un anno e non riesce a lasciarsela alle spalle, il suo ex era tutto il suo mondo ... * rido * Perdonami, non volevo annoiarti è che a volte tendo a parlare a straforo quando sono emozionata ed oggi ...
Dopo un lungo viaggio, che Jules trovò apparentemente interminabile a forza di prendere colpi dolorosi ad ogni sasso o dosso che incontravano sulla strada, sua madre aveva ormai finito di fare al loro salvatore un resoconto completo della loro vita, in particolare di quella di suo figlio e della sua disavventura amorosa con Adam, racconto di cui Ernst non perse nemmeno una singola virgola. Solo quando la loro meta fu ormai in vista, la donna smise di chiacchierare e scese agilmente dal mezzo andando subito a recuperare il giovane che fu ben felice di abbandonare quella trappola letale di legno e chiodi e rimettere piedi sul terreno.
* scendo dall'auto medioevale e guardo la casetta in legno in cima alla collina * - All my life / And the hereafter / I've never seen / Seen one like you / You're a knife / Sharp and deadly / And it's me / That you cut into / But I don't mind / In fact I like it / Though I'm terrified / I'm turned on but scared of you - * sgrano gli occhi avvicinandomi alla costruzione * - Preferivo la grotta con i lupi -
Allora grazie Ernst * sorrido stringendogli la mano * Ti siamo davvero grati, vero ... * mi volto * Jules ? * lo guardo allontanarsi verso la casa e sospiro tornando a guardare Ernst * Grazie anche da parte sua, lo manderò a ringraziarti di persona domani stesso * raggiungo mio figlio * Jules Lindgren, torna subito qui !
* li guardo allontanarsi * Jules ... * do un colpo alle redini e la mucca riparte portandomi verso casa *
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