149. Sapone

Mio papà mi dice di comportarmi bene, di obbedire ad ogni suo ordine, se no, l'uomo nero viene a prendermi e portarmi dove portano i bambini cattivi.

Me lo dice spesso, molto seriamente, mi dice di comportarmi bene e di obbedire, di non disobbedire mai, se no se ne accorge l'uomo nero, che mi tiene con se, e mi porta dove porta di solito i bambini cattivi.

Lui vede tutto, è ovunque, nascosto, parla una lingua incomprensibile, quella che si parla all'inferno, dove c'è il fuoco e tutto brucia, e se vede che non mi comporto bene mi prende con se e mi chiude nella scatola nera di metallo.

Io non ce la faccio più.

Non riesco a stare nascosto per tutto questo tempo sotto questo letto.

Non ci sono bambini, ed in questa stanza c'è puzza, perché dormiamo in 48 qui dentro, e non ci sono le docce.

Ma se l'uomo nero mi vede mi porta all'inferno, dove c'è il fuoco, e mi trasforma trasforma in una saponetta.

Papà me lo dice sempre, l'uomo nero è un mago e può farmi diventare una saponetta.

Io non ce la faccio, devo uscire...


Mi ha visto l'uomo nero.

Mi ha visto dalla finestra.

Sta entrando.

Ha un vestito tutto nero e un bastone in mano, parla una lingua incomprensibile, come diceva papà.

Mi starà portando dove portano i bambini cattivi.

Non voglio diventare una saponetta.

Siamo entrati in una stanza buia.

C'è puzza, puzza di cenere e di muffa.

Mi sta chiudendo nella scatola nera.

Non dovevo uscire dal nascondiglio.

Diventerò sapone ora, come diceva papà.

Mi ha chiuso nella scatola nera, ed è buia.

Posso solo sentire un fruscìo attorno a me, mentre il metallo si inizia a riscaldare, fino a bruciare.

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