Parte 23
Hinata's POV
Credo di essermi appisolato per un tempo indefinito, poiché quando mi sveglio mi rendo conto di essere ancora sdraiato sopra di te, con il segno della tua maglietta stampato in faccia.
Anche tu sei addormentato, mentre le tue braccia sono ancora attorno la mia schiena.
Non ti avevo mai visto dormire, sei così calmo e pacifico, decisamente mi sembri un'altra persona e non il solito Kageyama scontroso.
Vorrei alzarmi e stiracchiarmi, ma il solo pensiero di sfuggire a questo abbraccio mi fa desistere.
L'ho desiderato ed immaginato per così tanto tempo che adesso ho paura che possa svanire, da un momento all'altro.
Ritorno con la testa poggiata sulla tua spalla, e traggo un profondo respiro nel profumo che ha la tua pelle.
Mi torna alla mente la scena di prima.
Mi torna il ricordo della tua lingua che si infila, sinuosa e coraggiosa, tra le mie labbra.
" Non credevo proprio avresti preso questa iniziativa, tutto da solo."
Come se fossi la protagonista di un film romantico sospiro, custodendo quell'immagine di te negli angoli più remoti del mio essere.
" Le cose forse... da questo momento in poi... saranno più semplici."
Sospiro piano, ancora una volta, per non svegliarti e per continuare ad osservare il tuo corpo immobile e rilassato.
In realtà vorrei solo stringerti fino a romperti le ossa, perché non voglio che scappi.
Una volta provato questo contatto non posso limitarmi ad osservarti da lontano come se nulla fosse.
Non riuscirei più a tornare alla vecchia vita, avuto ora un'assaggio della nuova.
A rilento cerco di estrarre il cellulare dalla tasca dei pantaloncini.
Non posso non mandare un messaggio, di quanto appena successo alle uniche persone che mi sono state vicino in questo periodo.
Io adesso glielo devo.
Devo condividere con loro la gioia del momento.
Ci rifletto un attimo, mi rendo conto che due di loro potrei vederle domani e quindi opto per dirglielo dire di persona.
Così anche da vedere con i miei occhi la loro reazione.
Decido, quindi, per scrivere all'unica persona che non è qui con me, ma che merita comunque una fetta di questa torta.
Shoyo Hinata
"KENMA ... credo di aver appena avuto un 'Level UP' "
Nonostante la lontananza, Kenma mi è sempre stato accanto, mi ha sempre ascoltato, tra un livello e l'altro del suo nuovo videogame.
Credevo ci fosse una barriera tra di noi, nel parlare di queste cose eppure mi è bastato davvero poco per riuscire ad aprirmi con lui.
Non posso negare di aver trovato in lui un buon amico e consigliere.
A qualsiasi ora gli scrivessi, forse dovuto in parte alla sua routine, mi rispondeva; con poche ma efficaci parole.
Sorprendentemente Kenma si è mostrato molto aperto e comprensivo, riguardo la mia situazione.
Non mi ha mai giudicato per quello che sentivo e ha sempre appoggiato la mia scelta.
Non ha mai messo in discussione se fosse giusto o sbagliato.
"Se è quello che ti fa felice."
Mi ha sempre detto.
Anche se ogni tanto gli sfuggiva un:
"Ma sei sicuro di averlo visto bene? Ma non preferiresti qualcun altro?"
Più volte ha provato a dirmi se avessi voluto una buona parola con Kuroo-San.
La cosa mi lasciava sempre senza parole e anche abbastanza perplesso.
Non che Kuroo-San fosse omosessuale, anche per detta di Kenma, ma lui sosteneva che si poteva sempre fare una prova.
Non mi sono mai sentito attratto da una persona del mio stesso sesso, nonostante non avessi problemi a fare dei complimenti ad un ragazzo.
Fino ad ora ho sempre pensato di essere interessato alle donne, credevo fosse una cosa naturale pertanto non ci ho mai pensato più di tanto.
Da quando ti ho conosciuto però, tutte le certezze della mia vita si sono completamente sgretolate, come una terra arida, sotto il sole cocente.
Credevo di non poter schiacciare così in alto; e poi l'ho fatto.
Credevo di non poter prendere una palla come faceva un libero; e poi l'ho fatto.
Credevo di non poter mai provare attrazione per te, e poi sono finito con tua lingua in bocca, sul tuo divano di casa.
Arrossisco nuovamente al solo ricordo.
" Come vorrei non staccarmi mai dalle tue labbra."
Se ripenso al passato, se ripenso a soli due mesi fa, osservarti così adesso mi sembra un'illusione.
Se torno con la mente ai momenti in cui mi trattavi male, se penso ai momenti in cui mi lasciavi abbandonato a me stesso...
Quando ti costrinsi a colpirmi, per cercare di smorzare la forza del sentimento che avevo dentro.
Quando mi hai lasciato impietrito perché ti avevano fotografato abbracciato con un'altra persona.
Quando, tremante ci parlavamo appena. Quando facevo di tutto per non avere un contatto fisico con te.
Ripensarci adesso, che mi basta semplicemente alzare il viso per poterti baciare, mi sembra davvero di vivere un sogno.
Il mio telefono vibra impercettibilmente.
Kozume Kenma
"O_o"
Shoyo Hinata
" Ti chiamerò domani! Adesso non posso parlare... ;) "
Kozume Kenma
"Potevi dirlo anche senza l'occhiolino finale.
Pervertito.
A domani."
Un ghigno trionfante compare sulle mie labbra.
Non potevo non farlo, dovevo trasmettere la mia gioia attraverso il telefono.
-Che combini?-
Sento la tua voce impastata dal sonno al di sopra della mia testa.
-No, niente. Controllavo il telefono.-
Ti giri su un fianco e mi lasci ricadere tra te e lo schienale del divano.
Così i nostri visi sono nuovamente molto vicini.
Ti guardo negli occhi per qualche secondo, poi titubante provo a darti un piccolo bacio a stampo.
Così per assicurarmi che quanto successo prima non fosse stato solo frutto della mia più fervida immaginazione.
Tu non reagisci, accetti quel contatto chiudendo gli occhi e riaprendoli non appena mi allontano.
" Allora è tutto vero!
Allora è successo realmente!"
Il tuo sguardo diventa contrariato.
-E questo che cos'era?-
-In che senso, che vuoi dire?-
-Ma non mi pare difficile da capire, ti ho chiesto che cos'era questo bacetto insulso.- dici iniziando a corrugare la fronte.
- Ma bacetti insulsi saranno i tuoi.
Era una prova, per accertarmi di una cosa.-
Dico, cercando di alzarmi e sbuffando leggermente.
Mi trattieni per il braccio.
-Una prova per che cosa?- dici, confuso.
-Ma da quando hai iniziato a ficcare il naso in questi affari?!-
-NON LO SO, FORSE DA QUANDO MI HAI FICCATO LA LINGUA NELLA BOCCA.-
-IO?!? SEI STATO TU!-
-MA PERCHÉ CAZZO URLI IDIOTA DI UN HINATA.-
-HAI INIZIATO TU AD URLARE BAKEYAMA.-
Ed ecco che mi prendi dalla vita, tirandomi con forza indietro, per ricascare sul divano.
Ma non ci penso proprio a dartela vinta.
Faccio forza aggrappandomi con una mano al divano e con l'altra alla tua coscia.
È abbastanza difficile resistere quando ti metti qualcosa in testa. Soprattutto quando ci metti tutto te stesso per vincere.
Sposti la coscia repentinamente di lato e la mia mano sprofonda nel divano.
Perdo tutto l'impegno che ci avevo messo nel lottare contro di te.
Mi catturi nuovamente in un abbraccio, questa volta stringendomi anche con le gambe.
- Hai finito di gridare adesso?- Mi dici avvicinandoti al mio orecchio.
Sentire il calore del tuo fiato nuovamente così vicino mi fa sentire le scosse di un brivido lungo tutto il corpo.
Come potrei risponderti adesso?
E soprattutto, cosa potrei risponderti?
Dopo qualche secondo mi liberi dalla tua trappola infernale, ti alzi e inizi a stiracchiarti.
Io faccio lo stesso, inizio a sentire un certo languore provenire dalla mia pancia.
- Andiamo a vedere quanto tempo ci metteremo per morire avvelenati, per le cose che hai portato.-
-Ma le ho solo comprate, mica le ho fatte io.-
Ti seguo in cucina, prendiamo da mangiare e ci accomodiamo al tavolo.
La conversazione tra di noi ricomincia da dove si era interrotta: dalla pallavolo.
Riprendiamo a parlare della partita e di tantissimi altri aspetti, del torneo primaverile, delle qualificazioni e quant'altro.
Non ho idea di che ore siano, non ho bisogno di guardare l'orologio quando sono con te.
Adesso questa frase mi suona vera più che mai.
Ti vedo impensieriti tutto d'un tratto, con un onigiri bloccato a mezz'aria.
- È successo qualcosa?- ti dico cauto.
- In realtà... mi stavo chiedendo... se prima...-
Il tuo volto si colora repentinamente di rosso.
"Aspettavo questo momento...stavo solo aspettando questo esatto momento."
-Kageyama, se farfugli... non riesco a sentirti.-
Dico trionfante con un sorriso enorme stampato in faccia.
Per tutta risposta mi tiri una botta sulla testa.
- Io NON sto borbottando. Sto... scegliendo le parole.-
Rispondi infastidito.
Dopo qualche secondo riprendi a parlare.
- È stato di tuo gradimento?-
- Che cosa?- dico innocentemente.
La tua faccia si sfigura nuovamente in una smorfia di fastidio puro.
- OK, ok.. ho capito. La risposta è sì, forse anche meglio di come lo avevo immaginato.-
La mia risposta ti manda a fuoco le orecchie.
- Ti devo dire che... insomma, io avevo già dato un bacio ad Hirose.-
Era una cosa che sospettavo ma finora non ne avevo mai avuto conferma.
Mi fa male sentirlo adesso dalla tua voce.
Immaginarti, avvinghiato ad un'altra persona.. baciarla con lo stesso trasporto che hai avuto con me, mi fa inevitabilmente male.
Avrei tanto desiderato essere il tuo primo bacio, avrei tanto voluto essere la prima persona a varcare quel confine con te.
Ma sono arrivato tardi.
Non posso negare di sentirmi nuovamente un po' geloso di lei.
-Mh-mh. Lo immaginavo. Non è un problema.-
Ti dico, tirando le somme.
Non posso sentirmi turbato per questa cosa troppo a lungo.
Hirose non merita questo da parte mia, non posso essere arrabbiato con lei.
Non posso provare astio nei suoi confronti, anche se, capirei se lei ne avesse nei miei.
So che non c'era nulla tra di voi, so che non avevate nessun vincolo, ma mi sento comunque in colpa.
Sento un grande rimorso dentro di me e prima o poi dovrò trovare il coraggio di parlarle, consegnandole le più sentite e sincere scuse che sento.
Ti ho immaginata tantissime volte qui con lui, così tante che ormai ho perso il conto.
Magari tu, privatamente, immaginavi lo stesso.
Forse dentro di te sapevi che questo giorno sarebbe arrivato, forse è proprio per questo che quel giorno nel parco venisti a parlarmi.
"Sono davvero mortificato Hirose, ho pensato così tanto ai miei sentimenti che forse... ho finito per calpestare i tuoi."
-Tutto ok?-
La voce di Kageyama mi riporta alla realtà, con un piccolo sobbalzo.
-Certo, non c'è problema!- rispondo riprendendo a mangiare.
-Davvero non ti da fastidio che io abbia baciato Hirose?-
-No, anche perché... il mio primo bacio l'ho dato a Nio-San.-
Il colorito del tuo viso cambia ancora una volta, posso vedere come gradualmente passa dal rosso, per l'imbarazzo di prima, al viola.
Inizi a strozzarti con il riso e a tossire incessantemente.
Per un momento resto fermo, incapace di prendere una posizione in quella scena tragicomica.
Poi mi smuovo, passandoti subito dell'acqua e venendo alle tue spalle pronto a farti la manovra di Heimlich*.
Lentamente riprendi a respirare, con gli occhi che quasi ti sono usciti fuori dalle orbite.
-Come scusa...?- la tua voce è quasi un sussurro difficilmente udibile.
-Bhe vedi... prima che iniziassimo a provare...-
Il tuo viso diventa nuovamente rosso e ti copri le orecchie con le mani.
-NON VOGLIO SENTIRE DELLE TUE SCAPPATELLE SCOLASTICHE.-
-IO?!? MA SE HAI COMINCIATO TU PER PRIMO.-
-SI DIA IL CASO CHE QUELLA FOSSE LA MIA RAGAZZA... Tecnicamente... in teoria.-
Dici abbassando poi lo sguardo.
-SI MA NON AVEVI MICA BISOGNO DI FARLO PER FORZA.-
-Neanche tu, stupido Hinata.-
-Tecnicamente io sono stato baciato. Non ho baciato.- ti dico, mettendo le braccia conserte sul petto.
-Mi dispiace dirti che è ESATTAMENTE LA STESSA COSA.-
-E da quanto sei così preparato sull'argomento?!-
Ti faccio una linguaccia, fingendomi offeso.
Non credevo che sapere di Nio-San ti avrebbe dato così fastidio.
Sento forse della gelosia, tutta d'un tratto Kegayama?
Un tempo mi dicevi che non dovevo starti tra i piedi e adesso sei... perfino geloso?
-Perché dai dovuto baciare lei? Non potevi attendere?-
Il tuo viso si fa mogio.
-Bhe, ripensando com'erano le cose tra di noi un tempo... mai avrei detto che oggi saremmo stati qui a parlarne.
Ed in più, non era di certo "programmato", è stata lei a baciarmi.
Anzi credo anche che sapesse...-
Ti rispondo con un gesto vago della mano.
Non dici nulla, ti accontenti di buon grado della mia spiegazione.
La serata procede tranquilla, continuando a discutere di tutto quello che in questi mesi abbiamo taciuto.
Non sono stati momenti semplici, per nessuno di noi due.
Dire che ci sopportavamo a malapena è già esagerare.
Tante sono state le occasioni in cui avrei voluto parlarti ma, per timore, non lo facevo.
Sembra che anche questa barriera tra di noi si sia finalmente abbattuta.
Devo, ovviamente fare attenzione quando ti dico alcune cose, non hai perso lo smalto nell'incazzarti facilmente, Kageyama.
Ma posso giurare di vederti molto più sorridente e disteso.
Ora che ci penso, il tuo viso ha assunto una nuova espressione.
Una semplice combinazione di luci e bagliori che attraversano i tuoi occhi, delle banali piccole rughette che increspano gli angoli del tuo viso: gli occhi quando sorridi, la bocca quando mi parli.
Potrei giurare di non averle mai viste prima d'ora.
Sono certo di vederla, di vedere una nuova sfumatura sul tuo volto.
" È questa la faccia che fai quando sei innamorato, Kageyama?"
Dopo aver cenato ci mettiamo in camera tua a palleggiare un po'.
Mentre mi racconti qualcosa di Hirose, quella punta di gelosia torna a farsi sentire.
È più forte di me, non riesco a pensarti assieme ad un'altra persona.
-Resti a dormire?-
Dici dopo un po' intanto che mi passi la palla.
- Posso?-
-Credo di sì, non tornerebbero mai con il primo treno del mattino. Credo ci voglia nel pomeriggio.-
-Non vorrei... causare problemi.- ti dico esitante.
-Non voglio restare da solo.- rispondi
Rimani, poi, brevemente in silenzio a riflettere.
-Allora vengo io a casa tua.-
Mi fai trasalire come pure arrossire.
-Ma... ma a casa mia... a casa mia c'è mia madre... mia sorella.-
-Perché? Che avevi in mente di fare?- dici sornione, ripassando la palla indietro.
La palla mi colpisce in pieno viso, mentre tu scoppi a ridere.
Dopo un momento di panico, acconsento alla tua richiesta.
Possiamo stare più tranquilli a casa mia poiché mia madre acconsente a... qualsiasi sia la cosa che abbiamo in questo momento.
-Allora andiamo.-
Ti dico, mentre prendo la tua mano.
*La manovra di Heimlich è una tecnica di primo soccorso per rimuovere un'ostruzione delle vie aeree, che costituisce un'efficace misura per risolvere in modo rapido molti casi di soffocamento.
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