Isn't it lovely all alone? 「1°」

-sigma_ parto con il tag. Scusa il ritardo, e mi spiace se questa scheda non è al massimo delle mie capacità ma penso sia venuta piuttosto bene, alla fine non ho aspettative dal mio lavoro.

Ci tengo anche ad avvertire che questa è solo la prima scheda di tre. Quindi appena finirò di strutturare e scrivere gli altri li metto. Questo era quello che ho pensato per primo, e lo metto così che almeno comincio a fare amicizia con gli altri roleplayer UwU

Spero vada tutto bene e sia di vostro gradimento, alcuni punti sono narrati dal punto di vista di un amico, perchè lui non è il tipo che si può soltanto narrare o che può parlare di sè, la smetto di prendere tempo, buona lettura

Nome:

「Ace」

Ace, nome particolare, scaviamo nella storia. Doveva essere un soprannome, non era proprio comune chiamare un bambino "asso". E lui lo è per davvero, un asso.

"È un strano, non riesci mai a capire cosa gli passi per la testa. Gli si addice perchè alla fine è da lui, fin troppo da lui."

Cognome:

「Sinclair」

Derivazione del nome "Claire", in latino "Clarus", Sinclair è uno dei cognomi più diffusi in Scozia, Inghilterra e Francia. Significa puro o illustre. Insomma, un nome piuttosto rinomato, davvero uno spreco che nessuno avesse idea di cosa volesse dire. Ma si suppone che vada bene così.

"La famiglia Sinclair è nella media. Non sono ricchi sfondati, non hanno neanche chissà quale grado sociale. Ace non parla mai della sua famiglia, si sa solo che ha una sorella minore. Sembra scortese chiedergli una qualunque cosa riguardo la sua famiglia, forse non ne vuole parlare. Lui lascia davvero tanto spazio agli altri".

Età:

「Diciotto」

Probabilmente è perchè è alto, o forse per i suoi modi di fare, ma sembra sempre dimostrarne di più, quando infondo è solo un bambino dentro. È nato il 18 Luglio, nel pieno dell'estate, era una giornata di sole. Perfetta per la nascita di un piccolo grande eroe. Sotto il segno del Cancro, ma alla fine non ha mai creduto all'oroscopo.
È il suo primo anno alla scuola, non sa cosa aspettarsi, tanto si comporterà come al solito.

Nazionalità:

「Scozzese」

"Io ed Ace abitavamo piuttosto vicini, a solo un autobus di distanza, quando finivamo la scuola tutta Edimburgo diventava il nostro parco giochi. Me lo ricordo bene quando mi lanciava il mio zaino e correvamo insieme a fare chissà cosa. Alla fine ci bastava la presenza l'uno dell'altro per stare bene."

Aspetto:

"Nella media", probabilmente gli si addice. Fin da piccolo era alto, ed ora la sua altezza ammonta ad un metro e ottantasette, un metro ed ottantasette di ossa qualche piccolo muscolo. È secco e con il corpo ben definito. Spalle larghe, busto piatto e fianchi dritti, sembra un vero tronco, le gambe lunghe e fine. Sembra potersi rompere da un momento all'altro, eppure qualche muscolo lo ha intorno a quelle ossa, arriva a pesare appena sessantadue chilogrammi.

Ma ora parliamo del volto, dalla forma allungata e la pelle pallida, Ace ha due fini occhi color nocciola, in tono con i capelli castani lisci, lasciati ribelli sulla sua testa. Le sopracciglia fine e quel piccolo e corto naso non fanno altro che dargli una componente fiabesca. Ed infine, quel sorriso che si può dire sia stampato sul suo volto, quel sorriso che brilla più di una stella stessa.

Carattere:

"Ace Sinclair, come io ho visto una luce in te, hai anche tu visto una luce in me? Oppure eri solo nel tuo mondo fino alla fine?"

"Appena lo vidi pensai: "che tipo strano". Non aveva motivo di parlarmi, eppure lo fece. Io ero sempre al mio banco con la testa fra i libri, e lui venne senza paura. Il suo sorriso fu la prima cosa che notai, era come una calamita. Sembrava dire una manica di cazzate, ma alla fine, tutto si è rivelato essere normale per lui. Ace è quel tipo di persona che risplende di una luce inconfondibile. Sembrava avere sempre la testa fra le nuvole, come tutti noi pensavamo fosse soltanto un pazzo convinto di poter fare la differenza. E la differenza la fece, ma per lui era come giocare una partita a carte o a scacchi. La scuola non era altro che il suo parco, e la sua persona, un faro per tutti coloro che vedevano il buio. Si divertiva a vincere i premi in denaro di diversi concorsi, e poi li donava alla scuola oppure in beneficenza. Un giorno gli chiesi perchè. Mi rispose:"

"Rende felice tutti, e questo rende felice me. Quindi penso sia un qualche tipo di auto-soddisfazione".

Un ragazzo particolare? Decisamente. Dai modi posati ed il sorriso lucente, Ace poteva essere la cosa più vicina ad un angelo che potessero vedere. Ha sempre mostrato dei modi educati e gentili, era semplicemente lui, soltanto che non voleva stare al centro dell'attenzione, a meno che non la cercasse lui in primis. Semplicemente lui era fuori da ogni lega, su un livello tutto suo. Non c'era modo che qualcuno potesse euguagliarlo, non c'era modo che qualcuno arrivasse al suo livello, per questo era lui ad abbassarsi a quello altrui. Nonostamte tutto, la sua incredibile bontà restò sempre immutabile. Il suo altruismo sarà sempre lì per chiunque ne necessiti. Però anche i migliori hanno i loro talloni di Achille. Per quanto Ace possa sembrare modesto e gentile, nasconde un ego incredibile, si etichetterebbe come migliore, soltanto nel modo in cui chiunque intorno a lui gli avrebbe sorriso contento. Persino la sua falsità è così naturale da sembrare solo intelligenza, e la sua malizia del semplice sarcasmo. Ma non fraintendiamo, non farebbe mai qualcosa di male perchè, alla fine lui vuole solo essere tranquillo nel suo mondo tra le nuvole. Un piccolo eroe nel suo mondo, un eroe che non ha bisogno di nulla se non dei suoi castelli in aria.

Specie:

「Tritone」

Chi ha mai detto che fosse umano? Un piccolo segreto lo mantengono tutti no? I tritoni sono creature bellissime, proprio come le sirene, alla fine non si passano così tanta differenza questi due, no? Nella mitologia greca erano i figli di Poseidone e servivano le divinità marine. È sempre stato strano, essere diversi a saperlo, eppure per Ace fu soltanto un'occasione. La possibilità di essere quella stella che nella notte guida i marinai. La sua intera famiglia lo era con lui, quindi non si sentiva solo, sono stati proprio i suoi genitori ad insegnargli quei trucchetti per far sì che nessuno lo scoprisse mai. E grazie a questo riuscì a frequentare una scuola di umani, almeno per un periodo della sua vita.


Backstory:

L'idiota con la testa fra le nuvole


"Come ho già detto, io ed Ace abitavamo ad un autobus di distanza. Soltanto che lo scoprimmo nel momento in cui ci ritrovammo in classe insieme, era il primo anno di superiori. Come sempre, lui era quello strano. Un giorno, senza un motivo, senza um preavviso, si avvicinò a me. Ero affamato di una grande fame, ovvero quella della conoscenza. Lo disse lui, ed era vero. Poi mi disse: "Posso avere un voto migliore del tuo". Pensai che fosse una battuta perchè io ero sempre il primo della classe. Invece no, non un singolo errore, non una piccola imperfezione. Lì venni con la conclusione che non doveva essere umano, ma poi"















"Mi sorrise alzando le due dita in segno di vittoria. Allora ci ripensai. Era solo uno strano, che vedeva la scuola come un parco giochi. E così era."

"Cominciammo così la nostra amicizia. Lo ammiravo, perchè non aveva nulla da invidiare a nessuno, mentre la sua testa era tra le nuvole ed aiutava chiunque ne necessitasse, furono gli altri ad invidiare lui. E quell'invidia si tramutò in ostilità. Ace era gentile ed educato, era verso la fine del primo anno, che quei bulli nella nostra classe cominciarono a guardarlo sempre peggio. Senza un vero motivo. Ed io provavo anche a giustificare le loro stronzate. Pensavo che lo dicessero solo perchè lui era troppo diverso da tutti, per essere compreso da quegli idioti. Poi compresi che questa simpatia che mi forzavo per loro, era inutile".








"TapeMan"




















"Cominciarono con le piccole cose. Ace andava spesso in giro ad attaccare poster e comunicazioni per la scuola, con il nastro adesivo. E tutto iniziò, con il soprannome di "tapeman". L'uomo nastro. Senza che me ne accorgessi, pur di non essere infastiditi da quei bulletti, i nostri stupidi compagni di classe li assecondarono. Era la fine del primo anno, ma quando cominciò il secondo, andò soltanto peggio".

"Nella sua educazione e gentilezza, Ace fece soltanto la voce di quei deboli che non potevano combattere per loro stessi, chiamandoli via ed allontanandoli ad ogni piccola situazione di bullismo. E così, all'inizio del secondo anno, divenne lo zimbello che si credeva un supereroe. Un ragazzo un po' in sovrappeso era nella nostra classe, ed un giorno mentre tornava a casa lo vide, lo voleva salutare. E soltanto facendolo si ritrovò coinvolto, con quel gruppo di miserabili e patetici bulli".





















"Quello fu il primo pugno che abbia mai preso. Ed andò sempre peggio. Ormai il gioco era iniziato, mi faceva stare male vederlo coperto di cerotti e garze. Ma non si perse mai di spirito e d'animo. Alla fine lui restava in un mondo tutto suo, era sempre quel faro nella notte. Non capirò mai come faceva, a forzare un sorriso".




















"Forse ero un brutto amico per non essere riuscito ad aiutarlo, anche se sembrava più lui cercare di aiutare me nonostante tutto. In quei momenti pensavo: "questo ragazzo non è umano, è fuori da ogni cosa". Ed avevo ragione, ma alla fine aveva pur sempre dei sentimenti. Giorno dopo giorno, potevo vedere il suo sorriso. E devo dire che, a lui veniva proprio bene sorridere. Nonostante stesse lentamente cadendo in un posto sempre più oscuro, la sua luce continuava a brillare. Proprio perchè era lui la nuova vittima di quel gruppo di bulletti, riuscì a fare in modo che nessuno provò a staccargli gli occhi di dosso".




























































"Se ne andava lentamente ed a testa bassa, eppure restava sempre lui. Incredibile."









"Era un giorno di pioggia, ormai a metà del secondo anno, pioveva più forte quel giorno. Ci eravamo un poco allontanati perchè non voleva restassi coinvolto come suo migliore amico. Non mi piaceva questo suo modo di fare, forse perchè ero spensierato, o forse perchè volevo soltanto stare in sua compagnia. Lo rincorsi quel giorno, se ne stava andando via lentamente. Riuscimmo a tornare a casa insieme. Gli urlai contro, quando forse avrei dovuto godermi ogni singolo secondo di quel tragitto".














"Andrà tutto bene".

"Così diceva. Ed io gli credevo anche, volevo solo che tutto tornasse come prima. E forse ci sarebbe anche tornato. A piccoli passi, lentamente, qualcosa sarebbe successo, però non andò come speravo.
Scoprii dopo poco del suo patto con quel gruppo di idioti. Se fosse riuscito a fallire in tutti i corsi, belle future valutazioni, l'avrebbero finalmente lasciato in pace. Se avessi saputo prima di questo patto, avrei fatto anche io di più. Ace temeva che avrebbero preso di mira qualcun altro".




























"Voleva che lo guardassero tutti, così che, nessuno avrebbe mai potuto distogliere la sua attenzione su altro. È come quando vedi un buon piatto. Vorresti provarlo e qualunque altro paragonato a quello non è niente. Era questo probabilmente che aveva pensato Ace, in effetti aveva senso, ma era un sacrificio per persone che si permettevano anche di criticarlo, per paura di essere i prossimi. Perchè tutto questo doveva succedere proprio a lui?"

Proprio perchè era diverso da tutti, non si trattava di essere umano o meno, ma della sua personalità. Era l'unico che poteva riuscirci, oppure restava una semplice avventura nei suoi castelli volanti? Ormai Ace aveva capito, che indipendetemente dalla sua risposta, il risultato sarebbe stato lo stesso, e non importava più, se quei bastardi avrebbero continuato. Nei loro confronti provava solo disgusto. Ogni volta che li guardava aveva solo un pensiero in mente:







































"Gli umani sanno essere davvero spregevoli".



































Ma lui stesso sapeva che non erano tutti così, per questo aveva deciso che se qualcuno si meritava il suo stesso trattamento, erano quei bastardi sempre pronti a colpirlo.
















"Il giorno dopo avevo le olimpiadi di matematica, quindi non andai a scuola, avrebbero annunciato i risultati delle valutazioni. E quando mi arrivò la notizia stentai a crederci anche io. Ace non aveva commesso un singolo errore in un singolo corso, quel ragazzo era davvero fuori dalla norma. Riusciva ad essere un genio e poi tornava ad essere nella media degli studenti. Ogni tanto si vedono quelli così, totalmente fuori dal comune ma con ancora voglia di giocare ad essere normali".

"Quel giorno, si arrivò alla fine della storia di Ace Sinclair".





















"<<Okay ho capito cosa vuoi>>. Disse atono, l'alfa di quel gruppeto che ad Ace faceva soltanto che ricordare la sua netta superiorità. <<Andiamo sul tetto pezzo di merda, avremo una bella chiacchierata tra amici>>. Concluse, lasciando la classe. Il castano allpra si alzò dalla sua sedia. Gli tremavano le mani, però aveva fatto un ottimo lavoro. Ci era riuscito, a che pro?
Nessun altro fu più ferito."







































































































































































































"E la storia di Ace non finì bene".






















































"Andò in coma per non mi ricordo nemmeno quanto. Non lo vidi più, i genitori si trasferirono ancor prima che Ace si riprese. Lo portarono via con loro, in un posto dove magari sarebbe stato meglio. Mi manca, perchè Ace era il mio migliore amico. Ace era un eroe, che si sacrificò per degli idioti che nemmeno lo vollero".

"Ace Sinclair, come io ho visto una luce in te, hai anche tu visto una luce in me..."



























"... Oppure eri solo nel tuo mondo fino alla fine?"


































Dopo l'incidente i genitori decisero di spostarsi a Londra ed iscriverlo alla famosa scuola di cui sentirono solo parlare. Speravano che potesse trovarsi meglio, erano passati appena due anni dall'incidente ed Ace anche solo un anno sembrava essere tornato a camminare, correre e sguazzare in acqua come aveva sempre fatto. Quello fu un sollievo per la famiglia, la caduta alla fine non andò a ledere il suo intelletto, perse soltanto la memoria di molti avvenimenti, tra cui il perchè si comportava come un eroe. Dopo mesi di riabilitazione e studio tornò comunque ad essere il se stesso di prima.

Curiosità:

• Porta gli occhiali da lettura, anche se prova a non farsi mai vedere con quelli addosso.

• Dopo l'incidente ha mostrato dei piccoli attacchi di panico quando vede delle prepotenze o del bullismo, in più è totalmente terrorizzato dall'idea di finire su un tetto.

• È scarso nei videogiochi.

• È convinto che i supereroi esistano davvero.

Club:

「Nessuno」

Non è in nessun club, non si vuole far etichettare in qualche modo quindi preferisce restare per le sue. Deve ammettere di aver valutato il consiglio studentesco, ma dopo si è ricreduto pensando che sarebbe stato solo un fastidio.

Orientamento sessuale:

「Pansessuale」

Ad Ace non importa davvero con chi va a letto, è convinto che debbano per forza essere sentimenti tra le persone quindi preferisce non giudicare in ogni modo.

Disponibile a relazioni:

「Assolutamente sì」

È un tipo socievole in fin dei conti, si stava sentendo con una ragazza prima del suo incidente, e a parte quella non ha mai avuto delle vere e proprie relazioni. Non lo vede come qualcosa di necessario, ma più come una particolarità in più.

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