In trappola.

Sono in trappola.

Cerco di vedere, ma ai miei occhi si presentano solo scene raccapriccianti.

Cerco di sentire, ma alle mie orecchie arrivano solo parole senza senso.

Sono bloccata.

Vorrei urlare.

La mia bocca si muove, ma nessun suono ne viene fuori.

I miei aguzzini mi circondano.

Sorrido, fingendo accondiscendenza.

Forse se fingessi di essere dalla loro parte, se nascondessi i miei reali pensieri, forse mi accetterebbero e mi lascerebbero andare.

Potrei essere libera.

No, non potrei.

Non mi accetteranno mai come una di loro.

Dovrò continuare a mentire.

A lui soprattutto.

A lui che guardo, mentre un dolore indescrivibile mi annienta lo stomaco.

Sono in trappola.

Vorrei muovere una mano per poterlo toccare, ma non ci riesco, così la tengo vicino al fianco, nella tasca dei jeans, sotto l'ascella, dappertutto tranne che su di lui.

E ora si aggiunge la vergogna all'umiliazione.

Mi sto eccitando semplicemente perché lui mi è accanto e perché mi sta parlando.

Lo sapevo, se ne è accorto.

Voglio morire.

Si è accorto della mia erezione.

Arrossisco.

Mi vergogno.

Voglio morire.

E voglio toccarlo.

Se devo morire, voglio farlo vivendo fino alla fine.

Invece è lui a uccidermi con quel sorriso.

No, non sta sorridendo.

Sta ridendo.

Di me.

Che sono bloccata.

E lo vedo andar via, lasciandomi intrappolata in questo corpo che non mi appartiene.