Art - Hamatora

Avvertenze: al momento sono ancora all'inizio della prima stagione dell'anime, spero di non aver scritto castronerie ahah in caso fatemelo pure notare!

Trama: Art si innamora di [nome], la nuova arrivata al dipartimento di polizia di Yokohama, e decide di confessarle i suoi sentimenti

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Scriveva, rileggeva, stracciava il pezzo di carta e poi lo buttava nella pattumiera ormai strapiena.

Art stava passando letteralmente un pomeriggio intero a stracciare una lettera dopo l'altra.

"Non va bene"

"Imbarazzante"

"Troppo lunga"

Il giovane si portò entrambe le mani alla testa e poggiò i gomiti sulla sua scrivania sfinito. Gli era venuta anche una forte emicrania dovuta allo stress ma non sapeva proprio come uscire da quella situazione.

All'improvviso qualcuno entrò nel suo studio e Art sollevò lo sguardo per vedere chi fosse.

<<Gasuke!>> esclamò salutandolo debolmente.

<<Cosa stai facendo?>> chiese l'uomo avvicinandosi alla sua scrivania.

<<N-Niente!>> balbettò Art nascondendo l'ultima lettera a cui stava lavorando.

Gasuke ne afferrò una che era finita accidentalmente a terra e ne lesse alcune righe.

<<Art!?>> lo chiamò fissando il pezzo di carta.

<<Si!?>> mormorò lui imbarazzato.

<<Ti sei innamorato?!>> ridacchiò Gasuke capendo dalla sua reazione di aver centrato appieno il punto.

<<Per favore, già è imbarazzante così...>> piagnucolò spettinandosi nervosamente i capelli lilla.

Gasuke si poggiò sulla scrivania e lo guardò come un padre avrebbe guardato il figlio alle prese con la sua prima cotta.

<<Non dovresti pensarci così tanto! Lascia che siano i tuoi sentimenti a guidarti!>>

Art iniziò a comprendere dove stesse sbagliando: era stato troppo razionale e, più che sul messaggio in sé, si stava concentrando sullo stile, la grammatica... Cose che, diciamocelo, in una lettera d'amore non contano molto.

<<E poi penso che [nome] lo apprezzerà a prescindere>>

Gasuke fece per andarsene ma Art, metabolizzando ciò che aveva appena detto, lo fermò: <<C-COME SAI CHE È LEI!?>>

Il giovane era sicuro di non aver scritto da nessuna parte il nome di [nome] e nemmeno di averlo detto.

<<Beh, da quando è arrivata... Come posso dire!?... Non fai altro che cercarla, aiutarla... È abbastanza palese che ti piaccia!>>

Art arrossì e deviò lo sguardo.

<<Quando si parla di "amore" sei un libro aperto!>> scherzò Gasuke scoppiando a ridere per poi lasciare l'ufficio.

Il giovane prese un bel respiro e, dopo aver strappato l'ennesimo foglio, ne prese un altro che sarebbe stato quello definitivo.

"Bene, devo lasciarmi guidare..." pensò deciso a scrivere una volta per tutte quella lettera.

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[nome] stava tornando al suo appartamento dopo una giornata estenuante.

Si era trasferita ormai da qualche mese al dipartimento di polizia di Yokohama e non si era ancora abituata a quei ritmi così serrati.

"Ora capisco perché è sempre stanco ed indaffarato" pensò subito ad Art, un suo collega nonché colui che la stava aiutando con le sue prime indagini. Il giovane sovraintendente era davvero dipendente dal suo lavoro, dormiva poco e seguiva una dieta povera, per questo era sempre stremato.

[nome] entrò nel condominio in cui abitava e, quando arrivò di fronte al suo appartamento, rimase scioccata.

A terra, poggiato contro la porta, c'era un enorme mazzo di rose rosse legate insieme da un nastro del medesimo colore. Per l'esattezza le rose erano centouno, tutte bellissime e profumatissime.

Il cuore della giovane prese a battere velocemente. Erano davvero per lei?

Si chinò a fatica a causa della gonna del suo tailleur troppo stretta e prese il mazzo da terra. Notò che c'era un biglietto tra le rose: la busta era bianca e sul lato frontale c'era scritto "Per [nome]". La girò e vide che era chiusa con della ceralacca su cui vi era stata impressa l'immagine di una rosa stilizzata.

"Caspita, ma allora sono davvero per me!?" pensò col fiato corto per l'emozione.

Cercando di non far cadere il mazzo, aprì la porta del suo appartamento e si affrettò nel mettere le rose in un vaso abbastanza grande da contenerle tutte.

Col cuore in gola si sedette su una delle sedie del tavolo da pranzo e, con l'ausilio di un coltello, aprì la busta. Tirò fuori un cartoncino bianco e, dopo averlo aperto, iniziò a leggerlo:

"Cara [nome],

spero che queste rose siano di tuo gradimento. Mi sono innamorato perdutamente di te e vorrei tanto incontrarti il giorno xx/xx/xxxx alle xx:xx al parco Yamashita per confessarti di persona i miei sentimenti.

Nella speranza di vederti, ti auguro di passare una buona serata"

La giovane per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Inizialmente aveva pensato fosse uno scherzo o un semplice malinteso, e che quindi le rose fossero per qualcun altro, ma quella lettera le sembrò sincera quanto seria.

Era la prima volta che le capitava una cosa del genere.

"Chi sarà!?" pensò eccitata al pensiero di avere un amante segreto. Dalla calligrafia non le venne in mente nessuno.

Riguardò l'ora ed il giorno e realizzò che era l'indomani.

<<Che ansia>> mormorò respirando a fatica.

Dopo una decina di minuti a fissare prima la lettera e poi le rose ripetutamente, decise di andare a cenare ed a sistemarsi.

Durante la notte cercò di pensare a chi potesse essere: "Art?" si domandò.

Arrossì ed infosso il volto nel morbido cuscino.

"No, non può essere, e poi è troppo occupato col suo lavoro"

Anche se le sarebbe piaciuto eccome che fosse lui; dal primo momento in cui aveva incrociato il suo sguardo era rimasta affascinata dalla sua personalità, dalla sua galanteria... Insomma, le piaceva molto anche se non lo dava molto a vedere!

"Nice? No, non penso proprio sia il suo tipo. Chi potrebbe fare un gesto così romantico allora? Murasaki? Direi di no..."

Erano quasi le due di mattina e, stremata, [nome] si addormentò con la speranza che quell'incontro andasse bene

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Driin driin driin

[nome] allungò il braccio spegnendo la sveglia per poi riaddormentarsi.

Driin driin driin

La giovane spense nuovamente la sveglia. Era il suo giorno libero, per quale motivo si sarebbe dovuta alzare così presto se non doveva andare a lavorare!?

Driin driin driin

Ma c'era un motivo per cui aveva messo la sveglia!

<<L'INCONTRO!!!>> urlò schizzando in piedi.

Prese il cellulare e vide che era in ritardo.

<<DEVO PREPARARMI, NON POSSO PRESENTARMI IN QUESTE CONDIZIONI!!!>>

Si fiondò da una parte all'altra dell'appartamento come una pazza per rendersi il più presentabile possibile.

Prima di uscire afferrò la lettera e si fiondò in strada.

"È tardi, è tardi, è tardi!" continuava a ripetersi correndo verso il parco che, fortunatamente, non era molto lontano da dove abitava.

Il parco si affacciava sul porto della città ed era sempre molto affollato.

[nome], una volta arrivata, smise di correre ed iniziò a vagare cercando la persona che l'aveva invitata.

"Ma come faccio a riconoscerlo!? Non mi ha detto niente, il parco è anche abbastanza grande e c'è tanta gente..." pensò preoccupata.

Mentre cercava un possibile candidato, si soffermò a guardare il mare infrangersi contro la banchina. La prima volta che era arrivata a Yokohama ne era rimasta ammaliata ma, iniziando a lavorare, non si era più soffermata ad ammirare la bellezza della città.

<<[NOME]!>> esclamò qualcuno alle sue spalle.

La giovane si voltò e alzò un sopracciglio vedendo Art.

<<Art!? Cosa ci fai qui? Stai lavorando anche oggi!?>> chiese lei ingenuamente.

Lui le indicò la lettera che aveva in mano e capì subito.

<<AH! T-TU!? C-COSA!?>> balbettò avvampando.

Art annuì e sorrise dolcemente.

[nome] avrebbe tanto voluto buttarsi in acqua per la vergogna. Art era stato il primo che aveva scartato, non si sarebbe mai immaginata che uno come lui si potesse innamorare di una come lei.

<<S-Scusa!>> mormorò [nome] chinando il busto in avanti e scusandosi per la figuraccia che aveva appena fatto.

<<N-Nessun problema>> balbettò lui toccandosi nervosamente la manica del completo che era solito indossare: un abito viola scuro con una camicia bianca, una cravatta rossa e delle scarpe nere. Non sapendo minimamente cosa mettersi, aveva deciso di andare sul sicuro con il suo vestiario abituale.

<<E-Ecco... Ci possiamo sedere!? Mi gira un po' la testa>> ridacchiò [nome] agitata.

Art annuì e andarono entrambi a sedersi su una delle tante panchine che si affacciavano sul porto.

Inconsciamente la mano del ragazzo toccò quella di [nome] e, dopo essersi guardati per un breve istante, deviarono lo sguardo allontanando le loro mani.

Le persone camminavano e chiacchieravano tranquillamente creando una piacevole atmosfera intorno a loro.

<<Bene...>> sospirò [nome] sfregando le mani e fissando il terreno.

<<Ti sono piaciuti i fiori!?>> domandò Art cercando di smorzare il momento.

<<Si, molto!>> esclamò lei ravvivandosi <<Grazie mille, sono meravigliose, ma non dovevi, ti saranno costate una fortuna tutte quelle rose!>>

Art scosse la testa negativamente ed incrociò il suo sguardo con quello della giovane.

<<È solo un semplice regalo>> sorrise lui facendola arrossire più di quanto già non lo fosse.

Calò nuovamente il silenzio.

Art deglutì e cercò di farsi avanti una volta per tutte. Sicuramente era stato molto più facile scrivere una lettera che parlare con [nome] di persona.

<<C-Come ho scritto nella lettera... Mi sono innamorato di te... Non so se tu ricambi i miei sentimenti ma non potevo più nasconderlo...>>

[nome], mentre lui parlava, strinse fra le mani il pezzo di carta sentendo quasi la fatica che ci aveva messo per scriverlo.

<<Sinceramente sei stato il primo che ho scartato quando ho pensato a chi potesse essere>> rise lei mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio <<Non avrei mai potuto immaginare che fossi tu... Ma non voglio che tu fraintenda... Non è che non volessi che fossi tu... Non ci speravo proprio... Sei sempre stato così dedito al tuo lavoro... Io... Non ce la faccio scusa...>>

[nome] iniziò a tremare come una foglia. Il cuore minacciava di spaccarle la cassa toracica e averlo così vicino non aiutava.

<<Non preoccuparti, non c'è fretta>> la rassicurò Art rassegnato all'idea di non essere ricambiato. Aveva inteso il suo atteggiamento come un tentativo disperato di rifiutarlo.

Dopo un po' [nome] riprese fiato, e coraggio, e ricominciò a parlare: <<La prima volta che ti ho visto sono rimasta affascinata dal tuo aspetto ma, conoscendoti meglio, mi sono innamorata del tuo carattere, del tuo sorriso, della tua eleganza... Vabbè, hai capito, no!?>>

Art la guardò confuso.

<<Anche tu mi piaci moltissimo... Quello che stavo cercando di spiegare è che ti ho sempre visto come "troppo" per me ed immaginare anche solo un'uscita con te mi sembrava impossibile... Ma a volte il destino sorprende!>> sorrise [nome] piacevolmente.

Art capì che aveva frainteso tutto e, senza pensarci due volte, la tirò a sé abbracciandola.

<<A-ART!>> esclamò lei nel panico.

<<Penso allora che entrambi abbiamo un complesso d'inferiorità>> rise lui stringendola <<Ma siamo più simili di quanto pensavamo>>

[nome] annuì e ricambiò l'abbraccio cingendo il busto di Art con le sue braccia.

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Da quel giorno iniziò la loro relazione. Non fu affatto facile, specialmente all'inizio; il ragazzo era eccessivamente concentrato sul suo lavoro e litigarono spesso per questo motivo. Ma Art sapeva come farsi perdonare e riempiva la fidanzata con regali e sorprese di ogni tipo.

<<[nome]!?>> la chiamò il giovane vedendola fissare intensamente la città dalla finestra del suo appartamento.

Lei mugugnò qualcosa di incomprensibile e continuò a dargli la schiena.

Art si avvicinò e l'abbracciò da dietro.

<<Mi spiace davvero tanto...>>

<<Non preoccuparti, sapevo anche prima quanto fossi devoto al tuo lavoro>> disse [nome] sospirando rumorosamente.

Art la fece girare e la strinse a sé accarezzandole i capelli.

<<Non voglio perderti>> piagnucolò lui.

[nome] rabbrividì nel sentire quelle parole così sofferenti e sollevò il volto incrociando i suoi occhi viola che erano estremamente lucidi e marcati da due scure occhiaie.

<<Non mi perderai... Perché io ti amo>> confessò lei afferrandogli delicatamente alcune ciocche di capelli.

<<Ti amo anche io [nome]>> rispose Art avvicinandosi al volto della giovane fino a far incontrare le loro labbra in un dolce ed appassionato bacio.

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