CAPITOLO 4
RAUL'S POV.
Cambridge.
Esattamente un'ora e trentadue minuti di distanza da Londra. Sono appena approdato in questo nuovo luogo dove aleggia una calma apparente, pieno di prati verdi e bellissimi edifici gotici. Cambridge è davvero suggestiva, ti viene subito in mente passeggiando tra le sue strade. I prati verdi, i rassicuranti edifici dell'università, i ragazzi intenti a parlare con libri in mano, sembrano una scenografia studiata, ma è davvero il luogo dove tanti studenti vivono e studiano. I pub, di sera, brulicano di persone, allievi e professori, che bevono birra rossa color tramonto. Cambridge in tutto il mondo è sinonimo di università, ed è senza dubbio uno dei luoghi più belli di tutta la Gran Bretagna. E' per questo che sento il cuore in tumulto, oltre che per l'incontro che avrò tra poco con una persona speciale. I giovani intorno a me fanno tintinnare i campanelli delle loro biciclette, mentre io fermo, in mezzo al loro, mi guardo intorno ammaliato, e respiro a pieni polmoni quest'aria di tranquillità. Ogni cosa di questo posto trasmette relax, buoni propositi e persone riconoscenti ed educate. Di college ce ne sono ben trentuno, sparsi in tutta la città, ed io proprio in questo momento sono difronte alle scalinate di uno di essi, ad aspettare che Alexa finisca le lezioni. In realtà questa mia visita oggi non era per nulla programmata, la definirei una sottospecie di sorpresa. In questi cinque giorni da quando ho iniziato a parlare assiduamente con la mia ex, le ho promesso parecchie volte di incontrarci, senza dirle il giorno decisivo. Fino a due sere fa non ero nemmeno convinto di voler fare il sacrificio di marinare la scuola, partendo la mattina presto, in modo da arrivare giusto in tempo per la pausa di Alexa, tra le dieci e le dodici. Avendo conversato abbastanza anche della scuola, ero già a conoscenza delle ore di lezione che frequenta, e degli spacchi in cui si rilassa su questo immenso prato, insieme alle sue compagne di corso. Distendo il telo che ho portato per l'occasione, e già me la immagino distesa a pancia in giù, con le sue natiche perfette in bella mostra, coperte da dei calzoncini, mentre destreggia le sue gambe avanti e indietro. Legge il libro che ha sotto al naso, il vento le scompiglia i capelli ed al suo fianco ha una bottiglia di thè per dissetarsi. Questa immagine nella mia testa fa si che io mi distragga totalmente, e solo quando la campanella suona, mi accorgo della saliva che si era depositata agli angoli della mia bocca. Appena scorgo una massa di persone uscire dal college, mi alzo istintivamente, cercando di intercettare la bella bionda bassa, da lontano. Appena la noto con un libro stretto al suo prosperoso petto, mentre si fa largo tra gli altri studenti, il mio cuore ha un sussulto così forte da farmi male. Alzo il braccio nella sua direzione, ma da questa distanza è impossibile che mi veda, perciò che con grandi falcate mi dirigo da lei. Ad ogni passo sono sempre più in ansia, perché lei crederà che io sono venuto a trovarla nelle vesti di un semplice amico di vecchia data, non avendo ancora rivelato i miei reali sentimenti. Ho sempre temuto l'amore che nutro nei confronti di Alexa, perché intenso, profondo, appassionante, ma anche assolutamente non ricambiato. Dopo tutti questi anni non può che non essere così. Alexa non si rende conto di ciò che io provo tutte le notti in cui mi tormento e resto sveglio, a smaniare e pensare a lei, a questo momento in cui l'avrei rivista dopo circa due anni.
Appena sono ad una vicinanza che mi permette di guardarla meglio, mi accorgo che non è vestita nel modo in cui avevo immaginato prima, bensì ha un vestito blu chiaro, che risalta la sua carnagione e rimanda alle sue iridi, le arriva sotto le cosce e ha le maniche a tre quarti. I suoi lineamenti non sono cambiati così tanto dall'ultima volta che l'ho vista, se non fosse che ha messo su qualche chiletto e dunque la sua faccia è un po' più rotondetta. I capelli sono rimasti della stessa lunghezza, ovvero fino al suo punto vita, peccato per il fatto che da biondo chiaro, abbia fatto qualche tinta per scurirli, così da diventare biondo cenere. Mi fa impazzire vederla così bella e desiderabile, fremo già dalla voglia di abbassarle il corpetto dell'abito e premere le labbra sulla sua pelle candida.
Quando finalmente i suoi grandi occhioni si posano sulla mia figura, sento una scarica di adrenalina pervadermi tutto il corpo. Solo ora capisco che non ho mai smesso di amarla, avevo solo sepolto i miei sentimenti nel profondo del cuore fingendo di essere più forte, di non essere tanto sciocco da continuare ad amare la persona che mi ha compromesso e abbandonato crudelmente spezzandomi il cuore. Appena è abbastanza vicina al mio corpo, l'abbraccio senza nemmeno darle il tempo di salutarmi. Ricambia la stretta e sorrido tra me e me pensando che anche la sua altezza è rimasta immutata. La sua testa a malapena appoggia sul mio petto.
''Raaul, mamma mia che sorpresa, alla fine sei venuto'' mi ero scordato di quanto fosse bella e melodiosa la sua voce, dopotutto è anche un'ottima cantante.
''Si mi sono detto che dovevo assolutamente vederti, non potevo aspettare altro tempo'' iniziamo a dirigerci di nuovo verso il prato curato.
''Hai ragione...sarei venuta io se non fosse che ho di meglio da fare e se non fosse che i primi passi li devono fare sempre gli uomini'' Ed ecco la sua immancabile sicurezza, la cosa divertente è che lei non sta parlando ironicamente, ma ha davvero questo senso di superiorità. Inizio già a sentire la preoccupazione di non essere abbastanza per lei, crescere alla bocca del mio stomaco.
''Meglio da fare tipo?'' le faccio cenno di accomodarsi sul mio telo e lei non se lo fa ripetere due volte.
''Sai com'è, lo studio qui è molto impegnativo e non viene per nulla preso sotto gamba. Pensa che si dice che la stazione ferroviaria è stata costruita lontana dal centro, sotto gli ordini dell'Università, per ostacolare un comodo accesso verso Londra che avrebbe potuto distrarre troppo gli studenti dallo studio''
''Uhh...wow, quindi secondo questo ragionamento io che provengo da una città che porta questa nominata, potrei essere per te sintomo di distrazione...'' mi accomodo meglio azzerando quanto più possibile lo spazio tra di noi.
''Potresti si'' pronuncia flebilmente, guardandomi con quegli occhi da cerbiatta sotto le lunghe ciglia. Che qualcuno mi freni!
''Distraimi a dovere, non parliamo di studio, raccontami qualcosa di tuo. Come sta andando con quella ragazza?'' ci metto qualche secondo per distogliere lo sguardo delle sue labbra carnose e capire a chi si riferisce.
''Non molto bene a dire il vero, in questa settimana abbiamo avuto una lite molto animata e non la sento da quando ti ho chiamata quella sera'' un ghigno si fa spazio sul suo volto angelico come se avessi detto una cosa ovvia, una cosa che già sapeva.
''Oh...mi dispiacerebbe un sacco se il motivo di tutto fossi io. Ma come darti torto, sono così irresistibile'' ghigna. Sono sicuro che non sia affatto vero che le dispiaccia. Di nuovo mi trovo nella situazione di non sapere se negare o affermare le sue insinuazioni. Mi piacerebbe un sacco togliermi questo enorme sasso dalle scarpe, ma, soprattutto, mi crederebbe se io le confessassi che non ho mai smesso di amarla? Temo di no, oltretutto mi metterei in ridicolo da solo, sicuro di essere respinto.
''Immagino invece che una ragazza talentuosa e intelligente come te abbia trovato qualcuno, no?'' si passa un dito sotto al mento come per rifletterci su.
''A dire il vero no, ho avuto qualche relazione durata per un giorno e dimenticata subito quello seguente'' si morde il labbro alludendo ad altro, ed una morsa di gelosia mi fa stringere il pugno ai lati del mio corpo disteso.
''Comunque sia penso che tra me e Amber sia finita, non ho bisogno di parlarle per sapere che non vuole avere più nulla a che fare con me'' confesso guardandola in quelle pozze chiare.
''Non oso immaginare cosa tu possa averle fatto di così drastico. Ma tranquillo, ci sono io con te'' bisbiglia vicino al mio orecchio, accarezzandomi subito dopo il braccio.
* * *
AMBER'S POV.
''Non posso credere che sto di nuovo assecondando le tue scelte sbagliate, Amber'' si lamenta la mia migliore amica dai capelli rosa dietro di me mentre la tiro per un braccio, lontana dalla nostra scuola.
''Per favore, i miei genitori mi uccideranno se lo scoprono'' continua a piagnucolare ed io esausta mi giro indietro.
''Cazzo, ti sto chiedendo solo oggi di fare filone con me, non mi sembra tanto grave. Ho bisogno del tuo supporto, sto una schifezza, ma se tu per paura di essere scoperta o di fare assenza vuoi darmi il due di picche, perfetto fai pure!'' agito le braccia in alto.
''Ti prego non fare così, soffro molto di sensi di colpa'' mi avvicino di più a lei e le prendo il viso tra le mani.
''Solo questo giorno'' scandisco bene le parole e come tocco finale agito le mie ciglia per convincerla.
''E va beene...come vuoi'' rassegnata si fa guidare da me. Per tutto il tragitto, finché non troviamo un luogo abbastanza isolato da non essere sgamate, lei sottolinea quanto sia canbiata. Sostiene che la Amber che ha conosciuto non avrebbe mai saltato la scuola per ben cinque giorni di fila, che si sarebbe preoccupata dei voti, delle lezioni perse e altre sciocchezze simili di cui a me non frega un cazzo. Ammetto che sono sempre stata una ragazza puntigliosa e attenta, soprattutto in ambito scolastico, ma anche se io entrassi per fare presenza, non riuscirei comunque a concentrarmi su nulla, quindi preferisco girovagare per strada da sola, finché non mi sarò ripresa da questo periodo buio.
''Oh fantastico ora ti metti anche a fumare'' alzo gli occhi al cielo per i suoi continui rimproveri. Per dispetto caccio fuori il fumo esattamente all'altezza della sua faccia, sapendo quanto le dà fastidio. Dopo aver tossicchiato un po', mi manda gentilmente a quel paese alzando il dito medio.
''Ti ho fatta venire perché ho bisogno di sfogarmi e di supporto, non per avere una persona che si lamenti e che mi giudichi senza sosta''
''Non ti sto giudicando, lo sai che non l'ho mai fatto e non lo farei mai, voglio solo metterti a corrente delle cose che stai sbagliando''
''Sisi'' svio il discorso con un gesto della mano, atteggiamento che la irrita ancora di più.
''Io non posso credere che Raul, il mio migliore amico, la persona a cui ho raccontato ogni dettaglio della mia vita passata e presente, mi abbia fatto questo. Perlopiù sapendo quello che c'è stato tra me e Vincent, gli ho sempre raccontato accuratamente il modo in cui mi ha trattata. Sa del mio passato travagliato meglio di qualsiasi altra persona al mondo, persino meglio di come lo ricordo io. Sa che Vincent mi minacciava affinché scopassimo, sa che ho perso la verginità su una squallida panchina in un momento di totale insicurezza. Sa del fatto che non mi guardava mai negli occhi quando si inoltrava dentro di me, e che non si è preoccupato del dolore quando mi ha penetrata per la prima volta. Sa dei suoi ricatti, di come soggiogava la mia mente da ingenua quindicenne innamorata. Sa che lo abbiamo fatto con tutte le mestruazioni, sa di quando ha spinto il suo dito oltre l'ano. Assecondavo le sue richieste semplicemente per amore e per paura di essere lasciata; ho fatto quello e avrei fatto molto altro ancora. Il problema si è creato dal momento in cui dopo un anno di relazione, Vincent dopo essersi stufato di me, mi ha mandata a fare in culo, confessandomi che mi ha illusa, che fingeva amore e stava con me solo per il sesso. Raul ha visto con i suoi occhi i miei tagli sul braccio, ha avuto modo di capire quanto io ne fossi uscita distrutta, e cosa fa? Mi scopa pensando alla sua ex? Mi scopa nonostante lui abbia dei dubbi su cosa prova per me?'' prendo respiro dopo il mio monologo. Rose rimane ammutolita da ciò che ha sentito.
''Non avrai intenzione di ricominciare ad autolesionarti spero...o lo hai già fatto?'' noto diverse emozioni attraversare il suo volto, e quella più dominante è il terrore. Prima ancora che possa obiettare, afferra il mio braccio, scosta la lana del mio maglioncino nero e tira un sospiro di sollievo. Non ha bisogno di controllare anche l'altro, perché mi conosce abbastanza da sapere che mi sono sempre procurata dei tagli solo ed esclusivamente sul braccio sinistro.
''Ho capito la lezione tempo fa grazie a Rau...MERDA! Ancora! Non ce la faccio più, mi devi credere. Vorrei che uscisse della mia testa e invece non faccio altro che domandarmi in continuazione che stia facendo, come se la stia passando e se gli manco come lui manca a me'' La mia migliore amica mi racchiude in un abbraccio.
''Vedrai che si aggiusteranno le cose, forse era solo un momento di confusione'' si ferma dal parlare per asciugarmi la lacrima che non avevo nemmeno sentito scorrere.
''Devi assolutamente chiamarlo. Sì, ne sono convinta, chiamalo e chiedigli di vedervi così che deciderete se riprovarci o troncare del tutto''
''Cosa? No. Sei pazza, non lo farò mai'' rispondo io sbigottita.
''Amber...sono stufa di vederti in questo modo, hai diritto di sapere cosa dovete farne della vostra relazione. Non potete rimanere tutto al caso, inoltre cinque giorni penso siano abbastanza per riflettere''
''Non voglio, ho paura di sentirmi dire che preferisce Alexa a me. Insomma se sapeva di amare ancora lei, perché ci ha provato con me e ha deciso di intraprendere una relazione?'' chiedo con la voce spezzata.
''I vostri primi mesi sono stati una favola e tutti e due eravate innamorati ancor prima di mettervi insieme, vi ho visto coi miei occhi. Non penso proprio che anche in quel momento amava Alexa. Proprio per questo devi chiamarlo e chiedere di vedervi, hai bisogno di spiegazioni -estrae senza il mio permesso il cellulare dalle tasche- eccolo, chiamalo su'' me lo porge e prima di afferrarlo lo guardo attentamente riflettendo se sia la mossa adatta da compiere.
''Fallo ora, davanti a me, devo essere sicura che tu lo faccia'' mi ordina.
RAUL'S POV.
Queste due ore sono volate, mi è sembrato di passare effettivamente solo qualche minuto in sua compagnia, niente di più. Dopo aver continuato a punzecchiarci ci siamo alzati per fare una passeggiata, siamo entrati in una gelateria e le ho offerto un gelato. Ho riso di gusto guardando il modo buffo in cui leccava via la panna, per non pensare ad altro o a quello che stava crescendo tra le mie gambe magre. L'ho guardata assorbendo come una spugna ogni sua parola, ogni sua espressione. Ci vediamo troppo di rado per permettermi di farmi sfuggire i dettagli che la caratterizzano, quelli che tanto mi piacciono.
''Ebbene è arrivata ora di salutarci'' l'ho riaccompagnata davanti le scalinate del suo college e ora si sta sistemando lo zaino a tracolla, sopra la sua spalla. Non riesco a nascondere il mio dispiacere nel dovermene già andare.
''Non sai quanto vorrei rimanere, ti prometto che ritornerò il prima possibile, appena ce ne sarà occasione''
''Ci conto bel ragazzone'' stavolta è lei ad aprire le braccia per invitarmi tra di esse. Appena la stringo a me, il cuore inizia a battere ancora più forte di prima e spero che non se ne accorga. Alza il viso nella mia direzione, aspettando qualcosa, e, come per prendere la palla in balzo, abbasso la testa per raggiungere il suo naso, in modo che i due si tocchino. Proprio nell'attimo in cui lei schiude le labbra e io chiudo gli occhi, avvicinandomi pericolosamente, un telefono squilla. Rimbalziamo entrambi all'indietro, dallo spavento. Ancora scosso dal fatto che stavo finalmente per assaporare le sue labbra, di nuovo, non mi accorgo che è il mio a squillare, finquando non me lo fa notare Alexa. Agguanto il cellulare dal taschino dello zaino e quasi sbianco leggendo il nome: Amber.
SPAZIO AUTRICE:
Hey polpettine, ecco a voi un altro capitolo. Dunque Raul si è fatto coraggio e dopo ben due anni ha fatto visita ad Alexa. Adesso che imparerete a conoscere meglio questo nuovo personaggio, qual è stata la prima impressione che vi ha fatto?
Siete felici che è ritornata in gioco anche Rose? Molti in "Soulmates" la amavano.
Lo volevate un bacio tra Raul e Alexa o siete felice che siano stati interrotti?
Fatemi sapere nei commenti come sempre. Kiss!
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