𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟾

❝𝑉𝑜𝑟𝑟𝑒𝑖 𝑓𝑜𝑡𝑜𝑔𝑟𝑎𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑓𝑒𝑙𝑖𝑐𝑒, 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑜, 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑝𝑒𝑛𝑠𝑖𝑒𝑟𝑎𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎, 𝑝𝑒𝑟 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑒𝑟𝑑𝑒𝑟𝑛𝑒 𝑚𝑎𝑖 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜 𝑒 𝑖 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖.❞

||𝐹𝑜𝑛𝑡𝑒: 𝐴𝑛𝑜𝑛𝑖𝑚𝑜||

Erano passati giorni da quando Ryoko non si faceva una dormita di qualche ora come quella, senza incubi, senza risvegli bruschi.

Fu tutto così tranquillo, sembrava surreale, esattamente come appariva ciò che era successo tra lei e Todoroki.

La corvina aprì lentamente gli occhi a quel pensiero, non credeva sarebbero finiti in quel modo, ma non se ne pentiva, sentiva che quello era il momento giusto per fare un passo in avanti nella loro relazione. Anche se quello che avevano fatto era stato un grande passo.

Si erano anche detti per la prima volta che si amavano.

Un sorriso solcò il suo viso.
Quel sentimento non aveva fatto altro che crescere. Quando si erano messi insieme era come la fiamma di un focolaio a cui era appena stata data la vita, che era diventato sempre più acceso con il passare del tempo.

Le braccia del ragazzo la circondavano con delicatezza e Ryoko sarebbe rimasta così per l'intera giornata.

Il respiro di Todoroki era così calmo da infondere tranquillità anche nella corvina.

Quest'ultima girò il viso verso di lui, osservando la sua espressione.
Era serena, quasi angelica, la ragazza faticava a distogliere lo sguardo.

Si mosse in modo da non svegliarlo e si voltò completamente nella sua direzione, passando a sua volta un braccio attorno a lui, poggiando poi la testa sul suo petto scoperto.

Riusciva a percepire il battito del cuore del bicolore e il respiro sui suoi capelli.

Non voleva sottrarsi a quel piacevole momento, però capì di doverlo fare nell'istante in cui sentì, al di fuori della finestra, il cinguettio degli uccellini.

La mattina era arrivata e Ryoko avrebbe fatto meglio a tornare nella sua stanza, prima che qualcuno li avesse visti uscire insieme da quella di Todoroki.

Fece per allontanarsi, ma si fermò quando sentì la voce dell'altro.
«Buongiorno.» Il suo tono era basso e impastato dal sonno, ancora non aveva aperto gli occhi.

La corvina si prese dei secondi per ammirarlo ancora.
«Buongiorno.» Gli diede un leggero bacio sulle labbra.
«Spero di non averti svegliato.»

Todoroki la spinse contro di se e la baciò ancora. Bacio che fu molto più prolungato confronto al primo.

«No, non mi hai svegliato» alzò lentamente le palpebre e la guardò.

«Hai dormito bene?» Domandò poi il ragazzo, cosa che fece sorridere Ryoko.
Si preoccupava sempre così tanto per lei, tanto da essere diventato il suo primo pensiero alla mattina.

«Si, non mi capitava da tanto. Non abbiamo dormito molto, ma quel poco è stato tranquillo» rispose la corvina lasciandosi andare in una risata.

Anche Todoroki abbozzò ad una risata.
«Hai ragione» disse risalendo con la mano lungo la schiena, ancora nuda, della giovane.

Quest'ultima non poté evitare di trattenere il respiro a quel tocco, che le provocava una serie di piacevoli brividi.

«Per quanto vorrei rimanere così ancora per un po', non credo di poterlo fare» disse poi Ryoko, con la testa poggiata nuovamente sul suo petto, a godersi le carezze del ragazzo.

«Già, se dovessero beccarci la ramanzina sarà l'ultimo dei nostri problemi» disse il bicolore, avendo colto al volo il discorso della corvina.

«Esatto, soprattutto Aizawa.» Fece una breve pausa.
«Forse è meglio non pensare ad una sua possibile reazione.» Rise prima di dare l'ennesimo bacio a Todoroki.

«Ci vediamo a colazione allora» disse Shouto dopo essersi staccato, controvoglia, dalle labbra di lei.
«Si, a tra poco.» Ryoko sorrise prima di interrompere il loro contatto.

Nessuno dei due lo avrebbe fatto, ma se continuavano a dirlo senza muoversi sarebbero stati scoperti di sicuro, e non era nelle loro intenzioni andare incontro ad una situazione simile.

xxx

Ryoko stava rosicchiando un biscotto mentre era occupata a guardarsi attorno, non aveva visto per niente il suo gatto.

Era incredibile, gli si toglievano gli occhi di dosso per pochi secondi e già non lo si trovava più.
Quella di sparire così all'improvviso era proprio una brutta abitudine che l'animale aveva.

«Stai cercando qualcuno?» La corvina si girò e vide il fratello, accompagnato da Todoroki, che si apprestavano a portare la loro colazione al tavolo dove era seduta lei.

La ragazza si girò, riportando le gambe sotto il tavolo e accavallandole.
«Ryûji, il mio gatto.» Mise la guancia sul palmo della mano e sospirò leggermente.
«Solitamente lo si vede sempre quando c'è del cibo nei paraggi, quindi mi stavo chiedendo dove fosse finito.»

Vide Todoroki fissare lo sguardo su un punto ben definito.
«L'ho trovato.»

Takeshi essendo accanto alla sorella aveva, come lei, alle spalle ciò che aveva visto il bicolore, che invece si trovava seduto davanti alla corvina.
Proprio per questo si voltò, mettendo un braccio sullo schienale della sedia.

Il ragazzo si trattenne dal mettersi a ridere, tanto che dovette mordersi leggermente il labbro.
«Oh oh, ha scelto la persona sbagliata con la quale attaccare briga.»

«Come?» Ryoko fece lo stesso degli altri due, girandosi a vedere su chi fosse andato.

Sbarrò appena gli occhi quando lo vide attaccato alla giacca di Bakugou.
Quella non era di certo la prima volta che aveva a che fare con lui, ma si ricordava benissimo della sfuriata che aveva avuto quel giorno.

Il biondo aveva ormai rinunciato a provare a staccarselo di dosso. Si stava invece dirigendo verso la proprietaria del gatto, con una faccia tutta fuorché tranquilla.

«Perché diavolo te lo sei portato dietro?!» Esclamò il giovane, fermandosi a pochi passi da Ryoko.

Quest'ultima lo guardò con innocenza.
«Non potevo lasciarlo a casa da solo, chi avrebbe badato a lui altrimenti?» Lanciò uno sguardo al piccolo, che ancora si teneva alla giacca dell'amico.

«Non mi sembra tu stia facendo un buon lavoro visto come mi è saltato addosso!» Disse ancora lui con il suo solito tono alto di voce.
«Si può sapere che avevi di così importante da fare da permetterti di perderlo d'occhio?!»

La corvina si ammutolì per qualche istante, ora che ci pensava probabilmente era sgattaiolato fuori insieme a lei quella notte, come era solito fare.

Essendo stata tutta la notte da Todoroki ovviamente aveva fatto caso alla sua sparizione dalla camera una volta ritornataci, prima, anche volendo, non avrebbe potuto farlo, i suoi pensieri erano stati occupati da altro.

Spostò immediatamente gli occhi su Shouto, che la stava guardando a sua volta, di certo non avrebbe detto il vero motivo per il quale lo aveva perso di vista.

Con molte probabilità il biondo sarebbe sbiancato alla notizia, vedere la sua espressione sarebbe stato fantastico ed esilarante, anche perché non c'era solo lui lì vicino ad ascoltare, già immaginava la faccia di Takeshi ad una notizia simile.

Però né lei, né Todoroki ci tenevano a farlo sapere, volevano tenerlo per loro invece di sbandierarlo ai quattro venti. 

«Beh... Non posso sempre stare con gli occhi su di lui, non credi?» Rispose Ryoko riportando gli occhi su quelli di Bakugou.

Il ragazzo fece dondolare lo sguardo tra la corvina e Shouto, più e più volte.
«Cosa mi state nascondendo?!»

«Perché con voi due c'è sempre la sensazione che stiate nascondendo qualcosa?» Chiese Takeshi ricordando di come fosse successo anche a lui in un'occasione.

«Non stiamo nascondendo nulla» disse il bicolore da dietro la sua tazza di caffè.
«Crederei più ad uno che mi viene a dire che ha visto un asino volante piuttosto che a voi in questo momento» ribatté Katsuki.

Ryoko rise con leggerezza.
«Oh andiamo, è vero!» Allungò le mani verso Ryûji e lo prese tra le sue braccia.
«Evidentemente è venuto da te perché gli sei simpatico.» Passò la mano sul soffice pelo dell'animale, che iniziò a fare le fusa.

«Non mi interessa, basta che me lo hai tolto di dosso.» Nemmeno il tempo di concludere la frase che videro il gattino saltare sul tavolo e scendere poi sulle gambe di Todoroki, che lo guardò ancora con la tazza tra le mani.

«A quanto pare gli piacciono un po' tutti» disse l'eterocromatico cominciando ad accarezzarlo dopo aver posato la tazza sulla superficie del tavolo.

«Aaaah!» Si sentì dire improvvisamente.
«Era da ieri che volevo prenderlo in braccio, posso?» Era Momo, che non appena era giunta dove stavano facendo colazione gli altri aveva posato gli occhi sull'animale in questione.

Il bicolore le mise tra le braccia il piccolo gattino, che si prendeva beato le coccole da tutti quanti, non gli dava affatto fastidio.

«È proprio un opportunista» commentò Ryoko con una risata, per poi bere un sorso del suo cappuccino.

«A differenza di altri gatti non sembra disturbato da tutte queste attenzioni e da questi passaggi da una persona all'altra» disse Shouto guardando la ragazza di fronte a lui.
«Ed è anche molto viziato» rispose la giovane.

«Una cosa va detta però.» Iniziò a dire il fratello della corvina, con gli occhi puntati verso le carezze che Ryûji si stava prendendo da Momo.
«Ha capito tutto dalla vita» concluse dando un morso al cornetto che aveva in mano.

Quella sua affermazione fece ridere Ryoko, che dovette fermarsi dal continuare a bere il cappuccino, non voleva rischiare di strozzarsi.

Ormai non era una novità che a Takeshi piacesse la sua amica, si vedeva che aveva una cotta per lei, e anche la ragazza in questione provava dell'interesse per lui.

«Se vuoi posso trasformarti in un gatto con la magia» disse la sorella con molta tranquillità.

Il corvino girò di scatto la testa verso di lei.
«Cosa?» Il suo tono era incredulo.

«Potresti farlo davvero?» Chiese Todoroki con curiosità.

La corvina nel vedere le loro facce non riuscì a trattenersi oltre e si mise di nuovo a ridere, a momenti dovette tenersi la pancia.

«Non ci ho mai provato, ma non credo sai?» Si asciugò con un dito le lacrime che erano fuoriuscite dai suoi occhi per il divertimento.
«Posso fare tante cose, molte delle quali mi sono ancora ignote, ma trasformare la gente in animali non credo proprio.»

Takeshi la guardò per dei lunghi secondi.
«Eh? Quindi ti stavi prendendo gioco di me?»

Ryoko si alzò dalla sedia e fece qualche saltello all'indietro.
«Un piccolo scherzo.» Tirò fuori la lingua e poi sorrise.

Il fratello sembrava volerla rincorrere per vendicarsi, e nella sua mente quello stava a significare afferrarla e farle il solletico.

Todoroki fissò i suoi occhi sulla ragazza, che si era messa a correre da una parte all'altra della grande stanza, nel tentativo di sfuggire a Takeshi.
Da quando si era risvegliata non l'aveva più vista ridere con la spensieratezza con cui lo stava facendo in quel momento, era sempre presa dai suoi pensieri e dagli incubi che la perseguitavano.

Non poté non accennare ad un sorriso, l'espressione che aveva in quel preciso istante era quella che il bicolore avrebbe sempre voluto vedere sul volto della ragazza.

xxx

Quella notte la luna era coperta da un denso ammasso di nuvole, che sembravano volersi scatenare da un momento all'altro.

A causa di quel dettaglio nelle stanze il buio era ancora più marcato, cosa che dette fastidio a Ryoko, intenta a cercare qualcosa nel cassetto della sua scrivania.

Per questo motivo prese e accese la piccola lampada posata su di essa, che illuminò quanto bastava da non far sforzare inutilmente gli occhi alla giovane.

«Eppure sono sicura di averlo messo qui» borbottò a se stessa mentre continuava a spostare le cose che non le servivano.

Dai movimenti della corvina si evinceva che non avesse alcuna fretta, nonostante quello, però, era stufa di non trovare quanto stava cercando.

Si fermò per un istante, meditando sul da farsi e ragionando su dove avesse potuto metterlo.

Non lo aveva più usato da quando Aizawa le aveva detto di staccare per un po' con la magia nera, quindi lo aveva riposto da qualche parte e non lo aveva più toccato.

«Ma certo» sussurrò dandosi dell'idiota per non averci pensato prima.

Si voltò lentamente e posò gli occhi su una scatola, messa sotto il letto.

Fece un leggero sorriso e si avvicinò con pacatezza, accovacciandosi e tirando fuori la scatola in legno.

L'afferrò e si alzò, passando poi una mano sul coperchio, senza però toccarlo, dal quale si sprigionò una tenue luce, segno che aveva interrotto la magia che lo teneva chiuso.

Prese il suo contenuto e buttò la scatola sul letto.

«Il diario di mia zia» disse utilizzando ancora un tono di voce basso, poi portò lo sguardo sulla finestra, avvicinandosi ad essa.
Fuori le nuvole sembravano essersi diradate, lasciando spazio alla luna in tutta la sua bellezza.

La luce che aveva precedentemente acceso rifletteva contro il vetro che aveva davanti, cosa che permise a Ryoko di guardarsi come fosse uno specchio.

Il colore dei suoi occhi risaltò più di tutto il resto.
Essi non erano più del loro colore naturale, ma si erano tinti di un rosso scarlatto.

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