2. 𝗲𝘂𝗽𝗵𝗼𝗿𝗶𝗮

ship : 𝗁𝗒𝗎𝗇𝗃𝗂𝗇 𝗑 𝖾𝗏𝖾 (𝗈𝗀 𝖼𝗁𝖺𝗋𝖺𝖼𝗍𝖾𝗋, 𝗌𝗁𝖾/𝗁𝖾𝗋)
type : 𝗈𝗇𝖾 𝗌𝗁𝗈𝗍
inspo : 𝖾𝗎𝗉𝗁𝗈𝗋𝗂𝖺
clarification : 𝗂 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖺𝗀𝗀𝗂 𝖽𝗂 𝖾𝗎𝗉𝗁𝗈𝗋𝗂𝖺 𝗌𝗈𝗇𝗈 𝖽𝗂𝗏𝖾𝗋𝗌𝗂 𝖽𝖺 𝗊𝗎𝖾𝗅𝗅𝗂 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗌𝖾𝗋𝗂𝖾, 𝗌𝗈𝗇𝗈 𝗌𝗈𝗅𝗈 𝖽𝖾𝗂 𝗉𝗋𝖾𝗌𝗍𝖺 𝗏𝗈𝗅𝗍𝗈 𝖼𝗈𝗌𝗂̀ 𝖼𝗈𝗆𝖾 𝗉𝖾𝗋 𝗀𝗅𝗂 𝗌𝗍𝗋𝖺𝗒 𝗄𝗂𝖽𝗌 <𝟥
tw : 𝖽𝗋*𝗀𝗌, 𝗌*𝗑 𝖺𝗇𝖽 𝗋𝗎𝖽𝖾 𝗅𝖺𝗇𝗀𝗎𝖺𝗀𝖾
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Odio le feste.
Troppo rumore.
Troppi schiamazzi.
Troppa gente che si ubriaca.
Troppe teste di cazzo.

Per questo le evitavo, non volevo avere a che fare con gente stupida, ma di punto in bianco mi ritrovavo invitata ad una di esse, che palle.

L'unico motivo per cui ci andavo era per passare un po' di tempo con il mio amico Fez, uno dei ragazzi più popolari del mio quartiere.
Non aveva una bellissima reputazione, infatti era uno dei tanti spacciatori che strisciavano come serpi nel buio ma, a differenza degli altri, aveva un cuore d'oro; il solito gigante buono che tutti adorano, me compresa.

Si fidò così tanto di me che mi raccontò tutto il suo vissuto e le sue attività illegali, inoltre mi introdusse al suo gruppo di amici e colleghi.

Mi legai così tanto anche a loro che rimasi coinvolta nel loro giro di affari.

Fez era contrario a ciò, per questo motivo cercò di farmi svolgere meno servizi possibili, voleva proteggermi dalle persone di merda che lo circondavano ogni giorno.

Non feci mai uso di droga, anche perché non mi interessava minimamente, il mio ruolo più che altro era quello "delle consegne" di tutto quello schifo di cui la gente non riesce a fare a meno.

Avevo a che fare con clienti di tutte le età, alcuni addirittura anche della mia scuola.
Non facevo parola con nessuno dei loro acquisti speciali e stessa cosa loro di me, anche se rimanevano sorpresi all'inizio perché nessuno si aspetterebbe da una ragazza come me, così pacata e a modo, di tuffarsi in questo mondo pieno di brivido e proibito.

La cosa mi eccitava e non poco.

La paura di essere scoperta era il motore che accendeva in me la voglia di continuare quella doppia vita: da un lato un'ottima studentessa, conducevo un'esistenza da ragazza perfetta, invidiabile, dall'altro una spacciatrice senza scrupoli che non aveva niente da perdere,
finché non incontrai lui.

Il ragazzo che Fezco mi affidò per ogni consegna.

Sembrava il solito pesce lesso, infatti dovevo essere io a scortarlo più che il contrario; era terrorizzato dai quartieri stretti ma, non appena qualsiasi cliente faceva la mossa sbagliata su di me, convinto che fossi debole poiché donna, era pronto a reagire.

Questo però accadeva solo quando girava con me, a detta del mio amico, il motivo però non riuscivo a spiegarmelo.
Era molto menefreghista solitamente, quasi quanto me.

La notte del primo gennaio del 2019, però, la mia vita cambiò totalmente e non avevo la minima idea di quello che mi sarebbe successo.

Fez mi invitò al solito party di capodanno organizzato a casa sua e, ovviamente, non poteva mancare tutta la mia scuola - Maddy Perez, le sorelle Haward, Nate Jacobs per citarne alcuni.

Non avevo la minima idea di cosa indossare, anche perché sicuramente sarei stata sul divano insieme al ragazzo dai capelli rossi mentre tutto il resto degli invitati si sarebbero ubriacati e/o fatti.

Decisi però di osare di più, non si sa mai nella vita, quindi optai per un vestito che mi arrivava a metà coscia a maniche lunghe di un colore nero glitterato - mi stava d'incanto - e calzai delle decoltè altrettanto nere semplici.
Il vestito era caratterizzato da uno scollo a V, quindi riusciva a far risaltare il mio seno in maniera non troppo volgare.

Cercai di farmi un make-up elaborato sempre con il nero provando a sfumarlo riuscendoci stranamente, con tanto di eye-liner e mascara, mettendo in evidenza i miei occhi verdi.

Passai la piastra sui miei lunghi capelli castano scuro e li pettinai provando ad aggiustarli un po', spruzzai il mio profumo preferito e uscii di casa, senza farmi vedere dai miei, perché se avessero scoperto (che mi ero conciata in quel modo) mi avrebbero messo in punizione per tutta la vita.

Sapevano solo che avrei passato il capodanno con Fez e pochi amici e che sarei rimasta a dormire da Rue, una ragazza della mia scuola conosciuta nel gruppo del ragazzo.

Non appena arrivai a casa sua, era già scoccata la mezzanotte, mi aprì la porta Minho, un mio collega, si vedeva che era sballato.

« Eve bellezza, buonasera! » esordì il ragazzo prima di abbracciarmi.

Più che un abbraccio sembrava mi stesse collassando addosso, per questo cercai di entrare, spingendo chi stava fermo impalato davanti alla porta, e lo appoggiai alla prima sedia libera.

« Auguri anche a te Minho... ma quanto hai bevuto?? Ma che cazzo ti sei preso? »
« Eheh, sapessi cara...
Che ci fa la più secchiona del nostro istituto vestita così? Vuoi fare il cosplay di Maddy Perez? »
« Assolutamente no... E poi quella è pazza, non è il mio modello di riferimento. »
« Meh, spacchi però, sei una bomba. Se scoperai stasera non venire a ringraziarmi, anzi ne sono certo. » cercò di alzarsi invano il ragazzo.

« Scusami?
E con chi dovrei scopare, con lo spirito santo? »
« Chi non scopa a capodanno, non scopa tutto l'anno love. Comunque il capo è al solito posto, ma sembra essere in ottima compagnia.
Vado a caccia di uomini tesoro, ci vediamo in giro~ »
concluse il viola girandomi le spalle e incamminandosi verso quello che sembrava essere Han Jisung, un altro nostro collega.
Lo riconobbi dai capelli blu ottone.

Minho era la persona con cui mi trovavo di più oltre a Fez lì in mezzo e non mi dispiaceva la sua compagnia, riusciva a capirmi più di chiunque altro.

Mi lasciai scappare una piccola risata, capendo finalmente che c'era qualcosa tra i due ragazzi.

Decisi di incamminarmi a fatica verso la nostra solita poltrona e notai in lontananza che, accanto al mio amico, era seduta niente di meno che Lexi Haward, la ragazza più silenziosa della nostra scuola.
Avevano un atteggiamento molto particolare, infatti il ragazzo non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e rideva ad ogni battuta che lei gli rivolgeva.

Ero felice perché lui meritava una ragazza buona come lei, gentile e sincera, così come la parte che lui tendeva a nascondere con tutti.
Magari sarebbe riuscita a fargli cambiare strada.

Decisi di andare a prendere da bere, non volevo disturbare la coppia, e vidi Changbin e Seungmin dietro al bancone della cucina impegnati a fare dei drink per tutti.

Mi appoggiai al bancone con fare disinvolto e mi sentii osservata da dietro, cercai di girarmi per capire chi fosse ma il fischio del ragazzo dai capelli biondi mi fece tornare alla realtà. 

« Sei la droga fatta persona, sei splendida davvero. » disse il ragazzo muscoloso davanti a me.
« Sai Eve, scandalizzerai tutta la scuola con questo cambio di look improvviso, non si farà altro che parlare di te. Non è una novità per noi ovviamente. » continuò Seungmin.

« Vi ringrazio, anche se non sono in vena di complimenti... cosa fate? »
« Possiamo farti un gin lemon, oppure un sex on the beach... »
« Vada per il sex allora. Non ho voglia di roba forte, voglio restare lucida. » ordinai fermando il ragazzo che nel mentre stava giocherellando con le bottiglie.

Contemporaneamente il biondo riprese l'amico accanto a lui affettuosamente e risero di gusto.

« Quello che la nostra regina richiede sarà esaudito. » disse.

Se lo prepararono anche loro e bevemmo in compagnia, parlando anche di affari e gossip tra gli studenti della nostra scuola.

« Quindi mi sono persa Chuck Robinson che comprava da noi, Chris e Lix che stanno pomiciando con due delle ragazze più influenti, Jeongin che è uscito con Kat Hernandez e Nate Jacobs che va in bagno seguito da Cassie Howard?? E Maddy li ha rincorsi??? Ma che cazzo è successo nel giro di dieci minuti? » dissi stupita mentre tentavo di fare un recap mentale di tutto ciò che era accaduto fino a quel momento.

« E deve ancora accadere altro... » proseguì Changbin prima di scolarsi il resto del drink.

« Comunque a proposito di affari, c'è Hyunjin che ti sta cercando, dovete dare la solita dose per due a Rue Bennett. Sta seduto infondo alla sala. » cambiò discorso il biondo.

« Mh, okay, ci vediamo dopo ragazzi. » li salutai.

Mi sembrò di aver sentito un "spero domani mattina." ma non ci feci troppo caso.

Arrivai dal ragazzo, il mio braccio destro e, prima di approcciarmi a lui, inquadrai il suo aspetto; era decisamente diverso rispetto al solito, ma la sua aura non era mutata.

I suoi capelli biondi con le punte viola svolazzavano ad ogni suo movimento e i suoi orecchini emettevano un rumore simile a due campanellini.
Indossava uno smoking semplice, la camicia bianca era leggermente sbottonata.
Il suo profumo che sapeva di tabacco e menta mi arrivò alle narici anche se eravamo distanti, mi mandava fuori di testa.

Aveva il primato, nessuno fino ad allora ci era mai riuscito.

Non nascondevo che quel ragazzo in realtà mi intrigava e non poco, ma non sapevo se da parte sua era lo stesso o un qualcosa di ancora più profondo.

Lo avrei scoperto quella sera.

Feci un respiro profondo, cercando di domare i miei istinti, e mi avvicinai a lui mettendomici davanti.

Ci guardammo dritti negli occhi intensamente, mi prese il polso e mi fece sedere accanto a lui, dato che il divano era grande.
Ero letteralmente ipnotizzata, non lo avevo mai visto così intraprendente prima d'ora, per questo non proferii parola.

Mi sorprese ancora di più perché afferrò la mia coscia destra e l'appoggiò sulla sua gamba, senza lasciare la presa; un ghigno comparve sul suo volto e fece avvicinare i nostri corpi.

Lo lasciai fare perché anche io fremevo quel contatto quella sera: lo stavo aspettando, forse anche da sempre, dal primo giorno che ci eravamo conosciuti.

Mi prese il mento con le dita costringendo a guardarlo dritto negli occhi, gli ricambiai uno sguardo di sfida che lui apprezzò particolarmente.

« Ciao, bellezza. » esordì il ragazzo.
« Ti vedo ribelle stanotte, che hai intenzione di fare? » cercai di reggere il suo gioco.
« Può farti piacere come il contrario. » disse avvicinandosi al mio collo, ma fu spiacevolmente interrotto dalla voce di Jules Vaughn, la ragazza di Rue Bennett.

Le nostre clienti, ci eravamo dimenticati di loro.

« Prendetevi una stanza se dovete fare queste cose, per dio... » sbottò infastidita la ragazza.

Il ragazzo controvoglia si allontanò da me senza togliere la mano e rispose alle ragazze.

« Tesoro. » salutò Rue dispiaciuta di averci fermato.
« Rue. » ricambiai il saluto della ragazza.

« Se ti da così tanto fastidio vedere due persone che pomiciano come tante altre in questa casa, allora saluta la tua dose Vaughn. » rispose a tono il ragazzo.

Strinse ancora di più la presa, era visibilmente innervosito, quindi per calmarlo presi ad accarezzarlo dietro la nuca, cosa che funzionò.
Infatti mi diede un'occhiata complice come ringraziamento.

« No- scusatemi, ma ne abbiamo tanto bisogno... »
« Jules sta zitta e non farmi fare altre figure di merda. Scusatemi.. Eve, Hyune tenetevi i soldi. »
« Mi sta dando molto fastidio la tua ragazza in questo momento... prenditela e non fatevi vedere. » dissi alla riccia.
« Grazie tesoro... » mi ringraziò per poi avvicinarsi all'orecchio del ragazzo.

Non capii cosa gli avesse detto, ma mi rivolse un occhiolino e si allontanò con la sua ragazza, che era tutta pimpante.

Alzai gli occhi al cielo, ringraziando Dio perché finalmente se n'erano andate, e ritornai ad osservare il ragazzo che mi era letteralmente ad un palmo dal naso.

« Non sono riuscito a dirtelo prima ma...
sei bellissima stasera. » pronunciò l'ultima frase quasi sussurrandola.

Me la rivolsero tutti quella sera, odiavo i complimenti, ma quando fu lui a dirmelo iniziò a battermi incontrollatamente il cuore.
Sentii come una morsa allo stomaco, ma allo stesso tempo era piacevole, come delle farfalle che cercano di uscire da una gabbia claustrofobica.

Da lì capii una cosa importante: quel ragazzo mi piaceva, dannatamente, e per lui era lo stesso, sennò non mi avrebbe mai fatto quelle avance particolari.

C'era solo un unico step che ci limitava: ammetterlo.

Gli presi il viso tra le mani e lo avvicinai al mio, lui in tutta risposta iniziò ad accarezzarmi la coscia, sempre stringendola, e potei sentire il suo respiro affannoso.

« Mi sa che è giunto il momento di cambiare ambientazione, no? » gli dissi inclinando la testa di poco e puntando alle sue labbra carnose.
« Mi sembra un'ottima idea. » mi rispose contenendosi.

Ci alzammo dal divano e mi prese subito per mano cercando la prima stanza libera, senza essere notati da nessuno, cosa che riuscimmo a fare.

Mi assicurai di chiudere la porta a chiave e da lì la situazione si fece molto interessante per entrambi.

Percepii subito la presenza del ragazzo dietro di me e mi voltò verso di lui, facendo appoggiare la mia schiena contro la porta e mettendo una mano su di essa per non farmi scappare, anche se non l'avrei fatto.

Si avvicinò pericolosamente a me.

« Forse non dovremmo farlo...» si fermò per una manciata di secondi il ragazzo, facendosi coraggio. « ...ma io ti desidero troppo. » concluse fiondandosi sulle mie labbra azzerando completamente le distanze tra di noi.

Quel bacio era vorace, ricco di sentimenti e passione, ci dimostravamo finalmente a vicenda cosa eravamo l'uno per l'altra. Feci avvicinare i nostri corpi, cosa che lo fece sussultare e, in tutta risposta, strinse i miei glutei nelle sue mani.

Ridevamo nei nostri baci perché potevamo essere noi stessi; tutto ciò che era stato represso fino a quel momento usciva fuori, con sè la lussuria.

Volevamo possederci, prendere il controllo.
Una stupida gara senza vincitore.

Mi prese in braccio, senza staccare quel bacio, e mi fece stendere sul letto dopo avermi tolto i tacchi.
Si mise a cavalcioni su di me, senza farmi peso, e si sbottonò velocemente la camicia per poi sfilarsela. Potei ammirare per qualche secondo il suo fisico pronunciato e lo notò, per questo si avvicinò a me.

« Hai sempre avuto tu il controllo ogni volta, adesso tocca a me. »
« Non te lo permetterò così facilmente. » riuscii a controbatterlo prima che potesse fare qualcosa.

Ribaltai la posizione, ero io ad essere sopra di lui, e presi a baciarlo nuovamente, per poi spostarmi sul suo collo: iniziai a soffiare sulla sua pelle lasciandogli un succhiotto, facendolo sussultare.

Nel mentre lui trovò la cerniera del vestito, che era posizionata sulla mia schiena, e iniziò ad aprirla lentamente perché voleva osservare tutti i miei movimenti per quanto poteva.

Gli lasciai tanti baci umidi sul suo petto fino ad arrivare al cavallo del suoi pantaloni, dove notai un rigonfiamento; glieli tolsi rapidamente e lo guardai istintivamente per avere il suo consenso ma lui me lo negò.
Cercai di ottenere delle spiegazioni avvicinandomi a lui perché non capii il motivo per cui non volesse.

Mi prese il volto e prese ad accarezzare la mia guancia con le sue dita rivolgendomi uno dei sorrisi più sinceri che io abbia mai visto in tutta la mia vita.

Non potei che ricambiare e intesi subito: voleva arrivare subito al dunque, non riusciva ad aspettare ulteriore tempo.

Sentii la schiena scoperta - non avevo indossato il reggiseno, cosa che facilitò il tutto - e con il suo aiuto mi tolsi il vestito rimanendo semplicemente in intimo.

Si alzò alla mia altezza e ci osservammo per qualche secondo, anche per riprendere fiato.

« Hyunjin, voglio essere tua. » gli dissi dopo attimi di silenzio, senza pensarci.
Lo volevo davvero e un sorriso comparve sul suo volto.

Riprese a baciarmi e si mise sopra di me sfilando il mio intimo. Prese una bustina con dentro il preservativo e, dopo aver tolto i suoi boxer senza smettere di guardarmi, se l'infilò con molta facilitá.

Una spinta secca, entrò in me.
Mi prese forte i fianchi, cosa che mi mandò in estasi; sentivo piacere e brividi per tutto il mio corpo.
Ero sensibile al suo tocco, mi piaceva alquanto.

Lentamente aumentò le spinte, così da farmi abituare al suo ritmo, e iniziai a gemere.

Diventò il suo suono preferito, però non voleva che attirassi l'attenzione degli altri invitati nonostante la musica fosse alta; così si avventò sulle mie labbra e con le mani libere giocò con i miei seni che parevano vulcani per quanto erano caldi.

Ci provocammo entrambi gemendo silenziosamente uno nella bocca dell'altro prima raggiungere il nostro culmine.

Il ragazzo uscì in tempo e venne nel profilattico che poi buttò, mentre io venni subito dopo sul letto, macchiando le lenzuola che poi avremmo pulito.

Con il respiro affannoso ci stendemmo uno accanto all'altra e cercammo di riprenderci da quell'esperienza che era stata di vitale importanza per entrambi.

Ripercorrevamo ogni momento nella nostra mente, anche se era stato relativamente breve.

Ridevamo di gusto.

Lo guardai e subito dopo mi cinse le spalle attorno al suo braccio forte e iniziò a parlarmi.

« Te l'ho già detto che sei bellissima stasera?
Lo sei sia dentro che fuori, lo dico sul serio.
Al solo pensiero che qualcuno potrebbe vederti e stringerti così mi fa imbestialire. » disse per poi lasciarmi un segno violaceo sul collo come "ripicca" per quello chi avevo lasciato io.

« Tutta questa galanteria da dove è uscita? » gli chiesi avvicinandomi sempre di più al suo corpo.

« Evelyn, sono serio.
Tu mi piaci.
Volevo dirtelo da un po', solo che non ne ho mai trovato il modo. »

Rimasi paralizzata per un secondo, ma poi mi rilassai, anche perché per lui provavo lo stesso.
Non mi aspettavo che me lo dicesse in quella situazione, ma fui felice ugualmente.

Come mi faceva sentire, come riusciva a calmarmi e come era capace di domare le mie emozioni e darmi testa, non ci riusciva nessuno.

Andava oltre l'attrazione fisica, oltre il semplice piacere, ma quello l'avrei voluto interiorizzare con il tempo.

« Hyunjin,
nessuno mi vedrà così se non tu da ora in poi.
Tu riesci a farmi provare cose mai sentite prima, voglio capirle insieme a te.
Anche tu mi piaci. » dissi abbracciandomi a lui, lo sentii più rilassato, forse aveva paura che non lo ricambiassi oppure lo avevo preso per una botta e via.

« Questa dolcezza da dove esce? »
« Dal mio cuore. »
« Come risposta mi basta. »

Prese dolcemente il mio mento e ci scambiammo un bacio dolce, ricco dei sentimenti che proviamo l'uno per l'altra.

Appoggiai la mia testa delicatamente sul suo petto lasciandomi cullare dal suo respiro; nel frattempo mi osservava come se fossi il suo gioiello più prezioso e mi lasciava teneri baci sui miei capelli.

« Iniziare l'anno con te, mi sembra un sogno. » questa fu l'ultima frase che sentii prima di addormentarmi definitivamente.

Per lui avrei mollato quello stupido lavoretto e lo avrei trascinato fuori con me.
Non volevo metterlo in pericolo, avevo trovato un senso alla mia vita che, fino a quel momento, reputavo vuota, spenta.

Un motivo per andare avanti.

E quel motivo avrei voluto proteggerlo,
per sempre.

È VENUTO LUNGHISSIMO PERDONATEMIIII ma mi sono fatta prendere troppo dallo scrivere e poi non potevo dividerlo in due parti. JUST. NO.
special thanks to hyunjinikigai la mia ninni perché ha sempre creduto in me, ti voglio bene 🫶🏻🤍

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