CAPITOLO 10
RAUL'S POV.
''BROO! MI DEVO PREOCCUPARE? PER CASO ADESSO PREFERISCI DUE PAIA DI PALLE ANZICHÉ DUE PAIA DI TETTE?'' apostrofa. In un'altra situazione mi sarei guardato intorno preoccupato di chi possa aver sentito e del pensiero della gente, ma ora sono troppo divertito.
''Ecco è questo il punto...penso che hai proprio indovinato...'' prendo una ciocca dei suoi capelli lunghi e ondulati e la arrotolo attorno al mio dito. Gli mostro il mio sguardo più serio e carico di malizia, e sposto la mano sul suo addome, facendola scorrere verso il basso. Mi fermo alla sua cintura, guardando la sua faccia mista a terrore e sorpresa. A questo punto non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere, nel vero senso della parola, infatti gli faccio un bagno di saliva.
''Amico, per un secondo ci ho creduto sul serio'' tira un sospiro di sollievo e si pulisce con il palmo della mano la mia saliva dal suo viso e dalla chioma ramata. Io fintanto che non mi riprendo mi sto ancora divincolando sul posto, come un'anguilla.
''Sono il ragazzo più sexy del pianeta, ci staresti senza fartelo ripetere'' esclamo.
''Comunque per me sei stato solo un pirla, quella fregnona della Madonna ha tutte le ragioni per prendersela con te'' si fa serio Albert, mantenendo ugualmente il suo tono di scherzo.
''Tu credi?'' mi mantengo ancora la pancia. Sento di aver lavorato più oggi agli addominali, con una sana risata che non mi facevo da tanto, anziché tutti i mesi in cui ho frequentato la palestra.
''Sì, assolutamente. Pensavi ti avesse invitato a casa sua per recitare il rosario?'' mi rendo conto all'improvviso di quanto sono stato idiota, e cancello dalla mia mente tutte le cose brutte e cattive che ho pensato sul suo conto.
''Cazzo! Hai ragione -gli do una pacca sulla spalla come se mi si fosse materializzato Gesù- mi ha addirittura sopportato mentre parlavo della mia ex''
''Appunto! Sei proprio fuori come un balcone! Fossi in lei non ti avrei manco più mostrato quelle due bocce perfette -si ferma per un secondo per accendere la canna e fare il suo primo lungo tiro- dicevo...se sei ancora così preso da Amber, lasciami Alexa, non mi faccio problemi. Sono sicuro che non fiaterò manco un secondo con lei'' porto i miei occhi altrove per mascherare il mio senso di gelosia.
''Come no, mi farò sicuramente perdonare oggi. Ad ogni modo non riesco a capire cosa provo per Amber, quel giorno mi è uscito naturalissimo parlare di lei. Non posso dire di essere caduto in depressione, ma sai, a volte proprio quando mi sto divertendo da pazzi con voi, in giro fino alle quattro del mattino facendo cazzate, mi manca qualcosa. Proprio nei momenti più spensierati mi ricordo di lei, come un pallino fisso che mi dice che non potrò mai essere completamente felice senza la sua presenza. Mi rendo conto che sto soltanto cercando qualcosa per tenere la mente occupata e non pensare a lei'' mi sbalordisco di me stesso per aver cacciato dalla mia bocca parole così profonde, soprattutto perché di solito i pensieri più cupi li tengo per me. Specialmente quando si tratta di ragazze, per cui provo di più di una semplice attrazione, divento super riservato. E' per questo che mi manca l'amicizia con Amber, mostravo il vero me soltanto a lei, non avevo bisogno di divagare con altre persone, poiché c'era lei che mi faceva da spalla. Non che Albert non sia altrettanto all'altezza, solo che di norma con i miei amici ho un atro tipo di rapporto: scherziamo e combiniamo stronzate nella maggior parte del tempo.
Anche il mio amico sembra essere stupito e si sente abbastanza a disagio. Lo capisco da come passa la lingua sul suo labbro superiore.
''Minchia, non me l'aspettavo questa, significa che ti farò sballare di più le prossime volte. A parte gli scherzi non pensavo stessi così, lo sai che puoi parlarmi di ciò che vuoi quando ti pare. Dunque oggi tu e Alexa vi vedrete?'' annuisco.
''Stavolta è lei a venire qua, abbiamo colto l'occasione perché deve fare delle prove canore qui a Londra, sennò non sarebbe mai venuta. E' stata chiamata per le feste di Natale a cantare in una sottospecie di discoteca qui nel centro. Lo sai che a me non piace quell'ambiente ma non mi perderei mai una sua esibizione, quindi oggi vado a vederla. Devo solo aspettare che mi chia...'' nemmeno il tempo di finire la frase che il mio cellulare vibra nella tasca del jeans.
''Non pensavo avessi un vibratore con te, sicuro di non essere passato all'altra sponda dopo tutte le delusioni in amore?'' continua a scherzare e prima che io accetti la chiamata simulo un finto pompino con i movimenti della bocca. Personalmente credo di aver un palato migliore di qualsiasi altra ragazza!
* * *
Mentre percorro le indicazioni che mi ha dettato Alexa, mi accorgo di essere finito in un quartiere fin troppo familiare. Sono faccia a faccia con la traversa della casa di Amber, qualche passo mi separano da quel portoncino bianco. Sento come un peso sul cuore, grosso come un macigno di pietre, che fa rinsavire tutti i ricordi appartenenti a questa strada. Soprattutto quelli legati all'ultima volta che sono venuto a casa sua, aspettando con trepidazione fuori la porta, per poi perdermi nel suo corpo caldo. Quello è l'ultimo ricordo bello che ho di noi. Prima di essere schiacciato dalla malinconia, allungo il passo per sorpassare anche quest'altro capitolo della mia vita.
Questo locale è famoso per la birra, le noccioline e la musica dal vivo. Forse l'ho giudicato troppo male ancor prima di metterci piede. Invece ora che ci sono dentro è completamente diverso da come me lo aspettavo. Alexa mi ha detto che gli affari qui vanno a gonfie vele, e mi rendo conto che non stava esagerando. Penso di non essere mai stato in una sottospecie di discoteca così piena. Forse semplicemente perché non sono mai stato realmente in una discoteca, eccetto alla gita di terza media. La sala dove si trova Alexa è dietro dei vetri, dove possono avere il massimo della privacy, ma le persone possono godersi ugualmente la scena da qui. Dove ci troviamo tutti è la sala snack nella quale la gente prende posto ai tavoli cilindrici bianchi e ascolta la voce di chi sta cantando, nella sala contornata da vetri, attraverso delle casse montate sul soffitto. Tutto è abbellito nei minimi dettagli. Purtroppo io sono costretto a rimanere dietro le lastre come i comuni mortali. Per avere una vista più riavvicinata mi siedo ai primi posti dinanzi le vetrate e subito ordino un cocktail dal colore rosso come il sangue. Mentre mi appresto a sorseggiarlo tramite la mia cannuccia nera, Alexa si accorge della mia presenza, e mi sorride. Quasi mi strozzo. Sto per rigettare tutto il liquido nel bicchiere, e sono costretto ad alzare l'indice, come per intimarle di darmi un secondo. Impossibile che mi faccia questo effetto. Per quando l'aria riprende a circolare come dovrebbe nei miei polmoni, mi sento avvampare dalla vergogna, col pensiero insistente che lei abbia assistito alla scena. Ma quando alzo di nuovo lo sguardo, la sua attenzione è riportata su altro. Sale sul palco e si prende un po' di tempo per sistemare le sue cose; non che ci sia tanto da preparare dato che come strumento a disposizione hanno solo una chitarra e un microfono. Il ragazzo affianco a lei infila la tracolla della chitarra e lentamente pizzica le corde per controllare se sia accordata. Il chitarrista le fa segno che sta per iniziare e lei ha occhi solo per il suo microfono, che si porta sensualmente a quelle labbra carnose, con il massimo della sicurezza. E' la prima volta che la sento e posso affermare pienamente che adoro guardarla mentre canta: si accende, gioca e diventa molto sexy. Non che non lo sia anche fuori dal palco, ma quando si esibisce emerge una parte nuova di lei, più audace e provocante. E poi non si limita a cantare, il suo è uno spettacolo completo. Credo che sia la piccola attrice che è in lei che ha sempre nascosto a tutti. Mi ha detto di aver partecipato a qualche recita a scuola e devo dire che è davvero brava. Chissà se anch'io riesco a dare una buona impressione di me quando impugno il microfono. Chissà se la gente pensa che sono determinato e audace. Comunque sia, non per illudermi, ma sembra davvero contenta di cantare sapendo che sto assistendo anche io alla sue prove. Me ne accorgo da come il suo sguardo di tanto in tanto si posa sulla mia figura e alza un lembo delle sue labbra.
Provano per quattro volte di seguito e il pubblico intorno a me è davvero fantastico: nonostante siano soltanto delle prove, ballano, bevono a cantano con la mia Alexa. L'atmosfera è esplosiva e l'adoro. Dopotutto come dar torto, ha una voce così profonda e dai toni alti che farebbe impazzire chiunque. Quando finiscono, Alexa scende i tre gradini del palco, posa per terra il microfono stando ben attenta a non produrre nessun suono fastidioso, e apre la porta che separa le due sale, per venire incontro alla sua vittima: io. Appena è abbastanza vicina le cingo i fianchi con un braccio e le sussurro all'orecchio i miei più sinceri complimenti.
''Non sai quanti ti hanno scopata con gli occhi mentre cantavi, giuro'' la informo parlandole sempre a voce bassa. Lei in tutta riposta ride piano e scuote la testa come se fosse normale.
''Davvero, non mi piace il fatto che ti staranno immaginando avvinghiata a loro. Voglio che tu sia mia'' involontariamente le esprimo il mio bisogno di avviare la nostra relazione ad un passo avanti da ciò che è adesso, ovvero una semplice frequentazione. Voglio mettere in chiaro che se scopa con me non può sentirsi con nessun altro. Sembra aver intuito a cosa mi riferisco, infatti diventa d'improvviso spaesata come se avesse perso il controllo di sé. Alexa, fin troppo spesso, mi fa sentire inadeguato come se indossassi dei vestiti fin troppo stretti. Ed io a parte qualche matrimonio in cui sono stato costretto a mettere camicie, ho sempre indossato felpe di taglie tre volte più grandi della mia.
''Io...n-non lo so, ne parliamo un'altra volta magari'' Oh Signore. Mi liquida così, lasciandomi di sasso mentre si avvicina al suo pubblico che la sommerge con richieste di autografi e complimenti.
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