New York, ore 12.00
Iris e Cinque iniziarono a spiegare tutto dall'inizio.
Il piano del padre di nascondere Iris, Cinque che aveva visto i loro cadaveri nel futuro, l'apocalisse, tutto.
"Se già siamo morti una volta, perché ora dovrebbe essere diverso?" Chiese Luther.
"Perché ora avete noi" dissero i due insieme.
"E poi ora so il nome di chi causerà l'apocalisse" Disse Cinque passando un biglietto ad Allison.
"Harold Jakins? Chi è?" Chiese la ragazza. "Non lo so, ma dobbiamo trovarlo"
Poi arrivò Vanya e Iris divenne invisibile, non era il momento adatto.
"Che fate?" Esclamò
"Riunione di famiglia". "Senza di me ovviamente" poi, arrabbiata, se ne andò.
Dopo che se ne andò, gli altri tornarono a parlare.
Cinque dovette spiegare dell'agenzia agli altri per far capire alcune cose.
"Tutto questo è insensato!" Disse Allison "Sai cosa è insensato? Io sono nel corpo di un tredicenne, Iris è invisibile, Klaus parla con i morti e Luther crede di ingannare tutti con quel cappotto. La nostra vita è sempre stato insensata! Abbiamo la possibilità di salvare la vita a miliardi di persone!"
Riuscì a convincerli. Diego, Cinque e Allison, uscirono a cercare quel tipo. Luther rimase a guardare dei documenti, secondo lui importanti. E Klaus... non si sa, Iris decise di cercarlo. Lo trovò in camera sua a fissare il vuoto. "Ehi... tutto bene?" Chiese dolcemente la ragazza. Quattro voltò lo sguardo su di lei "si ehm... sono successe così tante cose da quando te ne sei andata... io sono diventato un-"
"Tossico dipendente?" Continuò lei ridendo. "Lo so, in tutti questi anni non vi ho perso di vista un secondo... mi dispiace per essere sparita ma, dovevo". Klaus annuí leggermente. "Sei diverso, sai? Sembri più sobrio delle altre volte che ti ho visto, cioè, spiato" rise. "Oh... ehm sorella, alcuni avvenimenti ti cambiano" disse tristemente.
"Di cosa parli?" Domandò cercando il suo sguardo. "Ho perso l'amore della mia vita, Iris.." disse lasciando che una lacrima gli scivolasse sulla guancia.
Zero rimase a fissarlo tristemente, gli asciugo la lacrima e gli mise una mano sulla spalla. "E lui, chi era?" Sorrise dolcemente. "Si chiamava-" venne però interrotto dal rumore di qualcosa che si rompeva, qualcosa di vetro.
Si alzarono entrambi e scesero a controllare, poi notarono un Luther decisamente ubriaco, nel salotto.
"O mio Dio..." disse solo lei.
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