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Il buio è tutt'intorno, così fitto che a malapena si riesce a vedere oltre il proprio naso, quasi il mondo non esistesse più, niente luci o colori, solo piccoli suoni disparati ed indistinti in ogni angolo, probabilmente dovuti agli assestamenti del legno, ma così simili a passi pesanti o allo strascicare di mostri dai mille occhi gialli che appare impossibile non sussultare ad ognuno di essi. Quando il vento ululava all'esterno fra le fronde e le ombre alla luna si facevano più lunghe, grandi, ed acuminati, artigli sembravano grattare ai bordi del giaciglio del ragazzo, tirando la coperta imbottita, che stringeva fra le falangi sbiancate dallo sforzo, fin sul pavimento, obbligandolo ad osservarsi intorno inquieto ed impedendogli di raggiungere il sonno, tanto beato ed ignaro. Jules se ne stava steso sul divano nel salottino della baita, lontano dal suo accogliente materasso e nemmeno la musica nelle cuffie riusciva a tranquillizzarlo, i suoi occhi restavano serrati cercando di cancellare i brividi che gli salivano ad ogni spostamento, ma il cuore e la mente erano ben più vigili, lasciandolo fantasticare, senza freni, di creature inesistenti, secondo dopo secondo.

- I am the one hiding under your bed/Teeth ground sharp and eyes glowing red - * tremo forte per il freddo e l'inquietudine * - I am the one hiding under yours stairs/Fingers like snakes and spiders in my hair - * mi tolgo la cuffia destra per l'ennesima volta pensando di aver sentito qualche rumore strano *

Nonostante continuasse a non sentire nulla in particolare, il moro non riusciva a tranquillizzarsi e, non appena si sollevò a sedere ed il divano emise dei piccoli squittii, non riuscì più a sostenere quella situazione e si alzò spostando lo sguardo verso la stanza di sua madre. Era arrabbiatissimo, il giorno dopo avrebbe dovuto darsi da fare con i lavori in giardino insieme a Ernst e Claes solo per colpa di quella donna, inoltre, cosa ben peggiore, era stato anche costretto a fare il bravo padrone di casa ed a cedere ai due biondi il suo letto, venendo così relegato su quello scomodo ammasso di cuscini sconnessi con una coperta fin troppo leggera che lo stava facendo congelare.

* mi rimetto la cuffietta e guardo la stanza di mia madre * - This is Halloween, this is Halloween/Halloween! Halloween Halloween! Halloween!/In this town we call home/Everyone hail to the pumpkin song - * spengo il mangiacassette appoggiandolo sul tavolo *

Jules avrebbe tanto voluto andare da lei a domandarle di poter condividere il letto, come quando era piccolo, ma c'erano tre problemi fondamentali, anzi, forse anche quattro, primo fra tutti il suo orgoglio di maggiorenne ed adulto autosufficiente, e per secondo vi era anche quello maschile, non riusciva ad ammettere a sé stesso di aver bisogno della mamma. Le ultime due ragioni riguardavano il fatto che la donna fosse peggio di un lottatore quando si trovava sotto le coperte, lo avrebbe sicuramente calciato fuori dal materasso non appena vi avesse messo piede, inoltre, anche se il giovane fosse riuscito a ritagliarsi un piccolo, gelido, angolino, non avrebbe comunque chiuso occhio visto che sua madre russava come una mietitrebbia impazzita. Le speranze di fare un sonno tranquillo si stavano lentamente assottigliando quando il moro, non sicuro se per stanchezza o frustrazione, decise di mettere da parte i propri principi morali e si avviò verso la mansarda con la ferrea intenzione di chiedere asilo ai fratelli Bergman.

* salgo le scale e guardo i loro visi addormentati ed illuminati dalla luce della luna che passa attraverso la finestra * - Devo essere razionale, non c'è nulla di male in dei ragazzi che condividono lo stesso letto, solo perché sono gay non c'è alcuna ragione di sentirsi in imbarazzo - * picchietto leggermente con la mano sulla spalla di Claes * S-scusa ... * sussurro *

* mugolo lentamente svegliandomi ed alzando lo sguardo sulla figura davanti a me * Jules ? * sussurro mettendomi a sedere e strofinandomi gli occhi * che succede ?

* sentendo mio fratello muoversi mi sveglio anch'io * Claes ... che ti prende ? * sbadiglio e poi vedo Jules * Tutto bene ?

Improvvisamente tutta la sicurezza che prima aveva spinto Jules a lasciare il divano si assopì in un istante, non seppe bene se per l'immenso imbarazzo che ora gli stava mandando a fuoco le guance oppure per il fatto che, nonostante fosse autunno inoltrato, i biondi dormissero a torso nudo come in piena estate. L'idea del piano inferiore, pieno di buio e terrore lo fece sentire ancora peggio, non poteva più tornare indietro, quindi l'unica soluzione rimasta era procedere e farsi coraggio.

E-ecco io ... * deglutisco * c-c'è ... c'è posto anche per me ? * guardo a terra imbarazzato e quasi subito mi pento cambiando idea e girandomi sui miei passi * Lasciamo stare ... Buona notte e scusate se vi ho disturbato

* lo guardo stupito e lo blocco prendendolo per il polso, poi sorrido * C-certo ! Sì ! Dopotutto è il tuo letto ... * mi alzo e gli faccio posto al centro fra me e mio fratello * Accomodati pure

* sorrido a mia volta a Jules * Ecco, se ti diamo fastidio possiamo spostarci sul divano

No ! * dico subito * - Accidenti, ho messo troppa enfasi ! Ma perché ho messo troppa enfasi !?! - C-cioè no, siete nostri ospiti, restate pure, m-mi ... mi farebbe tanto piacere ... * salgo subito sul letto e mi metto steso in mezzo ai due chiudendo gli occhi, il corpo che sembra squagliarsi per quant'è rovente * Grazie

E così, non appena Ernst e Claes tornarono ai loro posti, stendendosi accanto a lui, avvolgendolo con le braccia forti e chiudendolo fra i loro petti caldi e scolpiti, tutta la voglia che il ragazzo aveva di scappare in lacrime o sotterrarsi per la vergogna, scomparve nel nulla, lasciandogli nel cuore e nell'animo solo una profonda serenità che lo accompagnò, guidandolo dolcemente, nei sogni tanto desiderati, sotto lo sguardo innamorato e cristallino dei suoi nuovi compagni di branda.

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