Celestiale

"Ok, è arrivato il momento finalmente di sedersi, concentrarsi e buttare giù qualcosa di decente."

Eiko ne era davvero convinta, con le dita già sulla tastiera del computer, pronte a digitare freneticamente qualsiasi cosa la sua mente le avesse dettato.

Crunch – Crunch...

Già se la immaginava la sua vena sulla tempia destra pulsare dall'irritazione. "Da dove arriva questo rumore infernale?"

Si voltò cercando di capire meglio, scannerizzando la camera, dalla libreria alla finestra al letto... Sul suo letto, piazzato nel mezzo, sprofondato come un mattone su un memory foam, c'era uno strano esserino, alto più o meno una spanna, dai colori sgargianti, come se fosse stato proiettato da un dispositivo con la saturazione falsata.

«Ma che diavolo...?»

L'esserino smise di masticare quello che aveva tutta l'aria di un coockie al cioccolato, spalancò la bocca, lasciando cadere qualche briciola sul copriletto, e sgranò gli occhi per la sorpresa; poi, dopo una frazione di secondo, le lanciò uno sguardo di rimprovero: «E no, singorinella! Angelo, prego.»

Eiko strinse forte la spalliera della sedia senza smettere di fissare quella... cosa che aveva iniziato a pararle.

Angelo? Effettivamente, guardando meglio, notò un paio di ali bianche spuntare da dietro la sua schiena.

«Chi sei? Che vuoi? Come sei entrato?»

«Sono Bussho, il tuo angelo custode. Voglio il tuo bene. Sono entrato con te, quando sei entrata tu.»

"Ok, fermi tutti. Ho capito: credo di avere un aneurisma da qualche parte che..."

«No, mia cara, nessun aneurisma» Bussho rispose al suo pensiero, senza che lei lo esprimesse ad alta voce.

"Possibile che sia davvero il mio angelo custode?"

«Sì» ancora una volta la voce dell'essere le diede una conferma che le serviva.

Questo in qualche modo le diede coraggio; si alzò e cautamente si sedette sul letto, accanto a lui.

«Va bene, ma perché posso vederti?»

«Ehm...» sembrava in difficoltà, distoglieva lo sguardo «Veramente non lo so nemmeno io. Di solito non ti accorgi di me.»

Eiko continuava a fissare quella strana figura colorata; allungò una mano per sfiorarlo: «Posso?»

Bussho sorrise amabile e allungò il tozzo collo nella sua direzione. La ragazza gli toccò la testa, sulla quale sembravano disegnati dei ricciolini scuri: era morbido! In realtà sembrava tutto disegnato, quasi spiaccicato nella sua realtà, ma era soffice come un daifuku e profumava di tè verde e...

«No, non ti permetterò di leccarmi!» Le piccole sopracciglia si inclinarono verso la punta del naso.

Eiko scoppiò a ridere: «Va bene. Ma di cosa sei fatto?»

«Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d'un sogno è raccolta la nostra breve vita

«Guarda che arrivi tardi. Questa l'hanno già detta.»

«E chi credi gliel'abbia suggerita?» Bussho si atteggiò spavaldo e compiaciuto, posando le manine sui fianchi rotondi.

«Menti» lo accusò lei.

«Non posso, fisicamente.»

C'era ancora qualcosa che non la convinceva: «Allora mi spieghi perché sembri così... così... in 2D?»

L'angelo incrociò le braccine al petto e assunse un'aria pensierosa: «Come posso spiegarti? Diciamo che sono come la Sfera in Flatlandia. Io esisto in tutte le dimensioni, ma tu puoi vedere solo una proiezione in queste quattro.»

«Tutte? Perché, quante ce ne sono?»

«Non è che posso spiegarti tutto...»

Eiko si mostrò offesa: «Fammi capire: puoi aiutare Shakespeare a scrivere divinamente...» sghignazzarono entrambi per la battuta «ma non puoi svelare a me i segreti dell'universo?»

«Esatto.»

«E che...»

«No! Niente parolacce!» Il ditino da manga deformed puntò dritto il naso della ragazza, che sollevò gli occhi al cielo, rassegnata.

Si distese a pancia in giù, con l'angioletto a un palmo dal suo viso, paffutello e aggraziato allo stesso tempo, il sorriso pacifico e gli occhi brillanti come stelle.

«Da quando sei con me?»

«Da sempre.»

«E sai tutto tutto tutto?»

«Esatto.»

«E mi hai influenzato nelle scelte?»

Bussho arrossì leggermente: «Beh, diciamo che a volte, quando ti trovavi davanti a un bivio, con una specie di benda sugli occhi e il senso dell'orientamento sballato, ho fatto in modo che scegliessi la strada giusta.»

«E io ti ho sempre ascoltato?»

«Sì, anche se non te ne accorgevi.»

«Anche quando sbagliavo?»

«Anche quando credevi di sbagliare.»

La ragazza arricciò la bocca, così l'angelo tornò a spiegarle: «Se sei qui, ora, come sei, è grazie a tutto ciò che hai vissuto, alle esperienze belle e a quelle brutte, alle scelte giuste e a quelle che credi sbagliate. Tutto ciò che hai sperimentato fa ora parte di te e tu sei tutto ciò che hai provato.»

Eiko sentì un piacevole calore nel petto.

«Ecco, questo è l'amore che provi per te stessa. Ricorda sempre questa sensazione, anche nei momenti più bui, quelli in cui ti senti triste, quelli dai quali ti sembrerà di non poter uscire mai.»

«Ma da ora in poi ti vedrò sempre? Potremo parlare così ancora?»

«A dire il vero non lo so. Non ho ben capito cosa sia successo. Sembra che ci sia stata qualche interferenza di connessioni e comunicazioni da qualche parte nell'universo. Però potremmo approfittare della situazione, finché ci sarà possibile. Mi piace questa cosa che io e te possiamo parlare.» Bussho si accucciò accanto al suo braccio, beandosi del calore del suo corpo e del suo amore.

Eiko sorrise, poggiando la guancia sul dorso della mano e chiudendo gli occhi: «Anche a me.»


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Questo racconto ha vinto il 1° posto per la nona prova settimanale del contest.

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