44.Rabbia esplosa e Amore

La principessina mi guarda in attesa di una risposta alla sua domanda, ma io non ho intenzione di dargliela.
Noto subito che si irrita.
"Ti ho fatto una domanda!" Dice, caricando un altro pugno, che però schivo.
"Oh scusa, non avevo capito, non so abbaiare" dico facendo popolare la sala di risate. Un classico ma funziona.
"Come ti permetti?" Tira un altro colpo, lo schivo con aria baldanzosa e la provoco ancora.
"Mi permetto come tu ti sei permessa di insinuare che io avrei perso" altro colpo da parte sua mancato.
"...o come ti sei permessa di dire che in caso di sconfitta avrei lasciato il mio ragazzo con te" lo dico con tono talmente pieno di disprezzo che cerca di arrancare una serie di colpi completamente scoordinati.
C'è stato un momento in cui credevo davvero di farmi male, devo ammetterlo.

"Sei una vigliacca, vedi? Non osi colpirmi" dice con respiro affannato.
Per farle capire che si sbaglia le tiro uno schiaffo abbastanza forte da farla barcollare indietro, ma non voglio picchiarla.
"Ora ti ho colpito, contenta?" Chiedo, aspettando che lei si arrenda.
"Sei una stupida, sei tanto arrabbiata, ma quello che non sai é che il tuo adorato ragazzo avrebbe passato lo stesso del tempo con me, a tua insaputa" queste parole aleggiano nel mio cervello facendomi venire una gigantesca emicrania, mi offuscano la ragione e mi fanno diventare cieca dalla rabbia.

Il tempo per me di arrabbiarmi e per lei di ritornare in forma eretta che le tiro un pugno, una ginocchiata allo stomaco così da poter far arrivare i suoi capelli alle mie mani, dopo di che la prendo forte tanto da strapparle qualche ciocca e la butto potentemente dall'altra parte del ring, facendola sbattere violentemente contro il suolo.

Le sue parole ancora non se ne vanno, anzi, ad accompagnarle ora ci sono le immagini di loro due insieme.
La ritiro su dal collo e le tiro un gancio per farla riaccasciare.
Sono state poche le volte in cui ho reagito così a qualsiasi provocazione, e per nessuno è stato troppo piacevole.
La sovrasto col mio corpo e inizio a colpirla ripetutamente al viso, non vedo più la ragazza di prima, vedo solo un capro espiatorio per scaricare tutte le ansietà che comportano 'essere la ragazza di qualcuno e avere di conseguenza un ragazzo'.

"Krystal basta!" Non sento nulla, non capisco nulla, non capisco chi è che urla, chi è che mi afferra, chi è che mi tira su e chi è che mi allontana... Non capisco nemmeno cos'ho fatto.

Pov Austin
"Avanti! Continuate!" Esclama Dylan, ma vedo chiaramente la preoccupazione nei suoi occhi.
Do un rapido sguardo a Liam, anche lui non é per nulla tranquillo.
Jess e Mad sono con gli occhi incollati alla porta da dove sono uscite, credo che neanche loro capiscano come Krystal abbia fatto a restare così tranquilla con lei davanti.
Nonostante tutto però, siamo obbligati a continuare ad allenarci.
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Stiamo quasi per uscire, mi sto guardando intorno per cercare Krystal quando il mio telefono suona.
Controlla ed é mio padre, mi ha mandato un messaggio con scritto che stasera non é a casa, e che tornerà solo domani pomeriggio.

"Ehi, guarda" mi dice Dylan indicando verso il ring.
Ci sono Krystal e Cecilia, la seconda si sta mettendo le protezioni, mentre la mia ragazza la sta fissando assai male... E la cosa mi preoccupa.

Perché?

Tante cose: sono vicino al ring, Krystal non sta mettendo le protezioni, Kry la sta guardando troppo male ed é pericolosa, soprattutto perché Cecilia ispira botte anche a un Santo.

Io dico solo che sarà divertente...

Ci avviciniamo tutti al ring per sentire le memorabili parole di Cecilia: 'sento che mi divertirò'.
Io non credo che si divertirà, lo si capisce subito dal sarcasmo di Krystal e dalle fiamme che le stanno ardendo negli occhi.

[...]
"Via!" Esclama J.
Cecilia tira un pugno a Krystal che la fa indietreggiare, ma mentre negli occhi della bionda c'è un luccichio che già grida vittoria, in quelli di Krystal c'è una strana luce che non preannuncia nulla di buono.
"Ti ho zittito eh?" Chiede la bionda.
In molti capiamo quello che Krystal vorrebbe fare.

La ragazza continua a colpire a ogni frase mentre Kry continua a provocarla e a punzecchiare facendoci ridere tutti.

"...o come ti sei permessa di dire che in caso di sconfitta avrei lasciato il mio ragazzo con te" queste parole da parte di Krystal mi gonfiano il cuore, il tono di disprezzo fa innervosire ancora di più Cecilia.
Poi però é quest'ultima che inizia a provocare, e in risposta Krystal le tira uno schiaffo ben piazzato che le fa girare la testa.
"Sei una stupida, sei tanto arrabbiata, ma quello che non sai é che il tuo adorato ragazzo avrebbe passato lo stesso del tempo con me, alla tua insaputa" dice la deficiente quando si rimette bene in piedi.
Nessuno avrebbe potuto pronunciare parole più false e piene di stupidità e idiozia.
Krystal sembra non vederci quasi più, la prenda e inizia a pestarla pesantemente.

Quando io, Liam e Dylan saliamo sul ring a tirarla via lei non ci degna nemmeno di uno sguardo, l'unica cosa che riesce a fare e continuare a dimenarsi per liberarsi e tornare a finire il lavoretto al viso della bionda.
Siamo costretti a trascinarla negli spogliatoi, mentre Dylan e Liam le tengono ferme le gambe e io con difficoltà le tengo ferme le braccia.

"Krystal ti prego..." Dice Liam quando la abbiamo fatta sedere su una delle panche.
"Che c'è?" Chiede respirando a fatica, ma almeno ha smesso di gridare.
"Potete lasciarci soli?" Chiede poi Liam a me e Dylan, così io e lui senza dire nulla usciamo.

Pov Krystal
Liam chiede se possiamo restare soli, così mio fratello e Austin escono.
"Cos'è successo?" Chiede semplicemente.
"Io... Lei per tutta il tempo ha continuato a provocarmi e... Poi io volevo solo darle una lezione ma... Lei ha detto quella frase e io non ci ho visto più..." dico tremendamente confusa.
Lui non dice niente ma mi abbraccia fortissimo.
"Sai che ci sono sempre per te" dice lui.
"Certo che lo so" rispondo.

"Kry... Devi smettere di pensare a quell'idiota, ok?" Dice continuando a stringermi.
"Ha lasciato dei segni profondi, Liam, e lo sai" rispondo quasi trattenendo il fiato, tant'è la rabbia che provo a ricordare.
"E allora? Ora devi pensare al presente e se proprio vuoi al tuo futuro, ma il passato lascialo stare" continua a tenermi stretta.
"Hai ragione, ma non é facile"
"Tu provaci, ok?" Annuisco piano mentre lui si stacca.
"Ora vado fuori, c'è altra gente che vuole entrare, ma abbiamo deciso uno alla volta" dice sorridendo.
"Non siamo in un ospedale!" Esclamo divertita.
"E che ci vuoi fare?" Chiede ridendo mentre esce.

Entra Jorge.
"Ehi..." Dico io sorridendo lievemente.
"Krystal, come va?" Chiede lui.
"Io... Non lo so, so solo che mi sento talmente confusa da volermi mettere a piangere" dico mettendo le mani in testa, col capo chino a guardare il suolo.
Vedo intanto i suoi piedi avvicinarsi e sedersi su una panca vicino la mia.

"Tu hai un problema: non riesci a dimenticare le delusioni avute in passato" dice semplicemente.
"Lo so già"
"Devi imparare a distinguere la tua vita di ora da quella passata, devi capire che stai cambiando pagina e che le cose brutte sono passate"
"E chi lo dice?"
"Quasi tutti i tuoi problemi sono passati, ma sono rimasti nella tua memoria e non riesci a liberartene, é giusto che tu te li ricordi perché fanno parte della tua vita, ma non puoi mischiarli a quello che stai vivendo ora, rischi di intaccare il tuo futuro" tutto quello che dice inizia a farmi ragionare, ha perfettamente ragione.
"Pensa un attimo, perché ti sei comportata così davanti a quella frase?" Chiede poi, so che non vuole una risposta, vuole solo che io pensi e capisca cosa é giusto.

"C'è il tuo ragazzo che scalpita per entrare, gli ho parlato, credo sia una cosa buona che resti da lui a dormire"
"Perché?"
"Lo scoprirai, ma per ora se vuoi vai con lui"
"Va bene, digli di entrare, e dì a mio fratello che può andare a casa, gli parlerò domani"
"Va bene, ti aspetto quando vuoi per parlare, ok?"
"Non so come ringraziarti, per tutto"
"Ricordati Krystal, che Davon non é Austin" dice poco prima di uscire sotto il mio sorriso grato.

Poco dopo entrano le ragazze, strano, io aspettavo Austin.
"Scusa, ma dobbiamo scappare e quindi il tuo ragazzo aspetta" dice Madison.
"Passando ad argomenti seri... sei stata grande! Ma sicura di stare bene?" Chiede Jess, facendomi ridere leggermente.
"Si, più o meno" dico.
"Sicura?" Chiede Mad.
"Si tranquille"
"Vorrei stare di più ma Ryan mi aspetta" dice Jess.
"Perché?" Chiariamo io e Mad
"Stasera papà non c'è e mio fratello non é molto di compagnia, così vado da lui, i suoi non ci sono" risponde alzando le spalle.
"Quindi ti intrattieni con Ryan?" Chiede Mad con sguardo furbo.
"Ma cosa pensate?! No!" Dice lei.
"Cosa vuoi che pensiamo?" Chiedo ridacchiando.
"Non faremo nulla" dice lei completamente rossa, facendo scoppiare a ridere me e Mad.
"E poi anche tu dormirai con mio fratello, quindi zitta!" Anch'io abbasso lo sguardo sotto il suo di pura allusione.
"Comunque, anch'io devo andare, c'è mio padre fuori" dice Madison guardandomi dispiaciuta.
"Non preoccupatevi, andate" dico, così loro mi abbracciano ed escono.

"Tuo fratello non era tanto felice di andarsene" dice una voce ridendo mentre sento la porta aprirsi e chiudersi.
"Che ci fai qui?" Riuscirà mai il mio ragazzo ad entrare?
"Volevo chiederti scusa... Di nuovo" dice tenendo lo sguardo basso.
"Non capisco... Io ti ho già perdonata da un po'" rispondo confusa.
"É colpa mia se Cecilia é venuta qui a darti fastidio..." dice con voce mortificata.
"Scusa ma... Non capisco" non riesco proprio a comprendere come potrebbe essere stata colpa di Rose...

"Questo pomeriggio é venuta a trovarmi, lei era la capo cheerleader prima di me ed era come un idolo, quindi quando mi ha fatto tutte quelle domande su te, Austin e sugli allenamenti della squadra non ho pensato a cosa avrebbe voluto combinare" dice alzando di poco lo sguardo per incrociare il mio.
"Quindi le hai detto della palestra e lei si é presentata..." Dico capendo.
"Esatto, solo dopo ho capito e sono corsa qui giusto per vedere il tuo incontro, sei davvero brava" dice con tono di scuse.
"Grazie, apprezzo la tua sincerità" dico sorridendo sinceramente.
"Grazie a te" dice, non riesco a fermarla che me la ritrovo addosso che mi abbraccia fortissimo.

"Passiamo questi giorni come delle persone normali" dice staccandosi lentamente e guardandomi con occhi supplicanti.
"A partire da ora fino a quando partirai" dico capendo quanto é cambiata in questo poco tempo e a quanto ci sta ancora provando.
"Ti ringrazio della comprensione" man mano che lo dice si allontana e va verso la porta.
"Ora ti lascio al tuo amato ragazzo" dice aprendo ridacchiando.
"Grazie" dico, lei esce e dopo nemmeno un secondo entra Austin.

"Ehi..." Sussurra ancora sulla porta
"Ehi..."
"Cosa é..." Cerca di fare una domanda, i suoi occhi sono fissi sui miei, vedo quanto tentenna a completare la sua frase.
"Ecco... Fa niente, andiamo a casa" alla fine non dice nulla, così come me, e ci limitiamo ad uscire dalla palestra.

"Sali pure" dice aprendo la portiera della sua auto.
"Grazie" dico, salgo e guardo per un'ultima volta l'edificio, dalle vetrate trasparenti si può vedere il ring... Quel maledetto ring.
Guardo meglio, vedo J posizionato lì vicino che sistema le ultime attrezzature prima di chiudere.
Si volta un attimo, giusto per vedere me in macchina che lo saluto con la mano, lui in risposta mi sorride e mi fa l'occhiolino, giusto in tempo, prima che la macchina parta.

"Come stai?" Chiede Austin spezzando il silenzio tombale nell'auto, essendo anche la radio spenta.
"Ora come ora... Non troppo bene, ma meglio di prima" dico guardandolo, lui non può ricambiare lo sguardo ma sorride lievemente.
Ritorna ancora quel silenzio fastidioso fino a quando arriviamo a casa sua.

Quando siamo davanti la porta lui tira fuori le chiavi e la apre, sempre nel silenzio totale.
Accendiamo le luci, la casa é vuota.
"Maryon?" Chiedo
"É dalla sua famiglia in Spagna, e ne ha anche approfittato per badare un po' a Kyle" risponde ridacchiando e contagiando un po' anche me.
"Tuo padre?" Chiedo poi, sarebbe abbastanza imbarazzante averlo intorno, anche se Jess mi ha detto che non c'era...
"É fuori per lavoro, torna domani" dice, io annuisco e lo seguo mentre va in cucina.

Lo osservo armeggiare con pentole e cucchiai, solo quando lo vedo tirare fuori la bustina del coccolato in polvere e il cartone del latte capisco che vuole fare.
Non parlo, non saprei nemmeno che dire, sono troppo combattuta e anche un po' triste.
"Puoi sederti, non devi aspettare il mio permesso" dice, in effetti sono rimasta sulla porta a guardarlo per tutto il tempo.
Decido di sedermi e appena lo faccio mi compare davanti un tazzone di cioccolato fumante.

"Grazie" dico.
"Ti conosco abbastanza da capire che quando sei triste ti serve" dice iniziando a bere dal suo.
"Come sai che sono triste?" Chiedo, nessuno alla fine lo aveva mai capito guardandomi una volta negli occhi.
"L'ho capito, i tuoi occhi sono sempre diversi in base a quello che provi in quel momento" mi stupisce la leggerezza con cui risponde, come se fosse normale.
"Mi stupisci..." dico
"È per questo che ti piaccio" mi sorride, quel sorriso così bello a cui non so resistere, per cui ricambio.

Finiamo la cioccolata, questa volta però il silenzio non é di due ragazzi imbarazzati che non sanno che dire, ma di due ragazzi che hanno capito che non servono parole per questo momento.
Ora capisco, ancora una volta, quello che voleva dire Jorge: 'Austin non é Davon'.
É completamente diverso persino il silenzio che c'era tra noi.
Con lui stavo in silenzio quando era arrabbiato, quando mi trattava male, quando ero impegnata a piangere dentro, ma mai perché non c'era nemmeno bisogno di parole per stare bene.
Mi viene in mente il nostro primo bacio 'consapevole', risvegliando in me delle emozioni fortissime.

"Saliamo?" Chiede dopo aver finito tutt'e due la nostra tazza.
"Va bene" lo seguo fino in camera.
"Ti sei allenata, sei stanca e, se posso, anche abbastanza frustrata, quindi... Vuoi farti una doccia?" Chiede indicando il bagno in camera sua.
"Anche tu ti sei allenato e stanco, vai prima tu" dico, non voglio disturbare più di quanto non faccia già.
"Tu ne hai più bisogno" dice, e anche se probabilmente ha ragione non voglio sfruttarlo troppo.
"Questa é casa tua" dico, é l'ultima risposta che mi rimane...
"Mai sentito il detto: 'prima gli ospiti'?" Uno a zero.
"Questa volta ti lascio vincere, ma non succederà più" dico ridendo e dirigendomi verso il bagno.

"Io... Non ho nulla per cambiarmi" dico pensandoci.
"Hai ragione, tuo fratello si é portato via tutto, ti presto qualcosa io per dormire" dice e senza risposta se ne esce.
Sospiro e stanca mi butto sotto la doccia.
Trovo tutto quello che mi serve, poi l'occhio mi cade su un flacone, é della stessa marca e tipo del mio bagnoschiuma alla vaniglia, mi fa un po' strano sapere che Austin lo usa ma non mi lamento e lo utilizzo anch'io.

Quando ho finito allungo il braccio fuori dalla cabina coi vetri oscurati e prendo un asciugamano grande che avevo già messo lì prima di entrare.
Lo avvolgo intorno al corpo, esco e ne trovo un altro per i capelli.
Quando sto tamponando questi ultimi con l'asciugamano mi accorgo che vicino al lavandino su un mobiletto ci sono i vestiti.

Velocemente li metto insieme all'intimo che avevo già quando sono arrivata, prendo il phon che so posizionato in un cassetto e svelta li asciugo.

Quando ho finito esco dal bagno e guardo male Austin, sul suo letto in boxer che guarda il soffitto.
Dopo un po' si accorge del mio sguardo e gira il capo.
"Stavolta non ho fatto nulla!" Dice mettendo le mani avanti.
"Come hanno fatto i vestiti ad arrivare su quel mobile in bagno?" Chiedo un po' arrabbiata e imbarazzata.
"Io ho bussato ma non hai risposto, quindi sono entrato e ho lasciato i vestiti, ti giuro non ho visto nulla!"
"Vorrei ucciderti, é già successo una volta, anche se ora sei il mio ragazzo, questo non ti dà il diritto di entrare nel bagno quando faccio la doccia!" Esclamo imbarazzata.
"Scusa..." Dice, si alza e mi viene dietro per abbracciarmi.
"Mi perdoni?" Chiede, la sua testa é poggiata alla mia spalla, posso vedere chiaramente il suo sguardo da bimbo dispiaciuto.
Lo bacio ridendo sotto i suoi occhi dolci.
"Ti perdono" dico.

Sembra un bambino di 5 anni mentre urla felice, mi prende in braccio, mi butta sul letto e ricomincia ad abbracciarmi lì.
"Soffoco così" dice ridendo, ho il suo bicipite sul naso.
"Ops" si sposta e troviamo una posizione più comoda, ovvero a pancia in su, lui mi tiene un braccio dietro il collo e io la testa sulla sua spalla, le gambe un po' intrecciate e le mani unite.
"Grazie" dico.
"Di cosa?"
"Di ospitarmi qui"
"Sai benissimo che mi fa piacere" mi dà un dolce bacio sulla tempia e sistema il piumone.

"Ora dormiamo, domani c'è scuola e io ho gli allenamenti" dice dopo.
"Non ti sembra di esagerare?" Chiedo, troppo allenamento alla lunga fa male.
"Abbiamo la partita sabato e quella squadra ci odia e vuole vincere a tutti i costi, quindi no, non sto esagerando" dice lui con una punta di divertimento.
"Va bene"
"Vieni a farmi il tifo?" Chiedo facendo il labbruccio.
"Durante gli allenamenti?" Chiedo
"Aiuta anche quello" dice alzando le spalle.
"Vedo"
"Dai! Sarai la mia cheerleader personale!" Mi vengono i brividi.
"Non se ne parla" rispondo decisa.
"Ma no! Sarai la mia, questo vuol dire che sarai speciale" dice giocando con una mia ciocca di capelli, con tono molto persuasivo.
"Forse" dico io restando vaga.
"Ci conto? Guarda che ti aspetto" mi avverte ridacchiando.

Poi una punta di serietà entra nel mio cervello, insieme a un sacco di domande che si possono ridurre solo a una.
"Mi aspetterai sempre?" Chiedo, tutti dipende dalla sua risposta.
"Per le cose più stupide come per le cose più importanti, sempre" non era una domanda fatta tanto per fare, e lui l'ha capito.
"Grazie" lo bacio.
"Notte"
"Di nulla, buonanotte" risponde lui.

Ora sono sicura di poter dormire sonni tranquilli, accanto al ragazzo che mi sta rendendo più felice di quanto potessi immaginare, accanto al mio ragazzo.

Angolo autrice:
Cosa pensate che succederà più avanti?
Rispondete nei commenti!
Scusate il ritardo, ma la scuola sta diventando ancora più pesante proprio ora che sta finendo, presto ritornerò ad aggiornare più spesso, promesso❤️

Grazie mille
Alla prossima 😘
_IlMioNomeSG_

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