•prologo•
Non appena lasciò cadere a terra il borsone, un tonfo secco si propagò nella sala deserta. Le sue dita raggiunsero l'interruttore, accendendo le luci soffuse che le conferivano un'atmosfera tranquilla e serena, anche se lei sapeva benissimo che non sarebbe rimasto così ancora per molto.
Riafferrò la sua borsa e attraversò svelta il parquet scuro, le sue scarpe da ginnastica produssero un lieve ticchettio che la accompagnò fin dentro lo spogliatoio.
Quando entrò, la luminosità dell'ambiente le fece strizzare gli occhi per qualche secondo.
Si chiuse la porta alle spalle e girò la chiave nella serratura. Non si era mai troppo prudenti, e l'esperienza le aveva insegnato che era meglio così.
Si sfilò la maglietta e i jeans, rimanendo con il reggiseno sportivo e i pantaloncini (decisamente striminziti) della divisa, per poi togliersi scarpe e calzini.
Gettò un'occhiata veloce alla sua immagine riflessa sullo specchio: era indecente come sempre, aveva le occhiaie e i pantaloncini le mettevano in mostra le cosce non proprio sottili e le cicatrici delle smagliature.
Storse il naso.
Buttò il borsone e i vestiti nel suo armadietto, chiudendolo e infilando la chiave nella catenina che portava al collo.
Si ricordò all'ultimo, come sempre, di prendere il beauty-case e le ginocchiere, per evitare di fracassarsi una rotula (o entrambe).
Aprì la porta dello spogliatoio e uscì, ritrovandosi nuovamente immersa nella penombra.
Eppure, c'era qualcosa che luccicava sul piccolo palco al centro della sala.
Qualcosa di alto e sottile.
Un palo per la pole dance.
Il suo cuore prese a battere più forte.
O SANTO ADE
OKAY
CE L'HO FATTA
ECCO IL PROLOGO
ASDFGHKL
SPERO VI PIACCIA
-mad skull
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