~Orgullo

📍Abu Dhabi
dicembre 2021
🎶Unwritten - Natasha Bedingfield

Eccoci arrivati all'ultimo weekend di questa stagione infinita. Stiamo ancora aspettando chi verrà coronato campione ma, per il resto, come mia prima esperienza in Formula 1, devo ammettere che non mi sono annoiata. Tra qualifiche e Gran Premi pazzi, feste, prove libere e bambini irrequieti, mi sono tenuta impegnata molto bene.

Come da copione, ogni anno diversi team prendono i loro piloti di riserva e li fanno partecipare alle free practice 1. Ciò coinvolge anche me, questa volta.
Sono molto emozionata, anche perché al termine del weekend di gara sarò ufficialmente una pilota di Formula 1. In tutto e per tutto.

In un certo senso, mi dispiace abbandonare il team papaya: è dai tempi dei kart che faccio parte di questa grande famiglia, e lasciarla è un po' come un colpo al cuore.
Però la vita va avanti e, insieme a essa, si presentano nuove opportunità e la possibilità di fare nuove esperienze.
Questo mi ha dato AlphaTauri: un modo per cercare di far vedere al mondo di cosa sono capace, al 100% delle mie capacità.

Spero con tutta me stessa che non sarà un totale fiasco.
Ho paura di cosa potrebbe macchinare la mia testa se lo fosse. Ho tanti di quegli scenari da film provenienti dal più assurdo cinema americano là dentro, da far invidia a un regista vero e proprio.
Gli altri migliori amici si legano grazie a gusti e opinioni comuni, io e Lando abbiamo gli stessi dilemmi mentali da quando siamo entrati nel periodo adolescenziale. E, sebbene si cerchi in tutti i modi di uscirne, inconsciamente si torna sempre lì. In quel limbo.

Di questa stagione, mi ricorderò soprattutto i piccoli contributi che sono riuscita a dare al team, come i test e le varie prove libere svolte e, perché no, anche il disastro a Monaco.
Dopotutto, è da lì che abbiamo avuto inizio, io e George.

Io e Veronica stiamo camminando nella pit lane di ritorno al box, dopo aver percorso l'intero circuito a piedi, quando un piccolo corpo collide con le mie gambe, chiedendo di essere presa in braccio immediatamente.
"Elly, cosa ti abbiamo detto io e tuo padre sull'evadere dal box Williams?" rimprovero la bambina, la quale si mette a braccia conserte, con annesso broncio "Io mi annoio a stare sempre con Toby e gli altri! Voi uscite e rientrate quando vi pare, e io non posso neanche alzarmi dalla sedia che vengo rimessa seduta!".

Dios, è proprio la figlia di George. Giuro, sono identici anche nei comportamenti!

Faccio un respiro profondo "Ascolta, chiquita, è pericoloso camminare per la pit lane, soprattutto per una bambina come te" "Ma io sono stata attenta!" testarda come al solito "Ne sono sicura, però delle volte, i meccanici sono così presi dal loro lavoro, che non si accorgono di chi hanno intorno. Potrebbero farti male senza volerlo" abbassa la testa, capendo l'errore "Scusa, Karls" "Non fa niente, tesoro. Però la prossima volta che ti viene voglia di scappare, pensa a quello che ti ho detto, ok?" vedendola annuire, sorrido e le lascio un bacio sulla guancia, che fortunatamente la fa ridere.

"Ora torniamo nel box di papà. Che ne dici? Ti prometto che se farai la brava, domenica durante il Gran Premio convinco Zak a farti stare nel box dello zio Lando con me. Affare fatto?" Le porgo la mano, che la bambina stringe nel giro di pochi secondi "Va bene!".

Come d'accordo, l'ultimo giorno del weekend, Ellery è vestita nei colori papaya da capo a piedi, e non smette di agitarsi ogni volta che la regia internazionale inquadra George o Lando.
Il papà del mio migliore amico, Adam, ride mentre guarda me cercare di tenerla ferma, per non rischiare di farla cadere e farsi male.

"Elly, por favor, cerca di stare attenta. Non voglio che tu ti faccia del male" "Vuoi fare cambio? Così te la guardi anche tu la gara" propone Norris "Oh, non ce n'è bisogno, Adam, davvero" "Sciocchezze! Lo faccio con piacere" poi si rivolge alla bambina "Elly? Ti va se ti racconto qualcosa di quando lo zio Lando e Karol avevano più o meno la tua età?" "SIIII!!!"

Basta questo per rivolgere la sua totale attenzione all'inglese, e smettere di agitarsi. Giuro, questa piccolina ha una cotta per Lando, altrimenti non si spiega. È necessario solo nominarlo, e lei magicamente sta facendo ciò di cui non aveva voglia cinque secondi prima.

Decido di concentrarmi sul Gran Premio, che ormai si è quasi concluso. Per ora, Lewis è ancora in testa, però so quanto possono cambiare in fretta le carte in tavola in dieci giri.

Infatti, come previsto, un incidente e una safety car gestiti male dalla Federazione, consegnano a Max Verstappen il suo primo titolo mondiale. La Mercedes, dopo anni di dominio, si deve accontentare di guadagnare solamente il campionato costruttori.

Da subito, si percepisce il disdegno contro la decisione della FIA sull'uscita della safety car. Camminando in direzione del podio, sento pareri contrastanti sulla questione: naturalmente, alla Red Bull ha fatto comodo, ma chi ha guardato il tutto da un punto di vista più oggettivo non è dello stesso parere.

Con Elly al mio fianco, mi avvicino a Max per fargli i complimenti per il mondiale tuttavia, riportando l'attenzione sulla bambina, mi accorgo che non c'è.
Il panico mi assale mentre inizio a guardarmi intorno e a cercarla anche dentro i tombini. Attiro l'attenzione di diversi meccanici Red Bull, che mi fissano come se fossi pazza, però li lascio stare. Il terrore puro è troppo presente nel mio sistema nervoso per curarmene.

<<Karls! Ehi! Fermati!>> Lando, venuto fuori da non so dove, mi blocca, e noto subito dietro di lui l'espressione preoccupata sul volto di George <<Che succede? Perché sei così agitata? Respira>> <<Non posso respirare, Lan! Ho perso Ellery! Era con me quando sono andata da Max, e quando mi sono girata, era sparita! Ho cercato qui intorno, ma non l'ho trovata!>> sono a un passo dallo scoppiare a piangere in mondo visione. Mi domando come mai non abbia ancora attirato l'attenzione di nessun giornalista.

George mi stringe a sé, e a me non può importare di meno che sia sudato fradicio, ho bisogno di un appiglio. Di lui, in particolare <<Tranquilla, sweetie. Sai com'è fatta Elly. Sicuramente ha visto qualcosa che ha attirato la sua attenzione e...>> <<Scusate ragazzi, credo che questo tesorino appartenga a voi>> mi giro talmente veloce che rischio di finire con il sedere a terra, nell'udire la voce di Lewis.

In effetti, la piccola Russell se ne sta comodamente tra le braccia nel sette volte campione del mondo, giocando con una delle sue treccine. Ci avviciniamo subito a loro <<Grazie mille! Dove l'hai trovata?>> fa subito Russell, riprendendo la figlia dal suo futuro compagno di squadra <<Ehm... diciamo che è venuta a consolarmi>> io e George ci guardiamo, prima di riportare la nostra attenzione all'uomo, che sembra alquanto in imbarazzo <<Sapete, ci ho sperato fino all'ultimo di vincere un altro mondiale, l'ottavo, e vedermelo essere portato via così... non è stato bello, ecco. Mi sono nascosto qui dietro, con mio padre, per sbollire in santa pace>> fa una pausa
<<Elly è arrivata dal nulla e mi ha detto "Non piangere! Papà dice che sei il suo eroe. So che anche gli eroi perdono, a volte, ma poi si rialzano sempre. Me lo ha detto Karls". Giuro che mai delle parole così semplici mi avevano fatto sentire meglio>>

Non facciamo in tempo a rispondergli che viene chiamato dal suo team, però quelle parole mi hanno riempito di orgoglio, e so che lo stesso vale per George.

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