Alice e la realtà
E così il Cappellaio Matto mi propone una traccia storica...
Storia, eh?...
Che cos'è la storia? Vediamo un po'... Il signor Treccani ammette come prima definizione la seguente: "Esposizione ordinata di fatti e avvenimenti umani del passato, quali risultano da un'indagine critica volta ad accertare sia la verità di essi, sia le connessioni reciproche per cui è lecito riconoscere in essi un'unità di sviluppo".
Esposizione ordinata... Fatti... Passato... Connessioni... Fatemici pensare un po' su...
Quindici miliardi di anni addietro possono considerarsi passato? Suppongo di sì.
Andiamo quindi a vedere quali sono i fatti avvenuti così tanto tempo fa, chi c'era e cosa faceva.
Sappiate innanzitutto che non c'era nessuno, o almeno nessuno di senziente tipo noi uomini. C'era un unico ammasso di roba. Sì, esatto, roba: un miscuglio di gas, particelle, fluidi, plasmi, un marasma di cose tutte strette strette vicine tra loro, peggio di un centinaio di giapponesi sulla metro all'ora di punta.
E che facevano (a parte imprecare per un po' d'aria, perché qualcuno aprisse il finestrino o perché qualcun altro la smettesse di fare la mano morta)?
Si prendevano a botte. Proprio così, si scontravano gli uni con gli altri, suscitando l'invidia di un gruppo di adolescenti che pogano a un concerto dei Prodigy. Perché, mentre i ragazzini dopo il pogo vengono fuori con qualche contusione e forse un occhiolino nero, le particelle primordiali nello scontro si annichiliscono, scompaiono, trasformandosi in qualcos'altro, cioè decadono in altre particelle.
Allora, già questa ambientazione di per sé è truce; voi, concorrenti della diciottesima prova del Cappellaio Matto, provate a portarmi la guerra di secessione e vediamo quale dei due eventi ha fatto la strage più cruenta.
Ma torniamo a noi.
In questo scenario pre-apocalittico ― perché, ricordiamocelo, prima del Big Bang non c'era assolutamente niente, quindi neanche l'apocalisse ― non solo c'era questo miscuglio di particelle, ma tra di loro si erano pure divise in fazioni, più precisamente in materia e anti-materia.
Immaginateli come gli ultrà allo stadio, ognuno con le sue bandiere, i suoi colori, ma se li guardate attentamente, senza le loro stupide magliette, sono uguali, no? Le particelle si comportano allo stesso modo: da idiote. Sono uguali in tutto e per tutto, tranne che per la carica.
Perciò se esisteva un elettrone negativo, esisteva anche un anti-elettrone (positrone), uguale ma di carica positiva; esisteva un protone, quindi esisteva anche un anti-protone.
Loro avrebbero voluto tanto disporsi chi sulla curva nord e chi su quella sud, ma lo spazio, quindici miliardi di anni fa, era davvero stretto; poi si sa, vuoi o non vuoi, i posti che bazzichi sono quelli, la gente che incontri è sempre la stessa... Insomma, non potevano girare l'angolo senza scontrarsi con qualcuno della fazione avversaria.
A quel punto si poteva assistere a scene degne di un western di Sergio Leone: materia contro anti-materia, occhi (se li avessero avuti) negli occhi, a sfidarsi a chi prima avesse abbassato lo sguardo; nel cuore la passione e l'orgoglio di Montecchi e Capuleti; nella mente il coraggio e l'incoscienza di un kamikaze. Materia e anti-materia si scontravano, l'una sull'altra, distruggendosi a vicenda.
Un minuto di silenzio.
Ma! Ma... Dalla loro scomparsa nascevano, come un avvento miracoloso, nuove particelle e anti-particelle, le quali, ovviamente, capivano subito come girava il mondo ― così, per modo di dire, perché mica potevano sapere che di lì a poco ci sarebbe stato un gran giramento di sfere in tutto l'universo ―. E chissà, forse per un senso di vendetta nei confronti dei loro predecessori, o forse per una questione genetica, fatto sta che anche i prodotti di queste annichilazioni cominciarono a scontrarsi tra di loro, perpetuando la lotta continua tra materia e anti-materia, mantenendo nei decimi di millesimi di secondi ― sì, esatto. Perché? Quanto tempo pensavate fosse trascorso? ― questa simmetria.
Potremmo dire che questa era la realtà dei fatti, potremmo accettarla per ciò che era; in fondo, se non c'era un'alternativa a tanto dolore e distruzione, che altro si poteva fare? Invece dobbiamo ricrederci, perché qualcosa in tutta questa parità andò storto.
I fisici... ops, volevo dire gli storici non sanno ancora chi giocò sporco, se assoldarono dei mercenari, o se qualcuno decise di passare al lato oscuro, ma il risultato è ben evidente ancora oggi, dappertutto: la materia prese il predominio sull'anti-materia.
La simmetria si ruppe e da quella guerra la materia ne uscì vincitrice, dando quindi vita a tutto ciò che tutt'oggi chiamiamo universo conosciuto.
Ma che fine ha fatto l'anti-materia? Potremmo vederla ancora? In realtà sì, con sofisticati aggeggi e per tempi brevissimi, ma sì, è possibile creare l'anti-materia fintanto che questa non rincontri un tocco di materia e ritornino a galla i bollenti spiriti, facendole di nuovo scontrare e autodistruggersi.
Però il Cappellaio Matto mi chiede una storia anacronistica, un qualcosa che non è accaduto in realtà, un dettaglio che, se solo fosse diverso, rivoluzionerebbe completamente il mondo per come lo consociamo.
Perciò, dimenticatevi di tutto quello che vi ho appena raccontato e ricominciamo daccapo.
Quindici miliardi di anni fa c'era un unico ammasso di roba. Sì, esatto, roba: un miscuglio di gas, particelle, fluidi, plasmi, un marasma di cose tutte strette strette vicine tra loro, peggio di un centinaio di giapponesi sulla metro all'ora di punta.
Come dite? È esattamente quello che ho detto prima? E voi come fate a saperlo se avreste dovuto dimenticarlo? Ah-Ah... Furbetti...
Comunque... In questo spazio così angusto e affollato ― miliardi di volte più piccolo delle dimensioni di un protone ―, tutte queste particelle esistevano l'una accanto all'altra, interagendo tra loro con la stessa enfasi di donne altoborghesi dell'Ottocento.
«Salve, protone!»
«Bentrovato, mesone K+!»
«Toh! Ecco che arriva un positrone.»
«Salute a voi, cari elettroni!»
Si scambiavano convenevoli, come inglesi che discorrono del meteo in ascensore.
Coesistevano quindi particelle e anti-particelle, materia e anti-materia, l'una accanto all'altra, senza odiarsi, senza distruggersi, senza annichilirsi e scomparire, generando di conseguenza altre particelle e anti-particelle.
In questa situazione di sovraffollamento, degna dei quattro miliardi di cinesi che attualmente abitano il loro grande Paese, regnava un clima di gioia e pace e amore in ogni cuore. Inoltre la temperatura era particolarmente alta, perché, non essendoci scambio di energia, non si aveva nemmeno l'espansione di quel piccolo, minuto spazietto, che avrebbe di conseguenza raffreddato l'aria.
Perciò senza espansione, senza raffreddamento, senza scambio di energia, senza creazione di nuove particelle e anti-particelle, non si sarebbero generate le galassie, le stelle, i pianeti.
Oggi non ci sarebbe il sistema solare, con i suoi pianeti a girare intorno al Sole, non ci sarebbe la Luna a girare intorno alla Terra, non ci sarei io a girare intorno al concetto che tutto ha avuto un inizio e che, se anche un solo dettaglio, come una leggera, leggerissima ― per l'esattezza un fattore di 10^(- 10) ― asimmetria tra materia e antimateria, fosse stato diverso, sin dal principio, tutto sarebbe cambiato.
E ora vi sfido, sì, proprio a voi, concorrenti della diciottesima prova del Cappellaio Matto, a trovare un dettaglio, un pezzetto di una storia qualunque nella storia dell'universo, che stravolga gli eventi meglio di questo!
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