177. Il killer
Mi sveglio.
Ho sentito uno strano rumore, un cigolio, come una porta che si apre.
Qualcuno è in casa, ne sono certo.
Sento i suoi passi avanzare verso il corridoio. Credo sia in bagno.
Devo fare qualcosa, mi devo dirigere verso il bagno.
Vado silenzioso in corridoio fino ad esso.
Accendo la luce.
Non vedo nulla.
La mia figura è sullo specchio.
Una sagoma mi appare dietro.
È nera, perfettamente nera in tutto il busto, la faccia è pallida e la sua bocca è aperta smisuratamente.
Vedo il mio riflesso sullo specchio che urla.
Non posso voltarmi, è dietro di me.
La sagoma nera mi afferra per la gola.
Vedo il mio riflesso dimenarsi e poi quasi soffocare.
È tutto così strano, è come se il mio riflesso non rispondesse ai miei movimenti.
La figura mi afferra per il volto e con un coltello mi taglia la gola.
Vedo il mio riflesso cadere a terra in un lago di sangue scuro.
Ma io sono ancora alzato, davanti lo specchio.
Ai miei piedi, mio fratello, morto sgozzato.
Il mio pigiama nero è ricoperto di rosso e il coltello che ho tra le mani luccica di un rosso vivo al bagliore della lampada.
Il riflesso della figura nera è ancora in Piedi, davanti lo specchio, proprio come me.
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