Capitolo 11 - FINE
Usa il laser, si urlò mentalmente disperato. USALO!
Il suo corpo però era completamente ghiacciato dalla paura, la maglietta che lasciava la sua pancia scoperta quasi come uno scherzo del destino rendeva visibile la porzione di pelle bloccata da ogni impulso del suo quirk.
Era completamente disarmato.
"C'è qualcuno lì, Dabi?" domandò la voce profonda oltre gli alberi, all'oscuro della presenza di Aoyama.
Il sangue si gelò mentre non osava alzare gli occhi sul viso dell'uomo sopra di lui.
Sentì un forte odore di bruciato e represse un grido quando avvertì un dito ustionato avvolgere i suoi capelli biondi.
Si allontanò in fretta dall'uomo, sconvolto, come se fosse stato scottato, mentre questo gli sorrideva divertito.
"No" esclamò fissando dritto verso Aoyama "non c'è nessuno qui."
Non fece in tempo a voltarsi e fuggire il più lontano possibile che lo sconosciuto si era già dileguato.
Sparito lasciando l'ombra di un profumo doloroso.
In debito per la seconda volta.
Aoyama quasi cadde dal letto mentre riprendeva fiato nel buio della notte.
Perchè aveva fatto quel dannato sogno? Perchè doveva ricordare eventi del genere proprio in quel momento?
Quasi si strozzò mentre l'acqua fredda scorreva oltre il mento bagnandogli il collo, mentre beveva affannato per colpa dell' incubo.
Erano le cinque del mattino.
Il suo corpo si mosse da solo, spinto dalla più cieca frustazione e rabbia mentre spalancava le ante della finestra che davano sul balcone.
Oggi lo dirò al professor Aizawa, si disse mentre esaminava la strada principale.
Doveva porre fine a tutto questo.
Il suo cuore palpitò mentre verificava la strada vuota davanti ai suoi occhi e non riuscì a trattenere un piccolo singhiozzo di sollievo a quella vista.
Lui non lo stava aspettando sotto al lampione.
Sorrise stancamente mentre faceva per rientrare nella sua stanza, ma si bloccò quando avvertì una carezza che si poggiava timida sulle punte dei suoi capelli.
Si girò lentamente di scatto, i rintocchi del suo cuore che contavano alla rovescia la sua fine.
Dabi lo guardo sorridendo tranquillo, mentre si appoggiava al lato del balcone nascosto dall'anta della finestra.
Si avvicinò piano mentre Aoyama rimaneva bloccato sul punto, incapace di parlare, con gli occhi che si inumidivano lentamente.
Un soffio caldo sulle sue labbra e l'odore di pelle bruciata invase le sue narici.
"Ti ho portato il mio ultimo regalo, Croissant."
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