❱ 𝗖𝗛. 𝗩𝗜, 𝗔𝗖𝗧 𝗜𝗜𝗜: 𝖱𝖤/𝖧𝖮𝖯𝖤 & 𝖣𝖤𝖲𝖯𝖠𝖨𝖱 ❰
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" Per questo sono... Diventata la speranza della generazione "
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Cosa c'era da dire? L'hanno fatto una, due, tre, quattro cinque e con questa sei volte.
La sesta, solita, deprimente ed ansiogena storia. Il sesto raccapricciante, sadico e odiato processo. Nessuno dei sopravvissuti desiderava mettere anche solo la punta del piede fuori dall'ascensore, e nessuno l'avrebbe fatto se non fosse per la pistola puntata alle loro tempie dal loro incubo peggiore. Ma di ribellarsi, ormai, non c'era più possibilità senza perire gravi conseguenze.
A questo punto dovrebbero essere abituati all'ansia, panico, tensione e sospetto, eppure i battiti dei cuori arrivavano in gola, la cassa toracica di stringeva attorno a loro e le gambe erano pronte spezzarsi sotto il peso della realizzazione che almeno uno di loro non sarebbe tornato in quell'ascensore con i suoi amici.
Esatto, amici. Perché lo erano diventati nonostante la situazione spregevole. Anzi, lo sono diventati proprio a causa di tal situazione. Un famoso saggio dice: "l'unione fa la forza" dopotutto. Sfortunatamente questa non è stata abbastanza contro il male maggiore, ora in piedi davanti al trono della supremazia.
L'unico posto salvo dalla tortura, invidiato da tutti in questa enormemente soffocante stanza. Seppur simbolo dell'apocalisse, era salvo dal casino che doveva causare. Quindi tanto valeva essere carnefice che carne a questo punto. Perché nessuno voleva morire.
Koharu non voleva morire.
Guardò attorno a sé l'ambiente come se fosse la prima volta lì dentro. Il suo primo processo. Ora era così... Vuoto. Mancavano tante, troppe persone. Erano rimasti solo in 4. Su 16 studenti rapiti. Solo un quarto del numero originale ancora in vita. E di questi deceduti, non tutti ebbero la fortuna di avere un quadro in loro memoria poiché persino una dei organizzatori ci ebbe lasciato le penne.
Era triste, assai triste. Fino ad ora, incosciamente, aveva posto in quelli là il significato di un rituale verso l'aldilà, un funerale compattato per crudeltà. Era in lutto quando li guardava, doveva accettare le perdite e pregare che almeno nell'aldilà - se uno esiste - avessero avuto la felicità di cui furono deprivati qua dentro.
Non c'era mai abbastanza tempo per le condoglianze perché non erano stati trascinati qui dentro per queste, bensì un male ancora peggiore.
" a vostro discapito non ho idea di come Hana metteva in atto l'inizio dei processi, se non spiegando le regole. Quindi lasciatemi inventare qualcosa sul momento "
La voce di Erika tagliò il treno di pensieri della badante velocemente ma con precisione. Un taglio adatto ai migliori dei spadaccini. Koharu la guardava con... Disprezzo. C'erano altre emozioni come la paura in mezzo, certo, ma questo dominava sopra tutto quanti. Perché l'aveva riportata al suo incubo peggiore ancora una volta.
" benvenuti, miei sfortunati protagonisti. Sedetevi, accomodatevi: il sipario si alza sul dramma più crudele mai scritto "
La bionda aprì le braccia indicando i vari posti che formavano un cerchio nel centro della stanza.
" avete mai letto "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie? Un'isola, dieci persone, e una verità che si svela solo attraverso il sacrificio. Beh, qui non c'è un'isola, ma le regole sono le stesse. Qualcuno tra voi ha versato sangue. Qualcuno ha scritto un capitolo della vostra storia con inchiostro rosso "
Koharu non era mai stata una fan dei classici, e con questa introduzione ora era sicuro che non avrebbe iniziato a farlo.
" pensate a "Delitto e castigo" di Dostoevskij. La colpa lascia sempre tracce, un'ombra che si allunga anche quando il sole è più alto. Ma qui non c'è un Raskolnikov che confesserà spontaneamente: sta a voi scovarlo, a voi decidere chi è il colpevole "
Gli occhi della più grande di tutti guardarono ogni singolo partecipante con curiosità nelle loro future azioni.
" e che dire di 1984 di Orwell? La verità è un'arma potente, ma anche pericolosa. Siete sicuri di volerla trovare? Siete pronti a sopportarne il peso? "
Davvero, sarebbe andata avanti con la lista prima di lasciarli andare?
" ora, lasciate che vi spieghi. Uno di voi è l'autore di questo crimine, e voi siete i lettori chiamati a interpretare i segni, a collegare i puntini, a ricostruire il puzzle. Se troverete il responsabile, la giustizia sarà fatta. Ma se vi perderete tra i vicoli ciechi delle vostre stesse supposizioni... beh, la punizione non farà distinzione tra innocenti e colpevoli "
Questa spiegazione la faceva rabbrividire. Non perché era nuova, non perché di per sé faceva paura il meccanismo del processo - quello la intimoriva a prescindere - ma il metodo in cui lo comunicava. Era come se lo stesse facendo davanti ad un pubblico a loro sconosciuto. Come se tutti quanti stessero osservando un animale da circo, cioè lei, ferito per ridere della sua sofferenza.
" siete pronti a essere Sherlock Holmes e Gregor Samsa nello stesso momento? Un investigatore, e una vittima intrappolata in un sistema assurdo "
No, non lo era. Nessuno lo è mai stato.
" la verità vi aspetta, nascosta tra le pieghe di parole e silenzi. Ma attenzione: non tutte le storie finiscono con un lieto fine. Che abbia inizio il processo di classe "
... Koharu era tornata al punto di partenza.
Non voleva essere lì. Voleva tornarsene a casa, da sua zia, da Shuga, e da Cuoco. Non poteva, non riusciva ad accettare questa realtà dopo tutto il lavoro pesante cui vennero sottoposti durante il corso di queste settimane. Odiava con tutta se stessa il Killing Game, la Hope's Peak Academy, la scuola, le persone, tutto quanto. In quel momento preferiva diventare una palla e non essere riconosciuta da nessuno. Solo un guscio esistente nella propria dimensione, lontano da tutta questa sofferenza. Non provare, non esistere, era meglio di questa gabbia. Quindi, fate finta non ci sia, e lei starà al vostro gioco. Non parlerà, non guarderà, non respirerà se proprio deve. Perché non ce la faceva più.
Era così che si era sentita Airi al terzo processo? Si ricorda di come non abbia aperto bocca e nessuno sembrava preoccuparsene in quel momento. Era solo un ostacolo ai loro occhi. Anche Koharu si sentiva un ostacolo. Perché non era sicura se fosse forte abbastanza per questo processo.
Era così che si erano sentito Axel l'ultima volta che l'ebbero visto qui dentro? Essere cosciente di non aver fatto nulla, provare a migliorare e soccombere ulteriormente alla miseria, sentendosi solo più in colpa di prima.
Sarebbe stata la prossima?
Una mano scheletrica andò sulla sua schiena. Se fosse stata qualsiasi mano, si sarebbe presa un colpo, avrebbe urlato dalla paura. Non questa, era fin troppo famigliare perché l'aveva tenuta cercando di confortarla più volte. Questa volta però era lei a cercare di metterla in sesto.
Asahi non era mai stato bravo a parole, per questo i gesti senza aprire bocca erano il suo unico modo per comunicare senza fare cazzate. Una mano dietro la schiena della sua migliore amica per farle capire che non doveva nascondersi. La mano tremava appena per farle capire che non era la sola ad avere paura in quella situazione. Lo sguardo puntato su di lei senza pregiudizi per farle capire che non sarebbe scomparsa per lxi. Ed il corpo vicino abbastanza per farle capire che non era sola.
Koharu alzò lo sguardo e rimase ad osservare tutti i dettagli sul giocatore di scacchi nel tentativo di sfuggire alla disperazione quale stesse cedendo.
I suoi capelli erano ancora umidi dell'acqua della piscina, la stessa chioma che aveva asciugato con qualche asciugamano trovato in giro durante le brevi investigazioni. Gli occhi azzurri non smettevano di riconoscerla come persona, di dirle mille e più parole senza effettivamente sprecare fiato. Sul collo il cerotto enorme e bianco per coprire quel dolore causato ingiustamente tempo fa - perché sì, erano ingiusto nei suoi occhi. Nessuno meritava quei segni, quel sofferenza, perché ha visto quanto male gli ebbe fatto. Ma lei fu lì a sostenerlo, ad asciugare le sue lacrime, a ricordargli che poteva sempre contare sulla sua migliore amica.
Le corte maniche della t-shirt, anch'essa con residui umidi nel tessuto, rivelavano sui avambracci delle bende cambiate di fretta. Bende celanti altri segni di dolore ingiusto. I pantaloni e le scarpe erano pure umide, asciugate quanto possibile in un breve lasso di tempo.
Sicuramente Asahi in quelle condizioni non si sentiva affatto a suo agio: scoperto e intrappolato da sensazioni spregevoli. Ma se lui riusciva ancora a starle affianco pur di non perderla, chi era lei per abbandonarlo? Tornò sul suo viso determinato ed annuì per fargli capire di potercela fare.
Fra i due non servivano parole, bastava un gesto per una conversazione fatta e finita. Asahi ricambiò.
Hyosuke e Shiori pure ebbero compreso quel momento, facendo ritornare forza nei due nonostante tutto quanto. Avrebbero dovuto provarci. Se non per loro stessi, per il loro amico.
" iniziamo dalle basi: poiché non abbiamo ricevuto alcun Death File, dobbiamo cercare di stabilire i dati da soli sul decesso "
Cominciò il regista, portando una mano sul banco davanti a lui.
" di solito su questi c'era sempre scritto il nome della vittima, l'orario e la causa del decesso, ed infine anche il luogo del ritrovamento "
Continuò poi.
" la vittima già si sa... "
Sospirò la medium.
" ed il luogo del ritrovamento è la sala dei sorveglianti, più precisamente la camera piena di registrazioni. Se sbaglio, correggetemi "
Aggiunse il giocatore di scacchi, rabbrividendo al sol pensiero della scena.
Erano già arrivati a metà, il che positivo.
" okay... Mancano solo l'orario e la causa. Possiamo discuterci sopra anche adesso. Avete domande da cui iniziare? "
Riprese il biondo.
" come era il suo... avete capito? "
Domandò Koharu senza riuscire a concludere la domanda per bene. Shiori deglutì prima di rispondere.
" c'era solo una sedia lì dentro davanti agli schermi, Hisa era seduto lì con la testa bassa... Era come se dormisse "
Strinse le braccia attorno a sé, addolorata dalla falsa speranza che potrebbe svegliarsi da un momento all'altro. Come l'ebbe preso, scosso, quasi tirato uno schiaffo pur di farlo rinsavire e smettere questo brutto scherzo, ma no. Non accadde.
" era seduto... E fra le mani teneva una fiala vuota "
" vuota? "
Alzò il sopracciglio Asahi, al che Shiori annuì.
" sì, non l'hai vista? Era la stessa dell'Amenoseo "
" oh, mhh "
Commentò pensoso.
" cosa ci potrebbe significare? "
" che sia stata usata? "
Ipottizzò Koharu.
" non abbiamo altri indizi che possano dire qualcosa in più? "
I tre lo guardarono riflettendo.
" l'aula era nelle stesse condizioni in cui l'avevamo lasciate l'ultima volta che fummo entrati, anche se ci fossero degli indizi, si mischiano fin troppo nel macello creato "
Parlò Hyosuke.
" e nella stanzetta in cui l'avevamo ritrovatx? "
" niente di che, cioè, la stessa storia vale anche lì dentro. E poi conta che era semi buio. Si vedeva il corpo illuminato dagli schermi e parte della stanza grazie alla luce dell'aula. Insomma... Abbiamo solo questo su cui lavorare "
Concluse.
L'aria si fece più pesante in un attimo alla realizzazione di una possibilità. Koharu fu la prima a notarlo.
" e se... "
Era brutto anche solo metterlo in discussione, ma ci doveva provare.
" e se... Avesse fatto tutto da solo? "
La domanda di Koharu cadde nell'aula come una pietra in uno stagno, creando onde di silenzio che si propagarono in ogni angolo. Gli sguardi si abbassarono, le espressioni si indurirono. Era un pensiero che nessuno voleva esprimere ad alta voce, ma che aveva già iniziato a insinuarsi nelle loro menti.
Shiori fu il primo a rompere il silenzio, con la voce più tesa del solito.
" vuoi dire... che si è tolto la vita? "
La castana abbassò lo sguardo, tormentandosi le mani. Non voleva davvero dirlo, ma ogni dettaglio sembrava portare in quella direzione.
" non lo so... È solo che... una fiala vuota di Amenoseo, nessun segno di lotta, lui seduto... sembra tutto troppo... silenzioso, no? "
Hyosuke incrociò le braccia, scuotendo la testa non volendo crederci.
" ma perché avrebbe dovuto? Voglio dire, Hisa non sembrava il tipo da arrendersi. Era sempre... testardo, no? Voleva portarci fuori da qui ad ogni costo "
Forse non avevano preso in considerazione quali "costi" includeva il cartomante? Forse questo era parte sin dall'inizio per Hisa?
Ma se fosse proprio così, in che modo ci è riuscito? Domande crescono e con loro nuove discussioni si aprono.
" una fiala vuota, un ambiente poco toccato, il silenzio in cui lo ritrovammo... Tutto conduce a questa soluzione... Per quanto faccia male ammetterlo "
Iniziò il regista.
" perché avrebbe dovuto... Voleva che si salvassimo insieme... "
Continuò Koharu.
" hisa... Se è davvero così, possiamo concludere sia stato per lo stress? La pressione di fallire..? "
Continuò Shiori.
" no... forse stava cercando di fare qualcos'altro? Ma cosa? "
Rifletté successivamente.
" magari voleva usare l'Amenoseo per qualcos'altro ed è finito per morire? "
" ... Hisa non è così stupido, facciamo i seri per il suo bene "
Commentò in fretta infine Asahi, sviando la conversazione da un'altra parte.
No, era un muro questo sentiero. Se davvero si fosse ucciso... Non poteva essere per "semplice" pressione... Anche se diceste a Koharu che fosse bravo a nascondere le proprie paure, non ci avrebbe creduto perché ormai conoscevano Hisa. Era forte, non si faceva problemi a dire la sua. Voleva il bene per tutti, ma soprattutto...
... Aveva una ragione per uscire da qui, ossia suo padre.
Koharu empatizzava meglio di tutti la nostalgia di casa, la mancanza di un genitore, e dunque la voglia di riabbracciarlo. Anche se in passato fosse caduta malissimo, anche quando credeva che nessuno qui dentro la volesse... Il ricordo di sua zia riusciva a portarle determinazione e speranza per un nuovo giorno. La stessa cosa valeva per Akihisa, doveva valere per forza! Perché era come lei in fondo! I figli come loro non lasciavano il loro genitori single abbandonati a se stessi, non importa come, quando, perché! Non meritavano la solitudine una seconda volta!
Incosciamente ebbe stretto i pugni sul banco mentre lo sguardo basso puntava il centro della stanza. Era come se... Si fosse messa lei stessa nei suoi panni. Cosa avrebbe provato lei, se fosse stata al posto di Hisa? Cosa avrebbe provato Hisa di così spregevole per arrivare a tanto e rovinare tutto?
... Era caduta in disperazione una volta, aveva preso quei sonniferi... Effettivamente pure lei voleva farla finita con quei orsetti. Ma... Non ne ebbe il coraggio alla fine. Alla fine, non ne prese abbastanza. Voleva solo dormire. Dormire e sfogarsi. Non uccidersi. Era troppo codarda per farlo. Perché zia poi sarebbe stata triste.
Non le potete dire che Hisa non abbia pensato, neanche per un istante, che suo padre sarebbe diventato triste a scoprire la notizia di suo figlio, l'unico cui di era tolto la vita di sua spontanea volontà in un ammasso di vittime per mani altrui. Sarebbe straziante, che fallimento l'avrebbe fatto sentire? I suoi occhi si annebbiarono, lacrime pronte ad uscire. Se fosse stata sua zia a sapere di quella notizia... Non se lo sarebbe mai perdonata per il resto dell'aldilà.
" non lo sappiamo davvero, però, l'Amenoseo non è stabile, giusto? Chi può dire che non abbia avuto... effetti collaterali? Voglio dire, magari non era in sé"
Riprese ad ascoltare il resto della discussione in silenzio, cercando di non scoppiare in lacrime lì per lì.
Interruppe Shiori, con la voce incrinata.
Asahi fece un passo indietro, i pugni stretti.
" non capisco perché lo porti a galla. Qualcuno deve averlo spinto a farlo "
Guardò Koharu, quale si asciugò veloce le lacrime con il braccio. Si fermò un attimo e tirò un sospiro, come se avesse capito tutto. In quel momento la castana non sapeva se esserne felice o meno.
" ascoltate... Non dobbiamo farci ingannare dalle apparenze. Può anche essere peggio come... Qualcuno potrebbe averlo costretto a prenderlo "
La tensione aumentò nell'aria, tagliente come non mai all'introduzione di una nuova possibilità.
" per quanto palese gli indizi sembrino, non crediate stiamo mancando qualcosa? Anche il minimo indizio..? "
Il regista, finora silenzioso, sentendo quelle parole, sembrò avere un'idea.
" un momento. Se vogliamo davvero andare in quella direzione, dobbiamo essere chiari. Prima di tutto: sappiamo con certezza che l'Amenoseo è ciò che l'ha ucciso? C'è qualcosa che lo confermi? O stiamo solo... supponendo? "
Shiori annuì lentamente.
" non abbiamo un Death File, quindi non possiamo saperlo per certo. Ma... se era seduto e teneva quella fiala vuota, è probabile che l'abbia ingerita "
" non basta, potrebbe essere stato messo lì dopo. Qualcuno potrebbe aver inscenato tutto per far sembrare che si sia tolto la vita "
Ribatté Hyosuke.
Koharu alzò la testa di scatto.
" come dovremmo esserne sicuri allora? Insomma, abbiamo visto altro? "
" i segni "
Controbattè il biondi.
" segni? "
Ripeté confusa.
" sì, sui polsi. C'erano del lividi. Hisa aveva dei lividi sui polsi. La vedo difficile fare questo da solo! E se l'ha fatto, perché avrebbe dovuto, dico bene? "
" insomma, dici che qualcuno ha cercato di farci credere che fosse un suicidio? "
Koharu fu stranamente sollevata alla possibilità che Akihisa non voleva deludere suo padre.
Hyosuke annuì con decisione.
" è possibile. È un trucco vecchio come il mondo. Se vuoi nascondere un omicidio, fai sembrare che la vittima abbia scelto da sola "
" ma se fosse davvero così, allora dobbiamo capire una cosa fondamentale: perché Hisa avrebbe dovuto essere un bersaglio? "
Intervenne Asahi in maniera rapida.
Tutti rimasero in silenzio, il peso della domanda gravava su di loro. Shiori parlò per prima, con un filo di voce.
" perché è stato la colonna portante del gruppo. Insomma, se lxi fosse qui al posto nostro avrebbe sicuramente fatto di tutto pur di non farci scoraggiare "
" ... Anche questo è vero, ma dobbiamo cercare di andare avanti senza il suo supporto adesso "
Il giocatore di scacchi mise in chiaro.
" come dovrebbe essere andata la scena secondo voi? Koharu? "
" huh? Io? Uhm... Vediamo... Hisa era da solo a cercare il telefono... Che non c'era... E mentre era distratto il colpevole l'ha attaccato, tenuto fermo per i polsi e fattogli ingerire l'Amenoseo e... Poi è deceduto per overdos-"
" no, aspetta un attimo "
Intervenne Shiori, fermandola subito.
" l'overdose non avviene subito, sai? Ci vogliono un po' di minuti prima che accadda e poi, seduto su una sedia? Mi sembra strano "
" che dici allora...? "
" che uno di noi l'ha attaccato, tenuto giù, forzato l'overdose, aspettato che accadesse e poi preso il suo tempo per farlo sedere sulla sedia ed andarsene via "
" quindi? "
" ci vuole troppo tempo in quel caso, chi avrebbe potuto farlo quando... Eravamo tutti occupati ad inseguire Erika? "
Due cose presero alla sprovvista Koharu. La prima era, come Shiori aveva fatto notare, il tempo prolungato che nessuno di loro appartenentemente aveva per sé. E l'altra...
"Uno di noi".
Era ovvio, ma non ebbe capito veramente cosa si intendeva fino a quel momento. Uno di noi equivale ad uno fra lei, Asahi, Shiori e Hyosuke. Uno del suo gruppo aveva fatto questo ad Akihisa. Il colpevole non era né uno sconosciuto, né una persona conosciuta tempo addietro. Un loro amico aveva fatto ciò ad un altro loro amico.
Koharu si irrigidì, come se i pensieri l'avessero colpita fisicamente. Uno di loro. No, non poteva essere vero. Non aveva senso. Hisa era importante per tutti loro. Era il loro pilastro, la loro guida. Perché qualcuno avrebbe voluto eliminarlo? Durante il piano, tra l'altro?
" non può essere, nessuno di noi avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non a Hisa! "
Sussurrò, abbassando lo sguardo. Le sue mani tremavano appena, stringendo i bordi del banco come se potessero impedirle di crollare.
" ascolta, Koharu "
Iniziò Shiori con voce ferma, ma gentile.
" lo so che è difficile da accettare, ma non possiamo ignorare la realtà. Il Killing Game non lascia spazio alla fidu- "
" no! "
Alzò la voce, scuotendo la testa.
" non è vero! Nessuno qui avrebbe fatto del male a Hisa! Non ci credo, e non ci crederò mai! "
Il silenzio seguì la sua esplosione.
" come faccio?! Come potete farcela voi?! "
Ruppe lo stesso silenzio da sola, frustrata.
" mi state dicendo che vi va bene, QUESTO? Vi va bene che uno di noi abbia fatto male ad Hisa? "
Batte le mani sul banco.
" come faccio a guardarvi e pensare che uno di voi l'ha ucciso? Come faccio ad accettare che nonostante ci siamo uniti per bene, il gruppo si è rotto ancora una volta? "
Strinse i denti, forte, perché nella sua mente era impossibile qualcosa del ggener, anche visto in lontananza da binocoli.
" cioè, mi state dicendo che uno di noi ha visto come ci siamo riuniti, come siamo diventati più stretti, ed ha semplicemente deciso di distruggere tutto quanto durante la nostra unica possibilità di uscire? "
Nessuno ribatté.
Il silenzio pervase la sala per un bel po'.
Detto in quella maniera, Koharu aveva ragione a non voler crederci. Hyosuke, Shiori ed Asahi si guardarono negli occhi, improvvisamente non ebbero più argomenti con cui andare avanti. Insomma, come sarebbero dovuti andare avanti? Un loro amico ha fatto ciò ad un altro! Si fidavano a vicenda! Ed ora esce fuori che per qualcuno qui, questo non è mai valsa la pena? No, non è possibile.
Non è possibile perché si fidavano fra di loro.
Non è possibile perché Hisa non aveva nessuno di odiato.
Non è possibile perché non bastava il tempo.
Ma allo stesso modo.
Non è possibile l'abbia fatto da solo perché non aveva motivo.
Non è possibile perché aveva ancora qualcuno.
Non è possibile perché quello non sarebbe nel comportamento di Hisa.
E se non è stato né lxi stesso... Né loro...
Chi è stato ad uccidere Akihisa Nakamura?
" mh? Vi siete già bloccati? "
Erika parlò seduta sul trono imponente, il pugno sosteneva la guancia mentre guardava la scena con quasi noia. Erano questi gli Ultimates della Hope's Peak Academy? I suoi sudetti compagni d'istituto? Se potete concederglielo, dopo sei processi si sarebbe aspettata qualcosa di più dai sopravvissuti. Certo, un processo corto, ma a causa della scoperta rapida e non... Questo.
" questo è assai deludente, ma in fondo cosa dovevo aspettarmi dalla Ultimate Future Foundation? Un'altra speranza due anni dopo? Ugh..."
Tirò un sospiro amaro.
" sembra che il blocco dello scrittore abbia preso controllo dei vostri pensieri: ha senso quello che sto scrivendo? Perché non trovo una buona idea? Come posso continuare questa storia? Perché non mi viene in mente niente di nuovo? E se non riuscissi mai a finire? Eccettera, eccettera... "
Si atteggiava come riuscisse a capire ogni singolo loro pensiero.
" vi avrei consigliato di uscire a prendere una boccata d'aria, ma è leggermente impossibile ciò al momento, quindi... Se volete prendervi una pausa già adesso, chi sono io per fermarvi? Basta che rimaniate qui dentro "
Scrollò le spalle.
" ... No "
Disse Hyosuke guardandola.
" no? "
" mi rifiuto di mandare avanti queste investigazioni senza senso "
Tutti lo guardarono sorpresi - Erika aveva un sopracciglio alzato - il regista. Non era la prima volta che si ribellava ad un'autorità qui dentro nel killing game, e a quanto pare non la voleva smettere.
" insomma, vedi te! Nessuno sa niente! Non ci hai dato nemmeno il tempo di investigare per bene! Sappiamo sì e no due cose in croce! Nemmeno la causa o il tempo! Come diamine dovremmo anche solo credere che ci sia stato un omicidio?! "
" e come è morto Hisa? Per magia? "
" con così poco contesto ti direi che sarebbe pure plausibile! Perché non sappiamo niente! Nulla! Zero! Nuh-uh! Io non voglio portare giustizia ad un mio amico senza basi solide! Non voglio incolparne un altro con solo una sensazione! "
Koharu strinse sia pugni che denti.
" Hyosuke ha ragione! Nulla di tutto questo ha senso! Abbiamo fatto i processi DOPO aver raccimolato abbastanza prove, queste non lo sono definitivamente! Non siamo veggenti, non abbiamo una conoscenza vasta dell'universo! E non possiamo viaggiare nel tempo per capire cosa è successo quando e perché! Questo processo è un'ingiustizia fatta e finita! "
Shiori si unì.
" stiamo chiedendo di lasciare stare finché non abbiamo ottenuto abbastanza prove, di sospende- "
BAM!
Koharu quasi cadde per terra dallo scoppio, le sue orecchie sarebbero state le prossime ad esplodere se questi botti senza preavviso non finivano. Hyosuke saltò sul posto mentre Shiori si coprì le orecchie con entrambe le mani.
Ancora una volta la speranza liceale lanciò un colpo in canna verso il soffitto come avvertimento. Ormai era routine per loro. Quando a lei non piaceva qualcosa, e le prime parole non bastavano, preferiva passare alle maniere forti.
Proprio come una dittatrice.
" ascoltatemi bene, nessuno uscirà da qui finché il colpevole non ammetterà le proprie colpe. Non mi importa quanti indizi non ed avete. Non mi importa se state cadendo nella pazzia. Finché la verità non viene a galla, abituatevi a queste quattro mura "
I suoi occhi gelidi confermavano solo la serietà di quelle parole. Nessuno. Usciva. Da. Qui. I tre volevano controbattere, andare avanti a lamentarsi, ma quella canna carica... No, non ci tenevano a sapere cosa sarebbe successo se gli fosse stata puntata addosso.
" mi incuriosisce il tuo modo di parlare "
Asahi, quale non aveva detto niente fino ad ora, aprì bocca con apparente tranquillità. Erika alzò un sopracciglio.
" pardon? "
" 'finché la verità non viene a galla', eh? Sai come funziona un Killing Game? Sai cosa sia la verità? "
Il resto lo guardò sorpreso, facendogli segno di tacere prima che fosse troppo tardi. Ma il giocatore di scacchi nemmeno li considerò. Aveva occhi solo per Erika.
" mi fa ridere che tu, una scrittrice, non sappia nemmeno che storia stia scrivendo "
Bloccò coi denti la punta della lingua come per trattenere una risata. Erika puntò il suo sguardo gelido verso di egli, posto la impugnata contro.
" desideri spiegare o andrai avanti con baggianate? "
" mi è concesso? "
Rispose ironico, prima di continuare.
Koharu non ci stava capendo niente. Cosa voleva fare adesso?
" si vede che non sei stata attenta al Killing Game qui dentro, lo stesso cui suppongo tu stessa abbia inventato. Non importa la verità, in un processo serve arrivare ad una conclusione. Se sia vera o falsa non dovrebbe importarti "
Aprì il suo E-Handbook ed iniziò a leggere.
" regola numero otto: se il colpevole viene smascherato durante il processo di classe, solo lui verrà giustiziato.
Regola numero nove: se il colpevole non viene smascherato, solo egli si diplomerá e tutti gli studenti rimanenti verranno esecutati "
Erika so mise dritta col busto come se fosse appena stata attaccata personalmente.
" insomma, anche se fosse che le regole cambino, non capisco perché tu, fra tutti quanti, la suprema sorvegliante se vogliamo proprio definirti così, debba sapere la verità? Non la sai di già per caso? "
Koharu poté provare sulla propria pelle quanto tagliente quell'affermazione fu. Perché Asahi stava giocando con il fuoco in questo momento? Insomma, voleva davvero venissero sparato o cosa?!
" asa- "
Fu interrotta da Erika.
" hai un problema con i miei ideali? Geloso, per caso? "
Rispose a tono, ma in qualche modo Asahi non si fece scoraggiare. Prese un respiro profondo e fu lì che lo capì. Vide la sua paura che gli urlava di fermarsi per il suo bene. Asahi aveva paura in quel momento, forse molto più di Koharu.
" hai tante cose che invidio, certo, ma la conoscenza non è una di queste al momento "
... Ed ugualmente andava avanti a parlare. Da solo. Koharu non voleva lasciarlo da solo. Non sapeva cosa diceva, ma doveva stare al suo gioco.
" esatto Erika, per caso non sai la verità...? "
Tentò del suo meglio, cosa che Asahi notò e rincuorò.
" ovvio che la so...! "
" se la sapessi, perché non l'hai ammesso prima? Adesso menti pure ai tuoi lettori? Oppure sei troppo fiera da ammettere che non eri alle telecamere quando accadde? "
Riprese il comando il giocatore si scacchi, facendo alzare dal trono la scrittrice.
" pensi che parlami in questa maniera ti porterà qualcosa? "
" forse sì, forse ti farà ricordare cosa significhi essere una scrittrice "
" ho speso anni a scrivere esercitarmi, progettare ed ammaestrare quest'arte non per essere degradata da un Ultimate qualsiasi. Sarò anche la speranza del Giappone intero, ma rimango prima di tutto una donna della letteratura "
Gesticolò verso il corvino.
" illuminami Fujikawa, cosa mi sono dimenticata dell'essere scrittrice secondo il tuo esperto parere? "
Asahi deglutì.
" ... Empatizzare coi personaggi "
Quella frase fu come sentire del vetro frantumarsi sul pavimento in mille cristalli.
" non sarò un esperto, ma so una cosa per certo: se non sei tu, creatrice, a capire i tuoi personaggi, come posso farlo gli altri? I tuoi progetti di cui dici di prendere cura... Sei come una madre negligente, dice di far tutto - un tetto, cibo, acqua - ma manca l'ingrediente più importante : l'affetto "
Il cuore di Koharu batteva all'impazzata. In quel momento voleva tenere la mano di chiunque per un po' di conforto. Pensava "basta Asahi, la stai facendo grossa" e "non farti uccidere pure te". Questo però rimaneva solo nella sua testa.
" è l'ultimo processo, l'ultimo ballo "
'Ultimo'?
" non si rifiutano i progetti, non si consegnano mai testi senza la conclusione. Se né noi, né te sappiamo la verità dietro questo mistero che senso ha mettersi contro ognuno? "
Erika non parlò.
" per esempio, tu sai come certe cose funzionano, ma sai precisamente come l'Amenoseo, ciò che ha ingerito Hisa, operi per filo e per segno? Sai le conseguenze che ne comporta? Perché noi sì. Ed anche fin troppo bene. Però come facciamo ad esserne certi se la commandante non vuole dare esempio? "
Il giocatore di scacchi si bagnò le labbra, esitando per un attimo ciò vhe stesse per dire.
" come puoi tenere il titolo di scrittrice, se in fondo non hai il cuore per farlo? "
La speranza liceale strinse i pugni.
" quale è il tuo obbiettivo? "
Sapeva la risposta, ma voleva sentirla dire da lui stesso.
" non è un obiettivo, è un invito "
Scrollò le spalle cercando di mantenere compostezza.
" un invito a partecipare al processo di classe come studentessa, come parte della storia. Che ne dici? Puoi decidere te quando andartene dalla discussione e quando tutto è risolto. Solo tu hai il potere di farlo "
Erika alzò la mano con la pistola.
" non perdere il controllo che hai su questa storia. Se decidi di scendere dal tuo trono e partecipare, dimostrerai di essere più forte di quanto crediamo. È questo che fa un vero leader, no? Non teme di sporcarsi le mani con la verità che tanto ricerca "
Asahi non demorse.
" o forse... non sei capace di partecipare come una di noi? È più facile restare lì a sparare ordini che mettersi in gioco davvero, non è così? Meglio stare al sicuro lì in alto, proclamandosi una dea potente, mentre le tue creazioni si distruggono senza motivo. La noia più pura nel suo significato più elevato "
...
Silenzio.
...
Asahi aveva fal-
Koharu fece d'istinto un passo indietro non appena la speranza liceale scese il primo gradino. Dopodiché il secondo. Il terzo. Fino all'ultimo. La discesa più lunga della loro vita. I successivi furono altrettanto strazianti. Ma ci arrivò. Arrivò sul podio mai usato prima d'ora, quello tecnicamente appartenente ad Hiroko e spostò il quadro di lato.
Infine, si mise dietro il banco, le mani e la pistola appoggiate su quest'ultimo. Sguardo basso fino ad ora, lo alzò. Dietro i suoi occhiali da vista due iridi piene di sfida aveva sostituito quel gelo precedente.
" cosa dovrei sapere dell'Amenoseo di preciso? "
A quelle parole Koharu lasciò il sospiro più grande della sua vita. No, non aveva idea del perché Erika lì fosse più utile che sul trono, non sapeva perché Asahi ebbe deciso di mettersi in gioco così tanto con un risultato incerto, ma l'importante era... Che ci fosse ancora. E fosse salvo. Voleva correre ad abbracciarlo, ma la presenza di Erika adesso rendeva il tutto più... Strano. L'avrebbe fatto dopo.
Ora dovevano concentrarsi sulla loro nuova strada: come potevano svelare il mistero con l'aiuto di Erika.
" shiori, vorresti prender te parola? "
Propose alla più grande il giocatore di scacchi. Anche se con un po' di esitazione, ancora perplessa da cosa fosse appena accaduto, annuì.
" è una sostanza creata da Hana ed il suo scopo è la creazione di un anestetico emotivo. Vediamo... Aveva detto che fosse principalmente per aiutare a 'dimenticare' un evento traumatico e che fosse in fase di sperimentazione, quindi ci sono TANTI effetti collaterali "
Si portò una mano alla tempia, cercando di ricordare quanto più riuscisse.
" sintomi... Sintomi... In questa 'versione', quando il corpo va in risposta di lotta o fuga, si dimentica dell'avvenimento, o meglio, ciò che è successo poco fa per fargli scatenare la reazione. Oh! E quando succede, in qualche maniera, le iridi prendono un colore rosa-fucsia acceso "
Continuò.
" effetti collaterali... avevo mal di testa, debolezza, nausea, soprattutto prima dello scaturire. Subito dopo questo si sviene e... Sì, insomma, Sumire aveva pure menzionato fosse simile ad oppioide "
Concluse.
Erika incrociò le braccia mentre l'indice della sinistra picchiettava sul braccio destro.
" pure Akihisa sapeva di questi effetti? "
Annuì Shiori.
Erika rimase a pensare.
" se prendiamo la teoria del suicidio, questa è overdose, sì. Ma avete pensato se ci fosse stato un evento da portarlo a fare ciò? "
" durante il piano? No- "
" non solo dal piano, da quando è qui dentro. L'avete mai visto così tanto giù? O disperato? "
Tutti guardarono giù, sapendo presto la risposta.
" dae-jung, sumire, axel... "
Borbottò Hyosuke. Erika alzò un sopracciglio.
" intendi le loro morti? Wow, tripletta "
Si schiarì la voce prima di continuare.
" abbiamo un motivo per cui l'abbia fatto allora- "
" no, ferma, ma è passato tempo da- "
Cercò di intervenire Asahi.
" tu sai cosa si prova a perdere una persona cara? "
Lo interruppe. Asahi mandò giù la saliva.
" sai quanto fa male sapere che, in una maniera o nell'altra, avresti potuto fare qualcosa per salvarla? Sai quanto straziante è sapere di essere sopravvissuti, quando ci sentiamo immeritevoli della nostra vita? Sai quanto i sensi di colpa riescono a mangiarti? "
Asahi non rispose, guardò solo in basso.
" lo fanno in mille modi diversi. Prima ti prendono d'un colpo, ti straziano per i primi giorni, anche con il supporto emotivo ricevuto dagli altri. Quando pensi di essertene liberato, ritornano. Questa volta piano, veramente piano, perché in realtà non se ne sono mai andato via. Li hai solo ignorati e lasciati che si costruissero una casa dentro la tua mente. Puoi sembrare forte quando vuoi, ma quando perdi 3 persone care nel corso di qualche settimana... Beh, non sono sorpresa che abbia fatto questo adesso "
Continuò a parlare.
" mettici tutta la pressione da prestazione, tutte le responsabilità sulle spalle che gli avete messo, tutta la speranza di un futuro... Capisco le azioni di Hisa meglio di tutti quanti. Non posso dargli colpe se l'ha fatto realmente "
Anche lei finì per guardare in basso, ora le mani sul banco tremavano.
Rifletté per quelle che sembravano ore.
" una domanda mi sorge spontanea: come ha fatto a prendere l'Amenoseo? Era a disposizione di tutti quanti? Non è da Hana dare in giro liberamente le sue ricerche "
Gli studenti rimasti la guardarono com esitazione.
" no, in realtà Hana era molto possessiva. Dava l'Amenoseo solo a persone che riuscivano a soddisfarla in qualche modo. O lo faceva da sola per mettere i bastoni fra le ruote "
Spiegò Koharu, grattandosi la nuca.
" sia Hana che Hisa non si piacevano, quindi la vedo difficile che gliela abbia dato "
" ma Hana non è più qui, giusto? "
Domandò la bionda con tono freddo.
" se non è qua, chiunque potrebbe prendere i suoi averi, dico bene? "
" come fai ad esserne così sicura? Sai dove stanno? "
" ... Sì, so dove Hana ha nascosto le fiale. Anche se 'nascondere' non era proprio il termine giusto "
La castana sentì il cuore saltare in battito a quell'affermazione.
" nei cassetti della sua scrivania si trovavano delle fiale ben organizzate. Ed indovinate un po'? Ne mancavano due "
Incrociò le braccia al petto.
" Akihisa deve averle scovare quando era lì dentro ed essendo che fosse solo, ha visto la perfetta opportunità per farsi fuori senza pentimenti. Non importa se il piano sarebbe funzionato o meno, lui voleva fuori di lì. La disperazione l'ha portato a tanto "
Ed ora il cuore di Koharu stava venendo mangiato da qualcosa di più grande: il senso di colpa. Tutto le cadde addosso in un istante.
Anche se prima continuava a negarlo, Erika portava in tavola carte troppo potenti da controbattere. Si mise ancora una volta nei panni di Hisa. Dopo 3 morti dei suoi amici più stretti, dopo aver costantemente provato la sensazione di essere un fallimento, dopo aver tutto il peso del gruppo sulle sue spalle... Guardò d'istinto verso il podio del cartomante.
... Era colpa loro?
Se non fossero stati così dipendenti da lui nella creazione del gruppo... Magari sarebbe ancora vivo a quest'ora? Magari se tutti quanti si odiassero, questo non sarebbe successo? Magari se non l'avesse ascoltato... Se non avesse cercato di migliorare... Non sarebbe finita in questo incubo a prescindere...?
" d'altro canto, se vogliamo optare per l'idea di un semplice omicidio, non bisogna pensare a chi, durante il piano, ha fatto ingerire quella sostanza "
Erika continuò a parlare, questa volta con voce più determinata.
" bensì a chi potrebbe aver scoperto la sostanza dopo la morte di Hana, anche se per puro caso. So che è stupido chiederlo, ma voglio vedere se il suddetto colpevole abbia ancora il coraggio di essere perlomeno onesto: chi di voi aveva scoperto le fiale? Si faccia avanti su "
Portò una mano in avanti come se volesse offrire il proprio aiuto, come una salvatrice di qualche tipo.
Nessuno si tirò in avanti.
" è così? Capisco, nessuno vuole morire dopotutto, anche perché stavo mentendo prima "
" come mentendo?! "
Disse Hyosuke d'un tratto.
Erika ridacchiò.
" se qualcuno l'avesse fatto prima, son sicura che sia io dalle telecamere che Akihisa da vittima l'avrebbe notato. In più, come avete detto voi, bisogna scatenarlo per funzionare. Significa che qualcuno per forza dev'essere stato lì ad attaccarlo come minimo, altrimenti non si spiegano quei segni sul polso, dico bene? "
Spiegò quasi divertita dalle loro reazioni.
" ma ahimè, questo assassino è più furbo di quanto pensassi: silenzioso, crudele e persino disonesto... Non il tipo di persona a cui aspiro di essere, per certo "
Portò nuovamente le mani sul banco, un palmo andando sulla pistola.
" sapete, ho sempre cercato di difendere tutti allo stesso modo dalle cattiverie della Ultimate Future Foundation. Ma quando vi atteggiate proprio come loro, non posso che arrabbiarmi "
Un sorriso dispaciuto comparì sulle labbra e scosse la testa.
" c'è una persona qui che sarebbe riuscito a farvela sotto il naso, se non fosse stato per me. Uno di voi quattro sa per forza qualcosa di questa storia. Volete tirare ad indovinare chi sia o ve lo dico io? "
Koharu guardò i suoi amici. Uno di loro tre sapeva qualcosa? Perché non l'ha detto prima allora?! Perché- perché improvvisamente erano tutti così distanti da tutti? Non erano un gruppo o-
" Asahi, davvero non vuoi metterti sotto i riflettori quando sei stato l'ultima persona a vedere Akihisa? "
Koharu spalancò gli occhi nella direzione del giocatore di scacchi. Asahi sapeva qualcosa e non l'ha detto? Cioè! Sì, era l'ultimo rimasto ma- dove avrebbe avuto il tempo di fare ciò ad Akihisa quando era in piscina-
A meno che...
" fate quello che dovete, senza esitazione, e se serve una mano basta mandare un messaggio e correremo da voi "
" andiamo Hisa "
Fu quella l'ultima conversazione avuta con entrambi insieme. Quel momento le sembrava così... Genuino! Persino da parte di Asahi! Tutte quelle promesse! Quei piani futuri di rivedersi! Non le potete dire che aveva in mente di fare ciò mentre ascoltava quelle parole rassicuranti! Non potete dirle che stava cambiando idea! Non quando... L'aveva perdonato..!
" e passare per il colpevole quando non lo sono? No grazie "
Parlò finalmente il giocatore di scacchi.
Erika inclinò la testa, osservandolo con occhi scrutatori.
" interessante "
Disse, il tono più morbido ma non meno pericoloso.
" ti difendi così rapidamente, ma nessuno ti ha accusato formalmente... ancora. Sai, a volte il silenzio è un'arma, ma la troppa difensiva può sembrare sospetta "
Xlx corvinx incrociò le braccia, mantenendo un'espressione fredda e impassibile.
" è facile accusare l'ultima persona che ha visto Hisa. È un cliché. E se fossi stato davvero io, pensi che avrei lasciato tracce così evidenti? Non sono stupido, Erika "
" non lo sei, i tuoi voti scolastici dicono altro infatti "
Convenne lei, ridendo sotto i baffi.
" ma non sottovalutare la possibilità che la tua arroganza possa averti tradito."
" sta parlando senza prove, Non sappiamo ancora cosa sia successo esattamente. Accusare qualcuno solo per logica deduttiva non risolve nulla "
Intervenne Koharu, incapace di trattenersi a tutte quelle accuse. La sua voce tremava leggermente, ma il suo sguardo era determinato. Non è che non capisse il ragionamento, anzi, era proprio perché era comprensibile che la frustrava.
Erika la guardò, il sorriso svanito.
" oh, Koharu... Sei sempre così pronta a difendere gli altri. Ma dimmi, hai davvero pensato a ciò che è accaduto? Sai bene che qualcuno qui sta mentendo. Forse sei troppo buona per accettarlo, ma quella bontà potrebbe costarti caro "
Il silenzio calò nella stanza, denso come una coltre di nebbia.
Erika sospirò teatralmente, appoggiandosi al banco.
" e va bene. Il mio obiettivo non è accusare senza fondamento... Il mio obiettivo è smascherare il vero colpevole, e questo richiede pazienza "
Fece una pausa, fissando ciascuno di loro con intensità.
" asahi, tu eri l'ultimo a vedere Akihisa, per forza sai qualcosa che non vuoi condividere per... Paura forse? Ma ormai ti ho smascherato, più stai in silenzio e più farai credere a tutti di essere il colpevole dietro la sua morte. Hai due possibilità: inizi a parlare o ammetti silenziosamente la tua sconfitta "
Gli occhi di Hyosuke, Shiori, Koharu ed Erika erano puntati contro di sé. Asahi era ancora una volta sotto i riflettori, pronto ad essere giudicato qualsiasi cosa avrebbe fatto. Doveva essersene abituato a questo punto, non solo per il Killing Game, anche fuori da lì ebbe sempre ricevuto quel trattamento. Tutte le luci puntate addosso che aspettavano solo una sua azione, qualsiasi azione, da poter usare per o contro di egli. Tutto andava bene, tutto, purché il pubblico aveva la possibilità di prendersi vantaggio di lui. E per tanto tempo, anche qui, si è fatto mettere i piedi sopra. Perché Asahi sapeva solo fare questo: il burattino.
Questo finisce oggi.
Prese un respiro profondo e battè le mani una volta prima di tenerle strette al petto.
" sì, potrei avere delle informazioni riguardo Akihisa che qui nessuno, compresa Erika, sappia "
" 'potresti avere'? "
Ripeté Erika interrogativa. Asahi annuì.
" potrei conoscere qualcosa. Ma perché dovrei rilasciare così facilmente queste informazioni a voi tutti? Cosa ci guadagnerei? "
" oh, perfetto, questo è impazzito completamente "
Borbottò Shiori sorpresa dalla scena a cui stesse assistendo. Hyosuke e Koharu erano ugualmente perplessi, tanto che nessuna parola usciva dalle loro bocche.
" guadagnarci? Vuoi parlare di guadagno in una situazione di vita o morte? La TUA vita o morte "
Asahi sorrise, un sorriso sottile, quasi beffardo, che sembrava fuori luogo nel clima teso della stanza.
" esatto, Erika. Voglio parlare di guadagno. Perché tutto qui dentro si basa su quello, no? Sopravvivenza, alleanze, tradimenti... Tutto è una questione di guadagno. E se devo essere il personaggino che tanto desideri, allora è giusto che almeno ne tragga qualcosa."
Koharu si agitò, confusa e spaventata.
" Asahi, ma cosa stai dicendo? E se ti uccides-"
" fidati di me, Koharu, per una volta "
La guardò con uno sguardo intenso.
Erika fu quasi divertita dalla scena.
" Koharu ha ragione, se non collabori posso semplicemente prendere questa pistola e darti il colpo di grazia "
Scosse la testa.
" non lo faresti, non puoi farlo. A chi chiederai dopo la verità? "
Le fece notare, cosa che fece scomparire il sorriso della più grande in un istante.
Hyosuke strinse i pugni.
" smettila con queste filosofie! Se sai qualcosa su Akihisa, parla e basta! Non siamo qui per dei giochi mentali e lo sai benissimo! "
Fu ignorato. Il giocatore di scacchi si rivolse invece a Erika.
" le mie condizioni sono le seguenti: ti dirò tutto ciò che so, ma in cambio voglio sapere qualcos'altro... "
Erika incrociò le braccia con un'espressione più seria.
" e cosa sarebbe questa cosa, mio caro super giocatore di scacchi liceale? "
" se siamo finiti in questo incubo, allora tutti noi abbiamo diritto a sapere come ci siamo arrivati, come minimo. E perché non chiederlo alla mente dietro tutto questo? "
Il silenzio calò nella stanza. Gli altri lo fissavano increduli, mentre Erika strinse le mani sul banco, il suo sguardo diventando ancora più tagliente.
" vuoi farmi domande, Asahi? Davvero credi che sia il momento per interrogarmi? Pensavo fossi più intelligente "
" pensavi male allora "
Rispose lui senza esitare.
" se davvero vuoi risolvere questo caso, allora è il momento di essere onesta. Dimostra che sei diversa dalla Ultimate Future Foundation che tanto disprezzi. Rispondi alle mie domande, Erika. Altrimenti, potrei decidere che le informazioni che ho su Hisa restano con me per sempre "
Koharu fece per riaprire bocca per farlo ragionare, ma Erika la precedette alzando una mano, zittendola subito. Il suo sguardo non si staccava da quello di Asahi. Erano come due predatori, avvinghiati alle loro prede. Sapevano avere un vantaggio sopra l'altro, ma anche una debolezza. Stava a loro decidere come usufruire di queste nella maniera migliore.
" va bene, accetto "
Disse infine, con un tono calcolato.
" sputa il rospo "
" oh no, mi sa che non ci siamo capiti. Prima le pongo io le domande. Devo assicurarmi non mi voglia ingannare "
Erika strinse i denti.
" credi riesca a cadere così in basso? "
" chissà, meglio non rischiare. Ti dà fastidio per caso? "
La speranza tirò un sospiro profondo.
" fai le tue domande. Ma sappi che, se non mi convincerai, non esiterò a puntare il dito contro di te "
Un sorriso enigmatico si formò sul volto di Asahi.
" sui giornali abbiamo letto di questo famoso primo killing game, quale hanno fatto parte i membri di Shini Goro, fra cui Hyosuke, ma mi sembra tutto ancora molto confusionario. Chi è stato a crearlo, perché e come ha fatto spargere la voce di Shini Goro? "
" dritto al punto da quanto vedo, eh? "
" mi sembra il minimo, non hai voluto dare a Hyosuke stesso, una vittima, le risposte che merita. Ora devi. Per forza "
Entrambi guardarono in direzione del regista, quale si denti messo sotto grande soggezione.
" mentirei se dicessi che non voglio risposte... Quindi Erika? "
La bionda tirò un enorme sospiro.
" per spiegare questo dovrei raccontarvi l'origine di tutto quanto sapete? Ironicamente, questa è una reazione a catena che si trasforma sempre di più in un disastro "
" che intendi? "
" la Ultimate Future Foundation ha creato quel Killing Game e Shini Goro "
Cominciò a raccontare.
" tutto inizia dal millenium development, ossia quando Tai Kaneko è stata licenziata dal suo incarico anni dopo la morte di suo marito, il vero capo fondatore. Era un uomo ambizioso, aveva sia una laurea in medicina che un posto in politica. Si può dire che, in un certo senso, sia stato proprio lui la prima speranza del Giappone intero, colui che ha dato inizio alla tradizione. E come ben sapete, loro sono i nonni di Subaru Kaneko "
Prese un respiro prima di continuare.
" tuttavia si venne a scoprire in segreto che il licenziamento... Diciamo che non fu proprio consono in termini della legalità. Non so nemmeno io i dettagli per filo e per segno, ma so che qualcuno aveva ficcato il proprio naso fin troppo in affari altrui "
" e chi? "
Corruggò la fronte Asahi, ora incuriositx.
" ... Non ha importanza- "
" quindi non le vuoi le informazioni su Akihisa? "
Non la lasciò terminare la frase. Erika si morse la lingua mentre lo fissava minacciosa. Mandò giù la saliva.
" ... Kouyou Onishi "
Disse con riluttanza.
Shiori spalancò gli occhi.
" aspetta... Lo stesso-? "
" sì, lo stesso Kouyou deceduto quella sera. Lui sapeva tutto del licenziamento. Ed hanno deciso di farlo fuori "
Disse tagliante, i ricordi ancora più affilati e dolorosi. La medium portò il busto in avanti.
" ucciderlo? Però il giornale diceva si fosse sui- "
" non lo è! Non l'è mai stato! "
Batté il pugno con la pistola sul podio, piena di frustrazione.
" ... Ho ingaggiato un investigatore privato, ed hanno scoperto che nel corpo c'erano sostanze stupefacenti sconosciute nel database giapponese. Il resto delle prove è stato cancellato sulla faccia della Terra, senza traccia. Ma io so, so che Kouyou non avrebbe fatto una cosa del genere, okay? Non quando... "
Si fermò, pensando a come formulare la fine della frase cautamente.
" ... non quando era così felice "
Nessun altro osò fiatare. Il silenzio creato era pesante, malinconico, forse per Erika addirittura nostalgico. Koharu si domandava se ci fosse dell'altro sotto quella frustrazione. Come era la relazione fra Erika Uchimura e questo suddetto Kouyou Onishi? Semplici amici, o...?
L'interessata scosse la testa, riprendendo il discorso.
" ma non è questo il punto... Il punto è che l'hanno fatto fuori pensando di risolvere la situazione, ma non fu così. Altre persone vennero a conoscenza del segreto e cercarono di toglierle di mezzo nuovamente. Non potevano usare ancora una volta lo stesso metodo - forse per soldi, forse per non far crescere sospetti o forse sarebbero diventati troppi, non lo so - e quindi decisero di inventare una storiella su cui potevano scaricare ogni singola cattiva azione "
Sospese il discorso per qualche secondo, guardando ogni presente.
" la storia dei Shini Goro, il gruppo terroristico più spaventoso del Giappone "
Erano come pietrificati.
" per farla credibile però, decisero sarebbe stato meglio creare casini di per sé, altrimenti chi avrebbe abboccato? Più drammatica fosse, più enorme sarebbe stato lo shock e più persone ci sarebbero cascate. Hanno riflettuto, rapito le persone coinvolte e poof! Ecco il primo killing game! Inventato da loro macabra mente! "
Hyosuke intervenne.
" sì, ma perché noi? Come avremmo dovuto scoprire di questo dramma?! "
Erika lo guardò con un sorriso malinconico.
" eravate nel luogo sbagliato al momento sbagliato "
Disse con pietà e dispiacere, come se nemmeno lei volesse che le cose diventassero quel che son diventate.
" sospettavano che Kiku e Tai avessero qualcosa a che fare con la vicenda, ed hanno colto la palla al balzo con quell'incontro "
Continuò.
" e se pensavate che la U.F.F. si freghi di voi come persone, vi sbagliate di grosso. Insomma, guardate come l'hanno ridotto? Membro di un gruppo che nemmeno esiste ed odiato da tutti praticamente... "
Guardò poi gli altri tre.
" non gli importa chi mettere in mezzo finché la loro immagine rimanga pulita. Non gli importa quante vite rovineranno e spegneranno. Finché continuano a guadagnarci, sterminerebbero chiunque si metta nel loro cammino "
Il volto e tono divennero freddi, apatici e quasi robotici, rispecchiando la vera natura dell'organizzazione più speranzosa del Giappone.
" dopo l'avvenimento, il gruppo nacque ufficialmente da un annuncio, il primo di tanti, me lo ricordo ancora a memoria. 'Nemica della H.P.A., desiderano il controllo del Giappone e la rovina del sistema educativo. Agiscono per potere, invidia e disperazione. Gli Shini Goro'. "
Imitò la voce del presentatore al telegiornale.
" ti soddisfa questa risposta? Ha schiarito le tue idee? Mi fa strano ti interessi a questa faccenda passata piuttosto a quella attuale "
Asahi annuì alle domande, seppur l'espressione indossata indicava ancora incredulità. Ora non era il momento di tirarsi indietro.
" infatti la mia prossima domanda riguarda questo killing game. Smonta queste domande come ti pare. Innanzitutto mi viene spontaneo chiedere perché un secondo killing game? Chi ti ha aiutato a fare questo? E soprattutto perché è così diverso dal primo? A noi è stato detto che erano solo bloccati lì dentro e che Subaru... Sì, ha fatto ciò che ha fatto, niente di questo casino a cui noi siamo andati incontro "
Erika si portò una mano sugli occhi, togliendosi gli occhiali e strinse il ponte del naso.
" temo che la risposta non vi piacerà. Affatto "
" non mi importa, voglio sapere. Devo sapere "
La bionda si ricompose ed assunse un atteggiamento serio.
" partiamo dalle cose più semplici: chi mi ha aiutato sono solo persone che si fanno comprare con la giusta somma di denaro. Gli dai quello che vogliono ed in cambio fanno ciò che richiedi senza battere ciglia due volte, tantomeno farti domande sul perché delle tue azioni. Così semplice diventa la gente quando ci sono i soldi di mezzo. Mi fa quasi pena "
Spiegò coincisa.
" per le altre due domande... "
Prese un respiro prima di iniziare il suo discorso con determinazione e grinta.
" sono la super scrittrice liceale, ma il mio compito non è solo scrivere - quelli sono i ghostwriter - bensì creare. Mi lascio ispirare dal mondo intorno a me e creo. Posso creare per una variegata serie di motivi, posso avere mille e più compiti: nell'antichità gli scrittori educavano i lettori, nel medioevo spargevano voce spirituale, nel rinascimento esplorano ed enfatizzano la natura umana, nell'illuminismo promuovevano la ragione, nel romanticismo invece esaltavano le emozioni, nel realismo e naturalismo criticavano la società per stimolarne la consapevolezza, nel modernismo sfidavano canoni tradizionali con introspezioni psicologiche... "
Portò una ma non sul petto, dove il suo cuore pulsava più forte che mai.
" ora ci troviamo nella contemporaneità, dove io ed i miei colleghi non siamo altro che testimoni, critici ed interpreti della complessità del mondo. Siamo intrattenitori, esploratori ma anche compassi morali dove la denuncia dei problemi globali deve insegnare cosa sia giusto e cosa sbagliato. Siamo pluralismo, siamo i lettori. Il compito di uno scrittore è capire il lettore per aiutarlo, aprirgli gli occhi sulla crudeltà di questo nuovo mondo "
La passione e serietà con cui fece quel discorso... Sì, era chiaro quanto a cuore avesse questa cosa.
" io ho creato per insegnare, per dare voce alle lamentele di chi non viene mai ascoltato "
Andò avanti.
" la Ultimate Future Foundation voleva un nemico da denunciare per le loro stesse attività? Io glielo ho creato. Volevano un nemico a cui cadere vittima? Io glielo ho creato. Volevano un killing game crudele? Io glielo ho creato. Volevano parlare di rapimenti? Io ho rapito. Volevano fortificare il terrorismo dei Shini Goro? Io ho preso la palla e sono corsa chilometri per far si che ciò si realizzasse "
" cosa?! N-non capisco! "
Venne spontaneo esclamare questo a Koharu. Erika le sorrise.
" sai, si dice che più è complicato un lavoro, meno sono le persone in grado di farlo. Tutti sanno quanto faccia 1+1 ma chi comprende il teorema di Riemann è considerato unico. Memorizzare è per tutti, capire è per pochi. Per questo non tutti devono capire. Ci pensano gli altri. Più o meno questo è la stessa logica con cui siete diventati ultimate, non è vero? "
Le rinfacciò divertita. Koharu mandò giù la saliva.
" pensateci sopra: perché una persona dovrebbe essere la migliore a prendersi cura di un animale? A giocare ad un gioco da tavolo? A filmare una storia? A comunicare con l'aldilà? Perché non segue solo tutte le regole, ma capisce quando spezzarle, quando rinnovarle e, perché no, anche ricrearle "
D'istinto guardò tutti i presenti nella stanza. Uno ad uno.
" il punto dell'essere Ultimate è usare le proprie capacità a servizio della società per migliorarla proprio con i vostri 'talenti'. Voi siete superiori e come tali dovete dare di più a chi non ha questo dono. Venite trattate meglio del resto perché voi siete, sotto il punto di vista della Hope's Peak Academy, il meglio della generazione "
Abbassò il capo, stringendo le mani in pugni sul banco.
" ma questo non può più andare avanti così "
Quando lo rialzò, i suoi occhi dimostravano ferocia.
" e quindi hai deciso di 'insegnare' una lezione alla U.F.F. mettendoci in mezzo?! "
Sbraitò Hyosuke.
" non è solo quello "
" è una lezione per voi, per chiunque sia mai stato etichettato come 'Ultimate'. È una lezione sulla fragilità della perfezione, sul peso delle aspettative, e su come la società vi consuma, vi adula, e poi vi distrugge "
Koharu si portò una mano alla bocca, incredula.
" vuoi dire che... questo Killing Game è... una critica? "
Erika annuì lentamente.
" esattamente. La Hope's Peak Academy vi ha messi su un piedistallo, chiamandovi il meglio del meglio, ma non vi ha mai chiesto se volevate essere lì. Non vi ha mai preparati per il prezzo di essere Ultimate. E ora, siete qui, a lottare per le vostre vite, a dimostrare che non siete diversi dagli altri, che sotto la superficie siete umani, fallibili, e fragili come chiunque altro "
Hyosuke si buttò in avanti, il volto contratto dalla rabbia. Fra tutti quanti, era normale che fosse lui quello più frustrato. Dopo tutto quello che ha passato...
" quindi ci hai messi in questa situazione solo per dimostrare un punto? Per dimostrare che siamo 'fallibili'? Che siamo come tutti gli altri? Questo è malato, Erika! "
Lei non batté ciglio, mantenendo la sua compostezza.
" malato? Forse. Ma è necessario. La Ultimate Future Foundation ha preso il concetto di Ultimate e l'ha trasformato in un'arma, un simbolo di controllo e superiorità. E voi siete sia vittime che carnefici di questo sistema, anche se non lo volete ammettere "
Asahi la interruppe, il tono calmo ma tagliente.
" quindi questo non è solo un attacco alla U.F.F., ma anche a noi. Vuoi distruggere il concetto stesso di Ultimate, vero? "
Erika sorrise appena.
" ti direi sì... Se vogliamo parlare della disperazione di questo piano "
" disperazione? "
" ogni moneta ha due facce, come ben sai. Non tutto il male viene per nuocere. Questo Killing Game non è stato fatto solo per portare disperazione... Ma anche speranza "
Un Killing Game poteva portare speranza? Non aveva senso! Minimamente senso! Come diavolo poteva un gioco crudele, quale metteva vite innocenti a rischio, portare qualcosa di positivo in tutto questo?
Koharu si portò una mano nei capelli, incredula a cosa le sue orecchie udissero in quel momento.
" ti sei fumata mille canne prima di venire qua, come diamine fai a dire che tutto quello che abbiamo passato qui dentro sia anche... Speranza?! Non hai capito cosa abbiamo dovuto fare?! Cosa ci ha spinti a fare questa tua stupida protesta?! Come si ha ridotti la tua insulsa lezione?! "
" dimmi Koharu, quando pensi al dolore, pensi solo al tuo stesso o anche a quello di altri? "
" cosa? "
" sai cosa detta la legge dello scambio equivalente? "
" che-? "
" afferma che per ottenere un qualcosa di valore, è necessario sacrificare qualcosa di uguale valore. Sottolinea il principio dell'equilibrio, del bilancio. Se una cosa va bene, dall'altra parte qualcos'altro andrà per forza storto. Secondo te, l'essere Ultimate, è un'eccezione a questa regola? "
Koharu tacque, dando il via ad Erika di parlare.
" il Giappone ebbe deciso 80 anni fa di creare qualcosa di buono: il sistema Ultimate. Sui giornali non si fa altro che parlare di quanto sia la migliore invenzione del secolo, quale porterà avanti la nazione come una delle più predominanti in tutti i settori: economico, ecologico, socio-culturale e così via "
Portò lo sguardo verso l'alto.
" hanno creato la speranza, ma si sono dimenticati della disperazione che ne sussegue "
Alzò anche la mano verso la luce pendente dal soffitto, come se fosse il sole, accecante ma confortante.
" creando un rango superiore, ne derivò uno inferiore. Hanno diviso la società in due: Ultimate e non-Ultimate. Privilegiati e discriminati. Guadagni e perdite "
Strinse il pugno, bloccando quella luce dalla sua vista.
" voi sarete pure la speranza del sistema, ma accettando questo titolo siete diventati anche la disperazione dei vostri coetanei "
Abbassò quest'ultimo e lo riportò al cuore.
" da speranza, non posso accettare questo! Ogni ragazzo ai miei occhi è uguale all'altro - Ultimate o non-Ultimate. Non faccio distinzioni! Per questo, non posso lasciare esistere un sistema che approvi di ciò! Che lasci la maggioranza a soffrire per devotarsi a pochi individui! La speranza va data in uguale modo a tutti quanti! Perché tutti i giovani meritano un futuro, non importa le loro capacità! Se uno è meglio in matematica che in letteratura, se preferisce ballare anziché giocare basket, se ha una laurea o il certificato della scuola media! Ogni studente, ogni individuo, è un brillante di possibilità che non va mai spenta! Nessuno ha il diritto di farlo - nessuno! Soprattutto la Hope's Peak Academy! "
La grinta tirata fuori, la determinazione nei suoi occhi... Erika aveva a preso a cuore questa faccenda.
" perché dovremmo essere noi gli unici a sperare? Perché non possono farlo gli altri?! Persino Kant lo mette in chiaro: ogni essere umano ha una dignità, ossia un valore unico e non può essere usato come un semplice strumento. Cosa ha fatto la Hope's Peak Academy? Il contrario di tutto questo! "
Puntò il dito contro tutti.
" ogni giovane è uno strumento da quando è entrata in vigore questo sistema. Ogni ragazzo stabilisce non più la sua identità, bensì il suo utilizzo nella società e si dimentica che è molto più di una pedina di questo insulso giochino di superiorità. Questa non è speranza, è competizione, è distruzione, è disperazione. E voi fate solo parte dell'equazione "
Prese un respiro profondo, abbassando la mano.
" per questo devo fare di tutto... Di tutto per abolire questo sistema di ingiustizie. Per questo ho creato il killing game. Per questo ho installato camere per registrare tutto. Per questo sono... Diventata la speranza della generazione "
I suoi occhi erano fiammeggianti, come se il peso di ogni parola pronunziata fosse sostenuto da un fuoco inestinguibile. Erika non tremava, non esitava, nemmeno di fronte ai loro sguardi sconvolti. Sembrava un generale sul campo di battaglia, convinta che ogni sacrificio fosse giustificato dal suo obiettivo finale.
Koharu, però, non riusciva a distogliere lo sguardo. C'era qualcosa di magnetico e allo stesso tempo spaventoso in quella determinazione. Le parole di Erika le rimbombavano nella mente, eppure non riusciva a dare loro un senso. Era giusto sacrificare così tanto, distruggere così tante vite, per un'idea?
" Erika... Ma perché noi? Perché hai scelto proprio noi per questa tua... crociata? "
Koharu mormorò, quasi con un tono supplicante. La scrittrice inclinò leggermente la testa, come se la domanda fosse sia attesa che ridondante.
" perché voi siete il cuore del sistema. Voi, gli Ultimate, siete sia i simboli che i complici di tutto questo. Se voi crollate, l'intero castello di carte cade con voi "
Hyosuke strinse i pugni, la rabbia evidente.
" questo è folle! Non puoi giustificare un massacro con un ideale! Non puoi! "
Erika lo fissò, glaciale.
" massacro? Oh, Hyo, non usare parole di cui non sai il significato. Questo non è un massacro! Non è niente in confronto al massacro al di là di queste mura! "
Portò il busto in avanti.
" è una rivoluzione. E ogni rivoluzione richiede sacrifici. Non sono io che vi ho messi in questa posizione, è il sistema che vi ha creati e poi vi ha abbandonati. Io sono solo il catalizzatore "
Shiori scosse la testa, le parole uscivano difficilmente dalla sua bocca.
" e tu pensi davvero che il mondo guarderà queste registrazioni e dirà: 'Erika aveva ragione'? No, Erika, vedranno solo una carnefice. Una pazza "
Un sorriso amaro si dipinse sul volto di Erika.
" ben venga. Ma non importa come mi vedano. Importa solo che vedano. Che aprano gli occhi. Che capiscano la realtà. Se anche solo un adulto là fuori metterà in discussione il sistema, allora tutto questo sarà valso la pena "
Asahi rimase in silenzio per un lungo momento, osservandola attentamente. Poi, con apparente calma che cercava insistemente di non scoppiare, chiese:
" e-e cosa succede se il tuo piano fallisce? Se il mondo ignora il tuo messaggio e continua come sempre? "
Erika si irrigidì, ma rispose con fermezza.
" ... Non può fare finta di niente, non dopo che questo farà hit nazionale e, chissà, internazionale! Ed anche se fosse, allora sarà colpa loro. Io avrò fatto la mia parte. E continuerò a farla, finché avrò respiro "
Il silenzio calò nuovamente nella stanza, ma questa volta era un silenzio pesante, carico di tensione e conflitti interiori. Koharu abbassò lo sguardo, stringendo le mani fino a farle sbiancare.
" per questo porto speranza con la distruzione. Togliere questo rango e riportare tutti al piano di partenza, dove ogni studente è uguale all'altro, dove ognuno ha la stessa possibilità di entrare alle università, ai lavori dei propri sogni, al futuro che merita. Per questo Shini Goro è diventata speranza qui fuori "
Alla fine del discorso si ricompose, prese i suoi occhi e si pulì quest'ultimi con un panno tirato fuori dalle tasche della giacca.
" ve l'ho detto, la risposta non vi sarebbe piaciuta. Nemmeno a me piace cosa sta succedendo... Ma è necessario "
" parli tanto del 'fuori', ma non hai ancora spiegato cosa sta succedendo lì. Che stanno facendo i cosiddetti 'non-Ultimate'? Perché la rivoluzione? Perché Shini Goro come speranza? "
Il giocatore di scacchi non demordeva, anzi, più cominciava a sapere, e più desiderava andare avanti. Era come Faust: insaziabile.
" sei un individuo particolare, sai? Non mi sorprendo ti abbiano dato un titolo, in tutta sincerità "
" rispondi "
Un sorriso compiaciuto si ridipinse sulle labbra prima di parlare ancora una volta.
" come ho detto, tutti i giovani meritano uguale speranza, a discapito del sistema. Non sono importanti le loro origini, medie scolastiche, conoscenze ed amicizie "
Chiuse un occhio ed allontanò le lenti per vedere in maniera mirata il giocatore di scacchi.
" sai cosa distingue i giovani rispetto ad adulti ed anziani, oltre alla loro età? "
" illuminami "
" la loro energia "
Dichiarò con confidente, fissando il corvino con uno sguardo che sembrava trapassarlo.
" energia? "
Ripeté Koharu, confusa.
" esatto. L'energia dei giovani è ciò che li rende unici rispetto a tutte le altre fasce d'età. È la loro vitalità, la loro capacità di agire senza paura, di sfidare il mondo senza lasciarsi appesantire da dubbi o rimorsi, anche per via della loro ingenuità. È quell'impulso instancabile che li spinge a correre, a ribellarsi, a costruire qualcosa di nuovo, anche quando tutto intorno sembra crollare "
La speranza si voltò lentamente verso Koharu, gli occhi fissi nei suoi, quasi perforanti.
" ma questa energia non è infinita. Il sistema in cui viviamo si nutre di essa, la sfrutta, la consuma. Per alcuni di voi, gli Ultimate, questa energia viene trasformata in successo, in privilegi. Per tutti gli altri, i non-Ultimate, viene prosciugata, lasciandoli vuoti, disillusi, intrappolati in una società che li considera superflui "
Asahi incrociò le braccia, il suo sguardo ancora analitico.
" e tu pensi di restituire loro questa energia distruggendo il sistema? Pensi che la tua rivoluzione possa fare la differenza?"
Ella annuì, la determinazione incrollabile.
" non penso, Asahi. So che può. L'energia non si crea né si distrugge, si trasforma. Questo è il principio fondamentale della fisica. Se distruggo questo sistema, l'energia che alimentava la sua corruzione si trasformerà in qualcosa di nuovo. In qualcosa di giusto. Tuttavia... "
Erika si fermò un momento, il suo sguardo penetrante si spostò su ciascuno dei presenti.
" ...i giovani sono stati ingannati. Per troppo tempo, gli adulti hanno confuso la loro ingenuità con stupidità. Hanno deciso che non potevano pensare da soli, che dovevano essere guidati, controllati. Col tempo, questa convinzione è diventata un'arma: il sistema li ha resi strumenti, pedine. Ma ora i giovani hanno aperto gli occhi. E la loro energia, la loro rabbia, è il combustibile più potente "
Si voltò verso Hyosuke, fissandolo con intensità.
" tutti i giovani là fuori si sono stancati. Stanchi di sentire senza ascoltare. Di eseguire senza chiedere. Di credere senza sospettare. Hanno capito quanto sia tossico il sistema che promette loro un futuro, ma che in realtà li schiaccia. Pressioni, aspettative, voti bassi,... Tutto questo non ha portato altro che danni. Depressione, disturbi alimentari, perfezionismo, burnout. Questa non è educazione. È tortura. E se non sei un Ultimate, sei il più grande fallimento della società. È una menzogna che fa male. Un veleno che uccide "
Fece una pausa, il silenzio nella stanza era quasi assordante.
" avete sentito parlare del 'despair effect', vero? Lo chiamano la pandemia del decennio, ma non è una malattia. È il risultato di un sistema che avvelena le menti dei giovani. Ragazzi che si convincono che non ci sia speranza per loro. Che l'unica via d'uscita sia mettere fine alla propria esistenza. Prima erano le strade in città, poi le autostrade. Ora ogni corso, ogni scuola, ogni quartiere porta con sé storie di dolore "
Erika alzò lo sguardo, con una luce feroce negli occhi.
" ma tutto questo è cambiato. È cambiato quando siete finiti qui dentro "
" che intendi? Cosa sta succedendo là fuori? "
Chiese Koharu, la voce tremante.
" ogni rivolta, ogni vandalismo, ogni atto di ribellione... Tutti attribuiti a Shini Goro. E sapete una cosa? Hanno ragione "
Fece un passo avanti, puntando il dito verso il gruppo.
" Shini Goro non è più un'organizzazione terroristica. È un'idea. È il grido di ogni giovane che si è stancato di essere ignorato. È la speranza della generazione. Ogni ragazzo, Ultimate o no, ora è parte di Shini Goro. È il loro modo di dire: basta. Basta accettare un sistema che li distrugge. Basta essere strumenti. Ora sono loro a decidere "
Asahi serrò i pugni, cercando di mantenere la calma.
" e pensi che distruggere tutto possa davvero cambiare qualcosa? "
La bionda annuì, il suo volto deciso.
" sì. Perché ogni rivoluzione nasce dal caos e dalla necessità. Come Les Misérables insegna "
Si fermò, osservando attentamente le reazioni di ciascuno. Poi, con una calma glaciale, concluse:
" per il mondo. Per la giustizia. Per voi "
L'ennesimo silenzio calò in sala. Solo il respiro di Erika era udibile alle orecchie di Koharu. Solo il suo, perché il proprio rimase sospeso per fin troppo tempo.
Koharu non ci credeva.
Koharu non voleva crederci.
Coloro che hanno sempre visto come il nemico... Era fuori da qui tutt'altra cosa? No- non aveva senso! Non poteva avere senso!
Come potevano essere i ragazzi della sua età per questo macello?! Non lo capivano- anche loro erano ragazzi!
" non... Nessuno vorrebbe... "
" non è volere, è dovere. Voi dovete stare qui per cambiare la storia. Loro devono stare lì fuori, ad urlare, per cambiare la storia. Io devo metterci del mio, supportare le loro gesta, per cambiare la storia. Perché senza mezzi estremi, tutto tornerà alla normalità. Tutti cadranno in disperazione. L'ho spiegato prima, no? Sacrifici sono necessari "
Portò le mani vicino al petto.
" loro vogliono cambiare, l'ho visto con i miei stessi occhi in queste settimane più forte che mai: la fiamma che mai si spegne. La fiamma del futuro. Sapere che ogni giovane possiede ancora la speranza, la forza di andare avanti, mi rende solo grata di aver accettato questo titolo. La gioia che mi porta vederli finalmente tirare fuori la loro vera natura! Non avete idea dello spettacolo che vi state perdendo! "
Una risata sfuggì dalle sue labbra. Una risata gioiosa, euforica addirittura, che alle orecchie della castana era una sinfonia macabra. Piano piano la svuotava di ogni cosa. La sua mente diceva soltanto speranza, disperazione, Shini Goro. Speranza, disperazione, Shini Goro.
Speranza.
Disperazione.
Shini Goro.
Questi tre termini esistevano veramente nello stesso gruppo?
Le sue gambe tremavano, la mascella si strinse, i suoi occhi lucidi a stento combattevano le lacrime. Non aveva la più pallida idea di come prendere quell'informazione.
" p-perchè farci del male... se siamo come loro..? "
Il filo della voce rotto era invece una melodia stonata, portava sconforto in tutti quanti. Tranne Erika.
" non capite? Siete anche la U.F.F., e quei titoli, quelle etichette, sono state la vostra rovina. Da quando siete qui dentro, il vostro dolore non è stato solo il vostro; ha dato speranza a chi ne aveva più bisogno. Eppure, vi rendete conto di una cosa? Siete proprio ciò che la U.F.F. voleva che foste: simboli di speranza, anche nella disperazione. Nonostante il dolore, riuscite ancora ad essere luce per chi non ce l'ha, a portare quella speranza che altri non osano neppure sognare "
Il sorriso della più grande si allargò.
" siete esattamente ciò che Shini Goro necessita, ma siete anche il loro odio più grande. Anzi, proprio perché lo siete vi rende speciali. Perché? Perché fate parte di questo sistema, lo alimentate, anche senza volerlo. E sì, questo vale anche per me. Sono la speranza liceale, eppure, come voi, sono anch'io dentro questo ingranaggio. Eppure, non è l'odio che mi definisce. Non è l'odio che mi fermerà "
Indicò se stessa.
" perché, capite, se mi odiano, se ci odiano, non significa che dobbiamo smettere di essere ciò che siamo: un faro nella luce, una guida. Lo so, a volte l'odio è più forte dell'amore. È vero. Ma se quella luce acceca, se quella luce riesce a far proseguire una generazione verso un futuro migliore, allora, che ci odino pure. Che ci odino tutti. Se ciò che facciamo può farli svegliare, se li spinge a vedere la verità, a smettere di accettare la miseria in cui sono stati gettati, allora ben venga. L'odio non mi fermerà. E nemmeno a voi "
Fece una pausa prima di sputare le ultime frasi.
" perché, se siamo la luce, dobbiamo brillare. Anche se ci odiano. Soprattutto se ci odiano "
Ed infine concluse con:
" ... Questa è la filosofia del Giappone intero. Adulti e ragazzi. U.F.F. e Shini Goro. Non abbiamo alcuna uscita "
Hyosuke crollò sulle sue ginocchia. Le gambe non volevano più funzionare a dovere. Tutto questo... Era troppo.
Dopo esser finito in un piano per sbaglio, dopo esser stato falsamente accusato, dopo esser stato imprigionato qui dentro come il nemico, dopo aver cercato di sperare ad un futuro... Gli state dicendo che era inutile? Che fuori la gente gioiva del suo dolore? Che tutto il mondo voleva solo la sua miseria? Che... Che era solo una fonte di dolore per se stesso?
Che era solo uno strumento?
" non è giusto... Non... È... Giusto "
Le parole di Koharu tremavano come il suo intero corpo. Shiori non aveva il coraggio di parlare a prescindere ed Asahi...
Koharu si voltò verso di lxi.
Si stava tenendo sul banco come se stesse per crollare da un momento all'altro. La sua faccia era rivolta dalla posizione opposta di tutti quanti. Non guardava né Erika, né i podi disposti in cerchio, piuttosto... Le porte dell'ascensore.
Era una pillola amara da buttare giù, era così surreale credere a questa storia.
Tutti loro... Non avrebbero avuto alcun posto fuori dal Killing Game. Perché nessuno ormai li voleva fra i piedi. Ed anche se fossero tornati dai loro cari... Cosa sarebbe successo? Li prenderebbero di mira, li farebbero le peggio cose e... Loro non volevano niente di tutto questo. Non volevano soffrire, non così. Se avrebbero saputo tutto quanto dall'inizio, avrebbero veramente accettato questo titolo? Avrebbero deciso di seguire la strada per la fama?
Cos'altro la scioccava era l'autodistruzione di Erika Uchimura. Si chiedeva, se intendesse veramente quelle parole, se le andasse bene tutto questo odio. Non conosce la sua storia per filo e per segno, ma da quel poco raccontato... Non capiva. Perché un essere umano, una persona ambiziosa come lei, la speranza del Giappone intero, era disposta a rovinarsi in una maniera così malata? Come poteva un individuo far questo a se stesso?! Come poteva accettare l'odio, il dolore, solo per provare un punto?!
... A chi si doveva dare la colpa?
A Shini Goro?
Alla U.F.F.?
A Erika?
A loro stessi?
...
Era inutile.
...
Tutto questo era inutile.
...
Koharu sapeva che ogni gioia nella sua vita era destinata a finire nel peggiore dei modi.
...
Perché ci aveva sperato?
...
Perché sperare adesso?
...
Perché sperare?!
Perché?! Perché?! Perché?!
Perché fare qualcosa di buono, se alla fine devi pagare te le conseguenze?!
Perché essere la loro speranza quando vogliono la tua disperazione?!
Perché non poteva farla fin-
Ding.
Eh? Che è stato quel rumore?
Si girò, guardandosi attorno confusa. Dietro di sé c'erano solo per porte dell'ascensore e le mura.
... Che se lo sia immaginata?
" credo che le domande qua siano bastate. Ora, Asahi, che ne dici di saldare la tua parte dell'accordo? "
Il corvino alzò piano piano la testa, reggendosi con entrambe le mani sul podio.
Ssshh.
" le sai le regole di questo gioco, no? "
I capelli scuri nascondevano il suo viso.
" certo, le ho pianificate io stessa "
" allora saprai anche cosa dice la regola numero sette "
Erika alzò un sopracciglio, non capendo cosa c'entrasse questo con l'investigazione.
" la regola numero sette dice... Che dopo un omicidio ci sarà un processo di classe, e la partecipazione è obbligatoria per tutti i sopravvissuti "
Asahi alzò il collo piano piano, stringendo i pugni più che mai.
" non tutti sono presenti qui, attorno al podio. Sai perché? "
Sshhhhh
Questa volta tutti udirono quel suono provenire ancora dietro la castana, addirittura faceva tremare le mura.
" perché non c'è un processo senza una colpa, non c'è un processo senza una vittima "
Andò avanti a parlare il corvino. Erika spalancò gli occhi.
" ancora non lo capisci Erika? "
Cleak.
Le porte dell'ascensore si aprirono.
Non era possibile- giurava che- che-
" questo qui non è mai stato un processo di classe a prescindere "
Dietro le ante si rivelò l'ultimo componente del gruppo. L'ultima persona che Erika avrebbe giurato di rivedere.
Akihisa Nakamura, il cartomante liceale, si trovava con la schiena attaccata sul muro contrapposto all'entrata e le braccia incrociate.
" perché non sono mai morto "
Tutti spalancarono le loro bocche, increduli.
Hisa... Hisa era vivo..?
Hisa era vivo!
Vivo!
Era lì, con loro! Davvero questa volta! Oh, santo cielo, era davvero lui?!
Non appena oltrepassò le porte dell'ascensore, le gambe di Koharu si mossero da sole. Corsero nella sua direzione. Le braccia si aprirono e lo abbracciò più forte che mai. Come per assicurarsi che fosse reale e non scappasse una seconda volta.
" koharu- non respiro così- "
Borbottò l'albino cercando di allentare la presa. Fu accontentato ma presto altre braccia si unirono: Shiori e Hyosuke.
" ragazzi- "
Non era certo di cosa fare se non ricambiare quelle strette quanto meglio poteva. Glielo doveva dopotutto. Poi gli arrivò uno schiaffo sulla guancia.
" AHIA- ma stai bene?! "
" deficente che sei! Sai quanto ci hai fatto preoccupare?! "
Poche lacrime sfuggirono dalle iridi di Koharu mentre tirava sul col naso e tremava.
" come hai- hai potuto?! "
Tornò ad abbracciarlo. Hisa ridacchiò appena. Poi si beccò un coppino dietro la nuca.
" Shiori! "
" te lo meriti "
Ed un pugno sul braccio da parte di Hyosuke - pugno si fa per dire, non ha fatto niente.
" ma che c'avete tutti adesso?! "
" come ha detto Shiori: te lo meriti! "
Controbattè il regista arrabbiato.
Il cartomante tirò un sospiro, accettando tutto questo.
" ... Come fai ad essere vivo? "
Giusto, c'era pure Erika presente in quella stanza. Akihisa si fece strada fra il gruppo per camminare verso uno dei podi. Doveva ammettere che l'espressione di sorpresa indossata da lei era da immortalare. Peccato non avesse una fotocamera a portata di mano. Ah sì, ce l'aveva. Sul telefono.
" semplice: la tua arroganza ha preso il sopravvento. Hana era mille volte meglio di te anche se più rompicoglioni. Lei controllava personalmente gli status vitali di una persona "
Erika non ci poteva assolutamente credere. Non è tornato in vita dal nulla! Però il suo battito- hanno detto non ci fosse più battito! Quindi come cazzo è possibile tutto questo?!
Strinse sia pugni che denti, ancora sbiancata da tutto questo. Non riusciva nemmeno a muoverle verso la pistola.
Il sorriso di Akihisa si allargò.
" è una lunga storia in realtà. Ed è anche merito di Asahi "
Si avvicinò al corvino e gli mise una mano sulla schiena. Anche lui non riuscì a contenere il sorriso nel vederlo ancora in vita. Tremava, Akihisa lo poteva sentire. Ogni cellula del suo corpo non riusciva a contenersi nel vederlo ancora in piedi. Nel sapere che il loro piano avesse funzionato.
Tutto il resto delle persone continuava ad osservarli pieni di domande, ma solo una riusciva ad accomunare tutti questi dubbi:
Cosa stracazzo è successo?
" cosa c'è che mi vuoi dire? Sputalo dai, se proprio vuoi tenerlo un segreto fra noi, ora è il momento "
Asahi riprese ad avere contatto visivo con l'albino, quasi sorpreso da quanto bravo fosse a leggerlo.
" ... si tratta del piano, vorrei portare qualche modifica... Se ho il tuo permesso "
" perché proprio il mio? "
" ti fidi di me, Hisa? "
Quella domanda lo prese alla sprovvista.
" insomma, sì, ti fidi di me o no? "
Hisa lo guardò negli occhi, prima di girare la tazza.
" sì, mi fido "
Asahi mandò giù la saliva.
" so che può sembrare pessimista da parte mia, ma ho come l'impressione che il piano potrebbe fallire da un momento all'altro "
Poggiò la tazza sul piattino, corrugò la fronte.
" come mai? "
" non è detto che troveremo ciò che cerchiamo e... Sì, insomma, non sembra il migliore dei piani. Per me fa acqua da tutte le parti e personalmente non avrei preso questi metodi così rischiosi - soprattutto con Hyo- "
" andrai avanti ad insultare o? "
" oh "
Si grattò la nuca, notando solo ora il comportamento inconsono che stava assumendo.
" non volevo- intendevo dire che, uhm, secondo me si può ancora salvare anche quando potrà andare tutto storto. Ma è, uhm, rischiosa "
Hisa osservò l'amico con attenzione, ora tutto orecchie. Eppure Asahi non parlò. Mise le mani nella tasca della sua giacca. Quando le tirò fuori, il contenuto fra le dita gli fece aprire la bocca.
" ma quelle fiale di amenoseo- "
" le ho rubate da un cassetto di Hana quando stavamo investigando il suo corpo... "
" perché?! "
" non- non è importante adesso. Ascolta "
Mise le fiale sul tavolo.
" ricordi tutti gli effetti elencati da Hana quando l'assumi? "
" non tutti, so solo che quella roba non dev'essere toccata "
" può rallentare il battito cardiaco "
" da quando?! "
" l'aveva menzionato nel terzo processo, ha detto che può rallentare il cuore così tanto da far credere di essere deceduti "
Akihisa iniziò finalmente a collegare i puntini, ma non voleva osare a parlare. Doveva essere sicuro Asahi aveva veramente in mente cosa lui credeva.
" quindi..? "
" Koharu, Shiori e Hyosuke saranno occupati a distrarre Erika, mh? Noi due saremmo gli unici scoperti al momento. Solo dalle videocamere si può vedere il casino, ma dentro la stanza non c'è modo di essere registrati "
Prese un respiro prima di continuare. Era esitante a far uscire quelle esatte parole.
" uno di noi può assumere l'amenoseo e spacciarsi per morto. Così facendo farà scattare un processo. Ma in realtà non c'è veramente una vittima. Nel mentre il resto può tenere Erika occupata con le indagini. E possiamo provare a chiamare aiuto "
" ... Come dovremmo? "
" Haruki mi ha parlato oggi ed ha detto che non c'è solo un cellulare, bensì due: il suo e quello di Hana. Erika al momento ha solo quello di lei "
Hisa si alzò di scatto.
" COSA?! E quando pensava di dir- "
" shhh, stai giù cazzo "
Gli fece gesto di abbassare il volume.
" ha detto quello, assieme al fatto che non gli importi più niente di questo gioco. Non gli interessa se va avanti o meno. Basta che non lo contiamo troppo nell'equazione e potrà provare a darci qualcosa in cambio. Ha detto che ci dará il cellulare, però non dobbiamo aspettarci altro da lui "
Haruki... Che cazzo stava pensando quel ragazzo?!
" è confusionario, sì, ma non siamo qui per capire il perché delle sue azioni. Dobbiamo accettare ogni aiuto ormai. Ed il suo è preziosissimo, secondo me. Però... "
" però? "
" è rischioso. Due fiale di Amenoseo sono rischiose. Non sappiamo quando possiamo eccellere il limite di dosaggio prima di... Sì, insomma, un'overdose "
" perché due? "
" perché una non basta, sarebbe facile rintracciare il battito, soprattutto se sì controlla l'arteria o direttamente il petto "
Akihisa portò a grattarsi il mento, riflettendo su tutto quanto. Asahi nel mentre gli passò le fiale.
" dovresti farlo te "
" rischiare di ammazzarmi? "
" ... Sì, sei quello con più probabilità di uscirne vivx fra di noi "
" che intendi dire? "
Asahi cercò di ricomporsi. Si tolse prima i guanti.
" ho sentito dire da qualche parte - in uno show che mia madre guardava mi pare - che la voglia di vivere di una persona influisca sul risolvolto di catastrofi. Quando una persona sta per morire, i medici possono fare di tutto pur di riportarlo in vita, ma se lui stesso non vuole tornare a vivere... È inutile provarci "
Rimase col fiato sospeso.
" Asahi... "
" non ho la forza di andare avanti, Akihisa. Non capisco se è perché sono ancora egoista, in fondo, o semplicemente stanco. Ma se qualcuno adesso mi desse la possibilità di uscire da qui, non importa come,... Non ci penserei due volte "
" ... "
" se prendessi quelle fiale, morirei, e vi lascerei qui dentro a soffrire. Poco mi importa se me ne pentirò. Poco importa il prezzo. Voglio solo andarmene da qui "
Portò a guardare davanti a sé.
" inoltre... "
Tirò su la manica della giacca, rivelando delle bende cambiate di recente.
" ... il mio corpo non sopporterebbe altri danni, soprattutto quando si tratta di una sostanza potente come l'Amenoseo "
Fece una piccola pausa, ora gli occhi lucidi.
" io ci morirei di sicuro, Hisa, è inutile che lo neghi. Non sono tanto forte quanto cerchiate di farmi credere "
" però voglio portarvi fuori da qui, alla mia maniera. Soprattutto Koharu... Perché ha qualcuno fuori da qui che l'aspetta "
Abbassò la manica e concluse il discorso.
Akihisa rimase in silenzio per tanto tempo. Un silenzio di tensione. Asahi non era sicuro se fosse stato abbastanza convincente o meno.
Avere qualcuno fuori da qui che l'aspetta...
Avere la forza di continuare a vivere...
Akihisa possedeva queste due cose?
Prese un sorso del cappuccino ormai freddo e poi prese le fiale per mettersele in tasca.
" ... ci sto "
" huh? "
" se il piano dovesse fallire, faremo come hai detto te "
Il giocatore di scacchi rimase interdetto, non pensando che ciò potesse avere funzionato.
" davvero? Sei sicuro? "
" sicurissimo. In cambio dovrai farmi un favore? "
" cioè? "
" ho bisogno che sia tu a distrarre Erika tutto il tempo. Non importa come. Basta che tu lo faccia. Se non per te stesso, fallo per gli altri. Per il gruppo "
Asahi fece per dire qualcosa, ma le parole non uscirono. Chiuse la bocca ed annuì lentamente.
" bene, abbiamo un patto allora "
" ... Non hai pensato a cosa succederebbe se non funzionasse? "
" funzionerà. Basta crederci abbastanza. O cose dice il mio babbo. Ci stai? "
Porse il suo pugno davanti al giocatore di scacchi, aspettando la sua risposta.
" ... Mh, va bene "
Gli batté il pugno.
[...]
Asahi spalancò gli occhi a quella scena dalle telecamere.
" H-hisa? "
L'amico si trovava a frugare ogni cassetto.
" l'hai trovato?! "
" no- cioè sì, ma non ti piacerà la risposta- "
" in che senso? "
" Erika aveva il cellulare con sé tutto questo tempo "
Akihisa corse verso gli schermi ed osservò quello puntato da Asahi.
Erika ebbe ormai sparato all'unica loro via d'uscita.
" MERDA! "
Gridò, mettendosi le mani nei capelli.
" merda- merda- merda- dovevo immaginarmelo cazzo! Ah- porca di quella merda! Perché lo aveva preso con sé porca di quella puttana! Che stronza! "
" Hisa "
Lo chiamò Asahi, cercando di calmarlo con tono fermo. Si guardarono negli occhi per alcuni. L'albino capì presto cosa volesse dirgli prima ancora che aprisse bocca.
" pensi che..? "
Si girò, riflettendoci per un istante. Prendere l'Amenoseo. Ne era davvero in grado? Ci sarebbe uscito vivo? O... Sarebbe deceduto d'overdose? Le mani tremavano, la mente si annebbiava. Non poteva negarlo ancora per molto: Akihisa aveva paura di morire. Akihisa non voleva morire.
" non lo devi fare... "
Intervenne Asahi, con sguardo serio ma preoccupato.
" davvero, non devi. Fa niente. Non farti del male in questo modo "
... Forse non aveva veramente il coraggio di farlo.
Forse non era così impavido quanto pensasse.
" mi prendete per il culo adesso? "
Una terza voce si unì alla conversazione. I due guardarono verso l'origine di questa, trovandosi Haruki appoggiato sullo stipite della porta.
" avete fatto tutto questo casino solo per tirarvi indietro alla fine? Proprio quando i vostri compagni hanno più bisogno per voi di agire? "
Si avvicinò ad Akihisa in maniera pericolosa, portandoli faccia a faccia.
" se fossero state Hana e Sumire non mi sarei fatto due problemi a bermi quella roba. Avrei fatto di tutto pur di accertarmi stessero bene "
I suoi occhi pieni di rabbia comunicavano fin troppo bene la delusione provata per il cartomante in quel momento.
" perché ora sei proprio te a tirarti indietro, mh? Meriti davvero tutti i complimenti ricevuti fino ad ora "
" Haruki- "
Cercò di intervenire il giocatore di scacchi.
" ... Vai dagli altri. Hanno bisogno del tuo aiuto "
" Hisa- gli stai dando veramente retta?! "
" vai e basta. Più stai qui, e più tutti crederanno sia stato te a farmi bere l'Amenoseo "
" huh-?! "
" Asahi. Ora "
" ma- "
" me l'hai data te l'idea, ricordi? Hai detto te che fossi il più adatto, no? Allora vai. E fai come avevamo stabilito "
Il corvino strinse i pugni ed i denti. Abbassò lo sguardo.
Ed uscì dalla stanza.
Solo allora Haruki alzò il busto e iniziò s girare per la stanza.
" quindi lo farai, sì o no? "
" che cazzo vuoi te adesso? "
" farti tirare fuori le palle, oppure sei ancora un bebè che ha bisogno della mamma? "
Hisa fece un passo verso di lui minaccioso.
" sei l'ultima persona qui dentro da potermi dire come comportarmi, soprattutto quando vengono le altre persone "
" bene, allora puoi anche non bere quella roba e mandare a puttane tutta la fiducia che Asahi ha riposto in te. Già che ci sei prendi anche quella del tuo gruppetto di merda e te stesso. Così almeno si fa l'indifferenziato più in fretta "
" non ho capito: vuoi fare a botte adesso?! "
" vuoi provarci, moscerino?! "
Lo prese per il collo della maglietta, abbassandolo alla sua altezza.
" cosa stai cercando di dimostrare così, eh?! "
" che alla fine non sei così diverso da me, ti nascondi dietro la gente quando qualcosa va storto. Preferisci rimanere all'oscuro piuttosto di rischiare e vedere una luce enorme. Ti accontenti della lampadina offuscata quando ben sai che può essere cambiata "
Afferrò le sue braccia.
" quindi? Lo berrai o mi lascerai insultarti finché gli altri rischiano la loro vita per te? "
Si guardarono nuovamente negli occhi. Questa volta la rabbia prese possesso di Hisa. Alzò un pugno, pronto a darglielo in faccia.
...
...
...
Lo abbassò.
Lasciò andare Haruki e prese finalmente quelle fiale. Le osservò. Il contenuto era fucsia, liquido. Ironicamente in quel momento si chiese che sapore dovesse avere quella roba. O, se effettivamente avesse un sapore. La consistenza? L'odore? Cosa si sarebbe dovuto aspettare?
...
Forza Hisa, fallo.
Se non per te, per loro. Per il gruppo.
Anche loro meritano di uscire da lì, no?
Koharu, Hyosuke, Shiori, Asahi... Hanno tutti un futuro davanti a sé. Chi era lui per poterglielo rubare?
...
Aprì la prima fiala. Non osava nemmeno annusare il contenuto. Tappò il naso, proprio come i bambini quando dovevano prendere le medicine, e buttò giù la prima. Dopodiché la seconda. Il retrogusto fu uno appena amaro, ma in sostanza non percepì quasi niente.
Bene.
Ora che si fa?
" woah- "
Istantaneamente la testa iniziò a girare. Si appoggiò sul banco delle telecamere cercando di reggersi in piedi. Si sentiva leggero ma anche nessuno controllo sil proprio corpo. Portò una mano sul proprio cuore. C'era... C'era battito? Lo sentiva, ma era lieve. Oppure se lo stava immaginando? Cosa... Woah, lo stomaco lo stava uccidendo adesso. Brontolava senza sosta. Voleva espellere qualsiasi cosa avesse appena ingerito. Oh santo cielo che tortura- perché l'aveva presa? Merda, merda, merda- non andava bene così.
" haru- haruki- "
Cercò di chiamare aiuto.
Sentì qualcuno afferare la sua maglietta e spingerlo via. Presto fu contro il muro. Akihisa cercò di schiarire la sua visione per capire meglio cosa stesse succedendo.
Haruki l'aveva spinto lì.
" ci sei ancora? "
Domandò piano.
Hisa annuì. Se avesse provato parlare avrebbe di sicuro vomitato. L'altro tirò un sospiro seccato. Cercò qualcosa nelle tasche dei suoi pantaloni. E quando lo tirò fuori panico crebbe nell'albino.
Un coltello.
Portò lama sul collo, sfiorandolo. Brividi prevasero il cartomante, ma non aveva abbastanza forze per ribellarsi.
" Akihisa, ascoltami bene "
Iniziò il castano.
" adesso io ti ucciderò, intesi? "
Cosa-?
" ti sgozzerò in questo istante, e morirai in silenzio, lontano da tutti quanti. Nessuno verrà a sapere della tua morte finché il tuo sangue non bagnerà l'intero pavimento. E quando lo faranno, crederanno sia stato tu stesso a fare ciò, perché io me ne scapperò da qui l'istante la lama trapasserà l'arteria "
No-
" sangue uscirà fuori come una fontana, sporcherà tutto. Gli schermi, la sedia, me e te. Niente rimarrà intatto "
Trovò ancora della forza nelle braccia. Le alzò cercando di tirare via il coltello ma Haruki fu più svelto. Afferrò entrambi i polsi e lo spinse per terra. Con una mano riusciva a tenerlo a bada e, cazzo, Hisa si stava maledendo per avergli dato ascolto anche solo una volta. Pensava solo: lasciami, lasciami, lasciami.
" morirai, e nessuno capirà perché. Tutti ti prenderanno per un codardo. Un rammolito. E la tua famiglia non farà altro che piangere sopra la tua morte "
Aiuto! Aiuto! Aiuto!
Asahi! Shiori! Koharu! Hyo! Chiunque!
" ah... - "
" non hai ancora capito? Mi fai schifo. Tutti qua dentro mi fanno schifo. Siete tutti così fortunati eppure preferite rovinarvi la vita piuttosto che esser grati. Mi sono stancato di voi tutti. Per questo... Metterò in chiaro la mia posizione con te "
Alzò la lama al cielo. Gli occhi di Hisa si spalancarono, mentre la vista si sdoppiava e sfocava. Quella non era più una lama, bensì una scintilla. La scintilla più letale della sua vita.
" sei giunto il capolinea "
Affondò il colpo.
[...]
Il momento che si risvegliò, fu a causa di qualcosa di bagnato finire in faccia.
" ugh... "
La testa girava. Quando apriva gli occhi - a stento - era tutto buio e sfocato. Dove si trovava? Che era successo? Perché era così..? Sentì qualcuno chiamare il suo nome più e più volte.
" ... Pa? "
La risposta della persona fu incomprensibile alle sue orecchie. Cercò di muoversi ma il suo corpo non gli dava retta. Era come se fosse intrappolato.
Qualcosa tirò il suo braccio, mettendolo dritto. Tirò su la manica della maglietta indossata. Dopodiché un pizzico sulla troclea. Cosa cazzo stava succedendo?
Si sdraiò di lato respirando affannosamente e finalmente la visione si schiariva in maniera rapida.
" ... Akihisa? ... C... ei? "
Chi...? Chi era quella chioma castana..?
" ci... Sei? "
" ah... "
" ti stai riprendendo? "
" mh-... Mh "
Riuscì a riprendere controllo dei propri arti, strofinando una mano sull'occhio. Girò nuovamente con la schiena attaccata al pavimento.
" cosa diamine...? "
Formulò finalmente il giovane, riconoscendo il soffitto semi buio dell'aula registrazioni.
Haruki si avvicinò.
" sei sopravvissuto alla fine "
" di che... Parli? "
" oh, giusto. Amnesia. Meglio così, suppongo "
" amnesia? "
" hai preso l'Amenoseo e ti sei spacciato per morto. Ora tutti credono tu sia all'altro mondo mentre stanno nella sala del processo "
Aspetta... Non era il piano di Asahi quello? L'avevano messo in atto alla fine?
" come... Mi hai trovato? "
" sono un maestro alla caccia dei lillipuziani, non lo sapevi? "
" vaffanculo "
Akihisa riuscì ad alzarsi sul suo sedere da solo. Haruki, inginocchiato, tornò sui suoi passi ridendo appena.
" sei tornato in te, meglio così, almeno non devo ripulire qui "
" huh? "
Tirò qualcosa fuori dalla tasca e lo appoggiò sul banco.
" il mio cellulare. Divertiti con la polizia "
Disse incamminandosi verso l'uscita.
" aspetta- "
Lo fermò il più basso.
" come ci sei... riuscito a far passare l'effetto? "
Haruki si girò appena per guardarlo.
" ti ho dato del naloxene, sai, è un farmaco contro l'overdose di oppioidi. Senza saresti di sicuro crepato. Quella roba è molto potente "
Naloxene? Non era la stessa cosa che Sumire gli ebbe raccontato quando Airi aveva provato a...? Sì, avete capito.
" e... Cosa è successo mentre ero fuori? "
" oh, di preciso non saprei ma ho sentito tante urla. Dovresti scusarti con loro dopo. Li hai fatto stare un pensiero. Ora sono nella sala del processo. Altro? "
Hisa si avvicinò al telefono e lo strinse fra le sue dita. Lo aprì.
" perché non l'hai chiamata prima la polizia? "
" non è una battaglia per me da combattere. Non lo è mai stata. Qua dentro c'è troppo potenza ed il futuro del Giappone. Io... Non sono nessuno per decretare niente. Anzi, non mi interessa che risovolto avrà questa storia. So solo che non avrò posto in nessun finale "
" come fai ad esserne così certo? Che nessuno ti vuole? "
Prima lo guardò sorpreso, poi un sorriso triste si dipinse sulle sue labbra.
" nessuno mi ha mai voluto da quando sono nato. Le uniche persone che mi avrebbero accettato non ci sono più... E l'altra di sicuro non mi vuole dopo quello che le ho fatto "
" ... Haruki "
" ci tenevo a tutte e tre allo stesso modo, sai? Sia le mie sorelle che mia madre "
Continuò, guardando in basso e stringendo le mani in pugni.
" ma non ho fatto niente di buono per loro "
" non è vero, son sicuro che- "
" che mi volevano bene? Non lo metto in dubbio. È ciò che mi ha lasciato su questo pianeta per anni dopottutto ed ora- "
Si interuppe, sorpreso da se stesso quanto gli avesse detto.
" ... fa niente, hai altre persone a cui pensare, no? Porta in salvo almeno loro. E torna dalla tua famiglia. Vivi una vita normale "
Prima che potesse parlare per convincerlo corse via.
" Haruki! HARUKI! "
Lo rincorse fino al bordo dell'aula sorveglianti. Ormai era andato troppo lontano. I respiri di Akihisa si fecero più pesanti.
Questo ragazzo... Era un libro da esplorare, di sicuro.
Strinse il cellulare e lo aprì. Nello sfondo c'era un selfie di Hana ed Haruki. Si morse l'interno della guancia. Erano fratelli dopotutto. Erano fratelli. Quanto male ci è rimasto alla sua morte?
Si fece prendere dalla curiosità, volendo esplorare la galleria. Avrebbe dovuto? Glielo aveva ceduto dopotutto. Hisa cliccò l'icona.
E non trovò niente.
Ogni foto è stata cancellata. Ogni traccia di Haruki era stata cancellata. Perché?
Strinse ancor di più l'oggetto. Aprì la tastiera del telefono e mise tre numeri prima di avviare la chiamata: 110 .
" questa è la polizia. È un crimine o un incidente? "
Inizialmente si formò un nodo in gola, non sapeva cosa dire. Era la prima volta che chiamava la polizia in vita sua. Si sentiva come un bambino piccolo, perso.
" ... Un crimine "
" dove è avvenuto il reato? "
" nella seconda Hope's Peak Academy. Non so l'indirizzo "
" cosa è successo? "
" siamo stati rapiti da Erika Uchimura, la super speranza liceale "
" ... intende quella Erika Uchimura? "
" mi chiamo Akihisa Nakamura, io ed altri miei compagni siamo rinchiusi alla Hope's Peak Academy. Per favore, ci serve aiuto. È tutto così... Spaventoso "
" capisco, Akihisa, sei stato bravo a chiamare aiuto. Mi potresti dare altre informazioni sul luogo? Ho già contattato gli agenti e si stanno dirigendo verso la tua posizione "
" ... Sì, la ringrazio "
" quindi sì, ce la siamo rischiata tanto e a quanto pare è andata bene. Non so come ringraziarti, Asahi "
Il sorriso del giocatore di scacchi scomparve e venne sostituito da una faccia seria.
" ricordandomi di non farti più favori. Non hai idea dell'ansia provata fino ad ora non potendo dire niente a nessuno"
" va- "
BAM!
I due videro in un battito la pallottola passare in mezzo, mancando per un pelo il braccio Hisa. Sempre se stesse puntando a quello. Si fissarono con occhi spalancati prima di girare lentamente la testa verso Erika, quale aveva appena sparato il colpo.
Era rossa in faccia. Dalla rabbia.
Tutto il suo intero corpo tremava.
Gli occhi erano lucidi addirittura.
" v-voi... "
Erika era infuriata.
" come osate- "
Nemmeno le parole uscivano dalla sua bocca.
Cos'era questa sensazione? Era davvero solo rabbia? Era davvero solo imbarazzo? Oppure era la verità a colpirla? La verità che questo gioco ormai stava giungendo ad una fine. E con essa si sarebbe pure portata la creatrice appresso. Erika aveva realizzato che fra poco tempo sarebbe giunta la fine di un'era. La sua. Perché ormai tutto il mistero è stato svelato prima ancora di poter usarlo per il suo scopo.
Il suo progetto è stato rovinato e distrutto davanti ai suoi occhi.
Proprio come avevano fatto con Kouyou.
Proprio come avevano fatto con Kiku.
Proprio come avevano fatto con la sua vita.
Ed ora... L'unica cosa che l'era rimasta...
Premette nuovamente il grilletto, ma questa volta si inceppò.
I colpi erano finiti.
" AGH! "
Gettò via l'arnese. La pistola rimbalzò sul pavimento con un clangore metallico, mentre si portava le mani ai capelli biondi, stringendoli con forza come se volesse strapparli. Ogni fibra del suo corpo tremava, il suo respiro era spezzato e irregolare. La sua rabbia sembrava sul punto di consumarla.
" non... Non potete farlo... Non potete portarmi via anche questo. Non ora... non dopo tutto quello che ho fatto..."
Sussurrò, la voce spezzata.
Tutti rimasero immobili, ancora sconvolti dalla scena. Asahi, con il cuore che batteva a mille, fece un passo indietro, avvicinandosi ad Akihisa come per cercare protezione. Hyosuke e Koharu si avvicinarono piano piano cercando conforto nell'altro.
" erika..."
Shiori riuscì a parlare facendo un pass in avanti, ma la sua voce si spezzò quando vide una lacrima scorrere lungo il viso della ragazza.
" avete idea di cosa significhi tutto questo per me?! "
Urlò, la sua voce incrinata dal dolore. La sua voce riecheggiò nella stanza, riempiendo il silenzio carico di tensione. Asahi cercò di intervenire, ma Hisa lo fermò con un gesto. Sapeva che non era pronta a sentire ragioni.
" non capite, non capite, non capite- non potete capire- "
Continuava a blaterare.
" questo non è solo un crudele gioco. È tutto ciò che sono. È l'unica cosa che mi ha tenuta in piedi quando il mondo mi ha voltato le spalle. E voi... me lo avete portato via "
Puntò il dito contro tutti loro.
" non potete capire- non potete capire cosa significhi perdere tutto... e continuare a perdere "
Erika sollevò lo sguardo verso il resto, i suoi occhi pieni di emozioni contrastanti e di una disperazione infinita. Per un momento, il tempo sembrò fermarsi, e nella stanza calò un silenzio carico di possibilità.
" ... è finita Erika. Per davvero stavolta "
Concluse la corvina, non avendo la forza di guardarla negli occhi, ridotta in quello stato rapidamente.
Ding
L'ascensore stava scendendo.
A momenti, la polizia avrebbe fatto la sua entrata nella sala. Avrebbe preso tutti loro e li avrebbe portati via. Al sicuro. Finalmente.
Sshhh
" NO! MI RIFIUTO! "
Gridò la speranza e corse dietro il trono. Premette un pulsante dietro il sedile ed una porta si aprì proprio davanti ai loro occhi. Un altro passaggio segreto? Qui dentro?! Seriamente?!
Erika corse fra i stretti corridoi, corse come non avesse mai fatto.
" EHY! DOVE CREDI DI ANDARE?! "
Koharu esclamò prima di staccarsi da Hyosuke e rincorrerla. Shiori tentò di seguirla ma fu troppo lontana anche solo per recuperarla. Notando questo, ed in parte per il suo istinto e preoccupazione per la fanciulla, Asahi tentò di correrle appresso gridando il suo nome.
" KOHARU! "
Anche gli altri tre provarono a correre in cerca dei loro compagni, ma fu in quel momento che le porte dell'ascensore si riaprirono.
" polizia! Mani in aria e nessuno si muova! "
Si pietrificarono a quelle voci, dalla paura di sentirle per la prima volta. Fecero come detto e si girarono lentamente. Agenti armati di pistola e scudati dalla testa ai piedi, puntavano le loro armi ai giovani credendoli parte del problema.
" identificatevi! "
L'albino si fece avanti, il cuore batteva all'impazzata.
" Akihisa Nakamura. Sono quello che vi ha chiamato. E loro sono i miei compagni! Non abbiamo fatto niente! "
Gli agenti si guardarono, ormai usciti dell'ascensore secondo uno schema preciso. Annuirono e porsero via le armi.
" siete gli unici? "
Scosse la testa.
" altri due nostri compagni sono andati da quella parte "
Indicò il passaggio.
" stanno seguendo Erika Uchimura "
" comprendo. Avvisate le forze esterne, la sospettata sta cercando di fuggire "
Disse lo stesso agente che ebbe parlato fino ad ora. Uno dei colleghi prese rapidamente la radio e comunicò il messaggio:
" la sospettata Erika Uchimura è in fuga, direzione passaggio segreto. Richiediamo supporto immediato per la cattura "
Gli altri agenti si mossero in formazione verso il passaggio indicato, lasciando un piccolo contingente a sorvegliare i ragazzi rimasti nella stanza principale. Akihisa, Hyosuke e Shiori furono invitati a sedersi a terra con calma mentre venivano perquisiti e identificati. Potevano sperare solo ad una cosa: niente di male sarebbe accaduto ai loro amici.
______________________________
Erika, Erika, Erika- dove stava?! Dove è andata?!
Fra i stretti corridoi, pieni di curve ed intrighi, era difficile tenerle il passo. Doveva affidarsi all'udito dei passi forti, svelti, alternati a respiri affanati più che mai.
No, non l'avrebbe lasciata per niente al mondo. Non l'avrebbe concesso la possibilità di scappare dalle conseguenze delle sue azioni. Non importa quanto ancora avrebbe dovuto correre, tantomeno se sarebbe salta, fatto retromarcia, abbassata... Ogni ostacolo non era niente per la grinta della giovane castana, Koharu Kumagai, la super bandante di panda liceale.
Anzi.
Solo Koharu Kumagai.
Koharu la ragazza che ama i panda, i dolci e le uscite.
Al diavolo la storia degli Ultimate!
Al diavalo speranza e disperazione!
In quel momento, l'unica cosa che vedeva era la determinazione di raggiungerla e fare giustizia a questo luogo finalmente. Per i suoi amici. Per le vittime. Per se stessa.
Non avrebbe lasciato che quella lì non pagasse per i suoi crimini. Se non lo faceva ora, non l'avrebbe più fatto.
Non negava di star ascoltando altri passi dietro di sé. Erano molteplici ma un paio lo distingueva. Non vicino quanto Erika, ma nemmeno troppo lontano come gli altri. Era sicura che quel paio fosse lo stesso a chiamare il suo nome. Ma di girarsi non ne aveva il tempo. Avrebbe perso il suo obiettivo una volta per tutte altrimenti.
Finì nella famosa grande sala, quella che collegava tutti i corridoi stretti in tutta la struttura da tutte le parti. Da quella stanza si poteva andare ovunque. Tuttavia la stessa struttura era instabile e un secondo di troppo sarebbe crollato tutto addosso ad entrambe. Eppure Erika fu messa all'angolo proprio lì.
" FERMA! "
Prima ancora che Koharu potesse fare un altro passo e metterle le mani addosso, si girò di scatto e mise una mano nella tasca.
" un altro passo... E-e farò scoppiare tutto quanto. Adesso "
Si fermò.
" che intendi? "
" ho un pulsante qui, uno che può mettere K.O. tutti quanti. Me, te, e-e anche gli altri e la polizia. Se fai un altro passo, puoi dire addio a tutto quanto- "
" e la tua vita?! Non ti importa di quella?! "
Erika sorrise in maniera macabra.
" pensi che ci sia una vita per me qua fuori ormai? No, non posso permettermelo. Non dopo tutto quanto quello che ho costruito e voi distrutto "
Koharu provò a fare un passo in avanti.
" FERMA HO DETTO. NON MI CREDI?! VUOI SCOPRIRLO CON LE CATTIVE?! "
Il suo fiato rimase sospeso.
" così stai solo peggiorando la tua situazione- "
" anche se fosse? Dovrei arrendermi? Dovrei smetterla di combattere in ciò che credo di più? "
" e la tua famiglia? I tuoi amici? Loro non sarebbero tristi? "
Erika fu sorpresa a quelle parole. Non disse niente per i primi secondi.
" son sicura che hai qualcuno qui fuori che ti aspetta. Non ti manca? Non vuoi tornare da loro? "
Guardò in basso.
" la mia famiglia... mi ha abbandonato. I miei amici... Son stati portati via da me tempo fa... "
Riguardò la castana.
" ALLONTANATI! E ASCOLTAMI! "
Fece un passo indietro. Il suo cuore batteva all'impazzata. Aveva davvero un arnese del genere? Non voleva rischiare. Non doveva rischiare. Non doveva fare male a nessuno di loro. Voleva solo tornarsene a casa e mettersi il cuore in pace.
" ora tu mi lascerai correre via, e starai qui dentro. Se provi fare un passo in avanti adesso, o seguirmi dopo, o fare qualsiasi cosa per raggiungermi io- farò saltare tutto in aria! "
" okay, okay- "
Si allontanò ancora di più, andando con la schiena contro qualcosa di pesante. Si fermò lì. Erika iniziò a fare passi verso l'uscita più vicina, senza mai distogliere lo sguardo dalla più piccola.
Continuò a camminare all'indietro. Una volta giunta ad una distanza abbastanza lontana si allontanò e per tutta la stanza rimbombò un
Click.
Che presto si trasformò in un
Tic, tic, tic
Il pulsante è stato schiacciato ugualmente.
Koharu spalancò gli occhi e cominciò a gridare il suo nome invano, ormai troppo lontana per essere raggiunta - si sarebbe persa nel labirinto per sempre e non avrebbe più visto nessun altro.
Portò una mano al cuore. Stava per scoppiare. Le gambe tremavano. L'aria era più soffocante che mai.
Quel ticchettio rimbombava nella sua testa più forte che mai. Come se lo avesse installato lì dentro apposta per farla impazzire. Sarebbe morta lì? Così? No, aspetta- se proprio era istantaneo sarebbe già morta adesso, no? Quindi...
" un timer... "
C'era ancora del tempo.
Si girò e scoprì che quell'oggetto pesante non era altro che una delle bombe. Una scatola nera. La scatola nera più grande alle bombe trovate fino ad ora.
Che fosse quella una di quelle che Haruki nella cartina aveva segnato come le più pericolose...? Quanto avrebbe preso se fosse scoppiata? Quante persone avrebbe ucciso? Merda- è troppo vicino alla sala del processo- avrebbe ucciso tutti con sicurezza allora!
Come- cosa avrebbe dovuto fare?
Non lo sapeva, non lo sapeva, come poteva una misura sedicenne saperlo?!
Le mura attorno a sé iniziarono a cedere, un terremoto che difficilmente la faceva a stento stare in piedi. Tutto tremava, presto sarebbe crollato.
" KOHARU! "
Dall'entrata presa in precedenza uscì Asahi con il fiatone. Appena la vide si fermò, cercando di controllare il proprio respiro per parlare.
" lasciala stare... Ci penserà la polizia! Torna, dai! "
Koharu guardò prima lui, poi le mura ed infine la bomba davanti a sé. Fu lì che notò una piccola luce rossa. Dei numeri. Indicavano il tempo rimanente allo scoppio.
8:34...8:33...8:32...
Poco più di otto minuti. Avevano poco più di otto minuti per uscire da questo labirinto, prendere tutti e correre al riparo. Altrimenti sarebbero morti.
Otto minuti non bastavano con quanta gente ci fosse lì dentro. La bomba era troppo vicina. Sarebbero morti.
" Koharu..? Cosa c'è che non va..? "
In quel momento, tutto il suo corpo si congelò. Non riusciva a fare un passo verso l'amico, a tornare indietro. C'era una barriera invisibile, una barriera che non le permetteva di fare quello che le sue paure dettavano.
Asahi si avvicinò, il terremoto rese difficile rimanere in piedi. Ma si avvicinava. Pericolosamente. La campanellina d'allarme in Koharu suonava sempre più forte ad ogni suo viaggio.
" torniamo dagli altri dai, possiamo finalmente concludere qui la faccenda, una volta per tutte "
Asahi. Mura. Bomba.
Asahi. Mura. Bomba.
Asahi. Mura. Bom-
" ATTENTO! "
Il primo muro crollò del tutto. Cedette proprio dove Asahi stava dirigendo.
Il fanciullo fece un balzo indietro enorme, cadendo per terra scioccato.
" Asahi?! "
" usciamo da qui, cazzo! "
Koharu ci riusciva.
Non riusciva a tornare da lui.
Non riusciva ad ignorare la bomba.
6:50... 6:49... 6:48...
Meno di 7 minuti.
Ci sarebbe una soluzione. Una molto rischiosa. Era davvero pronta a metterla in atto? Era quella o l'incertezza per i suoi compagni di sopravvivere. Era quella o il rimorso se tutto fosse andato a rotoli. Era quella... O tutto questo sarebbe stato inutile. Strinse i pugni, dalla paura, dalla rabbia di trovarsi in questa posizione. Perché lei? Perché non un adulto?
" ti ricordi cosa ti ho detto quando sei venuto a dormire da me? "
" che c'entra adesso? "
" che ci saremmo tinti i capelli assieme una volta usciti da qui. Io rosa e tu blu "
" koharu, basta parlare! Vieni qua e basta! "
Alla castana non le importò.
" bene, tienilo a mente, perché voglio ancora farlo "
Prese la bomba davanti a sé e la strinse attorno a sé. Solo allora, una volta che la nube di macerie di dissolse, che Asahi la vide.
" mettila giù! Sei impazzita per caso?! "
" se non ci dovessimo vedere fuori da qui, voglio dirti ancora questo: non me li tingerò mai più. Aspetterò il giorno in cui ci rivedremo. E solo allora lo farò. Sceglierò il rosa migliore di questo mondo, non importa quanti yen costi. Voglio uscire dalla parrucchiera con te che sembriamo zucchero filato. Quindi, puoi aspettarmi ancora un po'? "
Asahi ritrovò l'equilibrio per rialzarsi e cominciò a correre verso di lei, ma le macerie rendevano difficile rendere chiaro dove o non dove andare. Come se lo facessero apposta a dividerli. Come se volessero che Koharu faccia tutto ciò. Koharu fece un piccolo gesto giù con la testa, in segno di ringraziamento.
" grazie... per esser stato al mio fianco fino alla fine "
" smettila di dire cazzate! Andiamocene così! Non deve finire così! "
" per favore, tratta te stesso come la persona che meriti di essere. Non avere paura di chiedere aiuto, perché ci sarà qualcuno che ti vorrà aiutare "
" ho detto di smetterla cazzo! Perché non ti entra in testa?! Non finirà così! "
" polizia, mani in alto "
" ti voglio bene Asahi, sei il mio migliore amico "
Corse fra i tunnel dall'altra parte della stanza, ignorando le sue urla chiamare il suo nome straziante.
" Koharu?! Koharu?! KOHARU?! "
Asahi fu preso dagli agenti per le spalle e trascinato indietro, prima che la stanza crollò su se stessa.
" NON ANDARE! KOHARU! NON LASCIARMI! "
Continuò a gridare, a calciare, a piangere, voleva tornare lì dentro e rincorrerla. Non voleva separarsi. Ma non aveva nemmeno il quinto delle forze di quei uomini che continuavano a trascinarlo in un luogo più sicuro.
Per Asahi, uscire da lì vivo doveva essere per forza al fianco di Koharu. Non poteva accettare questione scenario. Erano loro e nessuno altro. Non uno sì e l'altro no.
Non Asahi sì, ma Koharu no.
Non voleva perdere la sua migliore amica per sempre.
______________________________
Koharu correva.
Una frase minima, composta da soggetto - Koharu - e predicato - correre.
La più semplice delle frasi esistenti nella grammatica. Il suo scopo è comunicare il nucleo delle idee.
Qui, era una ragazza che correva.
Mille domande sorgono spontanee, non credete?
Dove correva?
Quando correva?
Come correva?
Perché correva?
Punti interrogativi essenziali per il contesto di questa idea.
Koharu sapeva dove correva?
Koharu sapeva che ora fosse?
Koharu sapeva il metodo di corsa?
Koharu sapeva il motivo dietro?
Koharu non si sarebbe dovuta fermare e riflettere su tutti questi complementi per capirci meglio?
La risposta è no, non le serviva.
Koharu è una giovane semplice, molto semplice anzi.
Koharu non era mai stata una frase complessa, piena di complementi fatti giusto per allungare, bensì una minima.
Non le interessa niente del contesto, parole complicate, motivi lunghissimi... Lei fa.
Koharu è una ragazza semplice, dai semplici capelli castani, dai semplici codini e dalla semplice bassa statura.
Koharu ha una famiglia semplice, composta da lei e sua zia.
Koharu ha un lavoro semplice: prendersi cura dei suoi panda preferiti quando torna da scuola.
Koharu ha sogni semplici: uscire con le amiche per un caffè, mangiarsi tanto cibo, e trovare una Airi con cui spendere il resto dei suoi giorni.
Per questo le bastava correre.
I suoi passi svelti per i corridoi della struttura, ormai uscita dal passaggio segreto della lavanderia, assieme al suo respiro ansimante erano l'unica cosa udibile. Koharu non pensava nemmeno. Correva. Correva. Correva.
Dove? Lontano da tutti. Lontano da chiunque. Lontano abbastanza da non farsi più trovare.
Quando? Ormai il senso del tempo era andato. Poteva essere mattina, pomeriggio, sera, notte. Poteva piovere o nevicare. Poteva essere Pasqua o le vacanze estive.
Come? Veloce. Tanto veloce.
Perché? Per tre motivi, in realtà.
Il primo era per salvare i suoi amici. Se dovevano uscire da qui ormai, dovevano farlo da vivi.
Per dimostrare al resto del mondo di che pasta fossero fatti.
Per dimostrare a tutti che non sarebbero ceduti alla disperazione così facilmente.
O, semplicemente, perché vivere era un diritto.
Il secondo era per rivelare che persino una ragazza come lei poteva cambiare i corsi degli eventi in qualcosa di più grande. Per il meglio.
Non perché era una Ultimate.
Non perché era stata scelta da un sistema di bugie.
Bensì perché era Koharu.
Era la frase minima.
Era una semplice ragazza.
Il terzo era perché... Voleva vivere.
Koharu voleva vivere.
Non le serviva un motivo preciso.
Non doveva fare a nessuno una spiegazione per questo desiderio.
Non doveva a nessuno la sua vita, se non a lei stessa.
Perché era la sua vita.
Solo sua.
Aveva tanti piani per questa. La prima era tornare dalla zia. Le mancava un sacco. Voleva abbracciarla, piangere mentre la consolava, dicendole quanto fosse una brava ragazza e le volesse bene perché era la nipote migliore del mondo. Dopodiché sarebbe andata da sua madre ed avrebbe fatto pace una volta per tutte. Non poteva più ignorarla, non riusciva ad ignorarla. Entrambe si meritavano una seconda possibilità perché avevano solo loro da quando Koharu fosse venuta al mondo. E sì, ci sta litigare alla fine, no? Significa che le importi dopottutto. Poi sarebbe andata allo zoo da Shuga e Choco per assicurarsi non si fossero fatti male in sua assenza. Li avrebbe riabbracciati e quei due orsi non l'avrebbero mai più mollata. Infine... Si vedrà il giorno dopo. Non doveva pensarci troppo adesso. La vita è piena di sorprese dopotutto! Shopping, gite, magari si sarebbe comprata il nuovo volume del suo manga preferito... C'erano tante possibilità. E Koharu voleva sperimentarle tutte, ora più che mai.
Per questo motivo...
Corri Koharu.
Corri come se la tua vita ne dipende.
Perché la tua vita ne dipende.
E torna indietro a riabbracciare il resto dei tuoi amici, quale hai fatto preoccupare a morte.
" WOAH- "
Un ostacolo si parò davanti a lei, scontrandosi di faccia per poi cadere per terra si sedere. La presa sulla bomba si strinse soltanto.
Quando alzò lo sguardo vide Haruki con l'espressione più seria mai fatta da quando lo conoscesse.
" dammela "
Ordinò con tono fermo.
" no! "
Strinse l'oggetto fra le sue braccia. Non l'avrebbe ceduta al nemico, questo è poco ma sicuro. Di sicuro aveva in mente qualcosa poco di buono, mettere i bastoni fra le ruote ancora una volta. Si vorrà vendicare per Hana, sicuro!
Haruki si abbassò al suo livello, mettendo mani su quell'arnese.
" tu vuoi uscire da qui intera? Dammi la bomba. Dammela ed inizia a correre "
Koharu scosse la testa.
" scord- "
" VUOI MORIRE QUI DENTRO PER CASO?! "
Le urlò in faccia, facendola congelare sul posto.
No, Koharu non voleva morire. Però che prove aveva di potersi fidare di Haruki dopo la loro permanenza qui dentro? Erano sempre di fazioni opposte dopottutto.
" dammi la bomba, e corri via. Adesso "
Se la fece strappare dalle mani con facilità questa volta. Quando lo guardava negli occhi non c'era traccia di odio o di vendetta. Non c'era il Haruki arrogante, serio, pronto ad usare la violenza per volere di sua sorella. No, quello che Koharu vide nei suoi occhi era una determinazione glaciale, una luce che diceva:
" non c'è tempo per i dubbi "
Haruki si alzò, stringendo la bomba come se fosse parte di sé, come se fosse un'arma e una responsabilità che solo lui poteva gestire. Il suo sguardo rimase fisso su Koharu, ma il tono, quando parlò, era meno duro, quasi... protettivo.
" fidati "
Koharu lo fissò, il cuore che martellava nel petto. Fidarsi di lui? Dopo tutto quello che era successo? Dopo le battaglie, le parole aspre, le trappole? Ma c'era qualcosa nel suo modo di fare, nella serietà con cui si muoveva, che le fece pensare che forse, questa volta, Haruki non fosse il nemico.
" che cosa farai con quella? "
Chiese, la voce appena un sussurro, mentre si alzava.
" quello che va fatto "
Rispose lui. Poi si girò, pronto a correre nella direzione opposta. Ma si fermò un attimo, senza voltarsi, e aggiunse:
" torna a casa salva "
E con quello, Haruki sparì nel corridoio.
Koharu rimase immobile per un istante, il respiro pesante e le gambe che tremavano. Non sapeva se fosse stata la scelta giusta, ma non c'era tempo per rimorsi. Haruki le aveva dato un ordine, e per quanto odiasse ammetterlo, sapeva che era l'unica cosa che poteva fare.
Corri come non hai mai fatto prima.
E così fece. Riprese la corsa, questa volta con uno scopo ancora più chiaro: raggiungere i suoi amici, assicurarsi che stessero bene e che tutti uscissero da quell'incubo.
______________________________
Chiuse la porta dietro di sé e si appoggiò, cercando di riprendere fiato.
Il suo cuore, i suoi polmoni, le gambe, le braccia, il suo intero corpo gridava una cosa chiara e forte: scappa. Non si sarebbe aspettato di provare tal immensa paura in momenti come questi. Credeva di aver visto tutto nella sua vita. Abbandoni, sangue, torture, omicidi e prigione. Ha visto morte, vita e miracoli eppure adesso tremava come una foglia?
Era come... Come quando ebbe ucciso sua madre. La persona che gli ebbe voluto bene per la prima volta.
Erano entrambi odiati dallo stesso uomo, tenuti vicino solo per essere usati come oggetti per sé e sua figlia.
Non ne faceva colpe a Sumire. Come poteva quando fu lei la seconda persona a volergli bene dopo tanto tempo?
Con sua madre però, scovò nuovamente cosa significasse avere un'ala sopra di sé, pronta a proteggerti perché ti capisce... Come nessun altro. Perché l'aveva fatto allora? Perché l'aveva uccisa?
Non se lo ricorda, non ricorda nemmeno se l'avesse fatto. Tutti continuano a dire che fosse l'unico testimone sulla scena prima di Sumire, ma... Haruki non avrebbe potuto averla uccisa, no? Le voleva bene, davvero. Non c'era giorno cui l'immagine di lei in una pizza di sangue non lo perseguitava e ricordava del mostro che fosse. Però, se davvero fosse così crudele, perché se ne pentiva? L'ansia, il sangue, il sudore. Non c'era cosa che non avesse provato in quei momenti. Ed ora le stesse sensazioni, questa volta più forti che mai, l'avevano colpito malissimo.
Provava le goccioline di sudore sulla fronte, le gambe erano al pari di mille aghi quali si tenevano a stento su se stessi e non crollare in un macello. Haruki si incamminò nell'angolo più lontano della stanza e mise lì la bomba. La guardò.
2:46... 2:45... 2:44...
Anche se fosse corso adesso, non sarebbe sopravvissuto. Ed anche se fosse, sarebbe in condizioni talmente pietose per tenerlo ancora in vita. No, non sapeva cosa facesse di preciso una bomba al proprio corpo. Sa solo che faceva male. Tanto male. Il più grande male che possa aver mai immaginato.
E poi, perché sarebbe dovuto correre?
Per farsi perseguitare dagli incubi di sua madre?
Per farsi mangiare dai rimorsi di non aver salvato né Hana né Sumire?
Sii onesto con te stesso, chi ti aspettava fuori da queste mura?
E come hai detto ad Akihisa, c'era posto per te nel finale di questa storia?
... Prese la sedia in centro alla stanza e la mise sotto la maniglia. Ora era tutto bloccato. Niente e nessuno poteva più né entrare né uscire. Haruki non sarebbe uscito, questo è certo. Così come non desiderava nessun'altro fare ingresso negli ultimi due minuti della sua vita.
Perché è nato solo, e morirà alla stessa maniera.
Nessuno era venuto a cercarlo quando è scappato di casa.
Nessuno era venuto a salvarlo quando è stato accusato.
Ed ora nessuno verrà a fargli compagnia.
Non si meritava nessuna persona al sua fianco.
Aveva abbandonato tutte e tre loro.
Yasu, Sumire e Hana almeno una volta, se non di più.
Tutte e tre l'ebbero pagata cara.
Ed era solo colpa di Haruki.
Un po' come se fosse un amuleto della sfortuna. Al suo fianco, sei certo di crepare. Se ci tieni a lui, sei certo di non vedere la luce del giorno dopo.
Nessuno lo cercava e lui non avrebbe cercato nessuno.
Si sedette nell'angolo della stanza dove si intersecava sia la bomba che la porta nel suo raggio di vista. Li guardava e guardava e più il suo battito aumentava. Non se lo poteva permettere. Non poteva dare retta al suo istinto di sopravvivenza che continuava ad urlare di scappare.
...
Si girò, diede le spalle all'intera stanza e nel suo raggio visivo c'era solo l'angolo della stanza. Appoggiò la fronte su questo, provando un freddo gelido che fece rabbrividire il suo intero sistema. Via dagli occhi, via dal cuore.
Allora perché continuava a tremare? Perché non riusciva a calmarsi per almeno questi ultimi istanti. Si portò le mani nei capelli, coprendosi la nuca.
Voleva davvero morire?
Accettava davvero che questa fosse stata la sua vita?
Non c'era veramente un posto nel finale di questa storia?
Sarebbe potuto tornare indietro adesso?
Cosa l'aspetterebbe fuori da qui?
Perché- perché non partiva questa bomba?! Perché doveva torturarlo così?! Perché doveva fargli ripensare a tutto quanto?! No, no, no! Non poteva tornare indietro! Non si meritava di tornare indietro! Non meritava alcun futuro! Perché non ha lasciato loro tre averne uno! È solo rimasto di parte come il coglione che sempre è stato!
Provò qualcosa, o meglio, qualcuno toccargli la testa.
" quando mi hai chiamato mamma per la prima volta mi sono sentita così fiera di te, sai? "
Era la voce di sua madre. La prima donna a volergli bene.
" ti ricordi la prima sufficienza presa a scuola? Eri così felice di non dover ripetere la materia. Anche lì, ero fiera dk te "
Haruki non era mai stato bravo a scuola. Aveva difficoltà sia leggere che scrivere. Prendere sessioni di tutoring non è mai stata una possibilità perché l'uomo non l'aveva mai permesso. Diceva che dovrebbe arrangiarsi da solo. Come ha sempre fatto. Ma Yasu, quando tornava la notte fonda a casa, si sedeva con lui e ci provava. Le parole facili glielo faceva ripete mentre quelle difficili gliele spiegava. Quando per Haruki quelle frasi non erano altro che segni strani, lei lo incoraggiava a concentrarsi.
No, non era mai stata la madre modello, su quello doveva fare ragione alla sorella adottiva.
Ma era sua madre.
L'unica che avrebbe mai desiderato avere.
Dopodiché la mano andò sulla sua schiena, come per consolarlo.
" dai, vedrai che la prossima volta andrà meglio. Non ti buttare giù così facilmente. Che ne dici se andiamo ad un cat cafè una volta finito tutto questo? Hanno aggiunto una nuova bevanda che ti farà impazzire! "
Questa invece era Sumire. Quando qualcosa andava storto nella sua giornata, sapeva di poter fare conto sulla sorellona. Una viziatina, amante del gossip e ossessionata dal suo blog, ma che sotto sotto nascondeva sempre affetto e supporto. Quando tutto sembrava perso, sapeva come fargli guardare in avanti e non perdere di vista le cose positive della vita.
" non arrenderti, idiota. Se cadi, ti rialzi. Sempre. E se non ce la fai da solo, io sarò lì a spingerti "
Alla fine provò un abbraccio, un'intera persona schiacciare il corpo sulla sua schiena, le braccia andarono sulle spalle per poi stringerle attorno al collo ed il mento sulla sua testa.
" quando te n'eri andato era gelosa, sai? Gelosa che tu avessi un posto ed io no. Ma ad una certa ho pensato... Meglio te che io. Perché te avevi ancora una possibilità di brillare. Ero triste, e contavo sempre ci saremmo rivisti "
Questa invece... Era Hana.
La prima persona al mondo a volergli bene, a stare al suo fianco, non importa dove, quando e perché.
" sei un po' scontroso e troppo serio il più delle volte, certo, hai persino un caratterino arrogante oserei dire. Ma so che hai anche un grande cuore in fondo. Un cuore che pochi meritano di vedere realmente. "
Si chiuse più in se stesso, provando adesso la mancanza del suo calore.
" sei il migliore fratello del mondo. Ti voglio bene Haruki, non importa cosa tu faccia. Non smetterò mai di volertene "
Le lacrime iniziarono a scendere lentamente, come un fiume che rompe gli argini dopo aver trattenuto troppo. Haruki non cercò di fermarle, non questa volta. Ogni parola, ogni gesto di quelle figure che voleva bene e che aveva perso era un colpo al petto, una ferita che si riapriva, ma anche una mano tesa verso il suo cuore congelato.
Singhiozzava piano, poi sempre più forte, fino a sentirsi soffocare. Si strinse ancora di più, le mani nei capelli, i gomiti che premevano contro le ginocchia, come se volesse rimpicciolirsi, scomparire.
Non riusciva più a trattenersi. Scoppiò in un pianto disperato, incontrollabile, come un bambino che ha perso tutto. Ogni singhiozzo gli squarciava il petto, ogni respiro era un dolore fisico, ma non poteva fermarsi. Non voleva fermarsi. Le loro voci, i loro volti, erano così vividi che per un attimo credette davvero di averli accanto.
" mi dispiace... "
Mormorò tra i singhiozzi, con la voce rotta.
0:05... 0:04... 0:03...
" mi dispiace... Mi dispiace per tutto... Per non essere stato abbastanza. Per non avervi protetto. Per avervi lasciato andare... "
0:02... 0:01...
Si accasciò completamente, il viso premuto contro il freddo pavimento, le lacrime che si mescolavano al sudore.
BOOM!
Era finita.
______________________________
Mettere passo fuori dalla Hope's Peak Academy era il sogno di un'intera classe. Solo in pochi riuscirono ad avverarlo. Quei pochi portavano il nome di Akihisa Nakamura, Shiori Shiraishi, Hyosuke Sekita, e Asahi Fujikawa.
" messaggio per la centrale: abbiamo messo al sicuro 4 ragazzi. Età attorno ai 16-18 anni. Due ragazze e due ragazzi. 3 di loro sono feriti ed al momento si stanno facendo visitare. Ulteriori informazioni verranno dati a breve.
Si sarebbero immaginati la ripresa della loro libertà più... Poetica?
Si immaginavano un prato verde, il cielo soleggiato, privo di nuvole, l'aria fresca che il fine Aprile portava con sé.
Un panorama pacifico rispetto a quello che hanno vissuto l'ultimo mese lì dentro. Il più bel panorama che potessero immaginarsi.
Invece c'era il cemento della strada, il cielo pieno di nuvole portanti di pioggia leggera. Non c'era un panorama mozzafiato, bensì tante automobili e ambulanze, tutte circondate da poliziotti e paramedici. La luce di ogni singolo veicolo, rossa e blue, appensativa solo il vento gelido del brutto tempo.
Ma erano fuori.
Erano finalmente fuori da lì.
Akihisa non capì sé fu per la gioia, l'incredulità o il naloxene che finiva di far effetto, ma cadde sulle sue ginocchia. I paramedici lo assistettero per primo, portandolo a sedersi sul bordo dell'ambulanza ed esaminandolo sul posto. Dopo un'attenta osservazione pregarono pure Asahi e Hyosuke di farsi controllare per via delle bende ed i segni sul collo. Shiori, apparentemente l'unica senza troppe ripercussioni esterne, fu presa da parte da alcuni agenti per rispondere alcune domande dopo esserle stata data una coperta per proteggerla dal freddo.
Asahi era seduto vicino a Hyosuke e continuava a fissare l'entrata nella speranza che qualcuno uscisse da lì.
Prima o poi.
Prima o poi.
Prima. O. Poi.
Ogni secondo era straziante.
Non ascoltava nemmeno cosa i paramedici gli stessero chiedendo delle sue ferite. Finché non furono toccate direttamente.
" ai- "
Le bende erano state tolte per osservare meglio gli arti superiori. La signora incaricata indossava dei guanti ed una mascherina.
" mi scuso, so che fa male "
Disse la paramedica con un tono calmo, senza smettere di lavorare. Con movimenti esperti, prese una garza sterile imbevuta di soluzione salina e cominciò a pulire delicatamente la pelle ustionata.
Asahi non riusciva a staccare gli occhi dalla porta, il suo cuore batteva forte. Ogni sfioramento sulla pelle ferita gli strappava un sussulto, e alla fine un gemito soffocato le sfuggì. Ma non disse nulla. Non poteva. C'era troppa speranza incatenata a quella porta.
" va tutto bene, devo solo assicurarmi che le ustioni non si infettino. Ti metto qualcosa per proteggerle "
Continuò la signora con gentilezza, rallentando il movimento. Prese un tubetto di unguento dalla borsa medica, una crema per ustioni.
" questo potrebbe pizzicare un po', ma aiuterà a evitare infezioni "
Spiegò, applicando il prodotto con delicatezza sulle zone colpite. Asahi si irrigidì, trattenendo il fiato, ma il dolore era sopportabile.
Una volta che ebbe concluso sia braccia che gambe si inginocchiò davanti al fanciullx.
" ti fa male qualcos'altro? "
D'istinto strinse una mano attorno allo stomaco, ma non rispose direttamente. No, nemmeno sembrava averla considerata. Fu lì che si tolse i guanti ed afferrò le sue mani. Rispetto a quelle di Asahi, erano calde e morbide. Erano confortanti.
" tesoro, so che c'è altro che ti passa per la testa. Ma ora devi pensare alla tua salute. Vuoi che chiami i tuoi genitori? Mi potresti dire come ti chiami? "
" ... Koharu non è uscita "
" come scusa? "
" Koharu è ancora lì dentro. Con una bomba. Tutto sta per scoppiare "
" oh-! Lo farò sapere agli agenti allora. Mi puoi descrivere Koharu? "
Andò a fondo con la descrizione, rispondendo ad altre domande come dove fosse andata, quando, se sapesse il motivo.
" lascia fare il lavoro a loro. Pensa a te stessa adesso "
"Stesso" in realtà, ma... Fa niente.
Nulla importava.
Solo Koharu.
Koharu doveva uscire da lì. Per forza. Se non lo faceva... Gliele avrebbe suonate quattro! Non glielo avrebbe perdonato facilmente!
" abbi più fiducia in lei, okay? Dobbiamo portarti in ospedale per quella ferita sull'addome. Hai bisogno di un intervento per chiuderla per bene "
" no, non senza Koharu "
" Koharu è una ragazza forte- "
" non lascio indietro la mia migliore amica. Non posso "
Strinse la coperta attorno a sé, tremando. Era sul punto di lacrime.
" non posso... Non posso lasciarla "
La donna lo guardò comprensiva è piena di pietà. Si sedette vicino ad egli.
" aspettiamola insieme allora, che ne dici? Nel mentre, mi puoi dire sé ti fa male qualcos'altro? "
" la testa "
" posso vedere? "
Si alzò appena per controllare la sua chioma e il corvino provò poi la sensazione di fresco proprio sui bernoccoli.
" dovrebbe alleviare per un po' il dolore "
" ... grazie "
Si fece sfuggire un sospiro di sollievo.
Tutto faceva meno male adesso. Le braccia, le gambe, la testa, il torso. Era sopportabile. Tutto era sopportabile pur di aspettarla. Asahi non se ne sarebbe andato senza di lei. Allora perché Koharu non usciva? Perché non vedeva come l'aspettava? Insomma, esci da lì! Cosa ti costa?
Dei passi si udirono. Asahi raddrizzò la schiena, sulle spine di rivederla e riabbracciarla. Finalmente potevano andarsene, finalmente potevano dimenticare tutto quanto-
" lasciatemi! Ho detto di lasciarmi! "
L'espressione si fece più cupa: era Erika Uchimura. La speranza uscì dall'istituto con affiancò due uomini da ogni lato e delle manette ai polsi. Strattonava, urlava, faceva di tutto pur di trovare una via d'uscita. Era disperata. La speranze era disperata.
Asahi tirò un sospiro deluso, guardando altrove. Non le importava niente di quella lì. Viva, morta, calma, arrabbiata... Gli faceva schifo come persona.
Quando stava per essere portata in una delle automobili, una nuova voce parlò.
" fra tutte le persone in questo mondo, sei l'ultima a cui avrei pensato "
Era un uomo dai capelli scuri, di lato grigi, ed una barba dello stesso colore. Vestito in maniera formale, proprio come se il suo luogo fosse l'ufficio, portava un'aria di potenza.
" non è questo il modo in cui mi son preso cura di te tutti questi anni "
Erika alzò lo sguardo e lo penetrò con quei occhi disperati.
" cosa..? "
" sei sempre stata una brava ragazza, perchè sei caduta così in fondo? "
Il tono deluso, l'espressione rassegnata... Era proprio come un padre. Suo padre.
Si bloccò, così come gli agenti da un po'.
" t-tu... Tu... "
Strinse sia pugni che denti.
" lurido... "
" mh? "
" mi fidavo di te! Ed ora mi fai questo?! "
" farti cosa? Il danno l'hai fatto tutto da sola "
" bugiardo! T-tu- avevi detto mi avresti supportato! "
" di che stai parlando Erika? Ti senti bene? Tutti quei appuntamenti continui devono averti dato alla testa. Dovevo aspettarmi non fosse per te il titolo "
" sei uN BASTARDO- "
Si fiondò su di lui ma fu acciuffata in tempo dagli agenti.
L'atmosfera si congelò per un istante. Gli agenti trattennero Erika, le sue urla graffiavano l'aria come vetri infranti. L'uomo rimase impassibile, il suo sguardo fermo, come se stesse osservando un insetto che si dimenava senza via d'uscita.
" portatela via "
Disse con un tono piatto, voltandosi come se la scena non meritasse più attenzione.
Erika continuò a lottare, la sua voce sempre più rauca.
" non finisce qui! Mi sentirai, mi sentirai ancora, maledetto! Non puoi farmi questo! "
Asahi scosse la testa, non volendo più vedere niente di tutto questo.
" respiri profondi "
Neanche si accorse del fiato corto fino a quando la signora gli parlò e mise una mano sulla spalla. Tornò a guardare l'entrata.
" ehi, è tutto finito "
No, non è finito.
Nulla è finito finché Koharu non esce da lì.
Senza di lei la storia non poteva finire.
Senza di lei Asahi non avrebbe mai chiuso questo capitolo della sua vita come si deve.
Asahi non se lo sarebbe perdo-
BOOM!
Asahi sbiancò.
L'angolo più lontano della struttura scoppiò davanti ai loro occhi. Iniziò a cadere su se stesso.
BOOM! BOOM! BOOM!
Una bomba dietro l'altra iniziò a scoppiare e far crollare tutta la Hope's Peak Academy.
" fate evacuare la zona, ripeto, evacuare la zona "
Ordinò un agente, il più vecchio fino adora. La paramedica prese Asahi per le spalle e lo trascinò dentro l'ambulanza.
" NO! NO! NO! NO! "
Cercò di aggrapparsi ai bordi.
" dobbiamo andare adesso! "
" NOOOOOOO- "
Koharu- dove era Koharu?!
Dove era finita la sua migliore amica?!
Dove era finita la ragazza allegra e sbadata che continuava a sorridergli?!
Dove era finita quella stupida piena di determinazione e bontà?!
Dove era finita la persona cui ci teneva veramente?!
Fra urla, pianti e persone che cercavano di tenerlo fermo Asahi non capiva più cosa stava succendo. Non voleva capire. Non voleva accettare di starsene andando via. Di averla abbandonata ancora una volta.
" koharu... Ko- haru... "
Scusa, scusa, scusa.
Non voleva lasciarla lì.
Non voleva fare lo stronzo ancora una volta.
" ko.. haru- no- nonono- "
Continuava a piangere per terra, assente di forze, mentre l'ambulanza guidava via. La paramedica di prima continuava a stargli accanto a consolarlo ma nulla avrebbe fermato quelle lacrime adesso. Nemmeno parole riusciva ad essere formulate come si deve.
" Hhh... Ah... "
In quei momenti, le parole di Erika lo colpirono ed affondarono.
" AAAAAAAAAAH "
Erano liberi, finalmente fuori dalla gabbia. Ora potevano tornare alle loro vite di una volta. Eppure la sensazione di impotenza si soppraffava più forte che mai.
Alla conclusione della tortura capirono il vero significato dell'essere un Ultimate, la maledizione degli studenti.
Se era possibile essere speranza nella disperazione, anche il contrario valeva.
La speranza li aveva fatti vincere.
Ed il loro premio era la disperazione.
______________________________
Quindi.
Questa è la fine della storia, eh?
No, davvero, non so nemmeno io cosa scrivere in questo momento AHAHAHA.
Cioè, c'è qualcosa che dovrei scrivere?
In realtà tante, ma partiamo da una alla volta.
Innanzitutto vorrei ringraziare tutti i lettori di Obsession per essersi sorbiti per due anni questa storia. You're strong af 🔥🔥🔥🔥🔥
Ho apprezzato ogni singolo commento, ogni singola reazione e ogni stellina. Credo che sia proprio ciò cosa mi ha portato avanti a scrivere. Insomma, adoro quando reagite perchè mi ricorda che questa storia non la sto solo scrivendo per me stessa, ma anche per qualcun altro.
Ringrazio di cuore i creatori dei loro personaggi per aver voluto partecipare a questo mio primo progetto e mi scuso umilmente per averci fatto prendere certi colpi ed avervi anche rotto le scatole questi due anni con le mie domande sui vostri personaggi. Ho amato tutto questo cast dal primo all'ultimo, davvero. Mi sono trovata bene a lavorare con questi personaggi.
Ringrazio poi chi ha sopportato tutti i miei scleri quando si trattava nella gestione della trama e decisioni importanti. Meno male che ci siete voi a sopportare le pippe mentali fatte 🤭🤭🤭🤭🤭.
Insomma, grazie di aver interagito con questa storia in una maniera o nell'altra.
Ed ora, per l'ultima volta, ecco a voi il sondaggio definitivo!!
1. Qual è il vostro personaggio preferito?
2. Qual è il vostro personaggio femminile preferito?
3. Qual è il vostro personaggio maschile preferito?
4. Qual'è il vostro personaggio enby preferito?
5. Cosa ne pensate del finale?
6. Cosa ne pensate di...
- Koharu
- Shiori
- Akihisa
- Hyosuke
- Asahi
(- altri personaggi del cast, se volete parlare di loro?)
7. Quale è il vostro capitolo preferito?
8. Avete altri commenti aggiuntivi da fare? <3
+++ ultima cosetta: la storia sarà pur finita, ma state certi che ci sarà pure un epilogo (o "extra episode", se vogliamo metterla così, ma sarà incentrato su cosa sia successo fuori dal killing game)
E per volere di Noel concludo questa nota autrice con:
This was truly our Obsession.
- Eliza
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