[SPECIALE] - Caro lettore
Caro lettore/cara lettrice,
sento il bisogno di scrivere questa cosa. Il motivo lo conosco benissimo: tra poco più di mezz'ora farà un anno che ho perso mio papà. Voglio parlarne, voglio che altre persone imparino dove io ho sbagliato nel corso degli anni e voglio anche ringraziarvi di nuovo tutti.
Siete pronti per una storia? Vi avviso che non sarà facile da leggere, come per me non è facile da scrivere.
Mio papà ha avuto problemi di salute per anni. È sempre riuscito a superare tutto... fino a che non ha ricevuto la mazzata definitiva a fine luglio 2019. Il tumore che era riuscito a sconfiggere si è ripresentato all'improvviso, e ha iniziato a mangiarselo vivo. Papà ha sempre lottato con grande coraggio e con grande forza, ma stavolta era diverso. Era stanco, era provato, un po' come se sapesse già che non sarebbe riuscito a vincere stavolta.
Il 12 febbraio 2020 è stato il giorno in cui il mio mondo ha iniziato a crollare. Già dalla mattina papà non stava bene. Devo dirvi la verità, non ricordo com'è passata la mia giornata. Ho un buco nero tra le 7 del mattino, ora in cui mi sono svegliata e mi sono accorta che non stava bene, e le 21 circa, ora in cui la situazione ha iniziato a precipitare.
Chiunque abbia una familiarità con un tumore sa come vanno queste cose. I segni ci sono, lo vedi che ormai sta vincendo, ma fino all'ultimo speri che non lo stia facendo. Magari sapevi anche che sarebbe finita così perché i dottori te lo hanno detto... ma non si è mai pronti. Non si può proprio.
Siamo abituati a pensare ai nostri genitori come immortali. L'idea che un giorno non saranno più lì a tenerci per mano è semplicemente inaccettabile, il nostro cervello non riesce ad ammettere questa possibilità. E vi giuro, quando succede è come se il suolo venisse strappato improvvisamente da sotto i piedi. Ti senti sprofondare, annegare, non riesci a pensare, non riesci a respirare. La tua mente non riesce ad elaborare il dolore che provi, e passi da un blackout totale ad uno stato di apatia assurda ad una rabbia incomprensibile ad una tristezza che a parole non si riesce ad esprimere.
È la peggiore delle montagne russe.
Quel febbraio per me è stato così. Mi chiedevo continuamente perché proprio a mio papà, perché ci ha lasciate, perché così, senza neanche la possibilità di vedere, un giorno, i suoi nipoti o le sue figlie finalmente felici, cosa per cui negli anni ha sacrificato tanto.
Si passano tante fasi quando affronti un lutto del genere. Tristezza, rabbia, tristezza, confusione... e alla fine riesci ad accettare che non ci siano risposte soddisfacenti, risposte corrette. Fai i conti con l'assenza che pesa come un macigno e inizi a ricordare i momenti felici, quelli che ti hanno strappato un sorriso, e capisci che è così che dovresti ricordare. Col sorriso. Perché è così che vorrebbero.
Non sono mai stata particolarmente religiosa, ma papà lo sento vicino a me, continuamente. Sento la sua mano sulla mia spalla, delle volte lo sento anche dire "non farti prendere dal panico" (frase che diceva spesso quando ci vedeva agitate o incazzate) e so che non se ne è mai veramente andato.
Possiamo dire, alla fine, che ho imparato a convivere con la sua assenza. Mi sono messa un po' il cuore in pace. Ma con questo sono arrivati anche i rimpianti.
Ve lo dico senza girarci intorno: arriverete a rimpiangere ogni momento in cui potevate consapevolmente passare un po' di tempo con i vostri genitori e non l'avete fatto. Rimpiangerete ogni risposta brusca, ogni "no", ogni "non capiscono niente" e soprattutto ogni "vaffanculo".
Accettate un consiglio: godetevi i vostri genitori adesso che ne avete la possibilità. Litigate una volta di meno, e abbracciateli una volta di più. Ditegli che gli volete bene, dategli un bacio, perché un indomani vi pentirete di non averlo fatto quando potevate, come me.
Tirando le somme dopo un anno, mi rendo conto che non mi è andata poi così male. Sono riuscita ad elaborare il lutto in modo "sano", ed è grazie a mia mamma, mia sorella, al mio ragazzo, ai miei amici di una vita e anche a voi. Quando mi sono iscritta a Wattpad non mi aspettavo di incontrare tante persone stupende, che nonostante non mi conoscessero di persona mi sono state vicine e mi stanno vicine anche adesso. Mi avete aiutata tantissimo, e vi amo per questo. Non so più come ringraziarvi. ❤
Scusate se vi ho intristito.
E come ultima nota, mi rivolgo a te, papà: mi manchi ogni giorno, come l'aria. È un anno che non ti vedo più se non nei miei sogni o nelle foto... sei lontano, ma sei anche vicino. È una sensazione stranissima. Mi dispiace per come sono andate le cose, avrei voluto che passassi i tuoi anni di pensione godendoteli come davvero meritavi... ma non è andata così. Scusa, non vuoi vedermi piangere, lo so... adesso smetto, promesso. Spero che il mio amore ti arrivi, ovunque tu sia. Ti amo, oggi più di ieri, ma meno di domani. ❤
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