[Ultimo] Capitolo - Ritornando indietro

«Perché sono seduta accanto a te, Nii-chan?»
«Forse perché andiamo nello stesso posto e sono tuo fratello.»

Sospiro e ritorno ad ammirare il paesaggio al di fuori del finestrino.
Sono ore che sono seduta qui senza muovere un muscolo, con Maddie va bene ed anche Kellie non sarebbe male, ma viaggiare in aereo seduta accanto ad un asociale come mio fratello, è praticamente impossibile.
Non spiaccica parola se non quando gli faccio delle inutili domande o quando l'hostess viene per portarci da bere e da mangiare.
Oltre questi due casi, se ne sta comodamente seduto a leggere un libro con delle cuffie bianche nelle orecchie, come se stesse devolvente cercando di ignorarmi.
L'ho detto che lui era un grande asociale, quasi quanto me.
Come se non mancasse, oltre alla noia, sto anche morendo di fame.
Il cibo che servono in aereo non si possono nemmeno chiamare "cibo", dato che sono terribili e disgustosi.
L'ultima volta che ho mangiato una porzione intera, ho vomitato quando siamo atterrati e di certo, non è stata una delle mie esperienze più belle.
Nao mangia sempre tutto quanto senza problemi e quando gli ho chiesto come fa a non trovarlo terribile, mi ha risposto dicendo che nella sua mensa delle superiori servivano cibo peggiore a questo.
Mi chiedo come fa il suo stomaco a resistere, sarà ben allenato...

E dopo ore e ore di viaggio, tra la noia e la noia, finalmente siamo arrivati in Giappone.
Appena usciti dall'aeroporto, abbiamo trovato Yoha e Tomio ad aspettarci, che subito ci fece salire in macchina.
Non c'è stata molta conversazione, oltre a qualche domanda rivolta a Nao, chiedendogli se stava bene o se stava mangiando sano.
Beh... sano non proprio.
Ci hanno avvertito che pure nostra sorella era arrivata, precisamente il giorno prima al nostro, con ben tre valigie pieni di vestiti e regali per tutti.
E io che non ho portato nulla, ops.
Dopo un'ora in macchina, finalmente torniamo a casa: un grande edificio in stile dojo.
Ad accoglierci nostra madre, Kotoba Neima, una donna sui quarant'anni che ne mostra solo una ventina: ha i capelli neri e gli occhi verdi, alta uno e sessantotto.
Una donna molto riservata e formale ma che sa essere gentile nella maggior parte dei casi, indossando sempre vestiti tradizionali come il kimono.
A quanto pare mio nonno materno era di origine spagnola mentre mia nonna di origine giapponese, per questo mia madre ha ereditato il colore degli occhi da suo padre... e forse un po' anche i miei.

«Naohiro, Nishino, bentornati casa.» disse nostra madre sorridendo affettuosamente.

«Siamo a casa, madre.» in coro, io e mio fratello.

«Bentornati signorino Naohiro e signorina Nishino, la signorina Noriko vi aspetta dentro.» ci accoglie Suzuka venendoci in contro.

Suzuka è una dolce ragazza della mia stessa età, dalla quale la sua famiglia lavora per noi da generazioni.
Ha i capelli castani e corti, legati sotto forma di una coda bassa e i suoi occhi sono di un bellissimo color miele; anche lei indossa i tradizionali kimono e forse gli unici a non farlo siamo noi fratelli e il resto del clan.
La ragazza è sempre stata estremamente formale nei nostri confronti, usando sempre i termini "signorina" e "signorino" nonostante gli abbiamo detto che non era affatto necessario, ma lei si ostina a farlo.
In un certo senso fa strano, poiché tutta questa formalità non mi si addice.

«Ehi Suzuka, non è necessario che aggiungi la parola "signorina" al nome.» "Almeno non per me", aggiunsi mentalmente.

«Non posso farlo signorina Nishino, da generazioni, è un dovere della nostra famiglia servire il clan Kotoba con rispetto e lealtà; per questo non posso farlo.»

«Davvero, non serve.» nego scuotendo la mano con un sorriso alla Onodera.

Nonostante io e Suzuka siamo cresciute come sorelle, poiché abbiamo la stessa età, fin da piccola ha questa sua ossessione di mantenere "l'equilibrio" della famiglia.
Gli ho anche detto che la considero come la mia prima amica e che poteva tranquillamente chiamarmi solo per nome, ma ciò ottenne un effetto contrario poiché la resa solo più felice ed ostinata a continuare quel suo senso di formalità.
Forse sono davvero circondata da persone strane, me inclusa.
Suzuka, assieme a nostra madre, ci accompagnò fino al salotto, dove vi era una ragazza bella ed elegante seduta in maniera composta sul pavimento in tatami, che sfogliava tranquillamente una rivista di moda e che come ci si aspettava, vestita in modo perfetto con addosso nessun indumento fuori posto o inadatto.
Non appena ci notò, Noriko si alzò di scatto e ci venne addosso, abbracciandoci come al suo solito.

«Da quanto tempo Nishi, Nao! Vedo che state bene.»

«Benissimo Nori, e tu non sei da meno.» dico sarcastica lanciando un'occhiata al resto del suo aspetto.

«Una modella deve sempre mantenere il suo look.» e mi fece un occhiolino sorridendo.
«Tu, le trecce e gli occhiali quando li cambi?»

«Mai, una Otaku deve sempre mantenere il suo look.»

E rise coprendosi la bocca con le mani, sghignazzando un "Come al solito non sei cambiata".
Ma questo dovrei dirlo io, dato che anche lei non è cambiata: i capelli lunghi di un castano chiaro sembrano essere morbidi e profumati come al solito e gli occhi castano scuro risaltano grazie alla sua pelle bianca come la neve.
Proprio come una bambola di porcellana, vero?
Nao osservò tutto da un lato, senza spiaccicare una parola e Noriko mi sussurrò all'orecchio un "Vedo che anche lui è rimasto asociale come al solito".
In effetti il suo aspetto e carattere è molto contradditorio: fuori può sembrare un principe azzurro ma dentro è solo uno tsundere asociale.
Ah... per questo quando mi viene in mente il suo rapporto con Mikaela, mi rendo conto di quant'è bella questa shipp.
Ma i miei pensieri vengono interrotti dall'entrata di un uomo sulla cinquantina, alto e robusto dai capelli grigi e occhi castani, in piedi sulla soglia della porta squartandoci dalla testa fino alla punta dei piedi.
D'istino noi tre fratelli ci voltammo e con un leggero inchino, salutiamo nostro padre.
Forse è diventata un'abitudine per noi fare così, dato che la cosa va avanti da quando avevo sei anni, quindi un bel po' di tempo.
Silenziosamente ci siamo messi nella nostra solita posizione: nostro padre seduto a capo del tavolo, nostra madre alla sua destra con accanto Nao e Nori alla sua sinistra con accanto la sottoscritta.
Suzuki ha preparato perfino del tè verde senza accompagnato dai dolci e dopo averlo servito a tutti i presenti, uscì dalla stanza lasciando soli i componenti della famiglia.
Quanto odio questa atmosfera tesa.

«Noriko, Naohiro e Nishino. Sono felice che siete venuti tutti e tre dall'Inghilterra, ma quella di oggi è una cosa veramente seria perciò vorrei che mi ascoltasse attentamente.» spezzò il silenzio nostro padre, lasciandoci sulle spine.

«Se intendi parlare su chi prenderà l'eredità, io passo.» lo precede Nao, esponendo subito la sua opinione.

«Ti sbagli, non è per questo che vi ho convocati qui.» spiegò subito il capo famiglia.

Tutta questa serietà mi ha messo ansia, troppa.
Dovrebbero sapere che io e serietà non passiamo stare nella stessa frase, lo dovrebbero sapere meglio di chiunque altro.
Per questo cercai di calmarmi nel vano tentativo di bere il tè verde, ma che però si è rivelata una pessima decisione.
Ecco perché dovevano servire il dolce!

«Quanto tempo devo ancora aspettare prima di diventare nonno?» chiese nostro padre alzando un sopracciglio.

E a quel punto sputai tutta la bevanda in faccia a Nao, che poverino si è seduto davanti a me.
L'ho detto che è stata una pessima decisione da parte mia.
Tutti quanti rimasero sbalorditi e Nao, che cercava di trattenersi nel buttarmi nella vasca dei pesci alle mie spalle, iniziò a pulirsi il liquido verde con un asciugamano portato subito da Suzuki.
Inutile dire che ho peggiorato le cose... o forse no.

«Nishino, dove sono le buone maniere?» mi rimprovera mia madre lanciandomi un'occhiata furtiva.

«Non è colpa mia, nostro padre mi ha preso alla sprovvista con questa storia del voler diventare nonno!»

«Nishino, guarda che è una cosa seria!» interferì il capo famiglia come se quello che aveva detto era veramente importante.

«Allora dovresti chiederlo a Nori quando potrai diventare nonno.» ed interferì anche Nao, tenendo le braccia incrociate, segno che non è di buon umore.
Non dopo che si era fatto una doccia di tè verde.

«Perché voi due non potete? E Nishino, non dire che per te è impossibile.» chiese nostra madre confusa.

«Beh, ignorando anche quel fatto che è vero, per me sarebbe presto e poi Nao sarebbe già impegnato.» sorrisi sarcastica lanciando un'occhiata a Nao che arrossì non appena si rese conto di quello che avevo detto.

«Oddio, nostro fratello è arrossito! Allora la cosa è vera... chi è la fortunata?» chiese Nori che sprigionava curiosità da tutti i pori.

«Basta parlare di me, non è così interessante e poi non è vero che stiamo insieme.» ribatté il diretto interessato cercando di deviare il discorso.

«Allora ammetti che ti piace...» chiesi, anche se Nao non rispose, ma che però sapevo già la risposta.
«Un attimo, nostro padre ci ha fatto venire qui solo per questo?»

«A quanto pare sì.» rispose Nori alzandosi in piedi per poi dirigersi verso la porta scorrevole.
«Mi aspetta un provino a Osaka, quindi vado per prima e Nao, come tua sorella maggiore pretendo di conoscere chi è colei... o colui» e uscì dalla stanza con un sorriso.

I nostri genitori rimasero confusi per quel "colui" detto da Noriko, ma noi fratelli avevamo preso a pieno l'informazione.
Entrambi conoscono i miei gusti, anche il fatto che adoro le storie tra ragazzi e forse è proprio
per questo se mia sorella ha aggiunto il "colui", immaginandosi il fatto che se sostenevo la coppia, Nao si era interessato di un ragazzo e non una ragazza.
Alla fine i miei sospetti erano infondati, dato che nostro padre ci ha veramente chiamato per dire un'altra delle sue solite preoccupazioni inutili.
Dopo diversi minuti di discussioni vari, abbiamo risolto temporaneamente la situazione perciò colsi l'occasione per farmi un giro nei d'intorni, poiché era da circa un anno che non venivo qui. Nao invece ha deciso di chiudersi in camera e sprofondare nell'imbarazzo perché per sbaglio ho rivelato di troppo l'identità della persona speciale ma stranamente i nostri non ci sono arrivati, quindi i casi sono tre: o hanno fatto finta di nulla, o hanno accettato la cosa o non hanno davvero capito.
Ma la reazione di mio fratello è davvero esagerata e carina, mi stupisco di Mikaela se è riuscito a controllarsi... oppurae mi sbaglio?
Dopo dieci minuti di camminata con la testa fra le nuvole, d'istinto arrivai nel mio luogo preferito: una stradina affiancata a un ruscello con una collinetta di prato in mezzo.
Fin da piccola, dopo le lezioni venivo in questo posto e mi stendevo sul prato smeraldino, osservando il cielo che prendeva lentamente le diverse sfumature.
Ricordo che una volta, in un giorno d'estate, mi addormentai sul prato di mio inconscio e quando mi svegliai, erano già le undici passate; all'ora è stato difficile trovare una scusa per convincere mia madre...
Ed ancora una volta mi ci stesi sopra, rilassandomi a massimo con lo sguardo alzato verso il cielo... se avessi un manga con me, sarebbe il massimo.

«Nishino?»

Sentii improvvisamente una voce chiamarmi, allora mi alzai con il busto e mi voltai indietro, intravedendo un una cresta castana.
È sempre stato un ragazzo piuttosto alto per la sua età, forse ora è sui uno e ottanta o all'incirca giù di lì, e i suoi capelli sono sempre stati così morbidi che ogni volta amavo spettinarli.
Con lui ne ho passate di diversi colori, come ad esempio quella volta che scambiai il ketchup con la vernice rossa mettendolo in un sandwich, oppure quella volta che per divertimento ci siamo scambiati i vestiti.
Dopotutto lui è pur sempre il mio carissimo amico d'infanzia: Hademura Yoichi.
L'ho conosciuto ai tempi delle elementari ed è stato proprio lui a svelarmi l'esistenza di questo posto.

«Woah, Yoichi! Che sorpresa vederti!» esclamai non muovendo un muscolo, dato che il castano mi stava già raggiungendo.

«Pensavo fossi in Inghilterra.»

«Già, mio padre ci ha chiamati per una riunione di famiglia e-» e il mio stomaco brontolò.

Tutta questa storia mi ha fatto dimenticare il fatto che non ho mangiato quasi nulla per giorni, e che dovevo prendere qualcosa quando stavo per uscire di casa.
Magari uno snack o robe varie, e conoscendo i gusti di Yoha, in casa dovevano essercene per forza alcuni.
Portai una mano sullo stomaco e vidi Yoichi sorridermi lievemente, come se questa cosa se lo aspettava già da un po', e tirò fuori dalla sua borsa un melopan, offrendomelo come al suo solito.
Anche da piccoli mi offriva qualcosa, aveva sempre un melpan con sé ed è strano questa cosa, anche perché è l'unico tipo di pane che preferisco in assoluto.

«Ti ringrazio Yoichi!» dissi prendendo il pane ed aprirne la busta, per poi dare subito i primi bocconi.

«Comunque dicevi?» chiese sedendosi sul prato accanto a me.

«Ah sì... ci ha chiamati per dire che voleva diventare nonno.» e vidi Yoichi arrossire di poco, distogliendo leggermente lo sguardo.
«Oi, stai bene?»

«Sì certo, solo... ho pensato che tuo padre è po' strano. Dopotutto state tutti e tre in Inghilterra no?»

«A chi lo dici! Dovevo immaginarmi una cosa del genere, ma tanto ha comprato lui i biglietti.» mi lamento buttandomi all'indietro, stendendomi nuovamente.

«E voi come l'avete presa?»

«Nao è sprofondato nell'imbarazzo perché ho detto che ha trovato già una persona e Nori è stata indifferente alla richiesta di nostro padre.»

«E tu?»

«Yoichi, pensavo mi conoscessi. Io vedrò... dopotutto sto bene con le mie cose.»

Già, è ancora presto.
Ho ancora troppe fanfiction da dover leggere, dolci da mangiare, shipp da poter shippare o nottate in bianco da passare; dopotutto sono una persona impegnata!
E poi devo anche fare da cupido per una certa canadese, perciò non ne ho proprio il tempo per realizzare il sogno di mio padre.
Se si sente solo può sempre prendersi... chissà, magari un cane oppure un gatto- Ah no.
Mia madre è allergica, quindi vada per una tartaruga dato che i pesci li abbiamo di già.

«Vedi Nishino, in realtà... mi sei sempre piaciuta e non intendo solo come un'amica d'infanzia.» confessò d'un tratto Yoichi spezzando il silenzio.

«Uhm... capisco.» risposi di mio inconscio.

«Eh? Mi sono appena dichiarato e tu mi rispondi con un "uhm... capisco"? Avrei preferito sentire un "scusa ma per me sei soltanto un amico".» fece una smorfia alzando le spalle con un'espressione delusa.

«No Yoichi, ti sbagli! È solo che... fino all'anno scorso ti shippavo con il tuo migliore amico.
Finché l'interessato non si è sposato, che sia chiaro.» dissi distogliendo lo sguardo verso un sasso poco più lontano da noi.

«No aspetta Nishino, cosa? Davvero mi shippavi con il mio migliore amico? Perché non lo sapevo!?»

«Perché non te l'ho mai detto!» risi, alzandomi subito in piedi.
«E poi, penso che sia ancora troppo presto.» affermo spalancando le braccia verso il "paesaggio" che ho davanti, per poi voltarmi verso il ragazzo.
«Ho ancora tutta la vita davanti e pensare all'amore mi sciuperebbe. Quindi...»

«Quindi è un no, vero?»

«Affatto, ti chiedo di aspettare.
Domani ritorno in Inghilterra ma l'anno prossimo ritornerò per le vacanze. Quindi cogli l'occasione e dimostrami quanto vali, okay?»

«Okay, promesso?»

«Promesso. Ci vediamo l'anno prossimo, Yoichi.»

E gli sorrisi prima di andarmene.
Forse avrei duvuto intuirlo tempo fa, ma a quanto pare non sono poi chissà cosa.
Un po' mi dispiace, ma è proprio per questo se gli ho dato un'altra occasione; è un ragazzo forte e di certo non si fermerà solo al primo tentativo.
Forza Nishino, meglio rimboccarsi le maniche che ti aspetta un altro anno pieno di avventure tra cui, scleri alla random e soprese scioccanti quanto inaspettate!
Per questo, prossima destinazione: Williams Price, sto ritornando!

Angolino di Ren-san:

E finalmente siamo alla fine si questa storia~
(Anche se come ho scritto il finale non mi soddisfa, ma dettagli- Un giorno potrei migliorarlo /?/)
FERMI TUTTI QUANTI, ESISTE ANCORA UN ULTIMO CAPITOLO.
Okay, mi spiego meglio: questo è l'ultimo capitolo della storia in generale, ma ci sarà uno speciale dal punto di vista di Naohiro, in modo da scoprire finalmente il rapporto che c'è tra lui e Mikaela.
Coff coff- Che bello eh?

Dato che, nella mia altra storia alcuni non ci hanno fatto caso...
Pubblicherò lo speciale assieme a questo nello stesso momento~

Quindi a cosa è servito il discorso di prima? Solo per informarvi, solo per quello-
E niente, andate pure a leggere lo speciale :'

[Ma prima mi scuso per glo errori di entrambi o capitoli~
Quindi: scusatemi per gli errori-]

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