l'entropia dell'universo


[ memories bring back you ]

non ti ama, no, lui non ti ama. me lo ripeto quasi dieci volte al secondo, forse così potrò convincermene. nella mia testa è tutto sottosopra. anche tu lo sei - le tue gambe lunghe e magre sono incollate al soffitto e le tue mani pallidissime arrivano dall'alto a sfiorarmi le guance, che sono rosse, che sono accaldate. ti guardo con i miei occhi capovolti e vedo il tuo viso rotondo e penso che tu sia una copia esatta di tuo padre - mi piace tanto lui, è così gentile con tutti, e profuma di fragole. tu invece profumi di autunno, del mantello di foglie rosse e gialle sdraiate sull'asfalto, della pioggia che tamburella alla finestra. profumi un po' di vaniglia e di caffelatte caldo alle sette del mattino.

non ti ama, non ti ha amato neanche per un secondo. lo urlo e mi si lacerano le corde vocali, ho paura che sia vero, nonostante mi abbia lasciato pensare il contrario mille volte.
mi ama?
per una volta vorrei non farmi nessuna domanda e non ricevere nessuna risposta scomoda.
galleggio nell'entropia dell'universo e tu mi porgi la mano. ti guardo come in sogno, l'afferro fluttuando. sembra un sogno quando mi guardi con quello sguardo lì.

ma io lo amo? no, no.
o forse sì? è successo che sono caduta nel mio stesso gioco.

è forse perché sono un disastro e non riesco a tener la bocca chiusa, ma parlo sempre di te, anche quando non ci sei, e penso a te costantemente, sebbene io voglia nasconderlo. spingo la tua immagine giù, nell'angolo più remoto della terra, nel suo centro. ma sono così stanca e così vecchia, e non so più cosa sia l'amore, non so più cosa sia io – non riesco mai a sentirmi reale, sono io stessa un'esperienza extracorporea.

non ti ho mai cercato, mai, mai. no, la verità è che ti volevo, ti desideravo, ti bramavo, ma ti cercavo sempre nelle cose e nelle persone sbagliate – tipo quelle che mi hanno preso il cuore intero, infilando le mani direttamente nel mio petto, senza mai rendermi niente in cambio.
mentre tu, tu sei sempre stato di fronte a me – beh, non proprio sempre, a dir la verità: sei stato dietro di me il più delle volte, talvolta al mio fianco, mentre altre al centro dei miei pensieri. sei stato la verde distesa della vegetazione che ricopre le montagne, il nero profondo delle tue pupille.
io parlo sempre, sempre, davvero, in ogni momento - e mi caccio sempre nei guai - ma stavolta le parole non mi vengono in mente, e poi quando lo fanno esitano ad uscirne, bloccandosi come il pesto fra i denti.

ho davvero bisogno di te? no, no. o forse sì.

le montagne si chiudono sulla mia testa, che pulsa ad un ritmo nuovo – la sigla di una serie tv o l'opening di un vecchissimo anime o ancora un ritmo che sa di spagna – che poi a me queste cose neanche piacciono, a te invece? ma tu mi ascoltavi, pure se parlavo a vuoto o fra me e me, e mi venivi dietro annuendo teatralmente.

sai, io avrei voluto vedere tutto il mondo e avrei voluto farlo con te, ma alla fine finivo sempre con la testa sulla tua spalla, sotto una notte senza stelle né luna, seduti al tavolino rotondo d'acciaio fuori al nostro bar, su quelle dannate sedie perennemente congelate.

te l'ho detto, non so neanche più cosa sia l'amore. è magari la tua voce che si fa strada fra i miei sogni, o forse il dolce desiderio di averti accanto? ho perso la facoltà di darmi una risposta: è una sensazione che non provo da troppo che ormai ne ho scordato l'aspro sapore.

mai avrei pensato di caderci anch'io, nel tuo gioco – nel mio gioco. senti ciò che sento io? come sarebbe bello poterti leggere nel pensiero, ma mi farebbe una paura matta la possibilità di scoprire cose che non voglio veramente sapere. balliamo un lento insieme sotto le stelle, poi la macarena, che è più sulla mia lunghezza d'onda. ti ho pensato e sognato fino allo sfinimento, finché non è arrivata la fine.

ho paura di dimenticare.





Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top