On a toujours un bon prétexte

Qu'importe l'endroit, le contexte
On a toujours un bon prétexte
Pour tomber nos «fruit of the loom»
Quand toi et moi on fait
Boum boum boum

Atene, luglio 2012

Non capitava spesso che fosse Mika a trovarsi in un angolino, ad osservare Andy al lavoro. Di solito succedeva il contrario; in quei giorni invece il cantante si era preso una pausa più che meritata dai suoi impegni lavorativi e aveva deciso di raggiungere Andy ad Atene, dove stava portando a termine le riprese per un nuovo documentario.

Il biondino sembrava avere qualche problema con un'anziana signora che sembrava lo stesse facendo impazzire.

Sembrava, già, perché Mika non capiva nemmeno una delle parole che il compagno stava facendo uscire velocemente dalla sua bocca e che si riversavano sulla donna ad una velocità che a Mika sembrava disumana. Il libanese ci aveva comunque fatto l'abitudine, dopo sette anni di feste di compleanno in famiglia. Se ne stava in disparte, sorrideva e annuiva e se qualcuno si rivolgeva direttamente a lui Andy faceva da traduttore.

Il cameraman si aggirava con fare professionale tra le persone che avrebbero collaborato quel giorno alla realizzazione del video, impartendo indicazioni e sperando che queste venissero colte al volo; prima avrebbe finito, prima avrebbe potuto dedicarsi a un certo ricciolino, di cui sentiva gli occhi castani puntati addosso.

Sensazione corretta, dato che lo sguardo di Mika non lo abbandonava nemmeno per un secondo. Il suo istinto lo avrebbe spinto ad alzarsi, correre incontro alla figura slanciata del compagno e trascinarlo via da quel posto: il mese che avevano trascorso separati iniziava a farsi sentire sempre più pesantemente ed essere lì, a pochi metri da lui, ma non potersi avvicinare era terribilmente angosciante.

Passò un'ora buona prima che sentì la voce profonda di Andy pronunciare la parola greca che significava "grazie" e ormai il buio era calato su Atene. Quella strada in particolare sembrava essere deserta. Il biondo si avviò a passo svelto in direzione del compagno, riponendo la videocamera nella sua custodia con la stessa attenzione che si dedica ad un bambino piccolo.

Senza dire una parola, Andy afferrò la mano di Mika e lo trascinò fino alla macchina, per poi prendere posto dal lato del guidatore e partire.

-Cena con la tua famiglia, quindi?- domandò il libanese, sperando ancora di ricevere una risposta ben diversa da quella che si era sentito dire l'ultima volta che aveva parlato al telefono con il ragazzo.

-A quanto pare vogliono approfittare del fatto che tu sia qui per passare del tempo tutti insieme- commentò il greco, usando un tono di voce in cui non si sforzò nemmeno di mascherare tutta la sua disapprovazione per questa idea malsana venuta a sua madre un paio di giorni prima. Non che non gli dispiacesse stare con la sua famiglia, ma ormai si trovava ad Atene da qualche settimana e li stava vedendo fin troppo spesso, a differenza del tempo che aveva trascorso ultimamente con il cantante, che era davvero troppo poco per i suoi gusti.

Mika, dal canto suo, non si trovava male con la famiglia di Andy, nonostante il problema della lingua; tuttavia, dopo un mese di lontananza, tutto quello che avrebbe voluto fare in quel momento era chiudersi nella piccola casa che il biondo possedeva ad Atene e passare del tempo con lui, con lui e basta.

Mika si morse il labbro inferiore, iniziando a ripetere tra sé e sé le frasi che avrebbe usato mezzora dopo la fine della cena, per convincere tutti di quanto il viaggio fin lì fosse stato stressante e di quanto avesse bisogno di riposare.

-Oh, al diavolo!- l'esclamazione di Andy lo fece sobbalzare. O forse a farlo sobbalzare fu la virata brusca che il biondo compì all'improvviso verso destra, imboccando una vietta che di certo non li avrebbe condotti a casa dei genitori di Andy. Mika venne scaraventato bruscamente verso sinistra, finendo con la testa direttamente contro la spalla del folle guidatore che stava al suo fianco.

-Andy?- chiese perplesso il libanese, dopo che si risistemò sul suo sedile –Ora assomigli a me nella guida, è preoccupante-

-Non chiedere nulla- lo apostrofò il biondo, concentrandosi sulla strada ed esibendosi in un mezzo sorriso.

Percorsero quella stretta via per un paio di minuti, poi Andy svoltò a sinistra.

E a destra.

Poi sinistra.

Ancora sinistra, giungendo infine su una strada sterrata.

Un grosso curvone e poi Andy abbandonò la strada principale, dirigendosi verso...

-Dove siamo?- chiese Mika, guardandosi intorno. Sembrava fosse un boschetto, alberi alti li circondavano e la macchina ormai stava viaggiando sull'erba.

-Non ne ho idea- rispose semplicemente il biondo. Guidò ancora per qualche minuto poi fermò la macchina, spegnendo il motore. Scese dalla vettura e si diresse a grandi passi verso il lato del passeggero, seguito dallo sguardo confuso di Mika. Il greco aprì la portiera, afferrò un braccio del compagno e lo fece scendere dalla macchina.

Richiuse la portiera e, prima che Mika potesse anche solo rendersi conto di quello che stava succedendo, si ritrovò con la schiena contro la macchina, schiacciato dal corpo del compagno. Le labbra di Andy raggiunsero le sue, in un bacio passionale che entrambi aspettavano da troppo tempo.

Le mani di Andy avevano intrappolato il viso di Mika, mentre quelle del libanese erano andate a stringere i fianchi del compagno, avvicinando il suo corpo ancora di più.

Si allontanarono solo in assenza di fiato, rendendosi conto che il respiro di entrambi si era fatto pesante e il cuore aveva accelerato notevolmente i battiti.

Quella breve distanza non durò molto, perché Andy si avvicinò nuovamente alle labbra del compagno, infilando le mani al di sotto della sua maglia, accarezzando la pelle calda in quel momento però percorsa da brividi.

-Siamo all'aperto, Andy- gli fece notare Mika nelle brevi pause che si concedevano tra un bacio e l'altro.

Il biondo non si prese la fatica di rispondere e sprecare fiato, ma circondò il corpo di Mika con le braccia, allontanandolo dall'auto. Aprì la portiera e lo spinse sui sedili posteriori, posandosi su di lui.

Non era stata una grande idea, dato che entrambi non raggiungevano i due metri di altezza per pochi centimetri, ma poco importava.

-In macchina?- sussurrò Mika contro le labbra del biondo, esibendosi in un mezzo sorriso malizioso.

Era chiaro che volesse solo prenderlo in giro, non gli avrebbe permesso di allontanarsi nemmeno per un secondo.

-Che ti importa del luogo?- domandò Andy, prima di iniziare ad occuparsi del collo di Mika, sperando così di farlo zittire.

Un piccolo gemito, ma poi il compagno parlò di nuovo, con l'intento di stuzzicarlo ancora un pochino.

-Ma la cena con la tua famiglia?- in effetti, avrebbero già aver dovuto fare il loro ingresso nella casa.

-Ho finito tardi di lavorare- rispose prontamente Andy che, durante il tragitto, aveva già elaborato tutte le scuse del caso.

-Ma siamo già in ritardo-

-Come se con te fosse una novità-

Un pizzicotto ben assestato colpì il fianco di Andy. Il biondo si esibì in un mezzo sorriso, tornando poi alle labbra di Mika.

La maglietta di Mika finì ben presto sui sedili anteriori, mentre le mani di Andy cominciavano ad accarezzare il petto del compagno, scendendo fino ai pantaloni. Slacciò il bottone, ma ancora non li sfilò, tornando a coprire la pelle di Mika di baci delicati.

Il libanese aveva finalmente lasciato perdere le parole e le sue mani avevano appena stretto i lembi della maglia di Andy, quando la suoneria del cellulare del greco interruppe per un attimo l'atmosfera che si era creata.

Dopo un piccolo attimo in cui si fissarono negli occhi, Andy fece spallucce, e lasciò un lieve morso sulle labbra del compagno, continuando la sua dolce tortura.

-Si staranno chiedendo dove siamo- sussurrò Mika con un sorriso malizioso, facendo passare una mano tra i capelli del biondo, mantenendo così il viso del compagno vicino al suo.

-Se sto lavorando non posso rispondere- commentò frettolosamente Andy, zittendo nuovamente il compagno posando le labbra sulle sue.

-Lavorando, certo- sussurrò Mika, prendendolo in giro –Ogni scusa è buona- ma, nel frattempo, sfilò la maglietta del compagno, regalandogli l'ennesimo sorriso.

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