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Erano passate oramai 5 ore da quando Haizaki aveva incominciato il suo allenamento serale. A quell'ora era l'unico ad allenarsi e ciΓ² al grigio non dispiaceva affatto. Si sentiva decisamente piΓΉ a suo agio da solo, soprattutto giocando a calcio.
Nell'ultimo periodo aveva ovviamente imparato a instaurare un rapporto solido con i suoi compagni, ma con alcuni aveva sviluppato numerosi conflitti, in particolar modo con Kira Hiroto.

Il suo carattere non gli era mai andato a genio, probabilmente poichΓ© non aveva peli sulla lingua. Inoltre, era impossibile che i due andassero d'accordo: uno era un dio e l'altro era un demone. Uno era l'opposto dell'altro, non potevano essere compatibili.

Nell'ultimo periodo, tuttavia, Hiroto stava ulteriormente migliorando, mentre Haizaki non riusciva a tenergli il passo. Era inammissibile per lui essere inferiore ad un dio.
Proprio per questa ragione l'attaccante si allenava duramente, così da riuscire a tenergli il passo. Tuttavia, il suo corpo non poteva reggere tutti quei suoi sforzi, inoltre quella sera pioveva pure.

Il vento era forte, stava sudando e si stava bagnando, ma lui non voleva mollare. Non lo avrebbe mai fatto.
Mentre continuava il suo allenamento, Ootami si era avvicinata a lui, offrendogli il suo ombrello.

Β«Haizaki, torna dentro! Sta piovendo, e c'Γ¨ anche il vento. Ti ammalerai, vieni qui sotto!Β» aveva proposto la castana. Ma niente da fare, egli sembrava non ascoltare. Continuava a tirare in porta come fosse l'ultima cosa al mondo.

Β«Haizaki, per favore! Ascoltami!Β»
Ma niente, il grigio la ignorava completamente. La manager non sapeva cosa fare, così aveva deciso di prenderlo con forza per il braccio e di portarselo sotto all'ombrello con lei.

Β«Lasciami andare, non vedi che sono impegnato?!Β» aveva esclamato Haizaki. La ragazza lo guardava male.
Β«Non mi interessa. Adesso tu vieni con me dentro, che ti piaccia o no!Β»

Non poteva ribellarsi a Ootami, perciΓ² si era lasciato portare nella sede. E comunque, sapeva che il suo corpo non riusciva a sopportare altro, perciΓ² Γ¨ questa la ragione per cui non aveva opposto resistenza. Forse avrebbe fatto meglio a rientrare molto prima.
Una volta arrivati, la castana lo aveva accompagnato fino alla sua camera, così per assicurarsi che non sarebbe uscito di nuovo.

Β«Non azzardarti ad uscire di nuovo, vai subito a letto!Β» lo aveva rimproverato. Β«Va bene, va bene...Β»
Quando era giunto dentro, Hiroto si trovava disteso sul letto con il cellulare in mano, e non appena aveva visto il grigio inzuppato era scoppiato a ridere.

Β«Stai fermo, stai fermo! Adesso faccio la foto!Β» aveva detto il dio tra una risata all'altra. Questa frase lo aveva fatto a dir poco infuriare.
Β«Cosa cazzo ridi?!Β» aveva sbraitato Β«Senti, sono arrabbiato giΓ  di mio, non ti ci mettere pure tu.Β»

Detto ciΓ², egli si era cambiato e asciugato. L'attaccante lo guardava, non alzandosi dal letto.
Β«Ehi demone, sei sicuro di stare bene? Stai tremandoΒ» gli aveva domandato il dio con un filo di preoccupazione nella sua voce.

In effetti Haizaki sentiva che stava succedendo qualcosa al suo corpo, ma non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui. «Lasciami in pace, sono stanco. Ho sonno.» E dopo questa frase, il grigio si era infilato subito sotto alle coperte. Riusciva a percepire lo sguardo di Hiroto puntato su di lui, e così, per evitarlo, si era girato dall'altra parte.

Nessuno aveva piΓΉ detto parola e i due ragazzi si erano lasciati abbandonare tra le braccia di Morfeo. A differenza del suo compagno di stanza, che dormiva beatamente, Haizaki non ci riusciva.
Aveva freddo, e tremava e tremava. Si sentiva la testa pesante, come se un'incudine la stesse schiacciando. PiΓΉ si copriva, piΓΉ sembrava avere freddo. Il grigio aveva capito di essersi malato, ma non avrebbe mai rinunciato ad essere inferiore all'altro attaccante. Non lo avrebbe mai permesso.

Al mattino seguente, mentre tutti oramai erano giΓ  belli svegli, il demone non riusciva a trovare la forza di alzarsi dal letto. Non capiva che ore fossero in quel momento, nemmeno se c'era il Sole o se il tempo era brutto.

L'unica cosa che aveva compreso, e che aveva la febbre, e probabilmente era alta. Ootani e Anna, una volta che gliel'avevano misurata, gli avevano comunicato che aveva bisogno di riposo per almeno una settimana. A quell'affermazione Haizaki era diventato nero per la rabbia, ma sapeva che non poteva farci niente, dopotutto si era cercato da solo tutto questo.

Mentre Hiroto si allenava con gli altri ragazzi, egli si ritrovava solo in camera a riposare. Anche se ci provava, tuttavia, non riusciva a prendere sonno. Avrebbe voluto non essere così debole, eppure non poteva farci niente.

"Il corpo umano è così inaspettatamente fragile" pensava tra sé e sé il grigio.

Tra un'ora e un'altra, aveva provato a rilassarsi usando il cellulare, ma perfino la luce dello schermo gli dava fastidio, anche se impostava la luminositΓ  al minimo. Non riusciva a fare nulla se non patire la malattia, e per lui tutto ciΓ² era una noia mortale.

Si rimproverava, poichΓ© non era stato attento abbastanza. Si detestava, poichΓ© mentre lui rimaneva a letto il suo rivale stava migliorando a vista d'occhio. Si lamentava, poichΓ© avrebbe voluto avere lo stesso fisico che aveva avuto il giorno prima, ma doveva solamente aspettare che la febbre calasse. Quanto ci sarebbe voluto? Ore? Giorni? Settimane? Lui non poteva saperlo.

Aveva trascorso tutta la giornata da solo e toccava il cibo solo quando doveva prendere le medicine. Soltanto bere non gli procurava il voltastomaco, e probabilmente la sua sete era dovuta alla malattia.

Una volta giunta la sera, Haizaki si ritrovava ancora sdraiato sul letto nel tentativo di addormentarsi, ma invano. Possedeva qualche leggero miglioramento, questo era vero, ma era ancora molto lontano dalla via della guarigione.

Quando il suo compagno di stanza era ritornato in camera, il grigio non lo aveva nemmeno sentito arrivare. Solamente quando aveva parlato aveva capito che era lì. «Ehi, stai dormendo?» gli aveva domandato.

Haizaki non rispondeva e faceva finta di dormire, cercando di esserlo in modo piΓΉ possibilmente credibile. Tuttavia, sentiva sempre il suo sguardo addosso, e perciΓ² allo stesso tempo cercava anche di non ridere.
Β«Bell'addormentato, ci sei? Dormi? Che peccato, ho qui il tuo cellulare. Sarebbe un vero peccato se io ficcanasas-Β»

Β«Provaci e sei morto!Β» Non ci voleva molto per far uscire in lui il vero Haizaki, e questo il dio lo sapeva molto bene, forse piΓΉ di quanto ne potesse sapere lui di se stesso.
Β«Come ti senti oggi?Β» aveva domandato Hiroto. Il demone era sorpreso, poichΓ© non si aspettava questa sua domanda da parte sua.

«Va meglio di ieri, mettiamola così» gli aveva risposto mentre cercava di evitare il suo sguardo.
Β«Bene, Γ¨ giΓ  qualcosa. Mi...Β» Haizaki non era riuscito a comprendere il seguito della frase dell'attaccante. Lo aveva detto con un filo di voce, quasi impercettibile per lui. Probabilmente era anche l'effetto della febbre che gli faceva sentire i suoni con una tonalitΓ  piΓΉ bassa del dovuto.

Era veramente incuriosito in quell'istante, voleva sapere a tutti i costi il continuo. Β«Allora? "Mi" cosa? Non ho capito nulla.Β» Dopo aver preso un sospiro profondo, finalmente aveva parlato. Β«Mi hai fatto davvero preoccupare, okay?! Pensavo morissi!Β»

Alla sua ultima affermazione il grigio era scoppiato a ridere, ma qualche secondo dopo si era messo a riflettere su ciΓ² che gli ha appena detto. Come poteva interessarsi a lui? E perchΓ© doveva preoccuparsi? Era l'ultima persona che poteva farlo.

Ad un tratto, un brivido aveva percorso la schiena del malato. Stava iniziando ad avere di nuovo freddo, nonostante sembrava essere migliorato. "Cazzo..." aveva pensato tra sé e sé. "Non devo tremare per il freddo. Facendo così, sembrerò ridicolo ai suoi occhi. Io non voglio, non posso..."

Ma inaspettatamente, Hiroto lo aveva stretto in un abbraccio. Questo gesto lo aveva sorpreso, e sgranando gli occhi guardava il suo compagno.
Β«PerchΓ© tu...-Β» Non era riuscito a terminare il continuo della sua frase siccome lo aveva baciato.

Il bacio non era durato molto, ma solo pochi secondi. Haizaki era rimasto estasiato, probabilmente sarebbe anche svenuto per le troppe emozioni.
«Se tu ti stai chiedendo del perché ti ho abbracciato...» aveva interrotto quell'attimo di silenzio che si era formato subito dopo Hiroto. «È perché voglio scaldarti.»

Ma non era ciΓ² che voleva sapere il demone. Β«PerchΓ© mi hai baciato, Hiroto?Β»
Non aveva ottenuto alcuna risposta. Aveva capito, tuttavia, la sua motivazione. Il dio evitava il suo sguardo, mentre arrossiva lentamente.

È la prima volta che si mostrava paonazzo ai suoi occhi, e l'altro non era riuscito a non ridere in vista a quella sua espressione. «N-Non ridere!» gli aveva urlato contro l'altro.

Dopo qualche secondo, Haizaki si era ricomposto ed era nato un altro attimo di silenzio tra i due ragazzi. Anche se non stavano parlando, nessuno voleva lasciare andare l'altro. Si stringevano fortemente, come se uno avesse solo l'altro nel mondo.

«Hiroto...» Ricominciava a parlare. «Staccati, sennò ti attaccherò la febbre.» Ma sembrava proprio che egli non avesse la minima intenzione di spostarsi. «Va bene così,» gli rispondeva Hiroto «a me basta averti qui.»

I due innamorati si guardavano negli occhi, e uno si perdeva in quelli dell'altro. Non serviva parlare, per loro era inutile. Avevano giΓ  capito ciΓ² che i loro sguardi volevano raccontare. Che strano vedere un demone e un dio comprendersi, ma in fondo loro erano diversi dagli altri. Loro non sapevano se fossero migliori uno dell'altro, ma solo una cosa sapevano: si amavano come non mai.

E così, entrambi i ragazzi si erano lasciati nuovamente andare in un altro bacio, che simboleggiava tutto l'amore proveniente dai loro cuori.

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