【 a united kingdom's shadow I】

𝓘 𝓱𝓪𝓿𝓮 𝓼𝓾𝓯𝓯𝓮𝓻𝓮𝓭
𝓽𝓱𝓮 𝓪𝓽𝓻𝓸𝓬𝓲𝓽𝔂 𝓸𝓯 𝓼𝓾𝓷𝓼𝓮𝓽.

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𝕬 𝖀𝖓𝖎𝖙𝖊𝖉 𝕶𝖎𝖓𝖌𝖉𝖔𝖒'𝖘 𝕾𝖍𝖆𝖉𝖔𝖜 ; 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑎𝑑 𝑜𝑐

-ˏˋ Maryg_1402 ˊˎ-
hvllaback
s-starspace
-ljttlehobbit
-chvshirekitten
silvyamuzz

𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘: 10.796

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↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ NOME : ̗̀➛ 𝘭𝘺𝘴𝘢𝘯𝘥𝘦𝘦𝘳 - 𝘥𝘰𝘯𝘯 ❞

Can you hear the silence?
Can you see the dark?

Can you fix the broken?
Can you feel my heart? ❞

Lysandeer ❞

Deriva dal nome greco Λύσανδρος (Lysandros), composto da λῡ́ω (lū́ō, all'infinito λύειν, lū́ein, "liberare", "sciogliere") o λύσις (lúsis, "liberazione") e ἀνδρός (andrós, genitivo di ἀνήρ, anḗr, "uomo", "maschio"); entrambi sono elementi ben presenti nell'onomastica greca. Il significato complessivo viene variamente interpretato come "che libera l'uomo", "liberatore di uomini", "liberazione dell'uomo", "uomo che libera", "liberatore" o "uomo libero".
Ovviamente però di questi significati dotti e di questi significati i genitori di Lysandeer non sapevano molto, se non che fin da tempi antichi era utilizzato anche in Germania, nonostante le sue origini si perdessero sulle sponde del mediterraneo. È quasi una sorpresa per molte persone scoprire che Lysandeer non ha origini inglesi, nonostante quella inglese sia la fazione per cui combatte, anche se in realtà egli non si sente appartenere ad una vera patria per cui combattere. In ogni caso le sue origini non si perdono tra le brughiere inglesi, ma tra le famiglie più antiche, anche se non prestigiose, dei freddi e austeri monti tedeschi. Di come arrivò in Inghilterra parleremo in seguito, si può solo pensare che fu fortunato ad avere un nome non molto raro anche nei paesi anglosassoni, nonostante la pronuncia fosse radicalmente diversa, più dolce e priva del freddo e duro accento tedesco.
Così ad egli venne affidato tale nome, un significato profondo e quasi commovente di cui all'uomo non è mai importato molto, del resto nessuno glielo ha mai confidato ed in realtà a lui non è mai importato più di tanto. Del resto cosa è mai un nome? Nel suo caso solo dolore e un simbolo di odio, un qualcosa che lo lega ad una famiglia che non lo amò mai e se lo amò certamente questo affetto non fu più forte del desiderio di denaro. In ogni caso egli non si fa mai chiamare con il nome Lysandeer, nonostante nei primi anni di vita in Inghilterra molti lo conoscessero. In ogni caso spesso era nominato solo "ragazzino" oppure appellato con nomignoli ben meno simpatici e piacevoli.
Egli odia il suo vero nome, è da anni infatti che non lo utilizza, troppi dolorosi ricordi vi sono legati, ricordi che preferirebbe venissero annebbiati dall'acido del tempo piuttosto che depositati nei meandri più bui e sanguinosi nella sua mente.
Quando iniziò la sua "carriera" ufficiale da mercenario, o assassino qual si voglia, fu lui stesso a decidere di presentarsi al suo primo committente con un nome dal suono e dal significato del tutto diverso da quello originale: Donn.

Donn

Secondo la mitologia irlandese, Donn è il Dio della morte, figlio di Milesius, l'antenato dei Milesi.
Donn viene riconosciuto come padre del popolo irlandese.
In origine Donn era il capo dei Milesi, una razza di uomini mortali, che invase l'Irlanda, cacciando i Túatha Dé Danann, esseri soprannaturali. Nel folklore Donn é visto come il primo dei Milesi a morire in questa invasione dell'Irlanda ed essendo di alto rango la posizione divenne quella di Lord of the Dead e fu considerato un Re dei Sidhe.
Si dice che Donn dimori in Tech Duinn, il luogo in cui si riuniscono le anime dei morti, in Irlanda si credeva che le anime dei morti partissero verso ovest sul mare con il sole al tramonto.
Il folklore su Donn lo troviamo anche nella contea di Limerick, si diceva che un Donn Fírinne abitasse nella collina sacra di Cnoc Fírinne e i defunti venissero portati sulla collina per stare con Donn.
Si diceva che apparisse come un cavaliere fantasma su un cavallo bianco.
Era anche associato al tempo, tuoni e fulmini stavano a significare che Donn Fírinne stava cavalcando il suo cavallo attraverso il cielo e se le nuvole erano sopra la collina significava che li stava radunando la pioggia.
Un nome che certamente più si addice alla personalità cupa e distruttiva dell'uomo, quasi un piacere fu per egli sceglierlo quando lo sentì per la prima volta. Ciò avvenne in Inghilterra, nella prima volta in cui vide un'esecuzione capitale di un ribelle inglese: l'uomo, prima di morire impiccato, pronunciò le seguenti parole "possa Donn maledire la vostra discendenza e coloro che dal vostro speme nasceranno, dalle sue aule griderò vendetta per il mio popolo".
Lo spirito caotico ma al tempo ancora trattenuto di Lysandeer non ci mise molto a rimanere affascinato da tali parole, per quanto la loro natura macabra potesse renderle ben poco positive. Nonostante ai tempi non sapesse leggere o scrivere non ci volle molto per informarsi da un paesano del significato di quel nome, dell'osvura divinità della morte che si trovava alle sue origini.
Da lì a poco, quando la sua fama di inarrestabile e sanguinolento guerriero iniziò a diffondersi, non fu difficile per egli decidere che sarebbe stato quello il mondo con cui coloro che l'avrebbero incontrato in futuro l'avrebbero chiamato in tale modo. Sempre con queste parole egli saluta coloro che uccide, con un leggero e singolo sussurro alle loro orecchie mentre il sangue si sparge sul terreno e la vita scivola dai loro occhi "riposa ora, nelle aule dei dannati".

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙COGNOME : ̗̀➛ 𝘮𝘦𝘺𝘦𝘳 ❞

Can you help the hopeless?
Well, I'm begging on my knees
Can you save my bastard soul?
Will you wait for me?❞


Meyer

Il cognome Meyer é forse il più diffuso in Germania, se non il più diffuso uno dei più conosciuti. Il suo significato è molto semplice e anche alquanto umile: Meyer in sé significa sindaco, inteso come colui che amministra un pezzo di terra.
Al tempo possedere anche solo un piccolo tratto di terreno da cui trarre nutrimento e profitto era un grande privilegio che certamente non tutti si potevano permettere, anzi, la maggior parte delle persone dei ceti più bassi lavorata nelle proprietà di ricchi signori, oppressi da tasse e soprusi. Questo fu il caso della famiglia di Donn, che non fu abbastanza fortunata da avere nei propri antenati persone con possedimenti abbastanza rilevanti da permettere loro di vivere una vita tranquilla. No, la vita dei Meyer fu un costante affaticarsi in terreni che non gli appartenevano e che portavano poco profitto, un po' per la scarsa fertilità dei freddi terreni tedeschi, un po' per la grande quantità di raccolto che i genitori di Donn dovevano donare ai proprietari terrieri e al clero.
Famiglia da sempre radicata nella Baviera tedesca essi non hanno mai visto posizione diversa nelle generazioni se non quella di contadini e servi, povertù assoluta e duro lavoro ha sempre regnato tra le file degli antenati. Fu così che anche il gruppo famigliare di Donn visse: madre, padre, due sorelle maggiori e il figlioletto che allora portava il nome di Lysandeer, unico figlio maschio.
Come egli venne diviso dalla sua famiglia è un'altra storia, una storia non molto piacevole e per niente gioiosa, ma che è necessaria raccontare per capire al meglio cosa si cela negli antri oscuri di una sola persona.
Di una cosa vi è certezza: Donn odia parlare del proprio cognome e delle proprie origini, riportando sempre al perché egli ha cambiato pure il proprio nome di battesimo. Il cognome che sarebbe suo per linea di sangue non viene mai utilizzato dall'uomo, non vi è persona al mondo che lo conosca, tranne i suoi genitori ovvio, ma per quanto lo riguarda essi potrebbero benissimo essere morti e sepolti, in ogni caso troppo tempo sarebbe passato perché possano riconoscerlo.

The Taker

Quindi mai nessuno usa il suo cognome, anche perché oltre a non conoscerlo nessuno sa la sua vera identità, proprio come nessuno ormai lo chiama Lysandeer. L'alternativa con cui è quasi più conosciuto è una specie di soprannome, nato nei primi anni della sua "attività", nonostante non si sappia con certezza chi sia stato il primo o la prima ad utilizzarlo. Probabilmente è morto, ma in ogni caso questo soprannome apparentemente bizzarro rimane, The Taker.
Non è difficile capire cosa significhi, ancora meno difficile è capire da cosa è tratto, se si conosce minimamente in cosa consiste la "professione" di Donn. Che sia considerato un cavaliere, un mercenario o un semplice assassino alla fine il suo compito è solo uno: togliere una vita, prendere da un corpo quel dono divino e sottrarlo.
Da qui il soprannome, colui che prende. Non si sa dunque da chi sia nato, ma ben si sa che rispecchia alla perfezione ciò che Donn effettivamente fa. Per egli prendere una vita è sempre qualcosa di emozionante, un sacrificio alla morte che pompa sangue nelle sue vene, investendolo dell'adrenalina malata che sembra tenerlo in vita, portandolo a trascinarsi senza significato giorno dopo giorno, aspettando senza fretta il giorno della sua morte. Alla base del suo soprannome vi è anche una strada convinzione dell'uomo di cui però nessuno sa a parte lui. Uccidere, togliere una vita, non è solo lavoro, un compito o il desiderio di vendetta, ma anche un prezzo che egli stesso paga per la propria vita. Nella sua mente è convinto che ogni vita che toglie allungherà di qualche animo la sua, quasi che egli sappia quanto effettivamente orribile è ciò che fa per vivere, in parte ciò che fa anche per piacere, e dunque che uccida per avere più tempo. Più tempo per vivere, più tempo fino a quando il giorno del giudizio calerà sulla sua testa come una fredda lama di metallo, egli teme la morte ed è per questo che le dona dei sacrifici. Come se fosse una spietata divinità, stessa divinità di cui in fondo porta il nome, di cui guadagnare i favori donandoci dei sacrifici, come spesso si faceva per i vecchi dei. Da qui the Keeper, non solo un soprannome, ma anche una filosofia potremmo dire.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙RUOLO : ̗̀➛ 𝘤𝘢𝘷𝘢𝘭𝘪𝘦𝘳𝘦 ❞

Well I know your laying back,
Contemplating your own death
Well just look at what you've done
Don't you dare forget the sun.❞

Il ruolo del cavaliere, un titolo che in ere più antiche si pensava essere portatore di onori e di grandi doveri, di nobiltà e che era visto come simbolo di valore, nobiltà e protezione. Il titolo di Donn in questo caso è solo e puramente formale, della figura quasi romantica del cavaliere senza macchia e senza colpa egli non porta nulla.
In realtà non si capisce bene neppure perché egli venga definito in tale modo, forse perché in ogni caso è al servizio di uomini potenti, come del resto è stato per tutta la sua vita. Non combatte per cause giuste e tantomeno per valori nobili, anzi, sembra che in realtà egli li distrugga, soffocando ed eliminando quel poco che di buono vi è nel mondo.
Un mercenario si potrebbe definire più che un cavaliere, un assassino, un uomo le cui mani sono macchiate del sangue di innocenti o meno, di donne e adulti, addirittura di bambini.
Il suo ruolo è quindi quello di uccidere su commissione o non, il suo obbiettivo principale uccidere i nemici della corona inglese, su commissione o meno. Irlandesi principalmente, non è raro che egli viaggi tra Inghilterra e Irlanda, sterminando e terrorizzando i nemici soltanto facendo scorgere dalle lontananze la propria figura.
Sembra che il solo mantello nero che indossa sia il segno del suo relativo potere, quasi un'icona che accompagna la sua sete di sangue.
Al servizio della corona dunque il suo compito è principalmente il seguente: uccidere, bruciare, occasionalmente rapire e seviziare.
La sua vita gira intorno a questo circolo vizioso e, per quanto lo riguarda, non vi è via d'uscita dal suo compito, l'unico che gli permette di sfogare il proprio odio e, allo stesso momento, di guadagnarsi da vivere senza dover servire un padrone. Ironico come in realtà egli sia in ogni caso incatenato all'Inghilterra, un padrone ben più grande dei precedenti avuti. La maggior parte del tempo Donn cerca di non pensarci, per quanto sia difficile, di credere che quello che fa non lo faccia sotto al comando di qualcun altro, che effettivamente è libero, anche se ogni nuovo ordine che periodicamente riceve lo rendono sempre maggiormente assoggettato al potere inglese.
Il suo status di cavaliere-mercenario porta con sé anche il timore che le persone percepiscono anche solo nello scorgerlo in lontananza, nonostante a volte riesca a passare inosservato non sono molti coloro che in Inghilterra e Irlanda non conoscono la sua fama. Nessuno però conosce la sua identità, nessuno sa il volto che si cela sotto al mantello e alla nera armatura che gli coprono volto e corpo. Nessuno sa il suo nome, nessuno sa il suo sesso, nessuno conosce la sua storia. Ciò posa sulle sue spalle un certo senso di libertà, ma anche un immenso isolamento dal mondo reale.
Neanche gli altri cavalieri conoscono il suo nome o la sua identità, solo ovviamente coloro di cui è al servizio, anche se neppure loro conoscono le sue radici tedesche. Molti nella legione avevano presente il suo volto, ma nessuno avrebbe potuto pensare che quel ragazzo fin troppo rabbioso e con poco auto controllo si cela al di sotto di quella nera veste da tristo mietitore. Per la maggior parte di coloro che erano i suoi compagni di legione egli è morto e sepolto in qualche battaglia, oppure altrove, a svolgere un compito più adatto per la sua indole. Coloro che pensano così non hanno tutti i torti, l'uomo ha certamente raggiunto una posizione più adatta ai suoi gusti, oltre che superiore a tutti coloro che lo pensano morto.
Divertente è come nessuno conosca il suo sesso, quando scende in battaglia l'armatura che gli copre tutto il corpo rende impossibile capirne il sesso, la rabbia che porta con sé potrebbe appartenere benissimo ad un uomo o ad una donna. Non ci sono momenti in cui si lasci vedere indifeso ad altri, si può dire che non solo svolge il proprio ruolo da cavaliere, si potrebbe dire che egli é diventato tale ruolo, non riuscendo più a separare la propria personalità da esso.

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↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ETÀ : ̗̀➛ 𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘯𝘯𝘪 ❞

Your a mess tangled with your confidence
You think you haven't sinned
Well you're unstoppable,
Your walls are impassible oh!
I think your better off looking alone.❞

Donn nacque il 9 aprile, in primavera, in un tiepido pomeriggio della stagione dei fiori, che in ogni caso in Germania manteneva un rigido clima. Egli nacque nella Germania bavarese in un piccolo villaggio sperduto da una famiglia di semplici contadini. Una famiglia semplice, un parto semplice, una nascita gioiosa.
Donn fu il primo figlio maschio della famiglia, prima di lui erano arrivate ben altri tre figlie, tutte femmine.
Immaginatevi la gioia che provocò la nascita del primo maschietto nella famiglia. Del resto ai tempi avere un figlio maschio era vista come un'immensa grazia.
Fino a sei anni visse appunto nella Germania del sud-est, da quell'età in poi si spostò nella Germania settentrionale, nonostante di queste dinamiche parleremo più avanti.
Si può dire però che il periodo che va dai suoi sette anni ai suoi diciassette è forse il lasso di tempo in cui il carattere dell'allora ragazzo si sviluppò di più e non per forza in modo positivo. Dieci anni orribili, di sofferenza e di reclusione, che lo portarono a sviluppare dei pensieri e comportamenti non totalmente consoni ad una persona della sua età che, tutto sommato, sarebbe potuta definirsi ancora abbastanza giovane pure per l'epoca.
Questo fu anche probabilmente il periodo peggiore, il più duro della sua vita, in cui si sentiva (ed in parte era) letteralmente chiuso in una gabbia.
Pochi giorni dopo quelli che sarebbero stati i suoi diciotto anni egli scappò dalla Germania, passando per il mare del Nord e arrivando fino alle coste dell'Inghilterra, dove vive da quando ha circa diciotto anni. Da allora non si è mai spostato dai paesi anglosassoni, tranne per i periodici spostamenti tra Inghilterra e Irlanda portati dal suo "lavoro".
Attualmente Donn ha diciotto anni, dunque si trova in Inghilterra da dieci anni, da otto si è arruolato nell'esercito inglese, da quattro ha assunto il ruolo di cavaliere e da tre la sua terribile fama ha iniziato a diffondersi in tutti i paesi anglosassoni, in parte anche in altri paesi dell'Europa che hanno sentito nominare la fama del Cavaliere Nero, The Taker.
Si può pensare che per soli ventotto anni si tratti di una fama ben più spropositata del necessario, ma in realtà si può pensare che per l'epoca egli abbia raggiunto già la metà della propria vita visto la bassa speranza di vita. Nonostante ciò per i propri ventotto anni Donn è ben più che in forma, nonostante non primeggi per altezza o muscolatura. Fisicamente si può dire che rappresenti perfettamente la propria età, non verrebbe in mente ai pochi che lo vedono in volto di dargli un'età più avanzata, anzi, anche se potremmo dire che coloro che periscono sotto alla sua spada non si soffermano particolarmente su tale dettaglio, come è naturale.
Mentalmente invece la situazione è molto più complicata. Donn è sicuramente un uomo maturo, scaltro, ben cosciente del mondo nonostante lo veda solamente con sfumature negative, ma nonostante ciò nella sua persona si può trovare quasi una minima vena infantile. Non per ingenuità o caratteristiche simili, ma per mancanza di esperienze in certi campi che potrebbero farlo sembrare quasi chiuso in una bolla, in un'altra dimensione. Principalmente ciò riguarda le relazioni interpersonali che, seppur molto rare, quasi inesistenti, Donn non ha mai veramente imparato come controllare e dirigere.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ASPETTO : ̗̀➛ 𝘥𝘢𝘯𝘪𝘦𝘭 𝘴𝘩𝘦𝘳𝘮𝘢𝘯 ❞

Bad, bad news
One of us is gonna lose
I'm the powder, you're the fuse
Just add some friction.❞

A Donn non è mai importato molto della bellezza fisica, lo si può definire bello oppure brutto e a lui non potrebbe importare di meno. Può essere definito in molti modi: crudele, spietato, senza cuore, menefreghista, arrogante, inquietante, ma non vanitoso. Anzi. Nella sua routine quotidiana la toeletta occupa davvero una minima parte di tempo indispensabile solamente per una buona igiene fisica, spesso egli non si pettina neppure i capelli che solitamente sono raccolti in un basso codino sulla nuca. Ma tanto, se deve indossare una parte di armatura che gli copre il capo mica deve sfilare come un modello o essere favoloso in un campo di battaglia. Non serve che ci sia la bellezza a dare notorietà all'uomo, già la sua fama lo precede e spesso la sua sola figura in un combattimento può incutere timore. Con la sua implacabilità l'uomo dona terrore ai propri nemici, anche senza bisogno di mostrare un volto irato e pieno d'odio. Si può dire che a prima vista sia davvero difficile dire quanti anni ha l'uomo, da una prima occhiata per chi non lo conosce può essere in un range di età dai venti ai trent'anni, il viso e la corporatura di certo non rivelano chissà quanti indizi. Il volto non presenta rughe nonostante gli anni in cui la sua pelle è stata sottoposta a fatiche e interperie, probabilmente perché esso è quasi sempre stato protetto da armature o cappucci. In ogni caso in alcune lunghe battaglie oppure allenamenti, che di certo non erano creme idratanti per il volto dell'uomo, hanno causato alla pelle una connotazione secca e rovinata. Il volto inoltre presenta una leggera barbetta sul mento e tra naso e labbra, mai troppo lunga per non causare fastidio o eccessivo calore all'uomo, e dei capelli anch'essi di lunghezza considerevole. Donn non ha mai avuto nella sua vita capelli corti propriamente "alla maschietto", anche negli anni in cui visse in strada la sua castana chioma superava le orecchie di qualche centimetro, nonostante non sia mai arrivata oltre le spalle. I folti capelli marroni sono forse la parte un po' più curata dell'aspetto dell'uomo, nonostante non vengano pettinati molto sono sempre elegantemente tirati indietro verso la nuca e protetti dalle interperie esterne. Va detto che egli, oltre che ovviamente a radersi di conto proprio, si fa anche da parrucchiere con un semplice paio di forbici e una spazzola. Gli occhi sono grandi, quasi a mandorla, con una forma vagamente allungata verso le punte e uno scuro color verde nelle iridi che donano all'uomo un'aria quasi più dolce. Aria ingannevole ovviamente, nella sua vita mai sarà reperibile mastino più terribile del Claviere. La bocca anch'essa piccola di apre si una dentatura perfetta, tranne per un singolo e piccolo difetto quasi irrilevante: il dente d'oro che egli ha al posto di un canino. Dopo averlo perso durante lo scontro con uno stupido irlandese fin troppo agguerrito le possibilità per l'uomo furono due: rimanere senza denti oppure rimpiazzarli con un altro materiale sintetico. Visto che la prima opzione sarebbe risultata fastidiosa e scomoda per la masticazione ecco che un bel dente d'oro spuntò al posto del precedente, un piccolo ornamento che dona all'uomo un'aria quasi più inquietante. Donn non è altissimo, non si può negare, la sua figura sfiora il metro e settantacinque che, almeno per un uomo, non è il massimo dell'altezza. Ciò spesso lo aiuta a camuffare il proprio sesso. La sua muscolatura è ben sviluppata, ignorando il dolore alla schiena per più tempo possibile egli si allena diverse ore al giorno quando non è in giro a caccia, permettendo al suo fisico di sviluppare una forma forte e muscolosa. Questa forma robusta è anch'essa celata sotto alle pesanti armature e alle cappe sotto alle quali si nasconde, spesso facendo pensare ai nemici che al di sotto di essa non vi sia altro che un fantasma.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ CARATTERE : ̗̀➛𝘪𝘴𝘵𝘫-𝘵 - 𝘭𝘰𝘨𝘪𝘴𝘵𝘢 - 𝘭𝘢𝘸𝘧𝘶𝘭 𝘦𝘷𝘪𝘭 ❞

𝓢𝓱𝓸𝔀 𝓼𝓸𝓶𝓮 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷? 𝓣𝓱𝓮 𝔀𝓸𝓻𝓵𝓭
𝓼𝓱𝓸𝔀𝓮𝓭 𝓷𝓸 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓪𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷 𝓽𝓸 𝓶𝓮!

Curioso come il carattere di Donn non si adatti per niente allo stereotipo del nobile Cavaliere a cui spesso dalla fazione inglese è associato, ma più ad un crudele e senza cuore inquisitore. Trovare un briciolo di compassione nell'uomo sarebbe come trovare un ago in un pagliaio, per essere più precisi un ago inesistente in un pagliaio infinito.

Una parola che lo potrebbe descrivere perfettamente é "insensibile", sotto ogni punto di vista. Per lui il dolore altrui è come acqua che scivola fredda sulla pelle, non trova alcun interesse nell'aiutare o farsi importare degli altri, del resto in un mondo tanto crudele ognuno deve impare a cavarsela da solo, giusto? Giusto. Non ci sono parole per descrivere la sua indifferenza verso ogni sentimento: dolore, gioia, rabbia, per lui tutto è relativo e inutile, le emozioni delle altre persone, proprio come le persone stesse, un inutile mix di sensazioni che portano all'autodistruzione. Appunto per questo egli cerca di mantenere anche sé stesso lontano da emozioni e legami, niente e nessuno (o quasi nessuno) si trova attualmente nel suo cuore e sarà ben difficile che qualcuno vi entri in futuro.

Forse, ma in casi estremi, qualcuno a cui potrebbe dedicare un minimo di attenzione sarebbe colui o colei che si risulta estremamente importante per i suoi scopi, ma una persona del genere dovrebbe rivelarsi del tutto indispensabile per non risultare come un'inutile fantoccio o un peso. Se egli non percepisce emozioni esterne é anche di rimando impossibile percepire le sue emozioni dall'esterno, in ogni occasione il suo volto si limiterà ad essere una fredda lastra di ghiaccio inospitale oppure una terra di fuoco, divertita da ciò che accade attorno a lui con un ghigno malefico e ben poco simpatico. Ormai solo distruzione e devastazione si trovano nell'animo dell'uomo, un po' per i traumi subiti un po' per l'austero addestramento e i relativi lavaggi del cervello subiti per diventare il famigerato Cavaliere, cose che a suo parere risultano addirittura baggianate.

Nessun sorriso, nessuna lacrima, nessun segno di vera rabbia, ormai le emozioni sono in lui appassite come un fiore a cui per troppo tempo è mancata l'acqua, in un terreno arido esso non ha potuto piantare radici e dal dolore é stato estirpato, permettendo a male e odio di prendere il suo posto.
Odio, forse in fondo è questo l'unico vero sentimento che egli è capace di provare, un profondo e immenso odio che si mischia al suo immenso e logorante desiderio di vendetta: non gli importa di quei parassiti degli Irlandesi, ancora meno gli interessa dell'ordine nell'Inghilterra, solo un profondo desiderio di vendetta verso l'umanità regna sovrano nel suo animo.

L'unico vero obiettivo a cui può aggrapparsi per non sprofondare. L'unico olte al potere, ovvio. Perché inoltre all'odio solo il potere e la sete di essere migliore nutrono la mela marcia che è Donn: egli ha un'incredibile voglia di essere il migliore sotto a molti punti di vista, di salire in comando nella gerarchia e di avere tutto il potere possibile per far le cose al modo suo. Sì, ad egli pesa essere comandato, gli è sempre pesato, come mai gli è stato gradito dover combattere per una causa a cui non ha mai davvero creduto. Allo stesso modo gli pesa dover ogni tanto condividere missioni con altre persone, comandare gli piace e lo sa fare relativamente bene, ma lo spirito di squadra non è mai stato il suo forte. Su un certo punto di vista l'uomo è sempre stato relativamente indipendente fin da piccolo, anche nei primi anni d'infanzia ha dovuto imparare a cavarsela senza aiuti esterni e ciò risulta come un grande vantaggio attuale. Insieme all'indipendenza in lui é sviluppata anche una forte determinazione, una voglia quasi irrefrenabile di arrivare ai propri scopi, una sete immensa di vittoria e di riuscir a padroneggiare ciò che maggiormente desidera.
Vederlo ridere di gusto è raro, praticamente impossibile, tutto ciò che può donare l'uomo a chi si trova intorno a lui sono finte risate di scherno, fredde espressioni distanti o odiose frecciatine quasi offensive, i peli sulla lingua non sono certamente il suo forte anche se in genere egli è più un tipo d'azione che da dialogo.

Non per questo si può dire impulsivo, ha una forte tendenza ad analizzare ciò che gli accade intorno e una ancor maggiore capacità di risoluzione, abile uomo quanto abile stratega se ci si affida a lui per un piano non si può mai rimanere delusi, anche se a volte bisogna trovarsi pronti ad infrangere le regole che, per l'uomo, non sono mai state un problema.

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↳ ੈ‧₊˚ ┊͙PREGI E DIFETTI

- 𝓯𝓮𝓻𝓶𝓮𝔃𝔃𝓪 𝓭𝓲 𝓬𝓪𝓻𝓪𝓽𝓽𝓮𝓻𝓮
Un pregio di Donn è senza dubbio il carattere fermo e deciso. Egli non traballa mai per insicurezza o dubbio, non lascia che nessuno, nemmeno la propria persona, gli trasmetta dei dubbi. Non ha paura di sbagliare, mal che vada un omicidio potrebbe coprire ogni errore, mai però lo si vedrebbe vacillare. Tale fermezza di carattere lo porta ad avere anche una fredda e spietata logica strategica che raramente lo tradisce, egli analizza il dettaglio di ogni situazione, il suo cervello è quello di uno stratega spietato che non presenta pietà neppure di fronte ad un bambino e che non si lascia influenzare dai sentimenti.
Ciò lo aiuta a non tradire mai sé stesso né i propri compiti o ideali. Sempre che la vendetta e lo sterminio possano essere definiti ideali.

- 𝓼𝓬𝓪𝓻𝓼𝓪 𝓮𝓶𝓹𝓪𝓽𝓲𝓪
Un difetto, senza dubbio. Possiamo dire che per il suo ruolo questa sua caratteristica quasi psicopatica possa essere positiva, ma in realtà non lo è. Vi è una mancanza causata da questa sua impossibilità nel mettersi nei panni altrui. Ciò, oltre che ad isolarlo dal punto di vista personale dalla maggior parte delle persone, lo porta anche a non essere molto abile nel predire le loro movenze.
Certo, è abile nel pensare a delle strategie e a combattere, ma non riesce sempre a immaginarsi come le altre persone potrebbero reagire ad esse. Dunque va di distruzione, se qualcosa va male uccidi, se le altre persone non seguono il piano metti fine alla loro vita, se si ribellano taglia loro la gola. Forse meno vite potrebbero essere state spezzate se solo Donn avesse un occhio di riguardo maggiore per le conseguenze delle proprie azioni, immaginandosi anche le reazioni delle altre persone mettendosi nei loro panni.

- 𝓶𝓪𝓷𝓬𝓪𝓷𝔃𝓪 𝓭𝓲 𝓹𝓲𝓮𝓽𝓪'
Insieme alla mancanza di empatia vi è anche una mancanza di pietà. Come detto prima questa può essere una cosa positiva per il suo lavoro, ma in realtà è solo una caratteristica che lo logora da dentro. Quante volte ha ucciso uomini innocenti, donne, bambini. Quante volte ha valutato una vita come pura e semplice inutilità? Non capisce quando una vita va risparmiata e, quando ha un compito, chiunque si trovi nel suo raggio d'azione anche senza volerlo sarà per forza una vittima. Ciò può però portare anche dei guai, non sempre uccidere la persona sbagliata perché non si ha pensato a chi fosse porta a piacevoli conseguenze.

- 𝓯𝓮𝓭𝓮𝓵𝓮 𝓪𝓲 𝓹𝓻𝓸𝓹𝓻𝓲 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓲𝓽𝓲
Va detto che qualcosa di positivo in Donn c'è e ciò è proprio la determinazione a portare a termine i compiti che gli sono stati assegnati. Si tratti di uccidere, rapire, torturare, egli sarà disposto a commettere ognuna di quelle singole e spregievoli azioni che ormai caratterizzano la sua persona, le azioni che creano la pesante e oscura reputazione dell'uomo. Nulla è nessuno può fermarlo quando ha ricevuto un ordine, probabilmente l'unico nemico a poterlo fare sarebbe la morte. Ha solo ventotto anni, probabilmente ha già ucciso più di mille persone. È un mercenario, compiere atti spregievoli è la sua vita fin da quando è stato assoldato da persone spregievoli. Di certo la sua affidabilità è una garanzia, che sia per denaro o altro nessuno può lamentarsi che egli non abbia mai portato a termine una missione. Certo, odia farsi dare degli ordini, difatti spesso ciò che fa non segue sempre i piani prestabiliti, ma del resto a lui che importa, l'importante è colpire chi deve colpire e se il datore di tale compito avrebbe da lamentarsi sarebbe solo una testa in più caduta sotto alla sua terribile spada.

- 𝓼𝓬𝓪𝓻𝓼𝓸 𝓪𝓾𝓽𝓸𝓬𝓸𝓷𝓽𝓻𝓸𝓵𝓵𝓸
Certamente però Donn non brilla per autocontrollo o calma in campo. Se ha da svolgere una missione di spionaggio o rapimento allora non vi saranno problemi, ma quando c'è di mezzo una battaglia o un'uccisione si può essere certi che ci saranno il doppio dei morti che avrebbero dovuto esserci. Sembra che il richiamo del sangue sia più forte della sua mente e, nonostante nella vita quotidiana si sappia regolare, quando si tratta di uccidere diventa una bestia. Letteralmente. Più uccide più vorrebbe uccidere, sembra che la spada che trapassa le carni degli uomini sia la sua unica soddisfazione. Sangue grida altro sangue nella mente del Cavaliere e per Donn l'unico modo per mettere a tacere quel richiamo è scatenare il diavolo che c'è in lui, dimenticare la disciplina che solitamente lo accomuna, mettere a tacere quella fastidiosa voce nutrendola di sangue umano. Chiunque lo incontri sul campo di battaglia rischierebbe di perire sotto alla sua spada, sembra quasi posseduto in campo, per questo la maggior parte delle volte lavora da solo.

-𝓼𝓹𝓲𝓻𝓲𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓬𝓲𝓼𝓸
C

he Donn sia uno spirito deciso non è una sorpresa, ma diciamo che ciò è probabilmente la caratteristica che gli permette di andare avanti in ciò che fa. Una persona più tenera probabilmente ne sarebbe devastata dalla quantità di dolore e morte seminata, ma il carattere di base resiliente dell'uomo lo spinge ad andare avanti ad ogni costo. Che poi il suo interno sia marcio è un altro discorso, ma l'unico modo per non farsi logorare fisicamente dalle sue azioni è quello di essere sicuro che esse siamo giuste. Egli ha il diritto di farsi vendetta, rivalendosi anche su coloro che a lui non hanno fatto un bel niente.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ PUNTI DEBOLI E DI FORZA

- 𝓻𝓮𝓼𝓲𝓼𝓽𝓮𝓷𝔃𝓪 𝓪𝓵𝓵𝓪 𝓼𝓸𝓯𝓯𝓮𝓻𝓮𝓷𝔃𝓪
Un punto forte di Donn è la resistenza alla sofferenza. Ciò è dovuta ai diversi anni di combattimento e di allenamento, di batoste ne ha prese molte, il suo corpo è ricoperto di cicatrici. Ma ciò, unito alle ferite auto inflitte, hanno portato il corpo di Donn ad essere alquanto resistente, quasi come la sua mente estremamente impostata nelle proprie convinzioni. Ciò è senza dubbio un vantaggio, se venisse catturato e torturato certamente non parlerebbe, ormai non sarebbe esagerato dire che il dolore gli piaccia, è l'unica sensazione che lo fa sentire vivo, quasi la sua unica forma di redenzione oltre che di sopravvivenza. Il suo fisico è forte e solido, non proprio stupendo perché estremamente deturpato, ma in ogni caso in alcuni punti sembra ricoperto di pure acciaio, il proprio corpo è abile di resistere anche ai colpi più duri trattenendo la voglia di cedere per donare il tempo a Donn di finire di combattere e recarsi in un luogo più tranquillo per curarsi alla bell e meglio.

- 𝓹𝓪𝓾𝓻𝓪 𝓭𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓶𝓸𝓻𝓽𝓮
Necrofobia. Il significato della parola “necrofobia” deriva dal greco “necro“, che significa morte, e “fobia“, cioè paura, ed una persona che soffre di necrofobia prova molta ansia al pensiero della morte ed ha paura sia di ciò che è associato alla morte, come cadaveri e tombe, ma anche della morte stessa, cioè ha paura di morire. La paura di morire si ritrova in numerosi disturbi che coinvolgono la salute mentale, come timore di base che porta a sviluppare il sintomo o come condizione esistenziale, legata ad aspetti personologici.
Come esseri umani siamo l’unica specie consapevole della nostra esistenza, e questo ci permette di ragionare su noi stessi, portando a due tipi di conseguenze. Queste si collocano ai poli di un continuum che va dall’essere terrorizzati per il fatto che tutti dobbiamo morire e che può accadere da un momento all’altro, al cercare di vivere la vita nel miglior modo possibile perché è l’unica che abbiamo.
Un sacrifico per allungare la propria vita. Questa è la convinzione di Donn. È tanto terrorizzato dall'idea di morire che pensa che uccidere e donare sacrifici alla Morte allungherà la sua vita. Che egli abbia dei problemi di qualche genere a livello mentale non è difficile, nonostante all'epoca sarebbero stati visti solamente come possessioni, e tali problemi e mancanze influenzano terribilmente ciò che egli pensa della vita e della morte. Sa di non essere una brava persona e sa cosa aspetta alle brutte persone dopo alla morte. Egli è cattivo, marcio, lo sa, non lo nega, ma non vuole affrontare le proprie conseguenze. Eppure egli che è sempre fautore di stragi dovrebbe essere abituato al pericolo di perire, invece è tutto il contrario. Un sacrifico dopo l'altro è forse convinto di vivere in eterno?

- 𝓲𝓶𝓹𝓪𝔃𝓲𝓮𝓷𝔃𝓪
L'impazienza di Donn è il motivo principale per cui il lavoro di gruppo non è il suo forte, non perché sia impaziente in alcune situazioni o perché non sappia aspettare, anzi, gli appostamenti prima di un omicidio sono forse i suoi preferiti. Va detto però che non ha grande pazienza nei confronti delle altre persone. Per egli la maggior parte di inglesi, irlandesi e di qualsiasi altro Paese sono un branco di stupidi paesani o nobili. Non li ritiene validi alleati, anzi, spesso perde spesso la pazienza. Per lui sono troppo lenti, ottusi, si lasciano trasportare da inutili emozioni e non sanno essere oggettivi. Non è raro che sbatta al muro un presunto collaboratore perché il poveretto abbia avuto delle idee diverse o delle considerazioni non simili a quelle di Donn. Non sarebbe corretto dire che si ritiene superiore, probabilmente egli è solamente su un'onda totalmente diversa di pensiero.

- 𝓼𝓬𝓪𝓻𝓼𝓸 𝓬𝓸𝓷𝓽𝓻𝓸𝓵𝓵𝓸 𝓭𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓻𝓪𝓫𝓫𝓲𝓪
Quante contraddizioni potrebbe presentare Donn nella propria persona? Infinite. Come abbiamo detto egli è una persona attenta e paziente, ma nonostante ciò molto soggetta agli attacchi di rabbia.
Sa gestire e soffocare le proprie emozioni, ma non la propria rabbia. Quante volte si è recato in un bosco al calar del sole dando pugni agli alberi finché le sue nocche non si sono scorticate, urlando per la sofferenza vissuta da piccolo. I ricordi di ciò che è accaduto lo fanno impazzire, lo fanno scattare e in qualche modo dovrà pur sfogarsi. Quando non deve uccidere allora fa del male a sé stesso, ha bisogno di violenza per placarsi.
Anche le altre persone a volte lo fanno arrabbiare e tirare troppo la corda con Donn non è mai saggio. Volare fuori da una finestra o ritrovarsi con una forchetta conficcata nel palmo della mano non sono mai delle esperienze piacevoli.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ ABILITÀ

- 𝓪𝓫𝓲𝓵𝓮 𝓷𝓮𝓵 𝓬𝓸𝓶𝓶𝓮𝓷𝓽𝓸
Il combattimento corpo a corpo è forse la modalità preferita di combattimento di Donn. Egli ama alla follia combattere con le proprie mani, in ciò infatti si ritiene anche alquanto esperto. Ha una grande manualità in tutti i sensi e si può dire che sia abbastanza aggiornato anche sulle tipologie più moderne di combattimento. La forza e l'agilità non gli mancano e sono ciò che lo rende maggiormente letale oltre che alla convinzione mentale di poter uccidere chiunque e di poter testa a qualsiasi avversario, anche ai più grandi. È una macchina da guerra anche senza impugnare delle armi e ciò non è un'esagerazione.

- 𝓼𝓹𝓪𝓭𝓪𝓬𝓬𝓲𝓷𝓸 𝓮 𝓪𝓻𝓬𝓲𝓮𝓻𝓮
Comunque è anche molto abile nell'utilizzo di armi da taglio e di frecce. Ha una buona mira e una ancora migliore capacità di maneggio di una spada. In realtà ogni oggetto nelle sue mani può diventare un'arma, sia esso un bastone, una forchetta, addirittura un nastro, nonostante strangolare non sia mai stato il suo modo preferito di porre fine ad una vita. Non ama molto le armi da fuoco nonostante tutto, non le usa praticamente mai, mentre invece ha una certa predilezione per mandare a fuoco le cose. Gli piace il rossore delle fiamme che distruggono e creano desolazione, sembra quasi si ritrovi in esse.

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↳ ੈ‧₊˚ ┊͙PASSIONI

- 𝓼𝓬𝓾𝓵𝓽𝓾𝓻𝓮 𝓲𝓷 𝓵𝓮𝓰𝓷𝓸, 𝓰𝓻𝓪𝓷𝓭𝓮 𝓶𝓪𝓷𝓾𝓪𝓵𝓲𝓽𝓪'
Conoscendo il compito e il temperamento di Donn non ci si aspetta che egli abbia molte passioni, anche perché effettivamente il dover viaggiare su commissione non lascia sempre spazio per sviluppare degli interessi.
Nonostante tutto l'uomo ne ha alcuni, il più importante di essi è la passione per le piccole sculture di legno.
Sculture o statuette, neanche lui sa esattamente cosa siano, sa solo che intagliare nel legno figure animali o umane lo solleva da tutti i pensieri e il dolore che si ritrova. Quando io coltello crea qualcosa dai quei pezzi di legno informi egli si sente libero, si sente capito, quasi che scalfendo la dura corteccia possa finalmente arrivare a capire cosa si nasconde dentro al suo cuore. Spesso i soggetti di tali statuette sono persone di tutte le età. Spesso sono le persone che ha ucciso su commissione. Le ricorda tutte. Ognuno di loro.
A volte sono animali, a volte figure astratte od oggetti, si può dire che però nel maneggiare il legno egli ci sappia davvero fare. Ciò lo porta ad avere una grande manualità, soprattutto con il legno, ma in generale una buona capacità di cavarsela con le proprie mani.

- 𝓶𝓲𝓷𝓲𝓪𝓽𝓾𝓻𝓮
Una passione che egli mette in atto molto più raramente, in parte per i lunghissimi periodi di tempo che richiede, un po' per la difficoltà di reperire fogli e colori è di realizzare miniature. Sì, come quelle che facevano a mano i monaci nell'antichità. Imparò quest'arte da piccolo, da solo, quando pulendo la piccola biblioteca della famiglia per cui lavorava trovò una Bibbia con delle eleganti lettere decorate. Aver sbirciato in quel libro gli costò dieci bastonate, ma ne valse la pena. Da allora imparò da solo a disegnare, mettendoci anni prima di riuscire a tirar fuori qualcosa di decente.
L'ultima miniatura fatta era una S decorata da colori purpurei, un regalo per la sua amata.

- 𝓵𝓲𝓷𝓰𝓾𝓮
Un'ultima passione di Donn non è esattamente qualcosa che lo entusiasma, ma più una materia che ha dovuto imparare a farsi piacere come passatempo: ovvero quello di imparare lingue. Tutto ciò è avvenuto da autodidatta e vi sono voluti anni e notti piene di frustrazione a causa dei primi fallimenti, ma, studiando, egli ha imparato a parlare ben cinque lingue: tedesco (la lingua madre che sa anche scrivere), inglese e latino (le atre due che sa scrivere) e infine qualcosa di irlandese. Il tedesco e il latino sa sia parlarlo che leggerlo che scriverlo, inglese solo leggerlo e parlarlo, mentre l'irlandese solo parlato. Ha speso molto tempo su di esse, più che per piacere per lavoro, non gli è mai piaciuto farsi tradurre le istruzioni da altri.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙BACKSTORY

Non sono io.

Come si racconta la storia di un mostro? È una buona domanda, anche se la più appropriata sarebbe come nasce un mostro? E perché nasce?
Donn nacque con l'enorme senso di distruzione e l'odio che lo accompagna quotidianamente? La rabbia, il dolore, la vendetta, sono sempre state parti del suo essere?
No, ma nacquero in egli in un'acerba età.

Avrei preferito morire.

Come già abbiamo accennato egli nacque in una povera famiglia tedesca, nulla di fuori dalla norma, una famiglia come quelle che allora erano vastamente distribuite. Era il primo figlio maschio, una grande gioia, ma anche un grande impegno.
La famiglia era povera, neanche qui nulla di strano visto che all'epoca circa il 90% della popolazione era costituito da contadini e ben pochi di loro potevano permettersi di riempire completamente gli stomaci della loro famiglia.

Anche ciò è comprensibile, noi lo comprendiamo, Donn lo comprende. Una cosa però per egli è difficile da capire: perché dovettero venderlo.
Va bene, stavano morendo di fame, ma perché non lui? È un pensiero cattivo, crudele, ma perché non una delle sorelle maggiori? Lui era il figlio maschio, un onore per la famiglia.
Probabilmente una delle due sorelle avrebbe anche fatto guadagnare di più la famiglia, entrambe erano ancora pure e vendibili. Allora perché lui? Un pensiero effettuato senza cuore, ma conoscendo ciò che gli è accaduto dopo essere stato venduto ad una nobile famiglia tedesca avrebbe benissimo preferito morire piuttosto che essere barattato come una bestia per qualche moneta d'argento. Qualche moneta d'argento. Era davvero quello il suo valore?

A sette anni venne dunque venduto ad una famiglia della bassa nobiltà del nord della Germania, un pratica che ai tempi, per chi era disperato a causa della mancanza di pane, era più diffusa di quanto ci piacerebbe pensare. Della famiglia d'origine non ha alcun ricordo, né triste, né felice, sapeva solo la sua composizione: madre, padre, lui e due sorelle maggiori. Spera siano morti tutti di fame.

Ero solo un bambino.

I nobili che lo acquistarono non erano tanto nobili d'animo quanto di titolo, con loro visse gli anni peggiori che un bambino possa passare: ad ogni minimo errore veniva punito, picchiato, bastonato, ustionato con pezzi di carbone, lasciato senza cibo per giorni, chiuso in uno sgabuzzino al buio. Il loro gioco sadico era quello di lasciare con lui un coltellino quando lo chiudevano in spazi angusti: se avesse avuto abbastanza coraggio si sarebbe ucciso. Rinchiuso negli spazi chiusi imparò invece ad incidere, disegnando sulle pareti animali e famiglie felici, giornate di sole nei campi, pagnotte appena sfornate e volti sorridenti. Era tutto ciò che voleva. Era solo un bambino.

Visse per dieci anni sotto a queste terribili condizioni, sottomesso sia fisicamente che psicologicamente.
Negli anni che furono una pura tortura su poté aggrappare ad una sola cosa: l'odio. Decise di lasciarsi trascinare nel baratro da esso.

Appiccò fuoco alla villa in cui viveva, rubò dei soldi e scappò. Quella notte morirono tutti gli abitanti della magione: padroni, servi, animali.
Era solo, smarrito, senza punti di riferimento, salì clandestinamente sulla prima nave che trovò e partì verso destinazioni sconosciute.
La nave naufragò vicino alle coste inglesi, fu uno dei pochi sopravvissuti di cui il mare ebbe pietà.

Perché neanche il mare mi ha voluto?

Avrebbe preferito morire. Arrivato in Inghilterra non sapeva cosa fare, a chi rivolgersi, dove andare. Passò qualche settimana prima che decise di doversi dare uno scopo o sarebbe di nuovo caduto in balia del destino: con i pochi soldi che gli restavano si arruolò nell'esercito inglese. Si può dire che lì ebbe i suoi primi riconoscimenti.

Trovò un modo per sfogare la propria furia e ai suoi superiori non sfuggì la potenza e la violenza dei suoi colpi, era intelligente, era diretto, andava addestrato per essere un soldato con i fiocchi e così accadde.
Tu sei una macchina da guerra.
Lo era. Se ne convinse. Lo è tutt'oggi.
Letale, pericoloso, senza pietà, non doveva avere nessuna pietà, furono queste le lezioni che gli vennero impartite e con cui lui convivette per il periodo finale della sua esistenza.

Venne riconosciuto anche da persone parecchio in alto. La sua violenza e dedizione verso il combattimento non andò a vuoto, anche se per lui non era un modo per scalare la gerarchia, ma solo per sfogare il proprio odio verso il mondo, il proprio dolore. Non aveva ricevuto altro insegnamento se non quello del male.

Venne promosso da generale a guardia del re, poi nel nulla diventò un mercenario. I compiti più sporchi che nessuno voleva andavano a lui.
Non aveva neanche trent'anni e aveva già ucciso più persone di quante persone la famiglia reale contava. Gli faceva gola un colpo di stato, ma avrebbe osato troppo.
Quando gli venne affidato il compito particolare di decimare i ribelli irlandesi trovò un bersaglio plausibile per il proprio odio, molti pensarono fosse dedizione alla causa, altri accennarono al fanatismo, ma per Donn è tutto una valvola di sfogo.

Io non sono un mostro.

Ormai da anni nessuno sa che fine abbia fatto Donn, le rare volte in cui si fa vedere senza la propria armatura nessuno lo riconosce. Per tutti è solo un soldato qualunque che gira tra le locande e i pub, un po' riservato, un po' inquietante, ma in tempi di guerra del resto chi non lo è?
Un nessuno. Quando non indossa l'armatura che lo contraddistingue passa inosservato nelle strade, un nessuno. Proprio come avrebbe sempre desiderato.

Perché?

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙CURIOSITÀ

- 𝓬𝓲𝓬𝓪𝓽𝓻𝓲𝓬𝓲
Come già detto il corpo di Donn ha diverse cicatrici sparse qui e là a causa dei diversi anni di battaglia vissuti e, in parte, ai maltrattamenti subiti da bambino.
Nulla di grave, tutte ferite sopportabili o rimarginate, tutte tranne quelle in un punto particolare del corpo dell'uomo: la schiena.
Non sarebbe esagerato dire che la schiena di Donn è una cicatrice unica, essa presenta diverse anni di flagellazioni auto inflitte, alcune cicatrici sono vecchie di anni, altre invece sono ancora fasciate, a volte esse sanguinano.
Sì, l'uomo ha sviluppato una specie di auto punizione da infliggersu da solo, ovvero flagellarsi. Lo fa più spesso di quanto si possa pensare, calcolando attentamente il punto e la modalità per lasciare il tempo alle ferite del mese prima di rigenerare. La sua schiena è dunque come un campo a maggese, si ferisce prima la parte inferiore, la lascia rimarginare, passa a metà schiena, la lascia rimarginare, passa alla parte superiore, la lascia rimarginare e riparte da capo. Non è difficile pensare come il corpo ne risenta: oltre alla postura leggermente curva egli presenta anche una pelle ormai sbrandellata e ruvida, un vero macello. La frusta che usa non è formata da estremità dure, anzi, esse lasciano solo graffi ormai che però bruciano intensamente e lasciano il segno.
Ma la vera domanda è: perché lo fa?
Per educarsi. Per punirsi. Per sfogarsi.
Fare del male a sé stesso e quasi il pagamento che egli dà all'universo per il male che fa agli altri, ciò sembra non avere senso, ma è così. Allo stesso modo si punisce per i desideri che non dovrebbe avere, si educa. Desideri una famiglia? Non puoi averla? Desideri amore? Non te lo meriti. Il contatto fisico poi, ha imparato a farselo temere.
Riuscire a capire esattamente i meccanismi di una mente tanto danneggiata è forse impossibile, neanche lui stesso vi riesce, semplicemente vi ubbidisce.

- 𝓶𝓪𝓷𝓬𝓲𝓷𝓸
Donn è mancino. Divertente pensare come questa curiosità nell'antichità si pensasse essere caratteristica dei figli del demonio, dei bambini maledetti.
Va detto che effettivamente egli ha qualcosa di diabolico in sé, per come funziona la sua mente, per come ragiona, per come si comporta e pure una certa maledizione per come tutta la sua vita è trascorsa.
Egli sa scrivere, in tedesco e qualcosina in inglese, nonostante l'irlandese invece lo parli e lo capisca soltanto. La sua scrittura è un po' sgorbia, non molto chiara, certamente invece sono più apprezzabili i suoi disegni che rivelano una dote artistica che non si direbbe presente nell'uomo a prima vista.

- 𝓼𝓹𝓸𝓼𝓽𝓪𝓻𝓼𝓲 𝓪 𝓹𝓲𝓮𝓭𝓲
A Donn non piacciono gli animali. Non gli sono mai piaciuti, apprezza solamente come essi sono fatti per poi riprodurli attentamente nelle sue piccole sculture di legno oppure come decorazioni delle miniature, non apprezza però averli vicini. Non si fida dei loro comportamenti anche se un po' li ammira, è difficile fargli fare qualcosa che non vogliono e, spesso, neanche la violenza serve a piegarli. Per questo motivo l'uomo predilige spostarsi a piedi piuttosto che a cavallo. Ovviamente tranne nei viaggi più lunghi in cui un animale come mezzo di trasporto è indispensabile, ma tranne in rare occasioni cerca di fare del proprio meglio per evitarli, spesso salendo sotto mentite spoglie e in segreto su dei carretti.

- 𝓶𝓮𝓶𝓸𝓻𝓲𝓪 𝓿𝓲𝓼𝓲𝓿𝓪
Che egli sia un uomo intelligente non è messo in discussione, anche se la sua intelligenza non si può dire emotiva o empatica, ma più estremamente fredda e logica, distante, quasi di ghiaccio. Ci sono molte cose che non riesce a comprendere e che riguardano soprattutto il funzionamento dell'essere umano, ma di certo egli ha una grande memoria. Una memoria visiva per la precisione.
Ciò può essere sia una maledizione che una benedizione, come tutto nella sua vita in pratica, egli l'ha sviluppata dalla più singola età e da allora ha una memoria a lungo termine molto particolare: ricorda ogni singolo dettaglio di ciò che vede.
Ciò può tornare utile perché lo aiuta a memorizzare nozioni, volti, luoghi, tragitti in un batter d'occhio, ma chi riesce a ricordarsi i lati positivi di qualcosa mentre in un incubo si rivivono così chiaramente i traumi subiti durante l'infanzia?
Infatti egli non ricorda solo gli avvenimenti, ma spesso ricorda anche semplicemente i propri incubi, passando giornate intere a riviverli nella propria mente.

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↳ ੈ‧₊˚ ┊͙CONOSCENZE

I said, I won't lose control,
I don't want it (ooh)
I said, I won't get too close
but I can't stop it
Oh, no, there you go,
making me a liar
Got me begging you for more.❞

O dovremmo dire conoscenza.
Non vi è nessuno al mondo che lo conosce, nessuno al mondo da cui egli possa andare, nessuna persona che sa di casa o che ha per Donn anche solo un sapore di conforto.
O forse sì? Forse vi è una persona che rappresenta per l'uomo l'ultimo stabile baluardo tra la realtà e la pazzia? L'ultima spiaggia prima di un infinito oceano di desolazione in cui il galleggiar lontano da sponde sicure significherebbe cercar la pazzia. O la morte.
L'unica persona che ha ancora qualche valore per Donn é Sabine, la Cavia dell'esercito inglese.

Il loro non è propriamente un rapporto, Donn non sa neanche cosa sia un rapporto, ma è ciò di più vicino che egli conosce del calore umano. Di una famiglia? Non sono così legati nella realtà, ma nella mente di Donn sì.
Solo da ciò non è difficile capire come effettivamente, almeno dal punto di vista dell'uomo, tale rapporto non sia eccessivamente sano. Ma del resto Donn non è eccessivamente sano.
Si può dire che egli sia chiaramente e totalmente ossessionato da Sabine, non solo dal punto di vista fisico o romantico, ma quasi più esistenziale.
È ossessionato dall'esistenza della giovane, questa sarebbe una definizione corretta di ciò che prova.

La loro conoscenza non è avvenuta nelle condizioni migliori: il primo sguardo che essi si sono scambiati è stato su un campo di battaglia e diciamo che lo sguardo è stato puramente di Donn, da sotto l'armatura anche a Sabine sarebbe stato difficile scrutare gli attenti occhi verdi dell'uomo. Ne rimase subito affascinato, certo, non era proprio il migliore spettacolo coperta di sangue e sabbia, ma in qualche modo Donn si sentì collegata ad ella, lesse qualcosa negli occhi della giovane che lo portarono a provare una forte curiosità nei suoi confronti.

Più tardi, quella stessa notte, si punì per quella stessa curiosità. Abbiamo già parlato del vizio di Donn di autopunirsi per ciò che fa, ma quella sera, nell'accampamento, oltre a darsi una frustata per ogni vita tolta si punì anche per aver solo guardato Sabine. Il desiderio era il male. La sola curiosità era il male. Solamente il fatto che egli avesse sentito Sabine fosse il male. Quasi che ella fosse entrata nel suo radar diversamente da ogni altra persona, ovvero non come preda, ma come sua pari.
Donn però non la vide perché era bella, non ha mai guardato molto all'aspetto fisico in generale, ma perché in lei notò un fuoco particolare bruciare. Che cosa era? Lo vedeva anche in sé stesso, ma non aveva mai capito la sua origine. Doveva scoprirlo.

Non finì molto bene, ma a volte le trame del Fato si fanno più che beffe degli uomini: Sabine stessa entrò per sbaglio nel suo tendone e lo trovò in uno stato che è facile immaginare, certamente poco piacevole.
Lo curò, lo aiutò, gli mostrò che non solo sapeva essere bella e letale, ma che in fondo aveva anche un cuore. O forse non voleva che uno dei più validi combattenti della sua fazione morisse, ma questo per Donn non ha importanza, ciò che conta è che lei lo ha aiutato. Sotto l'effetto della perdita di sangue l'uomo fece anche uno dei più grandi errori della propria vita: parlarle di sé stesso. Rivelare a qualcuno cosa e chi si cela sotto alla fama oscura del Cavaliere Nero. Conoscere la storia di una persona dona più potere di quanto si possa immaginare e poco ci si potrebbe sorprendere a pensare quanto Donn si biasimi di tale errore.

You're watching, I feel it (hey)
I know I shouldn't stare (yeah, yeah)
I picture your hands on me
I think I wanna let it happen
But what if, you kiss me? (Yeah)
And what if, I like it?
And no one sees it.❞

Per questo, quasi per ripararsi, tentò di scoprire qualcosa su Sabine: non scoprì molto se non gli avvenimenti relativi al padre della giovane, quindi in ella c'era dolore. Era forse questo che li rendeva simili? Il dolore che li aveva resi mostri?
Abbastanza per la sua curiosità che, risvegliata ormai molto raramente avendo ceduto più al lato pratico, rimase stuzzicato dalla giovane.
Questa è la sua grande salvezza e la sua punizione.

Salvezza perché Sabine è letteralmente l'ultimo baluardo tra lui e il vuoto: il suo non è amore, non è nemmeno semplice ossessione, potremmo definirlo come un bisogno e un forte desiderio.
Ogni tanto si sentono ancora. Forse il loro è il rapporto più normale che Donn abbia mai avuto, nato da poco ma che in qualche modo ha da fin da subito accattivato l'uomo.
Ogni tanto scherzano o parlano, se le prime volte Donn ha cercato di seguirla senza farsi vedere ciò non ha funzionato, del resto anche ella è un'abile spia, non sarebbe stato possibile ingannarla così facilmente.
Ancor oggi il loro rapporto è dunque in sviluppo, certamente oltre ad essere l'unica persona a cui Donn tiene ella è anche quella a cui parla normalmente. Con cui condivide un po' di dolore. È molto geloso e protettivo nei suoi confronti, nonostante questo lato non l'abbia mai mostrato di fronte alla giovane, di certo sarebbe pronto a staccare la lingua a chiunque dicesse male di lei.
Quando passa dei lunghi tempi in Irlanda o in altre parti dell'Inghilterra per conto dei propri superiori poi le porta dei piccoli regali: a volte anche oggettini in legno fatti da lui stessi. Un lupo, un orso, un folletto. Oppure dei gioielli saccheggiati, magari anche delle utili erbe curative, in ogni caso la maggior parte delle volte questi regali sono anonimi e lasciati in posti in cui Sabine li possa trovare senza capire chi li abbia mandati. Non vi è giorno in cui Donn non la pensi, quasi adorandola nella propria mente, non potendo però esprimere chiaramente i propri sentimenti, quasi come se fosse un bambino timido e impacciato, lo stesso bambino timido e impacciato che da piccolo mai ebbe un amico.

Allo stesso momento Sabine è la sua maledizione. Spesso Donn si chiede perché non l'abbia uccisa subito dopo che ella scoprì la sua identità, l'avrebbe dovuto fare, ma quando poi gli assicurò che non l'avrebbe tradito Donn si fidò. Sa che ciò lo porta ad essere sul filo di un rasoio, ma non potrebbe mai fare del male alla sua Sabine.
Il pensiero di lei lo porta attraverso i giorni, ma lo maledice durante le notti. Egli già si punisce fisicamente per le uccisioni che commette, ebbene si punisce anche per il desiderio che prova nei confronti della giovane. Non solo un desiderio fisico di cui egli ha in realtà quasi timore, ma anche il desiderio semplicemente di esserle accanto e di non lasciare che nessuno la tocchi. Ossessione che gli logorà il cervello, egli non vuole affezionarsi ad ella in nessun modo, ma non può. Non deve. Eppure ella esiste e per lui Sabine è tutto.

In realtà non ha nemmeno ben capito cosa Sabine pensi di lui, spera che lo veda sotto una luce diversa dal solo e sanguinario Cavaliere. Difficile è vero, del resto che occasione le ha dato lui di non vederlo come un tiranno senza cuore?
Una dipendenza disperata, un bisogno di contatto umano da cui nessuno può sfuggire, neppure il terribile Cavaliere Nero che per ella farebbe di tutto. Ma del resto al cuor non si comanda, no?

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ OPINIONE SULLA FAZIONE NEMICA

Dies iræ, dies illa
Solvet sæclum in favilla
Teste David cum Sibylla
Quantus tremor est futurus
Quando Judex est venturus.❞

In realtà per Donn non vi è una grande differenza tra la fazione inglese e quella irlandese, per lui da entrambe le parti si trovano solamente degli idioti pompati. Oh, e delle possibili vittime, ovviamente.
Semplicemente dal suo approdo nei paesi anglosassoni si è trovato in Inghilterra e da allora lavora, o meglio uccide, per gli inglesi. Nonostante ciò è anche capitato che alcuni uomini della sua stessa fazione cadessero sotto ai colpi della sua spada, fossero essi casuali o voluti. Forse l'unico motivo per cui gli inglesi non l'hanno ancora cacciato è perché averlo come alleato è sempre meglio di averlo come nemico, ben hanno visto i suoi superiori come nel campo di battaglia egli non avesse pietà per nessun irlandese che si trovasse sul suo cammino. È quasi sempre in prima fila appunto per ciò, anche se non gli piace molto combattere con altre persone al suo fianco.
Di incarichi privati che includessero l'uccisione di persone inglesi ne ha avuti a bizzeffe, fossero essi traditori, spie o semplicemente persone scomode che non facevano più il loro lavoro con la dovuta attenzione.
Nonostante ciò non ama prendere ordini da nessuno, inglesi compresi. Nelle missioni che gli vengono affidate ha principalmente carta bianca e anche coloro che lo comandano preferiscono avere ben poco a che fare con lui di persona. Ordine, pagamento e via, meglio la sua inquietante figura si aggira tra le file inglesi meglio è, si sono effettuati fin troppi incidenti sospetti con un brutto finale mentre Donn era nei paraggi. Nonostante ciò Donn non tradirebbe mai gli inglese, né per denaro, né per qualsiasi altra ricchezza o offerta.
Davvero si trova un pizzico di onore e fedeltà nel cuore dell'uomo? No, semplicemente si trova un pizzico di fedeltà verso Sabine, l'unica che lo trattiene nella fazione inglese.
L'unico motivo per cui non si è messo a lavorare del tutto "in proprio" come mercenario. Si può dire che da quando l'ha conosciuta, non da molto tempo dunque, nei campi degli inglesi si sia un po' pacato, iniziando ad isolarsi maggiormente dagli altri ma combinando meno guai quando è intorno ad altri soldati. Meno pericoloso è intorno ad altre persone meno possibilità ci sono che venga allontanato, meno possibilità ci sono che venga allontanato più tempo potrebbe trascorrere anche solo osservando Sabine. Oppure lavorandoci insieme. Probabilmente ella è l'unica persona con cui gli piacerebbe collaborare e sempre l'unica che non farebbe mai perire sotto alla propria spada, nelle poche missioni che hanno condiviso insieme è difatti sempre stato attento a starle lontana e ad evitarla, non avrebbe mai potuto evitare di colpirla se per sbaglio se la fosse trovata davanti e certamente non avrebbe voluto farlo.
Quindi per gli irlandesi non ha grande stima, ma per lui sono un popolo come un altro. Non crede particolarmente nella causa per cui combatte, dunque non nutre particolarmente neanche odio nei loro confronti. Un odio nella norma insomma.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙ ABBIGLIAMENTO

Even this foul creature may
Yet prove one day to be
Of use to me
Who is the monster
and who is the man?❞

Ovviamente non ci si può aspettare che per combattere Donn si vesta come un modello. Come già detto non gli interessa l'aspetto fisico delle persone, tantomeno il suo, inoltre non pensa di dover fare una sfilata tra sangue e fiamme, meglio essere pratici che alla moda.
Un tratto distintivo di Donn è senza dubbio il pesante martello nero che porta unito al pezzo di stoffa che usa a mo' di maschera per coprire la parte inferiore del volto. Tale pezzo di tessuto è stato cucito a mano nella parte inferiore del cappuccio e rivestito internamente con una base di cuoio, rendendolo dunque impossibile da strappare per sbaglio. Inoltre viene saldamente fissato dietro alle orecchie grazie a due lembi non cuciti che permettono di tenerlo fissato contro al volto, lasciando trasparire solo gli occhi verdi di Donn. Occhi che solitamente vengono circondati con della polvere di carboncino nero per renderli ancora più irriconoscibili, ma soprattutto più terrificanti.
Un mantello solitamente nero o marrone molto scuro è ormai parte integrale dell'abbigliamento di Donn, una chiara caratteristica che anche un battaglia contraddistingue il Cavaliere Nero dagli altri soldati. Sotto ad esso solitamente porta un'armatura leggera che ricopre solamente la schiena, la sua parte più debole e vulnerabile, le spalle e gli avambracci, sotto ad essa invece una maglia metallica con delle scaglie a serpente a proteggere il petto. Tale armatura studiata quasi appositamente rende Donn più leggero, permettendogli di muoversi con agilità ma di avere anche le parti vitali del corpo protette da possibili attacchi.
Sotto al mantello è celata una spada e, in spalla, egli porta sempre arco e feretra, nonostante li usi raramente, prediligendo di gran lunga combattere con le proprie mani oppure con armi da taglio.
Inoltre negli alti stivali di pelle nera che, oltre ad essere estremamente vecchi, raggiungono il ginocchio su trovano due coltelli, quello nello stivale sinistro è un coltello da lancio, quello nello stivale destro é un poco più grande e si tratta di un coltello per un attacco più diretto, perfetto per tranciare di netto la carne di un povero avversario.
Donn porta sempre inoltre dei guanti da falconiere che, nonostante egli non abbia un animale tale, rendono i suoi colpi forse più forti e dolorosi visto la copertura interna che avrebbe la funzione di evitare che gli artigli del falco penetrino la pelle.
I colori di tale abbigliamento è sempre tendente alle sfumature di nero o marrone, colori più che adatti per mimetizzarsi al meglio negli ambienti boschivi, ma anche per celarsi nelle ombre di stanze o scure locande.

↳ ੈ‧₊˚ ┊͙CANZONE

I'm gonna fight 'em all
A seven nation army
couldn't hold me back
They're gonna rip it off
Taking their time right behind my back

And I'm talking to myself at night
Because I can't forget
Back and forth through my mind
Behind a cigarette
And a message coming from my eyes says leave it alone

Don't wanna hear about it
Every single one's got a story to tell
Everyone knows about it
From the Queen of England to the hounds of Hell
And if I catch you coming back my way
I'm gonna serve it to you
And that ain't what you want to hear
But that's what I'll do
And a feeling coming from my bones says find a home

I'm going to Wichita
Far from this opera forevermore
I'm gonna work the straw
Make the sweat drip out of every pore
And I'm bleeding and I'm bleeding
And I'm bleeding right before the Lord
All the words are gonna bleed from me
And I will think no more
And the stains coming from my blood tell me go back home

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Ho finito? Sì.
Sono fiera di come è uscito Donn? Sì.
Vorrei scriverci una one-shot? Sì.
Sono stata cattiva? Probabile.

Non facevo oc così traumatizzati da un po', ma trovo che il tutto dia più o meno senso al personaggio.
Per ogni domanda o dubbio sono a disposizione 🥺

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