Lilla

Capitolo 23

"Non importa quanto tu cerchi di far cambiare carattere ad una persona. Se è villano, tale rimarrà per sempre"

Kappa_07


Entrambi ci voltammo di scatto. Il cuore mi giunse in gola e gli occhi si sbarrarono come se fossi stata colta in flagrante con le mani nel sacco.

Un paio di occhi grigio chiaro mi stavano esaminando da capo a piedi ben assottigliati per non perdere nemmeno la minima imperfezione del mio corpo. I capelli biondi erano raccolti uno chignon morbido e mentre il vento che entrava dallo spiraglio della porta le smuoveva i ciuffetti scappati dall'elastico le sue labbra si piegarono impercettibilmente in un sorriso morbido. Era una ragazza che avevo già visto prima ma non ricordai dove. 

Era una bellissima ragazza. Dai tratti morbidi e dalla postura sicura su quei tacchi altissimi che aveva ai piedi. Lo shock iniziò a scemare quando lei fece dei passi in avanti oltrepassando la mia figura e si volse verso Caleb. Fu in quel momento, solo quando lei si spostò dall'ingresso che riconobbi una faccia famigliare. 

Gli occhi grigi mi guardarono e fu come se avessi preso una scossa elettrica che mi percosse il corpo e mi generò piccoli brividi lungo le braccia. Dean aveva i capelli biondi spettinati, come se si fosse appena alzato dal letto e mi guardò da sottinsù con qui bellissimi boccoli che sicuramente profumavano di paradiso come la pace che lui riusciva sempre a infondere in me. 

Mi catturò anche l'ultimo dei respiri e mi sorrise lievemente facendo poi la stessa cosa della ragazza di prima. Mi squadrò, e quando si rese conto che avevo addosso gli indumenti della persona più malvagia di questo mondo i suoi tratti altrimenti angelici si adombrarono. Il suo volto diventò più tetro, e le sopracciglia che pochi attimi fa erano ben rilassate, si piegarono in un cipiglio serio. 

«Amelia, e tu che ci fai qui?», fu Caleb a fendere di netto il momento denso di tensione che si era creato all'entrata della sua casa inquietante. Mi accorsi in un frangente di tempo, che l'unica luce all'interno di quelle mura, fosse proprio quella che entrava dalla porta. Le pesanti tende borgogna erano ben chiuse, facendo così piombare l'ingresso e le scale nel buio più totale, salvo la luce delle applique a muro accese, sarebbe stato una caverna quella dimora.

Seguii il suono della sua voce, però nonostante l'attimo pieno di tensione che sentivo quando gli occhi di Dean mi catturavano, il mio campanellino d'allarme mi obbligava sempre a distogliere le attenzioni da qualsiasi altra cosa quando c'era lui, il lupo nero, la bestia, il diavolo, nei paraggi. E non mi dimenticai di essere a casa sua.

Deglutii rabbuiata, e lo guardai. Stava sulle scale e fissava la ragazza dall'alto con la fronte aggrottata, ma fu un solo istante perché poi notai qualcosa che non avevo mai visto sul volto di Caleb, un sorriso. 

Uno sincero, di quelli che raggiungono gli occhi e stendono le labbra. Quelle sue labbra piene e carnose, fino a raggiungere le orecchie. Il cuore perse di nuovo la sua corsa dimenticandosi di battere e un formicolio strano ma incredibilmente piacevole mi pizzicò lo stomaco.

Ero incredula, non avevo mai visto i suoi occhi, così spenti e minacciosi illuminarsi in quel modo meraviglioso.
Convenni con me stessa che quel sorriso gli donava in un modo ancestrale, che vederlo sorridere così anche per un solo attimo sarebbe stato come cercare di afferrare l'inafferrabile.

«Moccioso, sono qui da ieri.»

"Moccioso?"

Mi scappò un sorriso che cercai subito di trattenere mordendomi le labbra, eppure sapevo che Dean mi stesse guardando e sicuramente aveva colto quel piccolo segreto.

Guardai la ragazza, di profilo era ancora più bella, alta come una regina fasciata tal tailleur bianco, aggrottai la fronte ancora cercando di capire dove l'avessi già vista. Caleb, scese le scale, lo fece piano, come se stesse passeggiando tranquillamente su una passerella per essere ammirato, quel torace era ben delineato dagli infiniti tatuaggi ma soprattutto dalla piovra nera che gli imbrattava il petto con i tentacoli che sparivano dietro le spalle. La cintura dei jeans scuri ancora slacciata, come a sottolineare che stava per fare sesso. Particolare, che non sfuggì a nessuno dei presenti, specialmente a Dean, che lo stava guardando in silenzio come il suo solito.

«Sei qui da ieri? Quindi hai visto la partita.» convenne avvicinandosi alla ragazza. Vederlo così vicino e senza quel suo solito ghigno malvagio che lo distingueva di fronte a una giovane donna bellissima, mi fece stringere la bocca dello stomaco sprigionando in me un moto acido, come se avessi morsicato del limone acerbo.

"Oh, piantala Lilla, non puoi sul serio essere gelosa!"

«Sì, ho visto la partita e devo dire che nell'ultimo assist quando hai passato la palla a Dean sei stato...»

Sbarrai gli occhi agguantata dalla sensazione più brutta di sempre, la consapevolezza della negazione. Per la miseria, non potevo veramente nutrire rabbia per il modo in cui lui si rivolgeva a quella ragazza, non potevo essere più stupida di così?
Se c'era una cosa a cui ero fermamente convinta, era proprio il fatto che di Caleb il fottuto War, non me ne poteva fregare di meno. Specialmente se si trattava del genere femminile.

Dèi, cosa diavolo stava succedendo?

«... sì, siamo stati bravi», fu la voce di Dean a farmi ritornare con la mente al presente, sembrava arrabbiato, il modo in cui stava osservando Caleb e poi guardava in su verso le ringhiere del secondo piano con le spalle tese e la mascella serrata furono un chiaro segnale che della sua pacatezza non ne era rimasto nessuna traccia.

Seguii il suo sguardo e deglutendo per l'ennesima volta, riconobbi Messy, appoggiata ad osservarci da lassù. Aveva indossato una delle camicie nere del Lupo, con i capelli spostati su una spalla aveva quel sorriso prepotente sul volto che mi generò una nota amara dentro di me, tanto da volere salire le scale e prenderla a botte.

Assistei all'abbraccio dei due, cosa che mi lasciò ancora stupita, quando notai la mano della ragazza carezzare le spalle di Caleb, ma non oltrepassare il collo aggrottai la fronte confusa. Sembrava quasi, come se stesse cercando di evitare di stringerlo ancora più a sé e specialmente stringergli le spalle. Lui invece la strinse a sé, forte, come se le fosse realmente mancata e il tutto, senza muovermi di un passo.

Ero confusa, sorpresa e incredula da certe mie emozioni senza luogo.

«E lei chi è?», disse dolcemente la ragazza rivolgendosi a me?

L'ansia mi attanagliò quando i suoi occhi grigio chiaro mi guardarono, ma fu il suo sorriso a farmi rilassare di poco le spalle tese. Era dolce e gentile. Non c'era traccia di malizia o perfidia.

«Lei è Lilla. Una nostra compagna di scuola.», rispose Dean, mi volsi verso di lui con il respiro corto, essere al centro dell'attenzione mi aveva sempre messo a disagio. Uno perché preferivo di gran lunga rintanarmi in un angolo lontano da tutti loro che mi vedevano come qualcosa da odiare, e anche studiare a detta dell'ultima conversazione con Dean. E due, perché sapevo, ogni volta diventavo stra logorroica per via delle paranoie e delle emozioni, positive o negative che fossero.

I due lupi si guardarono. Uno sembrava rilassato, pacato, il solito Dean annoiato, ma c'era una luce tetra nei suoi occhi grigi tempesta che lo tradiva, l'altro era prepotente, quel ghigno che conoscevo talmente bene si palesò nel volto quando mi guardò. Mi comunicava tante minacce ogni volta. Era come se si trasformasse nell'essere più crudele di sempre, solo per me.

«Ciao Lilla, io sono Amelia piacere di conoscerti», disse la ragazza.

Le restituii un sorriso tenue prima di guardare di nuovo alla sua destra, dove c'era Caleb.

«Ciao,» risposi di rimando troppo desiderosa di darmela a gambe da quella casa e da tutti loro.

«Non fare caso al comportamento di Caleb, è cresciuto nei boschi, non ha mai saputo come trattare una ragazza», scherzò fallendo miseramente, poiché nessuno dei presenti rise, tranne Caleb ovviamente, ma non fu una risata sincera, fu più un ammonimento nei miei confronti.

«No, Melì, Caleb è un coglione che non sa mai quando deve darci un taglio» parlò di nuovo Dean, ma stavolta la sua voce fu più dura del previsto e più graffiante, quasi a voler intendere che era arrabbiato. «Cosa ci fa lei qui?», domandò subito dopo facendo un cenno in alto verso Messy, la quale era rimasta in silenzio. Notai che aggrottò la fronte e guardò con odio Dean e la cosa mi stupii, perché sapevo quanto era amica dei lupi, ma ero ignara del fatto che non andasse d'accordo con quello bianco.

«Fa tutto quello che le aggrada amico!» Il cipiglio nel volto di Caleb diventò più marcato, quando Dean digrigno i denti avvicinandosi nella mia direzione.

«Ehi!», attirò l'attenzione Amelia. «Non cominciate voi due perché sono appena tornata in città e sentirvi discutere è l'ultima cosa che voglio!» gli ammonì entrambi.

Lo stupore mi fece schiudere le labbra, ma presupposi che la mia faccia fosse stato divertente, perché Amelia rise leggera, scatenando lo sguardo acceso di quattro paia di occhi nella mia direzione. Entrambi i lupi mi stavano fissando. Dean, sorrise appena amabilmente e il mio cuore si aprii in un rosa bianca appena nata, e Caleb...

Lui mi stava fissando imperturbabile, come se stesse cercando di captare ogni minimo dettaglio del mio volto, avrei così tanto voluto sapere che gli passava per quella zucca vuota, ma mi trattenni quando vidi chiaramente il suo pomo d'Adamo fare su e giù. Stranamente, quello sguardo indecifrabile, mi generò del calore, che si espanse nel mio viso, e non ci voleva un genio per capire che ero arrossita.

Amelia guardò i ragazzi, poi guardò di nuovo nella mia direzione. «Wow, che occhi spettacolari», commentò sussurrando, poi batté le palpebre e lasciò le braccia di Caleb per avvicinarsi a me. «Ma sono tuoi? Oppure porti le lenti?», la domanda era talmente sincera e piena di incredulità, che sorrisi leggera arrossendo ancora di più.

«Il colore è mio.» risposi sincera.
«Incredibile! Dici davvero? Ma come è possibile! Sono viola!» esclamò incredula, e a giudicare dalle pupille grigie dilatate direi anche estremamente stupita.

«C'è lo chiediamo tutti!», rispose Caleb con il suo solito timbro crudele. «Ma credo che sia una strega», concluse prendendomi in giro.

«In realtà è un gioco di luci, non sono realmente viola.» mi giustificai distogliendo lo sguardo dall'azzurro tempesta dei suoi.

«Bellissimi. Sei bellissima!», si complimento osservando ancora le mie pupille e i miei capelli sciolti e spettinati.

Mi maledissi per essermi presentata a una persona sconosciuta con i vestiti di Caleb addosso che mi stavano dieci volte e soprattutto, appena svegliata e conciata in un modo impresentabile. Nonostante avessi messo i capelli dietro le orecchie, la mia chioma riccia e ribelle sapevo per certo fosse un disastro come ogni mattina.

«E tu la stavi trattando in quel modo?!», si volse verso Caleb e lo incenerò con lo sguardo. «Prima o poi mi dirai perché devi sempre mostrare il peggio di te alle persone», sospirò rassegnata.

Feci un sorriso di circostanza pronta a darmela a gambe. Ero rimasta anche fin troppo in quella casa.

«Io vi saluto. Ora devo andare.», dissi a lei e a Dean prima di voltarmi, ma la voce del Lupo bianco mi fece voltare lo sguardo verso di lui.

«Ti accompagno Lilla. Sta per iniziare a piovere di nuovo», parlò con gentilezza.

Sentii il calore pervadere le mie guance di nuovo, ma non ero disposta a fare sette miglia a piedi sotto la pioggia e in totale sincerità con me stessa, pensai che passare un po' di tempo con il ragazzo che mi piaceva, mi avrebbe solo che resa felice.

«Oh, no non voglio che ti scomodi».

"Bugiarda"

«Nessuno scomodo. Dovevo comunque andarmene, ho accompagnato Amelia perché così potevo ritirare la mia macchina» spiegò.

«È vero, Dean è stato gentile nell'accompagnarmi per un saluto.» si intromise Amelia.

Sorrisi lievemente sentendo il calore espandersi con più prepotenza. Dovevo decidermi di prendere quella dannata patente prima o poi.

«Allora va bene.» risposi a Dean.

«Ma noi ci vedremo di nuovo Lilla, vero?»

«Certo...» risposi perplessa alla bellissima ragazza che avevo di fronte. Eppure, ero consapevole che non l'avrei mai più rivista.

«Oh, come sei un vero cavaliere Dean!» disse acido Caleb misurandolo con lo sguardo. «L'ho appena cacciata da casa mia perché mi stava tra i piedi», disse rivolgendo lo sguardo verso la mia direzione. La palla da pingpong tornò a bloccarmi il respiro.

«Caleb!» lo ammonì scioccata Amelia con gli occhi spalancati.

Lui si volse verso di lei stringendosi nelle spalle, mentre tutti sentimmo i passi pesanti di Melissa scendere le scale. «Questa strega sa sempre come rovinarmi i piani.» borbottò attendendo Messy, l'agguantò per la vita e la strinse forte al petto. Lei si appiattì contro il suo petto e incastrò la testa nel suo collo.

Sentii le lacrime salire in superficie, ma li ingoiai con forza.

«Ciao Amelì, com'era Parigi?», disse lei distogliendo i suoi occhi scuri dai miei.

«Ciao Melissa.», rispose Amelia sforzandosi di sembrare gentile mentre guardava la coppia del momento con la fronte aggrottata. «Da quando voi due state insieme?» domandò curiosa.

«Da s-», iniziò a dire Messy, ma Caleb lo interruppe bruscamente. «Non stiamo insieme. Non sono un tipo che si lega...», catturò i miei occhi facendo si che il mio cuore finisse dritto nello stomaco e tenendomi ben a fuoco con i suoi occhi di ghiaccio aggiunse. «Sono uno che scopa. Forte!»

Strinsi le labbra trattenendo un insulto che sicuramente mi avrebbe fatto sembrare agli antipodi paragonata alla ragazza che avevo appena conosciuta.

«Tu non cambierai mai vero?», le domandò lei rassegnata.

«Un coglione come lui non cambia, va solo peggiorando da un momento all'altro.» dissi senza esitare, sgranai gli occhi quando mi resi conto di aver detto una parola poco raffinata in sua presenza, ma ormai non si poteva piangere sul latte versato. Incredibilmente, Amelia sorrise producendo una dolce melodia e a sentire quel suono il mio cervello iniziò ad arrovellarsi. Io conoscevo questa ragazza, la voce era simile a...

«Oddio!», esclamai incredula. «Amelì la cantante? Quella della Invincible? Quella che ha vinto la borsa di studio?» aggiunsi incredula. Avevo già sentito un sacco di volte la sua canzone. Quante notti mi aveva fatto compagnia quando fuori tuonava o quando ripensavo alla mia famiglia e ai miei genitori.

Restai con la bocca spalancata quando lei sorrise fiera e annuì una sola volta. La felicità che sprigionavo era talmente visibile che Dean al mio fianco si mise a ridere producendo uno suono suadente e dolcissimo. Rivolsi lo sguardo verso di lui incredula. «Tu conosci Amelì? Cioè, io anche la conosco ora. Incredibile.» sussurrai felicissima.

«È mia sorella Lilla, ovvio che la conosco.» rispose Dean con gli occhi che brillarono di fierezza. Spalancai la bocca sotto shock come se avessi appena aperto il vaso di pandora, oppure quando Shon mi confessava un segreto incredibile. Strizzai gli occhi voltandomi completamente verso di lui.

«Tua cosa?»

Tutti si misero a ridere e ad ogni aspettativa, Amelia si avvicinò e mi diede un abbraccio caloroso come a rassicurarmi che lei era reale, io non stavo sognando e sì, lei era la sorella di Dean.

«Sì tesoro, sono la sorella di Dean, l'unica che ha in realtà.» sorrise al fratello e lui le restituì un dolcissimo sorriso.

«Non sorridere così tanto mocciosa, perché finisce che a fine giornata poi, piangi», disse la sua prossima cazzata Caleb. Il mio sorrise svanì come il vento che spazza via ogni cosa. La rabbia iniziò a bruciarmi il petto, ma prima di aprire bocca qualcuno mi parlò sopra.

«Chiudi quella cazzo di bocca Caleb!»

Dean fece un passo in avanti con determinazione e andò a piazzarsi di fronte a Caleb. Sgranai gli occhi con il cuore che iniziò a battere convulsamente. Entrambi erano imperturbabili mentre si guardavano negli occhi come due lupi pronti ad azzannare l'un l'altro.

Dean aveva le mani raccolte in pugni, le spalle ben tese, mentre Caleb, aveva la mascella ben serrata, l'unica cosa che trapelava la sua rabbia era quel muscolo sulla tempia, che pulsava convulso. Tutto il resto in lui sembrava rilassato, pacato, come se nulla e nessuno lo potesse toccare.

Si guardarono negli occhi in silenzio poi Caleb disse: «Stai perdendo la tua solita calma amico.» lo derise. «Non vorrai rompere la tua armatura di ghiaccio per una mocciosa vero?» rincaro la dose.

«Lei non è una mocciosa! È una ragazza che a differenza delle altre non frega un cazzo di te e ti vede per ciò che vuoi far passare di essere.» rispose fra i denti Dean.

Il respiro iniziò a venire meno mentre il petto mi andava su e giù sempre più scostante. Un rivolo di sudore mi scese lungo la spina dorsale Mentre li guardavo misurarsi con lo sguardo. Lo stomaco mi si rimescolò mentre assistevo a una scena piena di tensione.

L'intensità dei loro sguardi di fuoco si potevo fendere con una lama.
«Attento Dean. Potresti farla innamorare come hai fatto in precedenza. E sappiamo tutti com'è andata...»

Il cuore mi scoppiò nel petto quando sia Amelia che Messy sgranarono gli occhi incredule. Attesi un solo secondo, prima che Dean caricasse il braccio e desse un pugno in piena mascella a Caleb che lo incassò ridendo.

Mi coprì la bocca per non urlare mentre sussultai con gli occhi sbarrati. Un rivolo di sangue scese dall'angolo della bocca di Caleb, portò il pollice e ridendo senza coinvolgere gli occhi se lo ripulì sfregando le dita subito dopo.

«Bastardo!» sbottò Dean dandogli la schiena e voltandosi verso di me. Avevo le lacrime agli angoli degli occhi, ancora scossa e con le mani nella bocca.

Ci guardammo in silenzio
«Caleb stai bene?», notai Messy avvicinarsi a Caleb in tutta fretta per verificare che non si fosse fatto male, ma lui la allontanò con riluttanza borbottando sottovoce.

«Ricordati della promessa che ti feci ieri in aula, Lilla!» mi minacciò a denti stretti.

La paura mi attanagliò le viscere quando ricordai ciò che mi aveva detto contro il muro e senza pensarci due volte grugnendo pieno di rabbia mi avventai su di lui con tutta me stessa.

«Brutto stronzo!», una volta vicino a lui iniziai a prenderlo a pugni sul petto, ma dopo in secondo pugno rabbioso fui agguantata per i polsi dalle sue mani e con uno strattone mi strinse a sé con prepotenza.

«Attenta Volpe, che ti potresti fare male», mi sussurrò all'orecchio stringendomi a sé contro il suo petto.

«Fai tutto da solo!» gli urlai contro mente vidi benissimo quando mi annusò i capelli seppellendo il naso tra i miei capelli prima di lasciarmi.

«Attendimi stasera, piccola rossa. Ciò che ti ho fatto ieri è solo l'inizio della tua punizione. Non hai idea di ciò che immagino di fare al tuo bel corpicino, e sta volta non sarò gentile come lo sono stato l'altra sera. Perché hai fatto l'unica cosa a cui a nessuna donna è permesso. Rovinare un'amicizia», mi sussurrò all'orecchio prima di gettarmi in avanti. Inciampando finii sulle braccia di Dean.

Il terrore mi fece tremare le ginocchia mentre nel cervello mi si presentò la scena dell'altra sera e delle sue mani su di me. Lo odiai e non lo nascosi.

«Vieni Lilla, andiamo». Dean mi prese per il polso e mi trascinò fuori.

«Andate via da casa mia! E tu principe bianco, attento. Perché se ti si sporca l'armatura finirai per mostrare ciò che realmente nascondi sotto!» inveì contro, Caleb.

Dean stava borbottando qualcosa, ma non riuscì a capire nulla, poiché il battito mi era schizzato in gola e nelle orecchie avevo ancora la minaccia che mi fece pochi attimi fa il lupo nero. Io non avevo voluto assolutamente rovinare l'amicizia tra loro due.

Eppure, c'era una parte di me, quella repressa, che era estremamente felice del fatto che finalmente Dean avesse scelto di stare dalla mia parte, invece che assecondare le idee violente di Caleb.

💜SPAZIO AUTRICE💜

Okay; so di aver combinato un casino. So che sono cambiate le dinamiche e Caleb ha appena fatto una promessa a Lilla. Promesse, che lui mantiene sempre, come avete già visto. Qualcuno ha detto che Dean ha fatto del male a qualcuno. Chi sarà mai? Dettaglio: non lo scoprirete in questo libro.
Amelia, la sorella di Dean, una cantante famosa come ci racconta Lilla. Chissà che ruolo avrà in questa storia.

Detto questo vi lascio con dubbi e domande che sicuramente non mancheranno nei miei direct.

Come sempre:

Vostra, Kappa_07

💜

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