❝𝑈𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒:
"𝑇𝑢 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑒𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑖𝑛𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎.
𝑁𝑜𝑛 𝘩𝑜 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑟𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑜.
𝑃𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑟𝑖𝑙𝑎𝑠𝑠𝑎𝑟𝑚𝑖, 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑟𝑚𝑖 𝑎 𝑐𝑎𝑠𝑎.
𝑆𝑜𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑡𝑡𝑜, 𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑜 𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒".
𝐿𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑐𝘩𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑎𝑏𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑜, 𝑔𝑢𝑎𝑑𝑎𝑔𝑛𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑢𝑛 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑎.❞

||𝑃𝑎𝑢𝑙𝑜 𝐶𝑜𝑒𝑙𝘩𝑜||

La mattina dopo la corvina venne svegliata in un modo particolare, per così dire.
Si ritrovò Momo, Jiro e Uraraka in camera, che la buttarono giù dal letto per andare a fare colazione prima della scuola.

Ovviamente Aizawa le aveva fatte entrare, credendo che già lo sapesse.

Ryoko pensò che ci avrebbe rimesso la pelle un giorno di quelli se continuavano a farle prendere certi colpi. Anche il povero Ryûji si era spaventato.

«Che sta succedendo?» Chiese con voce impastata dal sonno, coprendosi il viso con la coperta.

«Su su, andiamo a fare colazione fuori» rispose allegra Uraraka, saltellando.

Le tre ragazze erano fortunate, Ryoko non era una che sbraitava per una cosa del genere.

«Ho trovato un bar dove puoi ordinare un cornetto alla cioccolata bianca, invece che quello con il cioccolato normale» la informò Momo.

La diretta interessata abbassò lentamente la coperta dal suo viso.

«Cornetto alla cioccolata bianca?» Chiese scrutandola con curiosità, andava matta per la cioccolata bianca.

L'amica annuì e negli occhi della ragazza videro un luccichio.

«Potevate dirmelo subito!» Mise su un finto broncio.

«Che carina! Dovrei fare una foto e mandarla a Todoroki!» Esclamò Uraraka ridacchiando.

«Un foto-? A Shouto-? EH?!» Tempo un secondo che la faccia di Ryoko divenne rossa come un peperone.

Si alzò velocemente dal letto.
«No no no, sembro appena uscita da un film horror!»

«Ma-» Jiro rise leggermente al commento di Ryoko.

«È vero, e ora corro a prepararmi!» Sfrecciò via a prendere le sue cose, per poi filare in bagno.

Non appena ebbe finito, andò a salutare Aizawa.

«Non mi avevi detto che saresti uscita a colazione.»
«Forse perché non lo sapevo nemmeno io... mi hanno letteralmente buttata giù dal letto!»
«Mi sembrava strano non avessi detto nulla... non arrivate tardi a scuola.»
«No no, tranquillo, terremo d'occhio l'orario.»

Un brusio si levò nell'altra stanza, più precisamente esclamazioni.

Incuriosita Ryoko andò a vedere, trovando le sue amiche vicino al pianoforte.

«Ryoko non sapevo suonassi!» Esclamò entusiasta Momo, gli occhi le brillavano.

«Devi farci sentire un giorno!» Stava dicendo invece Uraraka.

«Concordo con loro, è veramente interessante» disse Jiro con un leggero sorriso, era la più calma delle tre in quel momento.

«Già... Ora lo sapete» ridacchiò la ragazza, leggermente imbarazzata.

Ora che ci penso... è un po' che non suono. Dovrei trovare un po' di tempo libero.

xxx

Ryoko raccontò tutto anche a loro, per quanto riguardava il fratello.

Dopotutto era giusto che sapessero, erano preoccupate per lei, per il suo umore.

Ma sembravano ancora scettiche sul fatto che la loro amica stesse bene, non sapendo che invece lei si sentiva più leggera che mai.
Felice di quell'incontro inaspettato, anche se i inizialmente la cosa l'aveva spaventata, e non poco.

«Io mi trasferisco qui... a mangiargli tutti i cornetti alla cioccolata bianca» affermò con occhi sognanti, dopo aver finito di fare colazione.

Momo ridacchiò, con ancora la tazza di caffè in mano.
«Sappiamo dove portarti nel caso dovessi avere una giornata no.»

«Se volete che gli ripulisca il bancone... va bene» rise insieme alle altre, doveva ammettete però che non le dispiaceva affatto rimpinzarsi di tutta quella bontà.

«Jiro, suoni anche tu vero?» Chiese, le era venuto in mente che la ragazza aveva accennato a qualcosa sulla musica.

Preferiva il rock, come Ryoko, quest'ultima amava riportare quel genere al piano, come per dargli una nuova sfumatura.

«Si, suono anche io.»
«È vero, ce lo avevi detto, un giorno sentiremo suonare anche te!» Intervenne Uraraka sorridendo.

«Emh-»
«Appare come una cosa molto imbarazzante, vero?» Domandò Ryoko, sapendo quello che stava sentendo Jiro.

«Una volta una persona mi ha detto che non c'era bisogno di essere imbarazzata, e che non dovevo nascondere la cosa perché mi considerava brava a suonare.»

Era stato Todoroki a dirle quelle parole, sorrise al ricordo.

«Deve essere importante quella persona se ti fa sorridere così» affermò Jiro osservandola.

Perché è sempre tutto così evidente con me?

«Lo è infatti.»

«Ho una vaga idea su chi possa essere» cominciò a dire Momo, con la faccia di Uraraka che passò da confusa a consapevole.

«Nooo, lui ti ha già sentita suonare? Tutte queste cose quando avevi intenzione di dircele?»

«Mi piace tenere alcune cose solo nostre» rispose sorridendo, dopotutto lei non era una ragazza che raccontava tutto quello che le capitava.

Ne era la prova il fatto che loro non sapevano che lei avesse perso il controllo della magia nera, prima del festival.

xxx

Dopo del tempo passato a chiacchierare Uraraka le fece gesto di guardare dietro di lei.

Incuriosita si girò, vedendo Todoroki che aveva appena girato l'angolo, molto probabilmente per andare a scuola.

«Dai vai! Ti raggiungiamo a scuola» la incitò la castana sorridendo.

«Sicure? Posso sempre stare con lui dopo.»

Le dispiaceva lasciare le sue amiche lì, ma loro non volevano proprio sentire storie, quindi una volta salutate cercò di sbrigarsi a raggiungere il ragazzo.

Con un piccolo salto si aggrappò alle sue spalle, facendolo sussultare appena.
La sua intenzione non era quella di spaventarlo, però effettivamente se qualcuno ti salta alle spalle in quel modo è anche normale prendersi uno spavento.

«Buongiorno!» Lo salutò sorridendo e lasciando la presa su di lui, così da farlo girare verso di lei.

«Buongiorno, da dove sbuchi? Non ti ho vista.»
«Ero a fare colazione con Uraraka, Jiro e Momo, non mi sei passato davanti.»

Passò le braccia attorno al suo collo, così da poterlo attirare leggermente a se e baciarlo.

Bacio a cui lui ricambiò immediatamente, cingendole vita con le braccia e facendo passare una mano sulla sua schiena.

La ragazza fece un leggero sospiro di soddisfazione, amava quando l'abbracciava in quel modo, come se non volesse che si allontanasse troppo.

Si appoggiò appena a lui, alzando lo sguardo verso i suoi occhi.
«È un peccato.»

«Cosa?» Domandò Todoroki ricambiando lo sguardo.

«Che dobbiamo andare a scuola... Mi piacerebbe rimanere ancora un po' così.»
«Lo so, ti capisco.»

La ragazza passo le mani sulle sue spalle e fece per allontanarsi, così da potersi avviare verso la scuola, ma il bicolore la trattenne, stringendola a se e guardandola intensamente.

Ryoko poté sentire le sue guance arrossire sotto quel suo sguardo.

«È bello vederti così» disse poi il ragazzo.
«Così come?»
«Allegra» accennò ad un sorriso.

«Beh, se la metti così... Anche per me è bello vederti così.»

Lui la guardò cercando di capire come lo vedesse.
«Come?»

«Sereno, mi sembri molto più sereno.» La ragazza sorrise dolcemente. 
«Gran parte del merito è tuo.»

Il sorriso di lei si allargò e lo abbracciò, affondando il viso nell'incavo del suo collo, mentre veniva avvolta dal profumo del ragazzo.
«Ne sono felice.»