♧707XReader♧Honey&Butter♧ {lemon}

((A/N)): Ho la febbre e ho freddo...POTERE DEI CALZINI DI HELLO KITTY CHRISTMAS EDITION VENITE A ME-
Comunque, dato che io adoro Saeyoung, credo che questa Lemon sarà molto più lunga delle altre (solitamente sono 800 parole circa, questa è di esattamente 1250 parole)
Scherzi a parte, amo questa storia. Mi piace proprio il contesto. Ed è strano che io dica una cosa del genere delle mie storie, di solito non mi vanno molto a genio.
Ringrazio bbeettaa per la richiesta!

((707))
Successe tutto così in fretta...
Stavo dando un passaggio fino a casa a Yoosung, quando, al ritorno, per poco non l'investivo.
Pioveva e lei era bagnata fradicia. Scesi dalla macchina e mi avvicinai per controllare se lei stesse bene. Lividi e bruciature si facevano spazio sulla sua pelle.
-signore...a..aiuto...devo scappare...-
Era rossa in volto, aveva molto probabilmente l'influenza.
-il mio fidanzato...mi sta cercando...e se mi trova...- Rabbrividì.
Allora ecco chi era stato a ridurla in quello stato. Che avrei dovuto fare? Lasciarla da sola al suo, probabilmente, tragico destino?
No. Quel bambino affacciato alla finestra che aspettava tutti i giorni il mio ritorno non l'avrebbe voluto.
La presi in braccio e la portai in macchina, facendola stendere sui sedili posteriori e coprendola con la mia felpa per darle calore. La portai a casa mia; Vanderwood mi sgridò per il mio comportamento irresponsabile e contro le regole ma non mi importava più di tanto. Tanto quell'uomo mi fa l ramanzina solo per dare aria alla bocca.
Medicai le ferite della giovane e solo in quel momento la guardai veramente. Le avevo fatto indossare una camicetta rosea con dei fiori di pizzo ricamati. I capelli ((h/c)) le incorniciavano il viso rendendola ancora più bella. Le labbra, rosse come ciliegie mature, erano leggermente socchiuse e gli occhi, ora chiusi, avevano lunghe ciglia. Le guance erano leggermente arrossate a causa della febbre e ciò la faceva sembrare ancora più pura. Ricordo di aver pensato che fosse veramente bella in quel momento. Era appena iniziato novembre.
Dopo una settimana, la ragazza era finalmente guarita.
Sedevo accanto a lei, sul divano. In mano avevamo entrambi della cioccolata calda. Non c'era connessione quindi non potevo lavorare, era davvero brutto tempo fuori.
-Quindi..come ti chiami?-
Guardai la ragazza dai capelli ((h/c)), la quale mi guardò negli occhi.
-((y/n))...tu sei Seven, giusto?-
Mi avrà sentito parlare con Vanderwood. Annuii e la guardai da testa a piedi. Era così bella. Iniziammo a parlare del più e del meno, inizialmente con freddezza, dopo, invece, sembrava che ci conoscessimo da anni.
Passammo i giorni insieme, anche se si era ripesa. La convinsi a rimanere con me. Notai che era anche molto abile nell'hacking.
Dannato me, che mi stava succedendo? Mi stavo innamorando di quella donna?
E perché così in fretta?
I giorni passarono e con essi, le settimane. Era arrivato il trenta novembre.
Mi avvicinai a quella bellissima donna che ora guardava il soffitto della stanza in cui dormiva.
-Che succede, micia?-
Mi avvicinai a lei, teneva una mano sul petto e l'altra sotto le coperte.
-Luciel...-
Aveva gli occhi lucidi?
-Ho finito il tempo, Luciel-
Una lacrima rigò il suo viso.

((Y/n))
Si avvicinò per asciugarmi quella maledetta lacrima che era uscita senza il mio permesso. In quel momento lo presi per il colletto e gli puntai la pistola alla tempia.
Scoppiò a ridere, non disse nulla. Rideva, non scappava. Rideva e basta. Sembrava ammattito.
-Uccidimi e basta! Perché stai lì a guardarmi?! UCCIDIMI PUTTANA! FALLA FINITA!-
Gridava di dolore, non rideva più. Lacrime amare scendevano dai suoi occhi.
-Solo...lasciami dire solo che ti amo.-
Pronunciò le ultime parole sofferenti.
Allontanai la pistola.
-Divertiamoci.-
Dissi. Era confuso. Molto confuso.
Lo baciai. Lasciai scivolare la pistola a terra e mi fiondai su di lui, muovendo le mie labbra, inesperte, sulle sue, che si unirono subito alle danze.
Cavolo se mi sarebbe mancato. Lui era tutta la mia vita. Quest'ultimo mese...credo di non essere mai stata meglio. Lui era...la mia luce. La mia luce in questa vita di sangue e demoni.

((707))
Più la baciavo, più dimenticavo il dolore.
La spinsi di peso sul letto e la spogliai velocemente. Lei ricambiò il favore e fece cadere i miei panni, che profumavano di miele e burro, per terra. Le iniziai a baciare ogni centimetro di pelle, quella pelle soffice come la seta. Più la guardavo più mi sembrava un angelo. Infondo mi stava dando tutto ciò che volevo, no? Amore e morte.
Amore e morte...
-Domani mattina, quando sarò morto, non voglio scomparire dalla tua memoria...perciò...-
Iniziai a mordere e succhiare la pelle dolce della mia amata, lasciandole poco a poco molti segni della mia presenza. La gattina gemeva sofficemente, osservando ogni mio movimento. Mi staccò da lei e mi fece sedere a gambe  aperte sul letto. Non capii cosa aveva in mente finché non la vidi abbassarmi i boxer e leccare la punta del mio membro. Mi morsi il labbro e le misi le mani nei capelli ((h/c)). La ragazza iniziò quindi a prendere in bocca la mia erezione e a succhiare. Gemiti rochi uscivano dalla mia bocca mentre le tiravo i capelli. Lo prese in gola ed io iniziai a spingere fino a venire nella sua gola. Ingoiò tutto il mio seme e mi guardò negli occhi. Ero affannato e rosso d'imbarazzo.
-Se delizioso, Saeyoung~-
Sentirle dire il mio vero nome era strano, ma suonava così bene detto da lei.
La feci stendere e iniziai a ricambiare il favore, leccando la sua intimità, voglioso del suo succo. Infilavo la lingua in lei, poi le leccavo il clitoride, poi lasciavo dei bacetti umidi sull'entrata. La vedevo inarcare la schiena a causa del piacere e stringere le coperte con le mani mentre cercava di buttare la testa all'indietro.
-Saeyoung~-
Gemeva il mio nome, era così bella.
Mi staccai poco prima che lei venisse. Mi guardò negli occhi sofferente. Sospirò, poi ghignò ed iniziò a fare da sola. Come ha fatto a capire che vederla toccarsi mi avrebbe fatto eccitare? Iniziai a fare da me mentre si toccava con le sue ditina esili. Le faceva entrare e uscire, si massaggiava. Forse ho capito cosa faceva quando non usciva da sotto la doccia per tutto quel tempo.
Venne, sporcandosi le dita. Sì passo il proprio succo sui seni e mi guardò negli occhi. Continuando a fare da solo, iniziai a leccare tutto il suo succo. Mi soffermai sui capezzoli della micia, mordicchiandoli e succhaindoli avidamente.
La baciai con foga, avevo ancora del suo succo sulle mie labbra. Le nostre lingue danzavano insieme e io intanto mi posizionai, in seguito entrando lentamente in lei.
Iniziai a spingere, eravamo mano nella mano, nel nostri continui baci si potevano sentire i gemiti scappare dalla bocca prima di uno e poi dell'altra.
Dopo poco venimmo insieme. Raggiungendo la pura estasi insieme.
Insieme.
Caddi esausto vicino a lei, tenendola ancora per mano.
Sorrisi affettuosamente.
Chiusi gli occhi.
Sentivo ora il ticchettio dell'orologio.
E il suo respiro ancora affannato.
La pistola che veniva caricata.
.
.
.

((Y/N))
Mi rivestii e rivestii anche la vittima. Non mi andava a genio che qualcuno lo ritrovasse morto nudo.
Presi la sua felpa.
Ma non amavo quell'idiota.
-Signor presidente, vostro figlio è morto.-
Dissi al telefono, mentre mi allontanavo dalla scena del crimine.
Arrivai a casa mia, mi accucciolai sulla poltrona e mi strinsi tra la stoffa della felpa che profumava ancora di miele, burro e sangue.

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