Capitolo 4
Corse a perdifiato, non potendo utilizzare il suo Quirk dal momento in cui non c'era nessun villain nelle vicinanze che potesse giustificarlo dal suo utilizzo, e quasi inciampò in mezzo alla strada mentre il fiato corrodeva la sua gola.
La struttura moderna della scuola si mostrò ai suoi occhi come un miraggio e lui ansimò speranzoso mentre avanzava oltre la barriera, un muro invisibile che lo separava da ogni avversità, liberandolo dal peso che pesava sul suo petto.
Rilasciò un sospiro affranto, mentre si girava nervosamente per verificare se ci fosse qualcuno.
Lì, oltre il cancello identificativo, la figura lo scrutava tranquillamente, con le mani nelle tasche nere del lungo giaccone come per prenderlo in giro.
Aoyama gemette mentre fuggiva verso i dormitori, rinchiudendosi nella sua stanza, la porta chiusa a chiave ripetute volte, come se quel minuscolo vincolo lo avrebbe intrappolato nella sua bolla sicura.
Non era stata una coincidenza, quell'uomo lo aveva seguito fino a quel punto, non avrebbe perso di vista Aoyama.
Aoyama si era deciso a non abbandonare più i dormitori fino quando non si sarebbe rassicurato sulla situazione.
Non uscendo oltre la proprietà della scuola non aveva più incontrato l'uomo faccia a faccia, ma questo non aveva diminuito i suoi livelli di ansia, anzi aveva iniziato a svegliarsi alle quattro del mattino, ogni giorno, nel buio della sua camera, mentre i sogni abbandonavano la sua mente, non riusciva più a concentrarsi durante la giornata e crollava ogni sera nel letto in balia di una stanchezza distruttiva che lo rendeva però sempre più ansioso e vigile. Per questo si alzava silenziosamente dal suo letto, prima dell'alba, cercando di non suscitare il minimo rumore mentre apriva leggermente le tapparelle della sua finestra che davano sulla strada principale, oltre la barriera.
Un piccolo spiraglio invisibile all'esterno che avrebbe concesso ai suoi occhi di verificare cosa stava succendo.
E lì in mezzo alla strada, prima ancora che sorgesse il sole, una figura scura attendeva sotto al lampione rendendosi visibile nella notte, come a beffarlo nella sua più completa disperazione.
Non riusciva ad inquadrare la sua figura completamente, a causa della lunga distanza, ma l'uomo si poneva sempre sotto l'unico lampione che puntava dritto al balcone di Aoyama e questo lo faceva raggelare nelle ossa fino a quando la sveglia delle sei non iniziava a suonare e lui iniziava la sua giornata, distrutto come non mai.
Non era ancora riuscito a dire nulla, non riusciva a capire perchè, ma il nodo che bloccava la sua gola gli impediva di fare il minimo resoconto della vicenda. Non aveva un migliore amico o un compagno fidato a cui appoggiarsi e la vergogna riempiva il suo corpo mentre fissava il maestro Aizawa durante le lezioni.
Quella sarebbe stata l'ennesima prova della sua inefficienza. Un ragazzo troppo debole per fare l'eroe, che non era nemmeno capace di liberarsi di uno stalker, perchè quello era, un perfetto sconosciuto che non aveva nulla di meglio da fare che torturarlo psicologicamente presentandosi al loro strano appuntamento alle quattro del mattino.
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