𝗔𝗠𝗢𝗥𝗘 𝗜𝗡𝗙𝗜𝗡𝗜𝗧𝗢
with
Lucas J. Zumann
Amybeth McNulty
Louis Hynes

L'erba le solleticava le piante dei piedi, il profumo del mare e la dolce brezza del vento. Ciò che stava stringendo nelle dita affusolate, sarebbe rimasto.

Per sempre.

Un aquilone volteggiava nel cielo e lo guardava come rapita, per quella danza meravigliosa. Sorrise agitando il braccio e srotolando il filo... mentre l'affiancava.
Il cuore rosso stava per toccare le nuvole. Lo voleva vedere, così gli saltò sulle spalle, e gridò.

"𝘊𝘩𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪! 𝘈𝘮𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘱𝘪ù 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦! 𝘏𝘢𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰?"

Nulla avrebbe turbato l'armonia o distrutto quell'equilibrio. Mentre correvano come due bambini, sereni e felici. I respiri corti si mescolavano, gli occhi entrarono in contatto, timido ma via via sempre più consapevole, che qualcosa di destinato era accaduto.

"È 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘰𝘨𝘯𝘢𝘳𝘦, 𝘮𝘢 𝘭𝘢 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘵à è..."

"𝘛𝘳𝘢 𝘭𝘢 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘤𝘢 𝘦 𝘪𝘭 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘱𝘰𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘶ò 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘳𝘦."

"𝘓𝘰 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰?" lo disse con tono dolce ed esplorò i suoi occhi azzurri, alla ricerca della risposta che non c'era.

"𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘯𝘰?"

I tuoni lampeggiavano su di loro, la pioggia precipitò su di loro mentre le labbra si univano assuefandosi. Le mani toccavano ogni centimetro del tessuto.

Ogni sentiero proibito sarebbe stato solcato.

"𝘝𝘰𝘳𝘳𝘦𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘢𝘴𝘴𝘦. 𝘕𝘰𝘯 𝘷𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘴𝘷𝘦𝘨𝘭𝘪𝘢𝘳𝘮𝘪 𝘱𝘪ù 𝘥𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰."

"𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘯𝘰𝘯 è 𝘶𝘯 𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰." puntualizzò. "𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦 𝘵𝘳𝘰𝘷𝘦𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘪𝘵à, 𝘭'𝘶𝘯𝘰 𝘢𝘤𝘤𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭'𝘢𝘭𝘵𝘳𝘢."

"𝘋'𝘰𝘳𝘢 𝘪𝘯 𝘱𝘰𝘪 𝘷𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘓𝘶𝘤𝘢𝘴 𝘴𝘵𝘢𝘳à 𝘭𝘰𝘯𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢!" tuonò la bionda nello sconcerto generale. "𝘔𝘪𝘢 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢 𝘴𝘪 𝘧𝘪𝘥𝘢𝘯𝘻𝘦𝘳à 𝘤𝘰𝘯 𝘓𝘰𝘶𝘪𝘴 𝘏𝘺𝘯𝘦𝘴!"

"𝘕𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰 𝘧𝘢𝘳 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘶𝘰 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰. 𝘕𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘵𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪!" una lacrima le solcò la guancia e il cuore si sbriciolò, spargendo i pezzi nell'anima. "𝘋𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪𝘤𝘢𝘮𝘪..."

Ma 5 anni dopo...

Strinse la pietra nella mano e sollevò il volto ricoperto da una folta barba.
"Abbiamo visto molti ingegneri... Ma lei è il più amato, il più sostenuto." Una porta di ferro, sgangherata, che faceva rumore quanto una carcassa gli si chiuse davanti e l'elevatore lo portò giù, nella profondità della terra.

"Non hai una persona che ami?"

Sospirò. "No. Non più."

"C'è una fuga di gas!"

"Gas!" Proruppe.

"Indossate le mascherine! Presto!"
In quell'attimo di panico, una sola vibrazione del terreno provocata dai passi di una tentata fuga e dei massi grandi gli precipitarono addosso.

Il bicchiere le scivolò dalle mani e precipitò sul parquet. Un allarmante segnale le oltrepassò la testa, sembrò quasi veder spuntare dalle macerie una mano sporca e insanguinata.

Entrò in casa e qualcuno le si aggrappò alla vestaglia, costringendola a voltarsi e allontanare le mani. Portò le mani sul suo volto e si specchiò negli occhi vacui.

"Sono passati cinque anni. Sto aspettando che tu mi ami..."

Stava per baciarle il collo, ma lei lo spintonò, facendolo inciampare e cadere sul materasso e lo guardò con ripugnanza.

"Louis sono intrappolata in questo matrimonio contro la mia stessa volontà. Questo è tutto ciò che otterrai da me! Non c'è altro."

"Dannazione, è tutta colpa mia!" Sembrò udire mentre chiudeva gli occhi. "L'ho imprigionata! Le ho rovinato la vita! Ha sacrificato tutto per me! Questo è tutto un gioco! Uno sporco... gioco!"

"Mi guarda come un insetto. Anche se le offro il mondo non le importa! Perché il suo corpo, la sua testa, tutto non mi appartiene!"

Lo guardò e gli chiuse il volto fra le mani con aria determinata. "Tu sei Louis Hynes! Prenditi ciò che ti spetta."

Un uomo fissò le strada dal finestrino di un automobile.

"Non vinceranno mai."

Poi l'abbassò a metà.

"Tocca a noi."

"Dimmi...Hynes." Aprì lentamente la man osservandosi il palmo, poi riportò lo sguardo sui due sposi e sulla donna in particolare. "Cosa ti rende diverso?" Poi chiuse di colpo il portatile con stizza, gettandolo contro il muro.

Appena entrò in quella stanza l'atmosfera diventò tesa, come se fosse il demonio improvvisamente fosse riemerso dell'inferno.

Girò leggermente il viso e incontrò quello di lei, rimasta sconvolta dalla sua apparizione.

"Signora Amybeth..." Allungò la mano e lo fissò turbata, prima di stringerla e notare quello sguardo penetrante distruggere ogni certezza.

"Vi conoscete?" Chiese l'altro.

Avrebbe voluto aprire bocca, ma lui l'anticipò.

"Sì, conosco tua moglie. Sono un fan."

Nonostante stesse ballando o cercasse di seguire il suo partner in quella danza romantica, i suoi occhi in realtà erano incollati a quelli del riccio.

"Chi sei... Lucas Jade Zumann? Chi sei!"

"Cosa vuoi da me, Lucas?"
Le afferrò il polso portandolo contro il suo petto all'altezza del cuore.

"Te."

"Louis non dovrà mai sapere chi è Lucas."

"E se lo facesse?"

L'uomo saettò come un pazzo verso il tavolino, spazzò via l'argenteria e lo prese a pugni, fino a spaccarsi le nocche, urlando a squarciagola.

"Non pensare nemmeno di portarmi via Amybeth. Dovrai passare sul mio cadavere."

"Mi hai rubato cinque anni della mia vita! Cinque anni!" Gridò strattonandolo per il colletto della camicia facendolo sgranare gli occhi. "Mi hai rubato la vita! Mi hai imprigionato!"

"Sono molto vicino a scoprire cos'è successo. Qualunque cosa ti abbia portato via da me. Lo scoprirò."

-to be continued-