128. Il libro Nero. PARTE 1

Eravamo in 5 dentro quella stanza.

Aprimmo il libro trovato per caso nella biblioteca.

Fuori aveva una copertina molto spessa, nera, di un nero, che solo a guardarlo si percepiva nell'aria una sensazione di vuoto e angoscia.

Aprendo il libro alla prima pagina, o meglio, alla pagina 0, v'era una scritta.

Volete entrare nel gioco?

Ci guardammo tutti e quattro contemporaneamente, e indecisi dicemmo sì, quasi come se qualcuno ci potesse sentire.

Aprimmo il libro alla pagina 1, ma anch'essa era ancora segnata con il numero 0.

Scegliete un giocatore da cui partire, poi il turno andrà avanti in senso antiorario.

Si offrì il ragazzo alla mia destra, Mike.


Aprì il libro, finalmente la pagina era seguita dal numero 1, ma alla vista delle pagine di quel libro restammo tutti turbati.




Un disegno, infantile, stilizzato, banale, ma disturbante, agghiacciante.

Non sapevamo cosa volesse dire, Mike provò a girare la pagina, ma era come incollata alle altre, spaventato richiuse lentamente il libro.

Poi a Milena, la ragazza alla sua destra.

Aprì il libro alla pagina 2, a quel punto ci guardammo tutti con orrore.




Cosa stava succedendo?

Chi aveva fatto quei disegni?

Milena provò a girare la pagina, ma era come attaccata a tutte le altre, così anche lei richiuse il libro.

Toccò a Mario, il ragazzo alla sua destra.

Aprì alla pagina 3.

Ancora



Mario rise alla vista del disegno, e richiuse il libro, sapevamo che Mario ride quando vuole sdrammatizzare qualcosa, quando copre una paura che non vuole mostrare.


Toccò a Chiara, la ragazza accanto a Mario.

Aprì il libro, pagina 4.




Un altro disegno.

Uno scherzo di cattivo gusto?

Pensai tutte le ipotesi possibili prima che Chiara allungasse il braccio per darmi il libro.

Ero pietrificato, sentivo il cuore che pulsava così forte che mi sembrava fosse salito fino alla gola, non sapevo il perché di quell'ansia, quei disegni non dimostravano nulla di concreto, ma aprii la Pagina 5.

Quando sgranai gli occhi, tutti i miei amici allungarono il collo verso di me.




Ci guardammo silenziosi, credevo di star facendo uno di quei sogni distorti e insensati che si fanno dopo che ci si è ubriacati in discoteca.

Non provai neanche a girare la pagina, sapevo che non ci sarei riuscito, così chiusi il libro.

Ci guardammo ancora, così Mike propose di andare a mangiare.

Annuimmo ancora turbati per l'accaduto.


Arrivammo in un locale. delle zone, prendemmo dei panini e ci sedemmo.

Mangiammo zitti per 10 minuti, poi qualcosa ruppe il silenzio.


...

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top