Notizie poco rassicuranti;

La parte iniziale di questo capitolo avrà un narratore esterno, per facilitare la comprensione degli eventi che stavanno accadendo. Buona Lettura.

6 Giugno 1996*

Quella mattina il tempo era nuvoloso, soprattutto per una giornata estiva. Il vento sbatteva insistente sulle finestre e nonostante fosse caldo, era comunque molto fastidioso. Quei pensieri accompagnarono la mente di Draco, che a passo svelto si avviava verso l'infermeria, ignorando l'ordine della Umbridge di acciuffare San Potter e la sua combriccola.

Nonostante questo lasciasse l'amaro nella bocca del ragazzo, c'era qualcuno sul lettino di quell'infermeria per cui valeva la pena persino perdersi un opportunità cosí grande. Madama Chips lo squadrò per bene e dopo averlo salutato con un leggero cenno del capo gli permise di arrivare all'ultimo letto in fondo, quello vicino alle vetrate.

Eveleen se ne stava lì, con gli occhi chiusi e le labbra serrate, immobili in un espressione indecifrabile. Il biondo scostò la sedia al suo fianco senza far rumore e dopo aver appoggiato le sue labbra fredde sulla sua pelle calda, si ritrasse mettendosi a sedere.

Tra le mani aveva un libro di alchimia che era solito leggere quando non aveva niente di meglio a cui pensare e dato che passava molto tempo qui, se lo portava sempre appresso.
Solo quando aveva quelle poche lezioni, o quando quegli stupidi dei grifondoro venivano a trovare la ragazza, lui scompariva sentendone la mancanza fin dentro alle ossa.

Si ritrovò a pensare a quanto fosse angelico il suo viso e soprattutto a colpevolizzarsi, tre giorni fa avrebbe dovuto rincorrerla dopo quella che sembrava una visione. Era venuto a conoscenza dopo ore che fosse in infermeria, a causa del suo immancabile orgoglio che l'aveva convinto a non cercarla più tutto il giorno.

Si era sentito terribilmente in colpa dopo e aveva litigato con Daphne che sosteneva quanto fosse stato immaturo a lasciarla da sola in una situazione così.
Le aveva spiegato pacatamente, o almeno così si ricordava, cosa fosse successo, ma non aveva voluto sentire ragioni, anzi, addirittura si era infuriata con Eve per non averle detto niente.

«Non si è ancora svegliata?» chiese Theo arrivando di soppiatto e prendendo posto difronte al ragazzo.

Lui scosse la testa. «Non da segni di vita.» sbuffò irritato, non sapeva se dal fatto che Theo fosse lì o che lei non si fosse ancora svegliata.

Theo era il suo migliore amico da una vita, ma non aveva mai più di tanto sopportato il rapporto che aveva con lei, soprattutto ora che provava quel genere di sentimenti. Sapeva bene che il ragazzo davanti a lui non avrebbe mai osato avvicinarsi ad Eve, ma anche solo quegli abbracci sporadici gli provocavano un fastidio alla bocca dello stomaco.

«Cosa ha detto Madama Chips?»

Lo guardò. «Ha perso tanto sangue, preferiscono tenerla sotto controllo e poi non si sveglia, non capiscono il motivo. Piton ha ipotizzato che sia una sorta di difesa.» mimò le virgolette con le dita. «Che quando vorrá svegliarsi lo farà da sola.»

Il ragazzo annuì poco convinto. «Dovresti riposarti un po'.» commentò dopo poco, probabilmente notando le profonde occhiaie sotto le palpebre del biondo.

«Dovrei.» si limitò a rispondere.

Draco in cuor suo sapeva perché non riusciva più a chiudere occhio. Il corpo della ragazza stesa su quel lettino, il suo calore e soprattutto il profumo dolce di quei capelli scombinati, accompagnavano perfettamente le sue notti. Non riusciva ad evitare di stringere il cuscino e di restare con gli occhi spalancati, fissando la parte sinistra del letto dove la sua mocciosa dormiva beatamente ogni notte. Lì, in quel angolo dove lui la stringeva tra le braccia e le lasciava dei baci sulla schiena che adorava.

In quei giorni era rimasto da solo in quel letto freddo, rotolando tra le coperte che odoravano di lei. Gli faceva paura sapere che tra qualche mese probabilmente la situazione sarebbe cambiata, che forse lei sarebbe stata in pericolo con l'imminente guerra e che quelle notti dolci che avevano trascorso in quei mesi, non sarebbero tornate mai più.

Quindi ogni momento che passava senza il corpo di Eve stretto tra le braccia, sembrava togliere momenti di fondamentale importanza alla relazione che viaggiava veloce, contro un tempo che stava per finire e questo faceva persino più paura del futuro che l'avrebbe atteso. Un futuro in cui lei avrebbe rischiato tutto per starci insieme.

Si ritrovò a fissarla, sotto lo sguardo comprensivo dell'amico che non l'aveva mai visto così. E mentre impercettibilmente avvicinò la sedia a lei, giurò di vedere i suoi occhi muoversi sotto le palpebre chiuse, inconsapevole del fatto che Eve stesse fluttuando in un sonno profondo senza sogni.

Contemporaneamente agli eventi che si susseguirono in quell'infermeria, Harry e gli altri membri dell'E.S. stavano combattendo in una delle camere del ministero contro dei veri e propri cervelli giganti che si erano arpionati alle braccia di Ron. Come nella visione di Eveleen, finirono tutti in una stanza buia e umida a contatto con il terreno.

Erano stati avvertiti da una visione avuta da Harry e con il coraggio e l'inventiva dei grifondoro, erano corsi al ministero, credendo che Voldemort stesse torturando Sirius, ma ben presto si erano resi conto di quanto fosse stata poco attendibile quella visione.

Furono accerchiati dai mangiamorte che bloccarono i tentativi seppur forti dei ragazzi, che senza l'aiuto dei membri dell'ordine si sarebbero trovati in guai davvero seri.
Harry non aveva ancora ben compreso quello che Eve intendeva, ma ora che si trovava l'arco davanti, aveva percepito che non fosse si certo un buon segno.

Il duello riprese più forte di prima e mentre molti schivavano e lanciavano incantesimi, Sirius sferrò un incantesimo verso Lucius Malfoy facendolo atterrare sulla schiena molti metri più in la. Harry al suo fianco lo guardava ammaliato dalla grande dimestichezza che mostrava.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, Harry capì quello che Eveleen qualche giorno fa intendeva dire. Infatti un lampo di luce verde venne scagliato contro Sirius da parte di Bellatrix Lestrenge e nello stesso attimo in cui la strega pronunciò l'anatema di morte, Eveleen, a parecchi chilometri di distanza, si svegliò di soprassalto con un respiro profondo.

Pov's Eveleen

Come risvegliata da un sogno terrificante, mi alzai mettendomi seduta sul materasso morbido dell'infermeria prendendo fiato.
Le mani fredde di Draco afferrarono le mie spalle con gli occhi spalancati.

«Sei tornata nel mondo dei vivi!» disse portandosi poi una mano al petto.

Lo guardai e sporsi il braccio verso di lui tirandolo verso di me. «Sei ancora arrabbiato con me?» chiesi respirando a fatica.

Lui scosse la testa. «Sei una testa di cazzo lo sai? Perché non sei andata in infermeria subito!» mi sgridò facendomi sorridere.

«C'era qualcosa di più importante da fare.» alzai le spalle, ma la testa mi girava ancora. «Mi hanno portato Harry e Ron?» chiesi portando una mano su di essa, ero terribilmente calda.

«Sì.» sbuffò. «E sono venuti anche a trovarti se ti interessa.» incrociò le braccia al petto.

«Dovrei parlare con loro.» ricordai immediatamente la visione che avevo avuto. «Per quanto sono stata qui?»

«Tre giorni.» sospirò appoggiandosi sulle ginocchia. «Ho fatto il culo piatto come questa sedia.» sbottò.

Gli accarezzai la guancia. «Perché non mi dispiace?» poi strabuzzai gli occhi. «Tre giorni?!» gridai.

Lui annuì. «Immagina se non ci fosse stato nessuno a soccorrerti idiota. Fortunatamente dovrai aspettare per abbracciare i tuoi salvatori, sono fuggiti non so dove.»

Sentii lo stomaco chiudersi in una morsa, erano di sicuro andati in quel luogo, ne ero certa. «Non sai davvero dove sono andati?» chiesi sbiancando di colpo.

«No.» risposi. «Sono andati via qualche ora fa.» appena Draco finì di pronunciare quelle parole, la figura slanciata di zia Felicité spuntò dalla tenda, facendo sobbalzare il biondo.

«Eveleen.» mormorò quasi lanciandosi contro il letto. «Dio mio bambina, ci hai fatti morire di paura. Zio Ernest non ci ha raggiunti, è corso al ministero.»

Poi il suo sguardo si posò su Draco che deglutì. «Salve.» mormorò lui a disagio.

«Felicité, la zia di Eveleen. Sei tu il ragazzo che le fa sempre compagnia quindi?» sorrise.

Non aveva sicuramente collegato che fosse un Malfoy, non si sarebbe comportata così dolcemente. Lui annuì. «Ci vediamo dopo Eve.» mi disse, sapevo che voleva scappare da quella situazione. Infatti senza aspettare una mia risposta, si dileguò.

«Chi era?» chiese seguendolo con lo sguardo.

Ma non avevo tempo per quelle domande. «Cos'é successo?»

Il suo sguardo si fece cupo. «Niente di buono Eve, davvero niente di buono. I tuoi amici si sono intrufolati al ministero, Voldemort era lì, insieme a loro. È stato un guaio, uno dopo un altro, Ernest è corso lì. I ragazzi stanno bene, alcuni sono feriti ma non troppo gravemente, infatti stanno arrivando proprio ora.»

«Come sta zio Sirius?» chiesi tremando come una foglia, avevo talmente paura della risposta.

Lei mi guardò confusa. «Beh, Ninfadora ha detto che una maledizione stava per colpirlo, ma grazie ad Harry è riuscito a sopravvivere, come fai a saperlo?»

Non sapevo cosa risponderle, avrei sicuramente parlato con lei di queste visioni del futuro, ma non ora, era troppo presto. Fortunatamente non dovetti rispondere alla domanda, dato che Harry e l'ordine entrarono in infermeria, accasciandosi qui e lì ai lettini. Con la testa che mi girava ancora e con le lacrime che stavo per sgorgarmi degli occhi, mi lanciai tra le braccia di zio Sirius affiancato da zio Remus, il quale avvicinai in quello stritolamento.

«State bene.» sospirai cercando di non far vedere che stessi piangendo.

«Certo che stiamo bene.» mormorò il primo lasciandomi un bacio tra i capelli.

«Non ti sbarazzerai così facilmente di noi.»

Harry era dietro di loro, con il volto segnato dalla stanchezza, con Hermione e Ron ai due lati. Feci passare lo sguardo tra di loro. «Ragazzi.» dissi semplicemente sentendo quanto la voglia di piangere mi stesse facendo bruciare terribilmente gli occhi.

I miei occhi e quelli di Harry si incontrarono e come se non fosse capitato nulla, finimmo uno tra le braccia dell'altro. «Grazie Eve, senza di te Sirius sarebbe morto.» mormorò al mio orecchio.

Gli battei una mano sulla spalla. «Poi risolveremo anche la questione Malfoy.» dissero gli altri due che si erano aggiunti in quel abbraccio.

Risi, mi sentivo leggera, leggera a sapere tutti al sicuro. Ma qualcosa non tornava, c'era ancora un problema e presto capii qual era.
Zio Ernest!
Non lo vedevo da nessuna parte e non appena mi staccai da quell'abbraccio, voltai il mio sguardo verso zio Remus.

Lui mi guardò dispiaciuto mentre zia Felicité si portava una mano al cuore. «Abbiamo dovuto portarlo al San Mungo, è stato colpito da una brutta maledizione.»

Il silenzio che calò in quella sala era talmente assordante che mi fece paura. Afferrai la mano della zia, che aveva gli occhi pieni zeppi di lacrime. «Andiamo.» le dissi facendole passare un braccio sulle spalle. «Starà sicuramente benissimo, te lo assicuro.» cercai di confortarla.

«Potete smaterializzarvi, Silente ha tolto per qualche ora.» ci informò Malocchio annuendo.

Hermione mi si avvicinò. «Vengo a farti compagnia.»

E con uno schiocco sordo scomparimmo da quell'infermeria, dove l'aria si era fatta talmente pesante da opprimermi e riapparimmo davanti all'ospedale, inconsapevoli di cosa avremmo visto una volta entrati.




ECCO A VOI IL CAPITOLO! SONO STATA BRAVA E HO PUBBLICATO SUBITO!

*Mi sono presa la libertà di cambiare la data dell'episodio al ministero che avviene il 18 Giugno.

CI VEDIAMO AL PROSSIMO!

BACI BACI.

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