Parte 19.1
Agosto.
FESTIVAL DEI CLUB SCOLASTICI: MATTINA.
Kageyama's POV
Nel momento in cui mi sveglio, il sole non è ancora sorto.
La mia stanza è avvolta dall'oscurità e dal silenzio.
Riesco a sentire il rumore che fa il mio respiro.
È così piacevole stare nel silenzio, così appagante è rigenerante.
Ultimamente non ho avuto molto tempo per godere del silenzio e della pace.
Ultimamente non ho idea di cosa sia la quiete, in particolare quelle interiore.
Allungo una mano per cercare il telefono, la luce dello schermo mi ferisce gli occhi.
Sono le 4:52 del mattino.
Sono ampiamente in anticipo anche sulla sveglia che mi ero fissato.
Con i ragazzi ci siamo dati appuntamento alle 6:00 di mattina, per riscaldarci e allestire ciò che era necessario.
Per tutta la giornata di ieri Kyoto-San e Hitoka-San si sono date molto da fare: hanno preparato dei volantini, hanno sistemato le linee per delimitare il campo, hanno stampato quanti più modulo esplicativi possibili.
Quest'idea la suggerì il Coach Ukai, che distrattamente stava ascoltando le farneticazioni delle ragazze riguardo l'organizzazione di questo aspetto dell'evento.
Effettivamente perché perdere tempo a spiegare "chi" gioca in "che" ruolo e "perché", abbiamo semplicemente stilato una tabella molto semplice per permettere a tutti di seguire il gioco e magari capirci anche qualcosa.
Le ragazze si sono anche fermate a pulire una seconda volta il pavimento e per assicurarsi non ci fosse della spazzatura al di fuori della nostra palestra.
" Quest'oggi tutto deve essere impeccabile. Non sono ammessi errori di alcun tipo."
Me lo ripetevo costantemente, dovevo essere concentrato e dare il meglio di me.
Tutta la squadra doveva dare il meglio di se.
Lentamente i miei occhi si abituarono alla luce del telefono, alcuni ragazzi nel gruppo erano già svegli e stavano intasando la chat di immagini d'incoraggiamento.
"Ma sono degli adolescenti o dei 60enni in pensione ?"
Non mi soffermo a rispondere.
Mi alzo stiracchiandomi e mi dirigo in cucina.
La casa ancora dormiva, per fortuna.
In punta di piedi apro il frigo e tiro fuori una colazione improvvisata: latte, yogurt e frutta fresca.
Non voglio arrivare con lo stomaco pieno in campo.
Vorrei uscire prima che i miei genitori si sveglino, non voglio parlargli questa mattina.
Voglio godere di questa sensazione di calma e tranquillità, così da rievocarla in campo qualora mi sentissi nervoso.
Opto per una doccia veloce.
Mentre sono in bagno, con l'acqua calda che mi scorre sulla testa, mi soffermo a pensare nuovamente a quello che in questo ultimo mese era successo.
Hinata ha iniziato a comportarsi in modo strano.
Hirose si è inserita ... anzi imposta nella mia vita.
Le liti tra me ed Hinata sono state più violente e dolorose, non riuscivo più a scrollarmi di dosso il senso di oppressione che le sue azioni e parole mi trasmettevano.
Per lo meno, non così semplicemente.
La mia famiglia scopre che Oikawa è gay.
" Buon per lui per aver trovato pace nella sua anima inquieta bisognosa di costanti attenzioni."
Quando credo finalmente di aver chiarito con Hinata, ecco che la mia famiglia mi fa una scenata senza precedenti, riportandomi alla mia attenzione quando io sia insicuro e sottomesso.
Oggi abbiamo una partita "dimostrativa" per celebrare l'esistenza del nostro club.
Eppure sento la pressione come se fosse una partita da nazionale.
Sento di dover dare oltre il 100%... sento in qualche modo di dover rimediare.
Magari, con un'impeccabile partita quest'oggi le cose... le cose tra di noi potrebbero nuovamente sistemarsi.
Quei tasselli smussati potrebbero tornare al loro posto, ancora una volta.
-Tobio, sei sveglio?-
La voce di mia madre mi arriva chiara dalla cucina.
Sbatto leggermente un pugno contro la parete della doccia.
" Oggi no, per favore."
Esco dal bagno che sono già pronto, guardo l'ora, sono le 5:16.
-Io vado.- dico mentre prendo la borsa per la palestra, infilandomi le cuffiette nelle orecchie.
-Dove?- si avvicina lei da dietro, seguendomi nell'ingresso.
-A scuola, mamma. In palestra.-
-Già a quest'ora?-
" Dio... perché quest'interrogatorio questa mattina? Di solito non importa a nessuno l'orario al quale esco di mattina.-
-Voglio correre un po' e arrivare in anticipo. Posso andare?- dico con un tono abbastanza seccato.
- Non essere insolente, Tobio. Tua sorella mi ha detto che oggi c'è un festival a scuola.-
" Miwa e la sua dannata bocca larga. Non esiste soluzione per tappargliela... magari definitivamente?-
- Si, c'è il festival. Anche il club di pallavolo ha una dimostrazione da fare, sto andando infatti a...-
Mi zittisce con un gesto della mano.
-Conosci le regole Tobio. Tua sorella verrà a prenderti per pranzo.-
Non riesco a fare a meno di sbuffare.
- Mamma Hirose fa la sua mostra di pomeriggio, le ho detto che sarei andato a vederla...-
-Forse non sono stata abbastanza chiara, Tobio? Ho detto di no. Ti scuserai con Hirose una volta a casa, magari la invitiamo a cena.-
-Ma... io...-
Fece un gesto per zittirmi nuovamente.
Uscii di casa furioso e sbattendo la porta.
Non me ne frega un cazzo se hai sentito.
Non me ne frega un cazzo se, una volta tornato, poi dovrò subirne le conseguenze.
Inizio a correre.
Il mio respiro non era per nulla regolare, preso dalle palpitazioni. Ma stavo facendo del mio meglio per concentrarmi e regolarizzarlo.
Dopo 15 minuti sono davanti casa tua, Hinata.
Perché ho fatto questa stupida deviazione? Non ne ho idea.
Fingo di fare stretching poco più avanti della finestra della tua cucina.
Guardo nuovamente l'ora.
Sono le 5:31.
Spio impudentemente dentro la finestra.
Ti vedo al tavolo, mentre stai alzandoti per salutare tua madre con un bacio sulla guancia.
Lei ti abbraccia e ti afferra la testa, per baciarti ripetutamente sulla fronte.
Tua sorella, saltella impaziente, per il suo turno dei saluti.
Tu la prendi in braccio e la fai roteare in aria, lei sorridendo, una volta a terra ti lancia un bacio che tu fingi di prendere.
Il cuore mi si stringe, il respiro affannato per la corsa inizia a farmi bruciare la gola.
Sento tutto più amplificato.
E inevitabilmente tutto fa più male.
Una semplice scena, di un giorno qualsiasi, della tua quotidianità. La cucina, tua madre, tua sorella. Magari per te non hanno significato perché lo vivi ogni giorno. Magari non fai caso se le cose in tavola hanno sempre la stessa disposizione poiché ti preoccupi solo che ci sia tua madre a riempire la sedia di fianco la tua.
Piccole tenerezze ed ornamentali accorgimenti che io nella mia vita non ho mai avuto.
Sono stato cresciuto preoccupandomi dell'ordine esatto in cui dovevo apparecchiare e sparecchiare la tavola.
Non ho mai ricevuto un saluto così affettuoso da parte di mia madre.
Mia sorella non mi ha mai preso in braccio per farmi roteare.
Una punta di gelosia si insinua nel mio petto.
Prima che tu possa uscire di casa, riprendo la mia corsa.
" Invidio la tua fortuna Hinata, invidio il calore umano che c'è in casa tua...adesso capisco perché hai sempre quel sorriso in viso."
Arrivo a scuola con 15 minuti di anticipo. Ne approfitto per fare stretching ancora una volta.
Alle 6:00 precise siamo tutti in palestra.
-Ragazzi, buongiorno. Vedo facce sveglie ... alcune più di altre.-
Disse osservando le povere Kiyoko e Hitoka, visibilmente assonnate.
La voce di Daichi era squillante ed energetica.
Iniziamo un riscaldamento molto più intenso del solito. Alle ore 8:00 la scuola avrebbe aperto ai visitatori e alle 9:00 dopo un breve intervento da parte di Kyoko e Daichi avremmo iniziato la partita.
Ero carico, molto.
Di sottecchi ti rivolgo uno sguardo, Hinata.
Hai il tuo solito viso competitivo e determinato, quello che risveglia in me la mania del perfezionismo.
Sono le 8:50 e c'è molta gente che osserva in palestra, così tanta che siamo stati costretti ad aprire le porte per permettere anche a quelli rimasti fuori di osservare.
Giochiamo tutti oggi, in squadre bilanciate.
Io e te siamo in squadre opposte e la cosa non potrebbe eccitarmi di più.
Riuscirai a fermami Hinata?
Ed io, riuscirò a farlo con te ?
La partita inizia. Sono le 9:06.
La nostra prima rotazione mi vede in prima linea sulla sinistra e tu anche tu sei già in prima linea al centro.
Non riesco a non guardarti, così galvanizzato e concentrato.
- È la rivincita che aspettavi, vedi di non farti sfuggire l'occasione.-
Non riesco a fare a meno di provocarti.
Tu sorridi, con un sorriso carico di tensione e desiderio.
-Non perderti in chiacchiere, Kageyama.-
Rispondi, leccandoti il labbro.
Gli altri sono bravi, in squadra con me ci sono Asahi e Nishinoya.
Non potevo chiedere di meglio.
Le mie alzate sono precise così come i punti che segno di service ace.
Non posso fare a meno di sorridere quando vedo che stiamo quasi per conquistare il primo set.
23–21
Ti stai impegnando, lo riconosco.
" Vuoi che ti dica, " Bravo Hinata ?"
Non succederà mai, preferirei strozzarmi piuttosto che complimentarmi.
Soprattutto durante una competizione.
Le palle alzate da Suga per te non sono abbastanza, vorrei attraversare la rete e consegnarti una palla come si deve, ma purtroppo è impossibile.
La mia squadra vince il primo set 25-23.
Il secondo set scorre più frenetico, in un insaziabile scambio di punti.
Ti sei scatenato e stai saltando più in alto di quanto avrei immaginato tu potessi fare.
Ti butti al salvataggio di qualsiasi palla, anche quelle che secondo me sono già perse.
Questa è la tua virtù, non perdi mai la speranza.
Non riesci a darti per vinto fino a quanto non ci hai provato fino alla fine.
"Vorrei alzare per te, vorrei alzare la palla perfetta e vederti librare in aria come se la gravità non esistesse."
Mi cogli di sorpresa, dovrei venire a murarti ma credo che non ti arriverà la palla.
All'ultimo secondo Suga decide di alzare per te, dal centro, la nostra stessa posizione della veloce bislacca, le nostre stesse tempistiche, la nostra ... stessa intesa.
Mi cogli di sorpresa e non sono pronto a bloccare il tuo attacco.
Con forza spingi la palla dall'altro lato del campo, mentre tieni gli occhi puntati su di me.
Dovrei rincorrere la palla, dovrei muovermi per cercare di salvare il punto ma non riesco.
Sono pietrificato dal tuo sguardo.
Sono immobile dall'altra parte della rete mentre ti osservo, spiccare il volo e poi planare dolcemente a terra.
- Buona così, non si poteva fermare Hinata!- urla Nishinoya alle mie spalle.
Davvero?
Non potevo fermarti, in alcun modo?
Mentre prendevi quel punto, io potevo far qualcosa?
Io tuo sguardo vale più di mille parole.
Non hai bisogno di aprir bocca per farmi capire che cosa stai pensando.
" Questa volta hai vinto tu."
Ammetto dentro me stesso.
La mia squadra riesce comunque a conquistare anche il secondo set con un punteggio di 30-32.
Sono sfinito, eppure elettrizzato per la partita appena conclusasi.
Daichi applaude e tutti ci accodiamo, ci mettiamo in riga e ringraziamo il nostro pubblico.
Tra di loro riconosco anche tua madre, con in braccio tua sorella.
"Sono venute per te."
Intercetto lo sguardo di tua madre che mi rivolge un ampio saluto.
Devo dire che quel gesto inatteso mi fa arrossire.
Daichi spiega al pubblico che, essendo le 11:30, ci sarebbe stata una pausa e che il club femminile avrebbe giocato subito dopo pranzo.
Vedo Hirose sulla porta, sta sbandierando con le mani nella mia direzione.
Mi passi di fianco, ansimando per la stanchezza.
- Bella partita.- ti dico, guardandoti trionfante.
- Bella partita, Kageyama. Scusami, devo andare, non ho tempo.-
Sparisci tra la folla, sbracciando per farti largo.
Nel giro di qualche secondo perdo di vista la tua chioma arancione.
Mi lasci senza parole, al centro del campo.
Hirose mi viene incontro saltellando e dicendomi qualcosa del tipo ben fatto, ma io non l'ho neanche sentita.
Sono deluso, non so bene per cosa.
" Dove stai andando, Hinata?"
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