54.Una cena andata...Bene(?)

Scendiamo velocemente le scale.
Giù in sala ancora davanti la porta ci sono tutti, perfino Ryan, probabilmente invitato in qualità di ragazzo di Jess.
Gli occhi di tutti dicono solo una cosa: questa sera non andrà nel migliore dei modi.

Sei troppo paranoica!

Vedremo...

"Ehi" mi saluta Austin.
"Non sono per nulla tranquilla" sbotto.
"Già... Neanch'io"
"In questo siamo d'accordo"
"Assolutamente, non sai come hanno fatto diventare la cena coi Johnson"
"Non aiuta dirmelo ora"
"Scusa"

"Cognatina!" Mi salutano vivaci Aaron, Kyle e Jacob.
"Ragazzi, grazie per essere venuti" quanta ipocrisia.
"E noi siamo felici di essere qui! Vero ragazzi?" Esclama Kyle.
"Felicissimi"
"Non potremmo essere più contenti"
Mi abbracciano con fin troppo trasporto e poi vanno da Dylan.

"Tesoro..."
"Ehi, Beth, Giuly, come va?"
"Un po' preoccupate"
"Non pensate di esagerare?" Si intromette Ryan.
"No"
"Non ricordi la cena con i tuoi?" Chiede Giuly a Ryan.
"Ma basta!" Esclamo, scocciata per l'ennesima volta dal sentire pronunciare questa maledetta cena andata male, come a ricordarmi che la mia andrà nel medesimo modo.
I ragazzi si allontanano per parlare mentre a noi si aggiunge Aly.
"Farò di tutto per aiutarti con Dylan" afferma subito.
"Grazie"

"Figlia, buonasera" mio padre mi saluta mentre scende dalle scale.
"Padre" ricambio in modo scherzoso.
"Ciao a tutti, ragazzi" poi passa velocemente davanti a noi per andare da Christopher.

"Bambina mia" mia madre invece si ferma da noi.
"Ehi mamma"
"Stai attenta a tuo padre, è stranamente vivace"
"Come?" Chiedo esasperata.
"State semplicemente attenti alle sue domande, non fatevi cogliere alla sprovvista. Quello che mi preoccupa di più è Dylan, però"
"Mamma, posso scappare?" Chiedo sul punto di una crisi.
"No, amore, sai che ti riderebbero dietro all'infinito, sii forte come sempre, non rammollirti ora" mi bacia la fronte e va a parlare con Ana, che sta iniziando a preparare la tavola, nel giardino sul retro.

"Non ho la più pallida idea di che faranno, questo mi spaventa"
"Con noi hanno fatto battute squallide, domande scomode e strane allusioni, oltre che giocare sulla mia paura degli insetti e 'sul rosso che avevo all'altezza del sedere'" mi spiega Jess.
"Ci devono solo provare..." Li faccio fuori se solo ci provano.
"Secondo me non esagereranno troppo, hanno paura di te" riflette Beth.
"E fanno bene" ridacchia Giuly.
"Non vorrei che venissero influenzati dal comportamento di mio fratello e di mio padre, che di lei non hanno paura" dice Alyson.
"Questo lo scoprirai dopo"
"Ora andiamo, Ana ha quasi finito" mi incammino verso il giardino e prego affinchè non sia una serata così terribile come penso.

Siamo tutti seduti, e fin qui tutto bene.
Abbiamo finito l'antipasto, e fin qui tutto bene.
Arriva il primo, e spero che andrà tutto bene.
"Sembra buono, cos'è Ana?" Chiede mio padre, dopo aver alzato la sua cloche.
"Pasta, ho provato un piatto straniero"
Alzo la mia e trovo un ragno plastificato, una riproduzione a grandezza naturale di una tarantola.
"Questo può essere stato solo uno di voi tre, che non sa che a me i ragni non fanno effetto" dico guardando male Aaron, Kyle e Jacob.
"Uffa! Di solito le ragazze hanno paura degli insetti! Con Jess ha funzionato!" Esclama scocciato Kyle.
"Ti odio" bofonchia Jess, probabilmente ricordando l'episodio.
Sento i quattro fratelli ridere beatamente.

Poi una paura inizia a girarmi in testa.
"Austin! Fermo!" Esclamo, vedendo che sta per tirare su il coperchio.
"Cosa?"
"Guarda su!"
"Perché?"
"Fallo!"
"Ok ok" quando sono sicura che lui non stia guardando tiro su la sua cloche, i miei sospetti erano fondati.
Una foto plastificata è poggiata delicatamente sulla pasta, per far sì che non si sporchi.
Ritrae me da piccola e completamente nuda, mentre mi cambiavano il pannolino e facevo una puzzetta al borotalco.

Sento l'imbarazzo salire alto, fino alla punta dei capelli.
"Chi è stato di voi due?" Chiedo furibonda verso mio fratello e mio padre, nascondendo bene la foto.
"Di cosa parli?" Chiede mio fratello, a mala pena riuscendo a reggersi sulla sedia, cercando di restare serio.
"Della foto" rispondo, sotto lo sguardo curioso di tutti.
"Amore, fa vedere" mia madre si avvicina e controlla la foto.
"Paul Theodore Matthews! Avevamo detto che questa foto sarebbe rimasta nel mio portagioie!"
"Amore dai! La conservavo per un'occasione importante!"
"PAPÀ!" Mentre lo guardo male vedo che tutti stanno cercando di restare seri, Austin compreso.
"Che c'è?" Chiedo, mi guardo attorno e poi capisco.
"MAMMA!" La richiamo, sta tenendo la foto dal verso sbagliato, così che tutti riescano a vederla.
"Amore, sei tenerissima" afferma Austin dopo che ho strappato la foto dalle mani di mia madre.
Sta ridendo un po' troppo, tra poco lo lascio...
"Non ne voglio parlare!" esclamo arrabbiata, ma quando tutti se ne andranno mio padre e mio fratello si pentiranno della loro scelta.
Do velocemente a Ana la foto, così che possa portarla via.
"Krystal..." cerca di chiamarmi dolcemente il padre di Austin.
"Ho detto che non ne voglio parlare, mi scusi, signor Emilton" sono ancora più rossa dalla vergogna ora.

"Beh, non esagerare! Prima o poi mio fratello ti vedrà..." Dice Aaron con un sorrisetto.
"Aaron!" Lo richiama Giuly.
"Aaron ha ragione! Siete una coppia, prima o poi succederà!" Tiro un forte calcio a Dylan.
Da lui non me l'aspettavo una frase simile.
"Ahia!" Urla tenendosi la gamba.
"Ti sta bene!"

"Beh figliola... A me piacerebbe avere dei nipoti, sei l'unica dei figli fidanzata e io sto invecchiando" mi metto una mano in fronte, vorrei tanto avere una pala in mano per scavare una buca e buttarmici dentro.
"Anche a me farebbero piacere dei nipoti" afferma mia mamma.
"Ma..." Sono senza parole.
"Io vorrei tanto viziare dei piccoletti che mi chiamano 'nonno'" si aggiunge Christopher.
"Papà, insomma!" Esclama Austin più in difficoltà di me.
"Ho solo detto la verità!" Risponde il padre al figlio
"Allora chiedi a Jacob che è anche sposato!" Esclama esasperato.
"Ma... Ragazzi che c'entro io?!" Beth ha sputato l'acqua che stava bevendo al suono di queste parole.
"E che c'entro io?!" Chiede Jacob
"Lasciamo perdere tutti!" Esclamo io, vedendomi abbastanza frustrata tutti si zittiscono e iniziano a mangiare.
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Stiamo conversando come persone civili, mentre ci vediamo arrivare davanti il secondo.
"Bistecca, quella alta, come piace a Kry" dice Ana una volta finito di dare i piatti, anche questa volta coperti da una cloche.
"Ti adoro" le dico, il sorriso mi si spegne quando noto che nel piatto non c'è nulla.

"Dov'è?" Chiedo arrabbiata.
"Cosa?" Chiede Ryan.
"La mia bistecca!" Esclamo, tutti ormai se ne sono accorti.
"Beh vedi il lato positivo, hai il purè" mio fratello stavolta ha esagerato.
"Ho il purè?" Chiedo abbastanza scocciata.
"Si, non lo vedi?" Sa che odio il purè.
"Lo vedo, lo vedo" prendo il piatto e mi avvicino al suo posto.
Gli sbatto in faccia quella cosa informe e poi esclamo.
"E tu lo vedi?" Tutto il tavolo scoppia a ridere.

"Ma sei impazzita?!" Esclama Dylan, con la faccia rossa, probabilmente il purè era ancora caldo.
"Mi hai nascosto la bistecca!" Io amo la carne, se fosse per me mangerei bistecca anche a colazione e merenda.
"Sei esagerata!" Controbatte.
"Nemmeno io l'ho fatto, sapevo che avrebbe reagito così" sussurra mio padre.
"È uno scherzo" ora lo picchio.
"Voglio la mia bistecca"
"Non c'è"
"Benissimo" prendo il suo piatto, lo porto al mio posto e inizio a mangiare.

"Se vuoi facevo a metà io con te" mi dice Austin.
"È lui che ha avuto la brillante idea, quindi mi mangio la sua" vedo lo sguardo esasperato del mio ragazzo, attornato dai sorrisi divertiti di tutti, ma devo dire che non me ne frega nulla.
"Non fare la bimba, dai" mi dice Jess.
"Puoi togliermi tutto, ma la carne no" affermo, dopo queste parole tutti decidono di lasciar perdere.

Dopo le classiche frasi e allusioni di cui mi aveva avvertito Jess si arriva al dolce, mentre io e Austin siamo sempre più in difficoltà.
Spero che tutto questo finisca presto.
"Signori, hanno suonato al cancello, faccio entrare?"
"Chi è?"
"É il signorino Liam"
"Fallo entrare!" Esclamo io.
"Ok, signorina" dice quasi spaventata Ana.

Poco dopo il mio migliore amico ci raggiunge.
"Vieni qui" lo trascino via, dentro casa.
"Non so perché sei qui, ma grazie"
"Sono venuto appunto per questo"
"Cosa farei senza di te?"
"Nulla"
"Ah ah, modesto"
"Come te"
"Touchè"
"Comunque, ho fatto bene a venire?"
"Benissimo!" Esclamo esasperata.
"Che succede?" Chiede notando la mia frustrazione.
"Sono tremendi" poggio la testa sulla sua spalla, disperata.
"Chi? I fratelli di Austin?"
"Non dimenticare Dylan, mio padre e Christopher"
"Oh mamma" dice ridacchiando.
"Già" continuo a coccolarmi addosso a lui.
"Dai, non può essere così male" a queste parole tiro un urlo di pura disperazione.
"Ok, per farti urlare così probabilmente lo è"
"Togli il probabilmente" simulo un pianto esasperato.

"Dai tirati su! La vita è bella"
"A questo punto ne dubito"
"Pensa a cose belle"
"Questa cena finirà presto"
"Intendo cose belle per fartela superare, questa cena"
"Non so" mi metto a pensare a qualsiasi cosa possa tirarmi su il morale, quando interviene Liam.

"Se James fosse stato qui avrebbe trovato il modo di scappare" ridacchia guardando il vuoto.
"E ci avrebbe trascinati entrambi" stavolta sono io a lasciarmi a dare ai ricordi.
"Magari avremmo tirato su un bel teatrino, un'evasione da un carcere di massima sicurezza ben riuscita" non c'è una volta in cui non ci sia stato in che di teatrale, quando si scappava da qualche parte con lui.
"E se ci avessero scoperti ci saremmo nascosti nei cassonetti come l'ultima volta" ricordo la puzza immonda, io e Liam eravamo stati incastrati in una cena spocchiosa di alcuni colleghi di mio padre, per non farci beccare abbiamo rischiato di puzzare per settimane.
"O come quella prima ancora ci saremmo infilati in qualche giardino di qualche estraneo" il signor Brown era talmente spaventato che ha tirato fuori il fucile...
"E se fossimo sopravvissuti saremmo andati in qualche locale"
"A ubriacarci e a ballare come anime dannate"
"E alla fine per tornare tutti a casa entravamo dalle nostre finestre alle 3.00 del mattino" sempre quell'ora, mai di più, mai di meno.
"O per fare prima sareste rimasti entrambi a dormire nel mio letto" ricordo la scomodità di stare in tre in un letto singolo.
"La mattina ci saremmo svegliati tutti rotti ma senza di lui, perché si sarebbe fatto una scappatella da tua sorella" ricordo la prima volta che li abbiamo scoperti...

Insieme scoppiamo a ridere, divertiti dal nostro susseguirsi di battute e ricordi felici col nostro migliore amico, ricordando tutte le punizioni e le sbronze prese, tutto il divertimento e l'adrenalina, tutta la nostra unità e le confidenze, il nostro legame unico.
"Mi manca, Liam" dico io, assorta nei miei pensieri.
"Anche a me"
"Dai! Ricorda che un giorno si sveglierà e che andrà tutto bene" dice poi, preso da una botta d'ottimismo.
"Si..." sto perdendo le speranze ormai.
"Andiamo"
"Pensa che ora ci sono io e che ti darò una mano con quei tremendi dei tuoi cognati e compagnia" un sorriso divertito aleggia sul mio volto, consapevole che lui sarà sempre con me qualsiasi cosa accada.

Appena tornati nella stanza dove stanno tutti gli altri noto una cosa... C'è Josh senza maglia e Madison rossa peperone lì davanti.
"Ah! Eccoti" esclama Josh, non sembra amichevole, stasera.
"Che fai qui?"
"Hai rovinato la mia serata!"
"Smettila!" Lo sgrida Mad.
"E..." Continua il ragazzo ignorandola. "Ti renderò pan per focaccia"
"E cioè?" L'ultima cosa che mi aspettavo era di ricevere letteralmente un panino in fronte.
"Non è colpa mia se la libido della tua ragazza si è spenta!" Gli urlo addosso.
Sento un urletto imbarazzato da parte della rossa.
"Invece sì! Ci hai interrotti!" Ricambia i miei strilli, provocando un altro urletto di Mad.
"Non l'ho fatto apposta!" Gli tiro un panino.
"Ehi!" Si lamenta delle briciole nei capelli.

"Befana!"
"Troll!"
"Strega!"
"Goblin!"
"Rovina serate!"
"Altrettanto!"
"Balena" mi sento fortemente offesa.
"Vecchiaccio!" Nonostante la sua giovane età, odia che gli sia ricordata.
"Come osi?! Cavernicola!"
"Buzzurro!"
"Canaglia!"
"BASTA VOI DUE!" urla Liam facendo bloccare la vagonata di insulti ridicoli e vecchio stile che ci stavamo tirando.
La serata ha raggiunto definitivamente il fondo.
E notando la situazione, insieme si decide che la serata finisca qua.

Pov Austin
Fin dall'inizio ho capito che non sarebbe stata una serata facile.
Sapevo anche che i miei fratelli avrebbero contribuito tanto, ma dal padre di Kry e dal mio non me l'aspettavo, soprattutto la foto messa da Paul.
Sapevo inoltre che Kry avrebbe contribuito, rispondendo alle provocazioni, e così è stato.

Ora, dopo che Liam è riuscito a far smettere Kry e Josh, che ancora non ho capito perchè è qui con Madison, e dopo che tutti hanno smesso di fare strane allusioni ad una futura generazione o a qualsiasi genere di rapporto, ognuno va a casa propria.

Saluto tutti velocemente e poi vado a baciare rapido Kry, ancora impegnata a guardare male Josh.
"Ehi, vedi di farlo andare via" le dico ridacchiando, ricordando quando ero eccessivamente geloso nei suoi confronti, forse un po' lo sono ancora.
"Sì, a calci" risponde lei, facendomi ridere.
"Ci siamo capiti"
"Come sempre" mi bacia e mi lascia andare, io sono in macchina con mio padre, Jess va da Ryan quindi siamo solo noi due.

"Quindi..." Inizia mio padre.
"Quindi..." Ripeto io, cercando di capire cosa vuole dire.
"Come pensi sia andata?"
"Stai scherzando?" Chiedo sconcertato dalla domanda idiota.
"Beh, la foto è stata un tocco di classe" mio padre ridacchia un po'.
"Sì, ma non ne parlare mai con lei" rispondo io, ho notato bene la rabbia negli occhi della mia ragazza quando ha visto che il padre aveva posizionato la foto proprio nel mio piatto.

"Ti dirò la verità..." Inizia, io sto in silenzio, assecondando l'aria seria che si è creata nella vettura.
"All'inizio non mi convinceva, sai perchè?" Scuoto la testa.
"Troppo violenta, so del suo passato a Londra, sapevo della sua situazione famigliare di fino a qualche tempo fa, so dei suoi istinti fin troppo avventati e delle sue vecchie compagnie"
"Come?"
"Appena mio figlio, qualunque sia, inizia a frequentare qualcuno, io mi informo" Risponde tranquillo.
"Comunque..." Lo blocco.
"Qualsiasi cosa tu pensi, io la amo e non ho intenzione di lasciarla solo perchè a te con convince" metto in chiaro.
"Non mi hai fatto finire, figliolo.
Stavo dicendo che nonostante la cattiva impressione iniziale, ho visto quanto ci tieni e sono felice per voi" mi stupisce con queste parole, prima se una persona aveva anche solo una cosa che non andava per lui era da allontanare assolutamente e non c'era modo per fargli cambiare idea.
Credo che a farlo cambiare sia stato il riavvicinamento della famiglia, è più felice ora, e anch'io.

Arriviamo a casa e mentre apre la porta mi parla.
"Comunque sono serio, mi piacerebbe avere dei nipoti"
"Papà!" Lo richiamo.
"Ok ok, scusa" imbarazzato al massimo faccio per salire le scale ma lui mi blocca.
"Comunque sbrigati!" Mi arrendo.

Pov Sconosciuto
È pomeriggio, la aspetto da un po' e ancora non si vede.
"Eccomi, scusa il ritardo" dice con voce affannata.
"Sai che ho i minuti contati qui"
"Sì, scusa"

"Perché mi hai chiamato così urgentemente?"
"È venuto da me, per vedermi, ma non gli ho parlato" si incupisce subito.
"È impazzito, devi andare ad avvisarli"
"Dimmi come"
"Non mi fido di questo posto, troppa gente"
"Non è un segreto di Stato! Non è nemmeno un'operazione dell'FBI!"
"Sai quanto possa essere pericoloso, nelle sue condizioni" vedo il suo sguardo vacillare.
"Se non lo farai tu, lo farò io" la avviso.

"Non puoi!"
"Ma lo farò"
"È già un miracolo che tu sia in piedi, saresti dovuto essere devastato, invece sembra solo che tu abbia fatto una gita di piacere all'altro mondo e che dopo sia tornato!"
"Esagerata!"
"C'è gente che dopo quello che è successo con te, è morta, non ne hai nemmeno mostrato gli effetti e inoltre vuoi addirittura fare un viaggio di circa nove ore oltre oceano!" Sbotta sull'orlo di un pianto isterico.
"Per questo l'ho chiesto a te!" Si siede sulla panchina e cerca di calmarsi.

"Se io vado, tu qui resterai da solo"
"Meglio ora che al momento in cui finalmente mi lasceranno uscire da qui"
"Che farai?"
"Cercherò di tenerlo d'occhio qui"
"È pericoloso"
"Lo so"
"Va bene, prenoto il primo volo" mi bacia la guancia e esce dalla struttura.

Torno scortato all'interno dell'edificio.
Vicino al mio letto, una volta rimasto solo, tiro fuori da sotto il cuscino il biglietto che mi ha lasciato.

'Ciao, sono il tuo amico, sai... Quello che ti ha procurato tutti i guai.
Ho una proposta da farti: ti aiuterò a riavere la tua vita facendoti uscire, in cambio di un tuo aiuto per la mia vendetta.
Infondo sarebbe anche una tua vendetta, lei ha contribuito a farti finire in quel postaccio, no? Lo sai bene.
Contattami quando avrai finito di far finta di dormire, il numero è dietro il foglio'

Stringo il foglio tra le mani, lo strappo e lo butto per terra.
Sono furioso.

Poi rifletto, penso a tutto quello che è successo, prima e dopo essere tornato in me.
Prendo il foglietto stracciato, ricompongo alcuni pezzi e cerco di capire il numero telefonico.
Lo compongo poco dopo col telefono della struttura.

"Pronto?"
"Ci sto"


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