22. La mia ragazza
Ero in macchina quando mi arrivò la telefonata.
Era la mia ragazza, che quasi piangeva, mi implorava di tornare a casa più presto che potevo, perché sentiva dei rumori nel corridoio.
Continuai a tenerla attaccata al telefono, facendomi dare perfette informazioni e descrizioni di ciò che vedeva e sentiva.
Continuava a ripetere:
-Fai presto! Credo sia vicino la porta!
Entrai in casa sfondando la porta, avevo in una mano la mazza da baseball e nell'altra il cellulare.
Sentivo la mia ragazza che piangeva al telefono, continuava ad urlare:
-Fai presto! Credo sia vicino la porta!
Percorsi tutto il corridoio di casa di corsa raggiungendo la stanza della mia ragazza.
Entrai dando un calcio alla porta.
Il suo corpo era a terra, tutto pieno di sangue secco ed incrostato, sembrava essere morta da diverse ore.
Davanti a lei, in piedi, una figura alta, con la pelle estremamente bianca e gli occhi scavati.
Non restai inorridito dal suo aspetto, ma dal suono che produsse quando aprì smisuratamente la bocca immobile, quasi fosse un registratore:
-Fai presto! Credo sia vicino la porta!
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