𝑪𝒂𝒑 21

𝑨𝑴𝒀 𝑷𝑶𝑵𝑫
"Dolcezze vi comunico che siamo arrivati. Siamo dentro la Waverider."

"Voi andate pure, noi vi raggiungiamo tra qualche minuto." neccessitavamo di un po' di spazio per assimilare quanto appreso.
Successivamente ci mettemmo in cammino verso il cuore della Waverider.
I corridoi erano freddi, spogli e grigi, sperai che il fulcro non fosse così inospitale.

Seguendo le voci concitate degli occupanti, le quali man mano si fecero sempre più vicine, ci ritrovammo in un'ampia sala di comando.
Il mio sguardo si posò verso le immense finestre, fuori era tutto nero, era impossibile identificare qualunque cosa.
All'interno erano presenti dei tablet disposti in maniera concentrica, avvicinandoci alle finestre erano disposti dei sedili in metallo, per niente comodi poi una poltrona posta dinnanzi ad una piccola console, essa serviva per manovrare manualmente il velivolo.
Poco distante, in un'area separata da del vetro, si poteva trovare un piccolo studio, sommerso di libri di varie grandezze, una scrivania, un mappamondo e un cannocchiale.

Quando raggiungemmo gli altri, il nostro Piccolo Dalek, che nel frattempo, già si era addentrato nei meandri di essa, si comportò come se ci fosse solo lui nell'abitacolo, ignorò totalmente tutti gli altri componenti, i quali lo stavano tartassando di interrogativi.

Lo scenario, a cui assistemmo, sarebbe potuto essere alquanto divertente se solo la situazione non fosse stata critica.
Il primo, piuttosto, diede più importanza al contenuto del centro dei tablet disposti a semicerchio, la parte centrale era cava, lì, i monitor erano attaccati alla fonte energetica dell'astronave.

"Rip, dacci una spiegazione!" proferì uno.

"Perché hai agito nuovamente da solo? Sai che siamo una squadra, potevamo essere utili." gli fece presente un altro.

Lui non rispose, si trovava ancora con il busto e la testa immerso tra tutti quei fili, le gambe erano a mezz'aria, era come se stesse facendo la verticale.

"Eccoli! Finalmente li ho trovati. Unendo questi dovrei ristabilizzare il Corriere del Tempo." disse invece lui, trascurando completamente i suoi amici.
Quindi riemerse con una matassa di materiale elettrico che successivamente collegò al dispositivo che il nostro nemico gli aveva fatto fuori.

"Allora?" rincalzarono gli altri.

Lui, rimase impassibile di fronte a tale scompiglio, con movimenti lenti e cadenzati, si avvicinò ad uno dei grandi monitor e studiò attentamente qualcosa.

"Gideon? Mi potresti tracciare la rotta della Jump Ship?"

Una voce lo accontentò.

"Bene, si stanno dirigendo nella meta prestabilita con Miranda in caso di necessità e/o pericolo. Non capisco perché abbiano tardato così tanto."

Mentre tutti assunsero un'espressione tra il rassegnato e l'allibito, noi ci trovavamo ai margini di quella sala, ad osservare da lontano tutta la scena.
Solo il più massiccio di tutti loro ci venne incontro, ci osservò con aria minacciosa, poi prese, con le sue enormi mani, le guance di mio marito, le strinse e allargò svariate volte.
Il malcapitato mugugnò qualche parola incomprensibile e solo dopo un'eternità lo lasciò in pace.

"Visto è un clone!" affermò, continuando a tenere ben saldo il suo sguardo penetrante sullo sventurato.
Quest'ultimo si massaggiò le gote e assunse un'aria truce, tanto da essere in grado di fulminare l'omaccione.

"Non ti permettere... io, come ti ho già riferito, non sono il clone di nessuno. E sai perché, grosso energumeno? Perché io sono l'unico ed inimitabile Rory Pond. Sì, io sono Rory Pond!" esclamò con determinazione l'interessato, "battezzandosi" con il mio cognome.

"Cosa ha detto?" cercai conferma, credendo di non aver capito bene.

"Eh? Che ho detto? Oddio, ho detto di essere Rory Pond... ehm... no... scusate, io... io sono Rory Williams."

"Non ci posso credere, ha affermato proprio di essere un Pond." rincalzai euforica.

"L'ho sempre saputo che nelle tue vene, scorre sangue Pond, Rory." esclamò di rimando l'uomo con il papillon, battendogli sulle spalle, con fare orgoglioso.

"Io non sono un Pond, non è per offenderti, mia cara..." disse rivolgendosi a me, "ma solitamente sono le mogli a prendere il cognome del marito, non viceversa. Quindi ribadisco: sono un Williams."

Noi altri scuotemmo la testa risoluti.

"Oh, sì proprio vero, questi inglesi sono tutti quanti matti. Lui, il Clone dell'Inglese, è ancora più assurdo dell'Inglese stesso. Comunque se non sei un clone allora sei un abrasione!"

"Una che?" chiedemmo sorpresi.

"Uhm... no, non è la parola giusta... quella usata solitamente dal professore Stein... è abrasione... no... abra... abb... aspettate c'è l'ho sulla punta della lingua... aberrazione... ecco il termine corretto. Sei sicuro di non essere un'aberrazione?" il nostro interlocutore, mentre parlava, si massaggiò ripetutamente le tempie, come se volesse stimolare le sue meningi.

"No, non lo sono!"

"Il signor Williams non è un'aberrazione temporale. Lui è il padre del nostro capitano Hunter." spiegò l'Intelligenza Artificiale interrompendoci.

"Quindi, voi due siete i veri genitori dell'Inglese?" ripeté sbalordito.

"Cosa?" domandarono a loro volta i presenti con occhi sgranati, avendo sentito tutto il nostro discorso.

"Sì, esatto!" esclamai, compiaciuta dell'uomo fattosi.
Gli gettai un'occhiata di soppiatto e stava verificando il corretto funzionamento della Waverider, quando faceva così mi ricordava molto il Dottore.
Per di più ero al settimo cielo, perché più i minuti passavano e più mi tornavano in mente i fatti riguardanti il Piccolo Dalek.

"Io ancora non riesco a ricordare tutto." mi sussurrò l'amore della mia vita, sperando di non venire sentito dagli altri, tuttavia qualcuno udì quelle parole.

"Ho la soluzione giusta per lei, mister Williams. La prego, venga in cabina medica, l'aiuterò con l'amnesia." parlò una voce metallica, la stessa udita nel Punto Zero.

"Cosa sta succedendo qui?" Anthony ci raggiunse e allarmato si informò su quanto avessimo bisogno.

Gideon, l'Intelligenza Artificiale, gli rivelò quanto affermato lui, quindi proseguì, "Professor Stein? Potresti accompagnarlo?"

"Certo, signor Hunter." e per questo motivo, l'uomo più anziano si allontanò con il mio consorte.
Il resto dell'equipaggio riprese a fare quello cui stavano facendo prima del nostro arrivo.

Io decisi di rimanere assieme ai miei due figli e al Dottore, quest'ultimo inquisì il nostro ultimo genito.
"Come facevi a sapere che loro due erano stati portati lì in quel luogo?"

"Pura intuizione, e, se non altro, lo conosce come le sue tasche. E' stato prevedibile." fece spallucce.

"Amy, tu invece puoi spiegarmi per filo e per segno quanto accaduto a casa vostra?" si rivolse poi a me.
Non mi restò altro sennonché raccontargli degli istanti antecedenti al nostro rapimento.

"Purtroppo questo non porta a niente di buono."

"Oh, su avanti, Signor Dottore. Non faccia l'esagerato. Sarà un nemico come tanti altri, non dovremmo disperare nella lotta contro di lui." si intromise il nostro salvatore.

"Invece dovreste tutti. Non sarà una passeggiata, sta per succedere qualcosa, non credo sarà bello."

"Uniremo le forze e faremo del nostro meglio per liberarci del parassita."

L'altro cercò invano di confutare la teoria del nostro caro, tuttavia, in quello stesso mentre, una delle tante porte si aprì e Rory ci annunciò di aver sistemato tutto e di rimembrare qualsiasi cosa del nostro passato inerenti ad Anthony.
Corse ad abbracciare il suo discendente, l'altro rispose molto volentieri e rimasero così per molti minuti.

A dividerli fu il rumore del sopraggiungere di alcuni passi, tutti noi ci girammo e una donna bionda, apparsa precedentemente sotto forma di ologramma e conosciuta molti anni addietro a Manhattan durante il nostro recupero, separò sgarbatamente padre e figlio, dando al più giovane un sonoro schiaffo.

Il volto della nuova arrivata era corrucciato, era palese che fosse arrabbiata per un qualche motivo.

"Miss Lance! E questo? Okay, questo è già il secondo che mi becco quest'oggi. PER PIACERE, POTETE SMETTERE DI COLPIRMI?" l'ultima parte venne pronunciata con tanta enfasi.

"Come perché? Hai anche il coraggio di chiedermi il motivo? Fatti un esame di coscienza, Rip, poi dimmi se sei senza peccato." intervenne lei.

"Tu conosci la ragione per cui l'ho fatto. Non sono obbligato a darti spiegazioni!"

"Invece sì. Hai rischiato di mettere in pericolo te stesso, noi e anche coloro che volevi salvare. Che cosa avresti fatto se non ti fossimo venuti a prendere?" volle sapere lei.

"Oh, non ti preoccupare, Miss Lance. Un modo l'avrei trovato."

"Certo, magari facendoti ammazzare." il suo tono di voce era deluso, e non nascondeva il disappunto provato.
Però i suoi occhi la confutavano: il suo sguardo traboccava di apprensione, quindi la sua sfuriata era dovuta dall'affetto provato nei confronti del loro amico, "Comunque non ho tempo per i tuoi giochetti. Forza, andiamo! Ho bisogno di parlare con te... in privato."

"Vi chiedo venia, devo andare! Tornerò quanto prima da voi." si giustificò lui, seguendo a ruota la sua amica, i due sparirono e andarono nello studio.

𝑹𝑰𝑷 𝑯𝑼𝑵𝑻𝑬𝑹
Seguii Sara in quello che una volta fu il mio vecchio studio, era tutto come l'avevo arredato.
Era tutto in vecchio stile, i mobili, la libreria, le poltrone in pelle, erano tutti monocromatici e fabbricati con materiali pregiati.
Ognuno di essi provenienti dalle diverse epoche visitate, con cui avevo un attaccamento più o meno profondo.
Quelli a cui ero più affezionato, erano ovviamente quelli scelti con mia moglie.
Molti altri erano solo scenici e presi per curiosità o per necessità.
Infine c'erano due o tre cosine prelevate durante i miei mesi di permanenza a Calvert, e anche quelle erano molto preziosi per me.
Questi ultimi erano la testimonianza di un passato che non poteva più verificarsi, né ora né mai più, avevo preso la mia decisione quando lasciai il vecchio west e non me ne pentivo affatto.

Mi guardai bene intorno, tutto era rimasto tale e quale a prima della mia partenza: il mappamondo, il cannocchiale, i miei libri... non mancava niente, anzi sopra la scrivania, a portata di chiunque, era presente il librone il quale era solito usare Nate.

"Allora? Non mi devi una spiegazione?" mi interloquì la persona che aveva preso il mio posto da capitano, scrutandomi a braccia conserte e con un sopracciglio alzato.

"Riguardo?" finsi di non capire.

"Rip perché sei andato via e ci hai nuovamente rinchiuso dentro la Waverider? Noi siamo una squadra, credevo avessi imparato a fidarti di noi!"

"E tu? Pensavo la conoscessi la legge sulla privacy, a quanto pare mi sbagliavo enormemente!"

"Non so di cosa tu stia parlando. Sicuro di non aver sbattuto la testa, mentre lottavi da SOLO contro il nostro nemico? Sai che se ci avresti coinvolto, tutto questo non sarebbe accaduto." mi rinfacciò.

"Va bene, mi arrendo e ti domando venia, Sara. Tuttavia tra le sue grinfie c'erano i miei genitori. Non potevo permettermi il lusso che gli capitasse qualcosa di malvagio."

"Lo so, Rip. Anche se avrei nuovamente voglia di colpirti, riesco a comprenderti! Io stessa ho perso mia sorella, e capisco che tu volessi regolare i conti da solo. Non ti biasimo se tu mi dirai di odiarlo come odiavi Savage, perché è quello che provo io verso l'uomo che mi ha portato via Laurel." mentre mi disse tutto questo, poggiò una mano sul mio braccio per confortarmi e non farmi sentire troppo solo, "Sono dispiaciuta per tutto quello che il Maestro ti ha fatto. Se necessiti di una spalla amica su cui piangere, la mia è sempre disponibile."

Tra me e lei funzionava così: il momento prima ci comportavamo da cane e gatto, quello dopo dimostravamo tutto l'affetto e la stima provata l'una per l'altro.
Ero fortunato ad avere lei.

"Grazie!" la mia voce fu in grado di pronunciare solo questa semplice parola, il secondo successivo ci trovammo abbracciati.
Fu travolgente e confortevole.

"Voglio solo che tu sappia che io ci sono per te. Tu ci sei stato quando Laurel è morta, ora tocca a me ridarti il favore."

Già sua sorella... anche quello era un tasto dolente per me. Poco prima che avvenisse il fattaccio, avevo reclutato Sara in Tibet, per fare di lei una Leggenda.
Fui costretto a fare ritorno nel 2 016 dopo sei mesi la nostra partei, per assicurarmi che potesse essere al sicuro.
Se l'avessi riportata prima, lei avrebbe fatto la fine della sua consanguinea
Non potevo permetterlo, lei era troppo importante per la squadra e... lo era soprattutto per il sottoscritto.
Non fu semplice rincuorarla per la perdita subita e, sebbene mi avesse supplicato di fare qualcosa, qualsiasi cosa, le mie mani erano legate, nonostante tutto lei mi aveva perdonato e gliene fui grato.

"Per quanto riguarda Laurel, non devi ritenerti colpevole per ciò che le è successo. Sai bene che ho dovuto ritardare il nostro rientro a Star City per poter salvare te. Se ti avessi riportato prima tu ora non saresti qui. L'ho fatto solo per te, per salvarti."

"Ti ho già perdonato per questo, Rip. A lei sta bene così, non è stato facile ma l'ho superato. Ora sei tu che hai bisogno di me. Sei forte e hai tanti amici su cui puoi contare."

"No Sara, quella sei tu, anzi sei la persona più forte che io conosca. Io non ho fatto nulla se non incasinarti l'esistenza. L'ho resa impossibile persino a Caty... se non fosse stato per me e la mia curiosità... non saremmo tutti quanti in pericolo e lei non avrebbe sofferto come soffrì..."

"Di cosa stai parlando?"

"Io ho voluto fare un viaggio nel futuro, per scoprire dei Signori del Tempo e mi hanno sequestrato. Time Master Durce, o meglio, il Maestro l'ha fatto. Mirava a mia sorella, conosceva il suo segreto, voleva lei, era intenzionato a portarle via le rigenerazioni, a strapparle via la vita. Se solo non fossi stato così curioso, se non fossi stato così tanto stupido da condizionare Caty a fare quell'inutile viaggio insieme... il mio ex mentore non mi avrebbe rapito e lei non avrebbe patito." mi confidai.

"In tale modo non avresti conosciuto Miranda, il tuo grande amore, non avresti conosciuto Gideon, me e la direttrice Sharpe... ammettilo, noi siamo le donne della tua vita e la Waverider è il tuo harem."

A quell'insinuazione arrossii fino alla punta dei capelli, se ne accorse immediatamente.

"Su, direttore Hunter... non dirmi che seriamente ci ritieni le tue donne. Stavo semplicemente scherzando e riguardo a me e alla tua affermazione, hai torto, Rip. Tu mi hai donato uno scopo e non posso che ringraziarti per avermi reclutata. Quel tuo 'Miss Lance, beve un drink con me?', mi ha cambiato l'esistenza... e in meglio, dico. Ora tocca a me risollevarti il morale e magari prendermi anche un po' cura di te, quindi... Direttore Hunter, vuole bere un drink con me?"

"Beh, basta che non mi narcotizzi." risposi, rievocando quel ricordo.

"Sarei tentata, tu l'hai fatto con me. Però viste le circostanze, eviterò. Del rum?"

"Vada per il rum." acconsentii, prendendo il bicchiere portomi dalla mia amica, facendolo poi tintinnare con il suo, come ultima cosa lo bevemmo.

"Capitano?" ci interruppe Gideon.

"Sì?" rispondemmo all'unisono e non potemmo fare a meno di guardarci per poi scoppiare a ridere.
Nessuno dei tre sapeva con l'esattezza chi avesse le redini del comando in quella precisa circostanza, dopo l'attivazione del protocollo CYCLADES, "Volevo informarvi che il pianeta Terra è sotto attacco. È stata circondata da un'enorme quantità di navicelle provenienti da Thanagarian."

A quanto pareva il Maestro non si sbagliava e le sue allusioni su Mallus quindi erano veritiere oppure no?
A quel pensiero dei brividi di terrore mi percorsero la schiena.

"Sara, ho bisogno del tuo aiuto. Devi andare dalla Direttrice Sharpe e metterla al corrente della minaccia imminente. Io non posso lasciare la mia famiglia qui sola e allo sbaraglio, deve pur esserci qualcuno a tenerli a bada."

"Sei sicuro? Devo proprio avvisare Ava? Perché non qualcun'altro?"

"Perché è la migliore, sono certo che saprà come muoversi e probabilmente vi troverete bene insieme... a lavorare, intendo!" specificai.

"Non credo, è una stronza, ci ha letteralmente buttati fuori dal Time Bureau a me e a Jax, esortandoci a non tornare più!"

"E io che le avevo espressamente chiesto di chiedere venia da parte mia, per non avere la possibilità di presentarmi per la risoluzione dell'anacronismo."

"Devi sapere che lei ha fatto il perfetto contrario!" mi confessò.

"Però so che tu non ti arrendi e sei una donna tosta. Quindi confido nel tuo buon senso per recapitarle il messaggio."

"Ma un capitano non dovrebbe abbandonare la navicella per ultima, in casi come questi?"

"Senza indugio! Ma io so come gestire il Dottore e compagnia bella..."

"Bè, River potrei gestirla bene..." mi rispose con relativa allusione.
La interruppi prima che potesse aggiungere altro.

"Sara!"

"Okay! Va bene, non mi sembra di avere scelta. Quindi andrò a dire alla Stronza di preparare tutte le navicelle per la battaglia aerea contro i Tanagariani. Non mi resta che affidare a te la navicella. Sei di nuovo il capitano di questa squadra. Per caso miravi a questo? Mi stai spedendo da quella megera per poter riprenderti il tuo vecchio posto? Sappi, che se sarà così, tirerò fuori gli artigli e tutti i coltelli che ho sempre addosso per batterti e riprendermi ciò che mi sono guadagnata!"

"Giusto... tu e i tuoi coltelli! Come scordarsi di tutti i coltelli che nascondi addosso, Sara. A proposito... toglimi questa curiosità... quanti ne tieni con te? Cioè, mentre lottiamo contro qualche nemico, mi stupisci sempre dato che, ne tiri fuori uno dietro l'altro e, proprio, quando penso che tu abbia terminato le tue, cosiddette scorte, ecco che dal nulla ne fai uscire fuori degli altri." volli sapere il suo trucchetto.
Magari, se me l'avesse rivelato, ne avrei potuto prendere spunto e usare il medesimo metodo durante una missione.

"Hai l'intenzione di controllare di persona? Vorresti perquisirmi? Sappi che non mi dispiacerebbe... ma saputo il mio segreto poi dovrei ucciderti!" mi provocò.
Lo faceva spesso, ormai ne eravamo tutti quanti abituati e nessuno ci dava più peso.

"Ehm, detto da una che apparteneva alla Lega degli Assassini, non mi stupisce l'ultima parte... tuttavia declino la tua proposta. Rimarrò con questo dilemma fino alla fine dei miei giorni. Comunque, puoi stare tranquilla, Capitano Lance, la Waverider è di tua proprietà e, in quanto tale, sei tu a farne le veci."

"Trattala bene in mia assenza!" si accertò.

"Senza indugio, tengo ancora alla Waverider e a Gideon!"

"Uh, Gideon. Puoi confidarti con me, dirmi cosa provi per la nostra Intelligenza Artificiale, non lo dirò a nessuno."

"Sara!" la liquidai con tono leggermente esasperato.

"Okay, vado. Teniamoci in contatto e la squadra è momentaneamente nelle tue mani, Rip!" mi informò, porgendomi una mano.

"E nelle tue quelle Time Bureau, Sara!" proferii a mia volta stringendogliela.


Ma ciau a tutti, miei cari Piccoli Daleks, e buon fine settimana ❣️
Come state?
Come sempre, spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto :)
Allora, che dire? Finalmente, tutti i nostri cari, sono al sicuro e lontano dalle spietate grinfie del Maestro.
Prima che la guerra tra umani e Thanagariani abbia inizio, ho inserito altri passaggi che poi leggerete nei prossimi capitoli. In uno, in particolare, mi vorrei poi soffermare, perché si ricollega ad una storia cui ho da poco ripreso in mano e modificato, poiché, ho intenzione di ampliare la storia e aggiungerci qualche altro capitolo, tanto da farla risultare poi una Long.
Se siete curiosi, il primo capitolo è già stato pubblicato, si tratta di una storia d'amore, la storia d'amore tra Rip e Miranda.
"Love Me Tender", è la storia in questione, poi scoprirete il perché di questo titolo, ad ogni modo, chi è funs del grandissimo e meraviglioso Elvis Presley? 🙋🏽‍♀️
Tornando alla pubblicazione di oggi, Rory si è definito un Pond, l'ha capito finalmente XD 🥳
Per voi è più un Pond o un Williams? XD (la prima è l'opzione giusta)
Mentre di Rip e Sara che mi dite? Vi piace il loro rapporto? E del loro nuovo accordo cosa ne dite? Chi preferite come capitano? Lui o lei? Io, senza indugio, scelgo lui 🧡
(Scusate per la doppia immagine, per questo capitolo, non sono riuscita a esimermi nell'allegarne due, bisognava immortale il momento in cui Rory si definisce un Pond, poi la scena di Rip e Sara e i coltelli mi fa morire dal ridere ogni volta XD)

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