sta attento, testa d'alghe
Lo baciai.
Fu un riflesso incondizionato, eppure anche sulla cima di un vulcano, con dei Telchini pronti ad ucciderci e un atmosfera non del tutto romantica fu un bacio meraviglioso.
Mi ero chiesta tante volte come sarebbe stato baciare Percy, e finalmente avevo una risposta.
Era meraviglioso.
Mi separi di fretta.
-Stai attento, testa d'alghe.
Mi reinfilai il berretto e scomparvi.
In lontananza lo vidi imbambolato, mentre i telchini lo attaccavano, cogliendolo di sorpresa.
Mentre mi allontanavo pregavo tutti gli Dei che fosse riuscito a contrattaccare.
I miei piedi sbattevano sul terreno sporco, mentre la mia mente si annebiava sempre di piΓΉ, sommersa da tutte le preoccupazioni, ma soprattutto da tutti i pensieri su Percy.
Lo avevo baciato.
Era stato l'errore piΓΉ grande e la cosa migliore che potessi fare allo stesso momento.
Speravo solo che questo non lo avesse distratto.
Avevo il terrore di aver rovinato tutto.
Magari lui non provava quello che provavo io, magari mi trovava ridicola, stupida e inutile.
Magari quel bacio gli ha fatto schifo.
Ma non potevo lasciarlo in quella che era effettivamente una missione suicida senza averlo ancora mai baciato.
Non potevo nemmeno sopportarne l'idea.
Raggiunsi i piedi del vulcano appena in tempo per sentire un rumore che mi gelΓ² il sangue.
Mi voltai lentamente con le lacrime che giΓ‘ mi colavano sul viso stanco e sporco.
Quello che vidi servì solo a confermare il mio terrore.
Un'esplosione.
Percy era lì.
Era fisicamente impossibile che fosse sopravissuto.
Percy era morto.
Un urlo mi squarciΓ² il petto, riempiendomi i polmoni e spezzando il silenzio.
Caddi in ginocchio, con le mani nei capelli biondi e le lacrime che scendevano ininterrotte bagnadomi i vestiti.
-Percy...
Continuai a singhiozzare, senza riuscire a pensare, ad agire o anche solo ad aprire gli occhi.
Non volevo aprirli.
Volevo rimanere così, non volevo affrontare una realtà in cui non c'era il mio Testa d'Alghe.
Mi costrinsi ad alzare lo sguardo e rimettermi in piedi.
Poi, con tutta la mia forza di volontΓ mi voltai e mi trascinai fino alla fucina di Efesto, senza mai smettere di piangere lacrime salate.
Lui cercΓ² di consolarmi, ma lo ignorai.
Alla fine si arrese e costruì un'altro di quei ragnetti, che incaricò di guidarmi verso il Campo Mezzosangue.
Con estrema riluttanza lo seguii.
Rientrai nel labirinto sempre seguendo l'insetto e camminai a lungo.
Passavo i bivi uno dopo l'altro, senza pensare a nulla, scollegando la mente.
L'unico suono era il rumore dello zampettare del ragnetto sulle pareti del labirinto, che mi perforava il cervello per ore.
Arrivai al campo Mezzosangue dopo un paio di giorni per me, ma saranno state settimane.
Mi trascinai stravolta fino alla casa grande, dove mi venne incontro Clarisse.
-ANNABETH MA DOV'ERI? Dei sei stravolta, vieni con me. Dov'Γ¨ Percy?
Subito ricominciai a piangere.
-Lui Γ¨ morto Clarisse. Io l'ho lasciato andare, ho seguito il suo piano e lui Γ¨ morto.
Io non...
Non riuscivo a parlare, quanto erano forti i miei singhiozzi.
-Dobbiamo parlare con Chirone.
Clarisse era preoccupata come non l'avevo mai vista.
-No Clarisse, io non ce la faccio.
Detto questo corsi con le mie ultime forze verso la mia cabina, dove mi buttai stravolta sul letto, addormentandomi all'istante.
Di solito noi semidei non facciamo dei veri e propri sogni, ma piuttosto visioni e quant'altro.
Quel giorno perΓ² non sognai nulla.
Forse ero così sconvolta che il mio subconscio preferì lasciarmi in pace, almeno per una volta.
Al mio risveglio avevo la bocca impastata ed ero aggrovigliata nelle coperte bianche del mio letto.
Mi guardai intorno, scrutando la stanza in cerca di qualcosa.
Appena la vidi mi liberai delle coperte e scesi dal letto.
Il contatto del pavimento contro i miei piedi scalzi mi fece rabbrividire e venir voglie di tornare nel letto, ma mi costrinsi ad avanzare.
Raggiunsi la sedia della mia scrivania, da cui afferrai un grande felpa blu.
Me la infilai, avvertendone il calore mentre subito mi salì alle narici un forte odore di Salsedine.
-Ti amo, testa d'alghe.
彑β
Erano ormai due settimane che Percy era morto.
Due settimane in cui praticamente non avevo vissuto.
Non mangiavo, dormivo a malapena e non parlavo con nessuno.
Silena aveva cercato di farmi tornare a sorridere, ma invano.
Passavo il tempo nella cabina di Percy, dove a volte lei veniva a portarmi un piatto con un po' di pollo, che puntualmente rimaneva intatto.
Non facevo altro che riordinare la cabina numero tre, anche cinque o sei volte al giorno.
Rifacevo il letto, spazzavo, pulivo i vetri poi ripetevo tutto da capo.
Studiare, leggere o aprire anche solo un libro mi avrebbero riaperto totalmente la mente, cosa che volevo evitare.
In effetti cercavo di evitare tutto quello che mi faceva pensare.
Preferivo staccare la mente, non volevo ricordare.
Quel pomeriggio ci sarebbe stato il funerale di Percy.
Avremmo bruciato il suo drappo, e poi avrei dovuto fare un discorso.
Avrei dovuto parlare di Percy.
Erano due settimane che non pronunciavo nemmeno piΓΊ il suo nome, e pensare di dover parlare di lui, del nostro rapporto e di quello che c'Γ¨ stato davanti a tutto il campo mi risultava impossibile
Avevo supplicato Chirone di farlo fare a qualcun altro, magari a Grover o a Clarisse, ma lui era stato irremovibile.
Voleva che lo facessi io.
Diceva che "solo io potevo rendere meglio l'idea"
Non lo capiva che mi faceva solo stare peggio?
Lo detestavo per questo.
Passai tutto il pomeriggio a cercare di formulare un discorso di senso compiuto senza scoppiare in lacrime, ma fallii.
Odiavo Percy, che si era fatto uccidere in quel modo, odiavo Clarisse, che non capiva che lasciandomi in pace mi avrebbe solo fatto un favore, odiavo Chirone, con quel suo stupido discorso.
Stupido discorso che arrivΓ³ il momento di pronunciare.
Salii su di una piattaforma, di fianco al fuoco dove avevamo bruciato il drappo funebre.
Il nodo che avevo alla gola si stava trasformando in un vero e proprio intreccio.
Le lacrime sostavano nei miei occhi in attesa di essere riversate sul mio volto.
-Devo parlare di Percy. Γ probabilmente la cosa piΓΊ difficile che mi potesse essere chiesta in questo momento, ma ora sono qui.
Avevo gli occhi gonfi, rossi.
La voce incrinata.
Respirai a fondo, prima di continuare.
-Probabilmente Γ© stato l'amico piΓΊ coraggioso che io abbia mai avuto.
Lui-
Mi voltai e lo vidi.
Un miscuglio di emozioni mi portarono solo a diventare paonazza.
-Lui Γ© qui.
Tutti si voltarono nella direzione in cui stavo guardando io, e sussultarono.
Molti gli si avvicinarono, lo abbracciarono, lo accolsero.
Io ero troppo sconvolta per muovere un muscolo.
Percy erΓ‘ lΓ.
Era vivo.
Non stavo sognando.
Di colpo mi ripresi, spintonando la folla, fino ad trovare di fronte a lui.
-DOVE SEI STATO?!
Lo abbracciai, sentendo il suo profumo di mare innondarmi le narici.
Rimasi in trance qualche istante, prima di accorgermi di quanto fosse imbarazzante la scena e scostarmi.
-Ti...ti credevo morto, testa d'alghe.
-Mi dispiace - rispose - Mi sono perso.
Sentii il sangue ribollire nelle vene.
-PERSO? Per due settimane Percy? Dove cavolo...
Chirone mi interruppe.
-Annabeth forse dovremmo discuterne in privato, non credi?
-No, voglio prima parlare con Percy.
Chirone mi guardΓ³ interrogativo.
Ok - rispose - ma appena avete finito venite da me alla casa grande ok?
-certo.
Detto questo afferrai percy per una manica e lo trascinai verso la spiaggia.
Dovevo chiarire le cose.
-Senti Annie mi dispiace. Efesto mi ha detto quanto fossi preoccupata io non ne avevo intenzione, mi dispiace davv-
Lo baciai di nuovo.
Si irrigidΓ, e io mi separai.
-scusami, Γ© solo che non potevo piΓΊ tenere dentro tutto.
Mi dispiace.
Feci per andarmene, ma lui mi afferrΓ² per un braccio.
-Hey Hey aspetta un attimo.
Prese il mio viso tra le mani e mi baciΓ³.
Sorrise.
-mi avevi colto impreparato...
Spazio autrice
Massalve belliβοΈ
Allora noΒ so se definire questa One Shot depressa, perchΓ© alla fine finisce bene no...?
Btw come state? Io todo bienπ
Oggi non ho nulla da dire in particolare, quindi addioπΆοΈ
Ve se amaππ»π
BαΊ‘n Δang Δα»c truyα»n trΓͺn: AzTruyen.Top