OC per DIRTY LITTLE ANIMALS
AVVERTENZE D'USO
La storia tende ad essere verosimile, ma non realistica. Accurate ricerche sono state fatte per svilupparla, ma c'è anche una buona dose di caos, caso, e un po' di sano "ma che me frega, per me ha senso".
Saranno trattati alcuni temi delicati, a me lontani, talvolta estremizzati, quali religione, fede, divorzi, matrimoni combinati, abusi e altro.
Se siete a disagio con questi temi, vi chiedo di saltare la voce della STORIA, che riuscirete comunque a cogliere dalle altre voci.
Se invece leggerete la voce, ci tengo a precisare che gli eventi descritti NON vogliono in alcun modo essere una critica o un'offesa alle religioni e alle tradizioni che presentano alcuni dei temi precedentemente elencati.
Soprattutto, la sottoscritta NON ha vissuto in prima persona gli eventi, dunque le descrizioni sono fondate su ricerche e conoscenze fatte e sviluppate nel corso di stesura della scheda.
Vi auguro una buona lettura!
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Fragile
Open carefully
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Creature: Banshee
Pack: Kali's
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🎇🌟🌞❤️🔥🐣🐞🎈🥀🍓❤️🩹🌤️💌🗣️🎆
Ꮪꮯꭺꭱꮮꭼꭲ Ꭰꭺꮮꮖꭺ Ꭰꭺꮋꮮ
🎇🌟🌞❤️🔥🐣🐞🎈🥀🍓❤️🩹🌤️💌🗣️🎆
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GET TO KNOW HER!
PLAYLIST:
🗣️ "the archer" 🎆
who could ever leave me darling,
but who could stay?
🐣 "kintsugi" 🐞
it's just that I don't trust myself with my heart,
but I've had to let it break a little more 'cause they say that's what it's for, that's how the light shines in
🎈"this is me trying" ❤️🩹
I just wanted you to know that this is me trying
🌞 "paris, texas" 🍓
when you know, you know, that is time to leave, like the summer breeze
❤️🔥 "look what you made me do" 🥀
honey I rose up from the dead I do it all the time
🎇 "new romantics" 🌟
we show off our scarlet letters,
trust me, mine is better
💌 "clean" 🌤️
rain came pouring down, when I was drowing that's when I could finally breathe
and by morning gone was any trace of you, I think I'm finally clean
"your little scarlet, starlet"
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"mi sento"
PROVENIENZA E NAZIONALITÀ:
Danese. È danese. O meglio, metà danese.
L'altra metà è marocchina. Un quarto addirittura palestinese. Con la cittadinanza statunitense.
E voi adesso vi chiederete, che accidente ci fa una mezza danese mezza marocchina un quarto palestinese e il resto pura follia a Beacon Hills?
Dai, su, chiedete. Ecco, ora ve lo spiego.
La risposta può sembrare un po' confusionaria, vi prego di seguire con attenzione e sedervi.
La ragazza è figlia di un uomo danese, un certo Johannes Dahl, che di mestiere si può dire faccia il giardiniere, ma in realtà è molto di più, e di una donna mezza marocchina mezza palestinese, Farah Ismaili, nome importante nell'industria cinematografica hollywoodiana (lavorava come sarta costumista).
Come si conosciuti è un'altra storia, fatto sta che i due stavano insieme, e vivevano in una villetta affatto male nella periferia ricca di Los Angeles. Poi hanno divorziato, dividendosi completamente.
La ragazza è nata a Los Angeles, dove è rimasta con la madre dopo il divorzio, finché la sua vita non si è agitata e ha passato alcuni mesi prima a Casablanca, in Marocco, poi a Ribe, in Danimarca, e infine, a San Diego, di nuovo nella sua California.
NOME:
Scarlet Dalia.
Ha un nome, anzi, addirittura due. Forse il motivo per cui i suoi genitori hanno iniziato a litigare, ma mi dice di non rigirare il coltello nella piaga quindi la smetto.
Due persone dalle culture e tradizioni così diverse non potevano trovarsi d'accordo su qualcosa così importante e serio come "il nome della loro bambina". Però, si amavano, e le loro diversità crollarono, cercando un punto di fusione. Che cadde sulla scelta prima di Dalia, e poi di Scarlet, e poi i due nomi vennero invertiti.
Scarlet è un nome inglese, perfetto per conformare e confermare la prima generazione statunitense.
Dalia, invece, è un nome che punta ad onorare le sue doppie, triple, quadruple origini.
Quando la bimba nacque, i nomi floreali erano ormai sdoganati dalla generazione di hippies che nel decennio precedente avevano iniziato a dare nomi stranissimi ai propri figli. Johannes ne andava matto, visto che era un giardiniere. Farah lo trovava semplicemente poetico.
Ma nomi come Margaret, Rose, Lily, erano troppo comuni.
Iniziarono a cercarne uno più raro, come sarebbe stata la loro creatura.
Un mese prima del parto, Johannes notò che le dalie stavano fiorendo, e pensò di portarne un paio a casa per farle vedere alla moglie. Iniziò a cercarne il significato, e leggendolo venne fulminato dall'idea.
Ne raccolse un mazzetto, e lo portò alla moglie. "Ho trovato il nome: Dalia." E così, scelsero Dalia, che nel linguaggio dei fiori esprime gratitudine e affetto per qualcuno che è stato, che è, che sarà, importante.
Un nome ebraico, ma Farah lo accettò lo stesso, pensando che sarebbe stato di buon auspicio per la piccola: etimologicamente, significava "gentile", "dignità" e "regalità".
Per alcune settimane, furono convinti che Dalia sarebbe stato il primo nome, ma presto Farah cambiò idea: insistette affinché trovassero un nome inglese alla bambina. Dalia sarebbe stato un dolcissimo e unico secondo nome, ma troppo strano come primo, e non dovevano complicarle quella che le si prospettava una vita già complessa.
Ma tutti i nomi che il marito proponeva, lei li scartava: lavorare nel cinema ti fa odiare molte persone, fittizie, ma soprattutto vere.
Finché non venne a galla Scarlett, la protagonista di "Via col Vento". Che in realtà, a Farah nemmeno piaceva come storia, perché finiva male, ma le piaceva la risolutezza della protagonista. E così, come ulteriore buon auspicio, per la sua tempra, decise di chiamarci sua figlia.
Ma con una sola "t".
Johannes non ne era particolarmente convinto, ma il giorno dopo la bambina nacque, e pensò che fosse un segno. E soprattutto, non c'era il tempo di pensarne un altro. Così, prima ancora che potesse voltarsi e chiedere alla moglie se avessero deciso, lei stava già dicendo all'infermiera "Scarlet Dalia".
Il colmo? Che dopo frenetiche settimane per decidere il suo nome, la bambina non venne mai chiamata così.
I suoi parenti arabi, inclusa la madre, la chiamarono affettuosamente "Amira", che vuol dire principessa. I suoi parenti danesi, incluso il padre, invece, "Dalia".
Ma a lei non dispiace, perché questo rende Scarlet unicamente Scarlet, diversa da Amira e Dalia.
E Scarlet è anche Starlet, Star, Scar, Carly, (s)Charly, (s)Cherry.
COGNOME:
Dahl.
La ragazza ha solo il cognome paterno.
Una decisione che è caduta addosso al ramo materno come una doccia fredda, ma ben calcolata dai genitori: in una società come l'America di fine anni '80, il cognome arabo era una garanzia per non essere al sicuro.
Inoltre, il cognome arabo secondo la legge islamica - seguita dalla madre - è complesso, e la bambina si sarebbe ritrovata con un cognome più lungo del rigo che avrebbe avuto a disposizione per firmare un qualsiasi documento.
La famiglia materna finge comunque che il suo cognome sia ibnat Farah al Ismaili.
Da un lato, Scarlet pensava che il suo cognome arabo sia molto figo, e che sia un peccato non avere quel pezzo della sua storia con sé, ma dopo una serie di spiacevoli eventi, la ragazza è ben felice di non averlo. Non che non averlo la protegga granché - resta pur sempre, anche se in parte, marocchina - ma la fa sentire sicura.
Ma andiamo con ordine.
Dahl è il cognome di suo padre, Johannes. È un cognome danese, abbastanza diffuso, che assume il significato di "valle".
Scarlet vuole bene a suo padre, e teme di assomigliargli più di quanto voglia credere. Hanno entrambi i capelli biondi, la pelle delicata, e il carattere forte dei nordeuropei. Ha sempre pensato che fosse il genitore più tranquillo, più modesto, più rilassato.
L'allenava, l'aiutava a studiare, le faceva dire le parolacce quando ascoltavano le canzoni in macchina.
Si è sempre trovata bene con lui, e sebbene non l'abbia dato a vedere, ha sofferto molto la separazione.
Nel periodo in cui era tornato in Europa, fra i suoi impegni di lavoro e il suo essere troppo piccola per viaggiare da sola, e sua madre che assolutamente insisteva affinché fosse lui a tornare per vederla, si sono visti talmente poche volte che le poteva contare sulle dita.
Johannes si era rifatto una famiglia, a Siviglia, in Spagna: si era risposato, e aveva avuto due figlie, gemelle, che Scarlet considera a tutti gli effetti come sorelle, ma che all'epoca non poteva reputare tali. Probabilmente, Violetta Rosa e Celeste Iris guardavano le sue foto in giro per casa e chiedevano a Camila "Mamma, chi è questa ragazza?".
Camila (Santos Garcia) è la nuova moglie di Johannes. È spagnola - precisamente, di vicino Siviglia - ed è un'infermiera.
Scarlet la conosce da quando aveva nove anni, ma ormai è un sacco che non la vede, e i ricordi d'infanzia che ha di lei si confondono col volto di sua madre.
Farah e Camila non si dovrebbero assomigliare, considerando che una è spagnola e l'altra è araba, eppure hanno entrambe lunghi capelli scuri, la pelle abbronzata, una passione per gli orecchini e per le spezie. Però, il sorriso di Camila è più caldo, gli occhi sono allegri; quello di Farah è più gentile, e il suo sguardo è prudente.
Scarlet è sempre rimasta affascinata da Camila, e Camila le ha sempre voluto bene, ma non ha mai provato a inserirsi più di tanto nella sua vita, temendo probabilmente di infastidire Farah. Ma dopo gli eventi dell'ultimo anno, le due si sono avvicinate molto, e sebbene Scarlet non la chiami "mamma", la considera come una bonus.
Dal lato paterno, poi vanno considerati i nonni, e la zia.
Frederick e Nora sono a loro volta fiorai. Ma loro vivono ancora a Ribe, in Danimarca. Scarlet ha vaghi ricordi di due teste, anch'esse bionde, una casa bianca col tetto spiovente e le persiane rosse scarlatte, come lei, una serretta delineata da pannelli un tempo trasparenti, e tanti fiori, tanti insetti, tanto terriccio, tanto freddo, altrettanta pioggia. Il caminetto col fuoco e i biscotti secchi duri che nemmeno a buttarli per terra si rompevano. Lei e le sue cugine, le gemelle Astrid e Ingrid, li usavano per perdere i denti penzolanti.
Con tutti questi gemelli in famiglia, sembra che il destino abbia voluto lasciar Scarlet sola apposta.
Un tempo, erano in corrispondenza. Ormai, era un po' che non rispondono alle sue lettere. Scarlet non ci provava nemmeno più
Guardava da lontano le foto del suo album d'infanzia, le cartoline scritte in danese, che ogni giorno diventano più indecifrabili. Chi avrebbe potuto essere, chi avrebbe potuto essere se riallacciasse il legame col padre. Ma era difficile, quando lui stesso non viveva più lì, e aveva nuove figlie a cui fingere di tenere il sellino mentre imparano ad andare in bici.
"Puoi venire quando vuoi", ma non potevi restare te?, pensava.
Il suo cognome le era diventato estraneo. Un ricordo, un'affermazione. Ma nulla di più. E in terribile assonanza con Dalia.
Ma tutto questo era prima degli eventi di fine millennio. L'estate seguente, aveva avuto modo di stare con bedstefar Fred e bedstemor Nora, di nuotare nelle acque ancora troppo fredde per una californiana come lei insieme alle cugine, di reimparare un po' di vocaboli danesi con Tante Margrete, di cucinare speziato con Camila, di andare in bici per i prati verdi con far John.
E prima di ritrovare la famiglia paterna, ha avuto modo di vivere estremamente vicina a quella materna.
Vivendo con la madre, ne era in contatto più frequentemente. E ogni volta, qualcuno aveva sempre da ridire su suo padre.
Riconosce che abbia fatto soffrire la mamma, ma non le sembra giusto farglielo pesare: se è lì, vuol dire che a un certo punto l'ha amata, e che – sperava – amasse ancora almeno lei [Scarlet].
La madre è sempre stata più assente, perché lavorava. Come costumista e sarta, era richiestissima per le produzioni più importanti. E Scarlet è felicissima di ciò: sa che sacrifici ha fatto per arrivare lì, a Hollywood, una donna, nera, musulmana. Avrebbe preferito essere abbandonata sotto un ponte piuttosto che rovinarle tutto. È così che le dice "ti voglio bene". Ma effettivamente, ora, è un po' che non ci parla, che non la vede.
Farah ha cresciuto sua figlia in maniera neutrale finché il matrimonio ha retto; subito dopo il divorzio, e aver ottenuto l'affido, ha iniziato a crescerla secondo la morale musulmana.
Nonostante sia cresciuta a Los Angeles, Scarlet è molto legata alla tradizione e alla cultura araba; Farah le ha insegnato a nasconderla per proteggersi, ma al contempo perseverare, esserne fiera.
E Scarlet lo è, circa.
Almeno una volta all'anno, in prossimità della fine del Ramadan, Farah la portava a Casablanca, in Marocco, dove lei è cresciuta, per festeggiare l'Eid Murabak con i parenti.
A Scarlet piaceva il caos, il calore, i colori del Marocco, ma cominciando a crescere ha iniziato a pensare di essere troppo occidentale per adattarvisi con grazia, consapevole del mondo che vi è fuori.
La famiglia di Farah è numerosa: tantissimi cugini, zii, pronipoti.
I nonni di Scarlet si chiamano Fatima e Karim (inb Salah inb Barak al-) Ismaili.
Fatima è la prima moglie di Karim; da lei, sono nati Farah, che è la primogenita, e Hassan.
La seconda moglie si chiama Rasha; lei ha generato Aisha e Omar.
Infine, la terza moglie, che si chiama Zahira, dalla quale sono nati Jamal e Mohammed.
Farah ha avuto Scarlet; Hassan, sposato con Iman, ha avuto Kari e Salah.
Aisha è sposata con un cugino della madre, e ha avuto Alì e Ismael; Omar, sposato con una nipote della madre, ha avuto Rayan, e sta aspettando un altro figlio.
Jamal, sposato con Kamila, ha avuto Barak; Mohammed, sposato con Hana, ha avuto Anwar.
E poi ci sono tutti i cugini della madre, delle zie, del padre, i nonni e i loro fratelli e le loro sorelle: sono tantissimi, gli Ismaili.
Ultimamente, Scarlet aveva avuto paura di andare in Marocco, e non tornare più, finire sposata con uno di loro. Era pratica comune, allora.
Adesso, Scarlet pensa di esserci stata per l'ultima volta, forse davvero. Anche sua madre aveva detto di essersene andata davvero, eppure l'ha fatta tornare, forse per sempre.
Suo padre glielo diceva sempre, in chiamata prima di ogni volo per Casablanca senza di lui: "chiamami, e io arriverò". Non ce n'è mai stato bisogno fino ad ora, Scarlet sperava non ce ne fosse stato bisogno mai. Eppure, è successo...
I DHAL
Frederick, 70 (1932) e Nora, 68 (1934)
↓
↓→ Johannes 45 (1957) – Scarlet, 17
↓ (1985)
↓ – Celeste e
↓ Violetta, 4
↓ (1998)
↓
→Margrete 43 (1959) – Ingrid e Astrid, 17
(1985)
GLI AL-ISMAILI
Karim 76 (1926)
Fatima, 66 (1936)
↓
↓ → Farah 44 (1958) – Scarlet 17 (1985)
↓
Hassan, 46 (1956) – Kari 20 (1982), Salah,
18 (1984)
Rasha 60, (1942)
↓
↓ → Aisha, 40, (1962) – Alì 14 (1988)
↓ Ismael 12 (1990)
↓
Omar, 37 (1965) – Rayan, 13 (1989)
Zahira, 55 (1947)
↓
↓→ Jamal 32 (1970) – Barak, 8 (1994)
↓
Mohammed 29 (1973) – Anwar, 5 (1997)
ETÀ:
17 anni – freschi freschi.
Festeggiando il compleanno il 22 agosto, la ragazza ha appena compiuto i "seventeen" tanto cantati e romanticizzati dalla società contemporanea.
Scarlet in realtà è contenta di essere arrivata a festeggiarli, non tanto perché sono i diciassette anni - gli ultimi da "piccola" - ma perché pensava di morire mesi fa. Non proprio in maniera letterale, ma.
Scarlet è un'adolescente come altre: sta affrontando un periodo difficile, soprattutto per le ragazze: sentirsi grandi, ma essere ancora piccole.
Nell'ultimo periodo, è come se Scarlet fosse in lotta contro il passare del tempo, ma non si capisce bene chi dei due sia il ladro e chi la guardia.
Ha recentemente imparato a truccarsi, a pettinarsi, a vestirsi – per ciò che si può dire di carino della moda dell'epoca, ahem. Tornando a noi.
Ha anche iniziato a combinare alcune marachelle: saltare le lezioni, uscire la sera senza dire dove va davvero, bere!
Scarlet non riconosce di essere ancora una bambina, anzi. Trova vanto nel dire di essere una "teenager", come se i diciassette anni fossero un potere magico. Ed effettivamente, è così: un'età sbarazzina, ancora qualche anno per mettere la testa a posto, per diventare adulti, quando le certezze iniziano a crollare e la libertà diventa responsabilità, l'indipendenza autosufficienza.
Molto di questo è dovuto forse al fatto che ha perso un anno scolastico, e quindi sia in classe con quelli più piccoli, seppur di solo un anno, e teme di restare indietro ai propri coetanei.
Di suo, c'è da dire che effettivamente, la ragazza dimostra una maturità – fisica, e mentale – superiore rispetto alla sua età: appare qualche anno più grande, pure nei suoi atteggiamenti.
D'altronde, nei suoi appena diciassette anni di vita, Scarlet ha vissuto tante cose: il divorzio dei suoi genitori, la vita interraziale in California, il ri-accompagnamento del padre, la nascita delle sorellastre, la disperazione della madre che diventa un abuso emotivo, una tentata manipolazione religiosa, un tentato matrimonio combinato, due rocamboleschi traslochi da un continente all'altro.
E, come ciliegina sulla torta, il morso di Kali, e la "trasformazione" in Banshee.
STORIA:
Scarlet nasce nella mattinata del 22 agosto da una coppia interrazziale, un caso non del tutto eclettico per la Los Angeles di metà anni '80, ma abbastanza particolare, se si considerano i due neo-genitori.
La madre è Farah Ismaili, sarta costumista impegnata ad Hollywood, mentre il padre è Johannes Dahl, botanico giardiniere richiesto da molte celebrità della zona.
Insomma, niente di ché, ma nemmeno nulla.
La bambina crebbe circa tranquilla in un ambiente pieno di affetto e di diversità: la madre, araba e musulmana, il padre, danese e cristiano, i nonni e gli zii e i cugini di vari sfondi culturali, tradizioni che si mischiavano e alternavano nella vita della piccola: il Natale a Ribe, l'Eid Murabak a Casablanca, la scuola a Los Angeles, la presenza stranamente equilibratamente esagerata di burro e spezie colorate in cucina, la sua stessa pelle, bianca come quella del padre, e i capelli gonfi, come quelli della madre.
Uno potrebbe pensare che tutte queste differenze sostanziali possano confondere una mente così piccola, ma Scarlet non si è mai infastidita di ciò, non è mai stata a puntare il dito sulle differenze: ha compreso che sono delle abitudini, e che lei possa preferirne alcune rispetto ad altre, ma non ha mai espresso una forte preferenza nei confronti di una delle "due vite".
Tutto andava liscio – se si tralasciano le ore infinite passate in aeroporto – e Scarlet cresceva, frequentando una scuola elementare pubblica. La mamma era quasi sempre al lavoro, a casa o in fabbrica, ma riusciva sempre a recuperare tutto quel tempo "perduto" la sera, quando rientrava, e prima ancora di cenare, coccolava la figlia sul divano; poi Scarlet andava a dormire, e Farah cenava con la compagnia del marito. Il padre invece era più frequentemente a casa; aveva una serra nel giardino posteriore che usava come laboratorio, e quando non era convocato a fare delle siepi o delle composizioni, stava lì. Scarlet restava a scuola fino al primo pomeriggio, da orario: quando poteva, il padre la riportava a casa, e la bambina studiava in un angolo della serra ricavato apposta per lei; quando non poteva, la figlia restava a scuola.
Scarlet non ha ricordi traumatici della sua infanzia, niente che possa averla influenzata negativamente. Almeno, per quanto riguarda le sue memorie più infantili.
Perché Scarlet ha un buco di memoria che si allunga per gli ultimi anni della sua infanzia, e inizia precisamente quando, il 31 marzo 1993, i suoi genitori le annunciano che si separano, perché non si vogliono più bene.
Scarlet non capisce: perché non dovrebbero più volersi bene? Quale discussione può rovinare così tanto un rapporto così bello? E come può l'orgoglio impedire di chiedersi scusa a vicenda?
Crescendo, riuscirà a darsi – purtroppo – tutte le risposte, ma ancora, non le sono state rivelate.
E così non capisce bene quello che sta succedendo, se non che papà sta inscatolando la sua roba e la sta caricando su un furgone e sta andandosene, e lei resta con la mamma.
Poi un giorno può andarlo a trovare, ma è un posto confuso, e non capisce bene cosa stia succedendo. Poi torna a casa, ma non è più quella di prima. Papà chiama ogni sera, ma non sa dove sia. Mamma si arrabbia perché "è un viaggio troppo lungo".
Scarlet si sveglia una mattina, prestissimo, e trova il papà ad aspettarla con una valigia. I due viaggiano per cos' tanto tempo che lei si addormenta in volo, e si risveglia in Danimarca.
Ricorda vagamente i nonni e la zia, ricorda un po' le cugine. Poi il Natale si confonde con l'Eid-Mubarak 1995, in Marocco, e bedstefar Fred diventa in qualche modo sidi Kharim, il pane di burro diventa latte con le mandorle, e la neve diventa sabbia, il freddo caldo, e Scarlet si prende una bella gastroenterite perché per errore beve dal rubinetto.
Poi si ricorda di cambiare scuola, e di finire in un istituto dove deve portare il velo obbligatoriamente: per Scarlet fu la cosa più strana, perché sua madre non lo teneva mai, a volte nemmeno in Marocco, quando in casa c'erano solo lei, la nonna, la figlia, e le altre due mogli.
La vita di Scarlet precipita in un caos, e nemmeno lei sa come faccia a finire al liceo.
È diventata una ragazzina, la scuola araba le inizia a piacere sempre di più, si trova bene – se non fosse per tutta quella spiritualità, a cui lei non è granché attratta, attaccata, connessa.
Il padre diventa sempre più una figura mitologica: si chiamano, lui la va a trovare, le spedisce regalini, letterine, foto, cartoline di Siviglia, dove si è trasferito per lavoro.
È il 1999, l'anno in cui sembrava tutto dovesse finire, e effettivamente, tutto quello che conosceva Scarlet è finito, ma da anni.
È il 1995, e invece di tornare a Los Angeles alla fine del Ramadan, Scarlet fa scalo a Siviglia, dove visita il padre per due settimane. Una donna vive con lui, dice che è la sua nuova fidanzata.
Farah non sembra impressionata, ma Scarlet può giurare di averla vista piangere, quando, tornata a Pomona, le due tornano a casa in taxi, e la madre le chiede se papà ha baciato quella donna.
È il 1997, e Scarlet vola con Farah a Siviglia per assistere alle nozze di Johannes e Camila.
È il 1998, e in una cartolina Scarlet vede per la prima volta le sue nuove sorellastre, che come lei, portano nomi di colori e di fiori. Nello stesso anno, Farah inizia ad indossare il velo, e la sua morale diventa sempre più pesante.
Scarlet inizia a crescere. Compie quattordici anni, e inizia il liceo.
Scarlet ha proprio un cambiamento durante questo periodo. La solita ragazzina tutti sorrisi e brillantini diventa una cocciuta combina guai. Non importa quanto coinvolta sia con la scuola araba, Scarlet trova sempre il modo di compiere qualcosa di haram secondo la Legge Islamica – che, citandola testualmente, "non è la mia".
La ragazza trova molto affascinante la religione musulmana, e sebbene si ritrovi in alcuni aspetti e in alcune morali, non è una fedele; cosa ci faccia ancora lì, è un mistero per tutti.
La risposta è che Farah si rifiuta di accettare l'ateismo della figlia, perché non pensa che sia atea, ma che sia una scusa per praticare invece la religione del padre, il cristianesimo.
Johannes ha provato a spiegarle più volte che "magari lo fosse", perché sebbene la figlia celebri con lui le principali festività cristiane, non crede nemmeno in quel Dio.
"Probabilmente l'abbiamo confusa troppo e non riesce a distinguerle o deciderne solo una"
"Non avrei mai dovuto sposarti"
"Grazie, Farah"
"Senti, John, a te non fregherà granché perché non sei una persona religiosa, ma a me importa"
"Farah, non puoi obbligarla a credere, non è così che funziona"
"Ah, ma tu senti, chi pensi di essere per farmi la morale? Uno che non ha tradito la propria moglie?"
"Farah, ne abbiamo già parlato, non ti ho mai tradita. Ci siamo solo accorti di essere troppo diversi per poter continuare a stare insieme"
"Ma intanto abbiamo avuto una figlia, che è confusa e non crede ad Allah o a Dio. Ci manca solo che dica che le piacciano le ragazze ed è completamente occidentalizzata"
"Se non ti soddisfa più essere sua madre, puoi mandarla da me"
"Se ti interessa vedere tua figlia, vieni a Los Angeles. Non deve sempre venire lei a Siviglia"
"..."
"Anche lei è la tua famiglia"
"Farah, qual è il problema se non crede?"
"Come posso presentarmi al Eid-Mubarak senza di lei?!"
"Come facevi andando senza di me gli ultimi anni?"
"I suoi nonni si arrabbieranno"
"E tu dilli che la colpa è mia, tanto lo credono già. Cosa vuoi che faccian- cosa vorresti fare? Portarla in Marocco e chiuderla in una stanza finchè non si converte?"
Beh, se state ancora leggendo questo è il colpo di scena che vi risveglierà.
Indovinate cosa ha fatto Farah?
Era il 9 dicembre 1999, il primo giorno di Ramadan. Il liceo di Scarlet inizia una serie di corsi preparatori alla grande festa in vista dell'Eid-Murabak. Scarlet, in una lettera al padre, aveva scritto di volersi esentare, perché le sembrava di star prendendo in giro gli altri, ma Farah si presentò dal direttore per prima, e la ragazzina si ritrovò coinvolta in tutto ciò che poteva occuparle tempo e impedirle di uscire.
L'Eid arrivò il 7 gennaio, e per la prima volta Scarlet vola da sola da Copenaghen a Parigi, dove venne raggiunta dalla madre per andare a Casablanca, dove festeggeranno.
Scarlet è convinta che sia l'ultima volta – o una delle ultime volte – che visita i parenti della madre. Invece, era quasi l'ultima volta che vedeva gli altri.
Quando arriva, trova la famiglia in festa, e i parenti si comportano in maniera assillante; finalmente ha un confronto con il nonno, che diventa uno scontro, alla fine della quale, Scarlet viene picchiata per la prima volta, dinnanzi alla sua suddetta presunzione e malafede.
Inizia per lei un mese d'inferno, nella quale i suoi parenti più prossimi provano di tutto, pur di convertirla; Scarlet inizia ad avere paura. Conosce a memoria il Corano, ormai, prega meno distrattamente, fa più attenzione alle cose haram, cercando di ingraziarsi il loro consenso. Una piccola bugia, ma era cresciuta così attenta al rispetto altrui che non le fu difficile attenersi alle regole locali.
Dopo ormai un mese, pensava che sarebbe tornata a casa. Le viene invece riferito che suo nonno sta cercandole un marito, e che sarebbe rimasta lì a Casablanca, con la sua famiglia.
Scarlet ha una lunga discussione con la madre, nella quale parlano di tutto: di come le dispiaccia averle dato fastidio, dicendole di non credere nella sua religione, chiedendole perdono per tutte quelle volte che ha disobbedito le sue regole, ma restando della sua ferma opinione: "non sono le mie".
La prega di non farla sposare. "Pure tu ti sei rifiutata, perché devi farmi questo?".
Scarlet, scaltra come aveva imparato ad essere, riesce a scappare durante un'uscita al mercato. Raggiunge un'edicola, nascosta dal ragazzino rimasto a servire al bancone, e chiama il padre con urgenza. Johannes effettivamente si fa ripetere due volte ciò che sta succedendo, incredulo, ma le giura di arrivare. Scarlet scappa nuovamente dall'edicola e torna al mercato, fingendo di essersi persa – ed effettivamente, alla fine, lo era.
Sua madre, giustamente non crede alla sua bugia, e quando torna a casa, il nonno la picchia nuovamente, chiudendola poi in una stanza.
L'unica a entrare nella camera è la nonna, che le porta la cena e le fa un bagno. Scarlet pensa proprio che sia la fine. Invece, il giorno dopo, mentre la nonna e la madre la stanno vestendo – o meglio, provano a ricucire gli abiti che la notte la ragazzina ha strappato e rovinato – si sente urlare per strada. Johannes e Frederick sono arrivati a prendere la loro bambina.
Molti arrivano per strada, e provano a contrattare il matrimonio, ma la grandissima fortuna di Scarlet fu essere una Dahl, e non una Ismaili.
Kharim prova a imporsi come nonno, ma Johannes l'ha vinta come padre, e le contrattazioni cessano.
Il 10 febbraio 2000, Scarlet torna in Danimarca, col padre e col nonno, dove resta fino a giugno, perdendo l'anno scolastico, ma non se ne fa una colpa, e non se ne dispiace particolarmente.
In quei mesi, Johannes affronta Camila, proponendole di trasferirsi in California, così che la figlia possa continuare il suo percorso di studi, cosa che sarebbe stata difficile in Danimarca o in Spagna. Camila inizialmente è dubbiosa, perché non vuole lasciare la sua famiglia, e andare così lontano con due bambine piccole, ma poi accetta.
L'idea iniziale era di tornare a Los Angeles, ma Camila ottenne una proposta di trasferimento a San Diego, e così la famiglia Dahl - Santos, nell'estate 2000, si trapiantò in California.
Johannes non ha difficoltà a trovare lavoro: i vecchi clienti non temono due ore di macchina per le piante migliori, e nemmeno lui teme affrontare dei giorni fuori. Camila entra nel suo nuovo reparto, e ogni giorno acquista sempre più importanza.
Scarlet viene iscritta ad una scuola pubblica, dove al posto di frequentare il secondo anno, ripete il primo.
Per il sistema scolastico americano, in realtà, non perde l'anno, ma la ragazza lo percepisce come un fallimento. Per tirarle su il morale, il padre le propone di iscriversi a un corso sportivo, come era successo nei primi anni di elementari, e a gran sorpresa di tutti lei entra nella squadra di atletica e cross country.
Il suo carattere solare, nonostante tutta la sofferenza vissuta, l'aiuta a relazionarsi bene all'interno del nuovo liceo. Stringe amicizia con i suoi compagni di corso, con i compagni di squadra, e ben presto diventa, suo malgrado, una delle ragazze popolari.
Si crea il suo gruppetto di amici stretti, con i quali inizia a uscire: Amy del gruppo di cheerleading e sua compagna di banco a matematica, Stevie, la sua compagnia di squadra, Jess, la sua compagna di squadra ma più grande, Chris e Matt, le loro controparti della squadra maschile, Mike che era il suo tutor di storia, e Dave, che teneva il posto a tutti per pranzo.
Johannes era inizialmente contento del suo gruppo di amici, ma quando le loro uscite al parco o al centro commerciale divennero serate fino al mattino dopo, in posti sperduti, con persone sconosciute, iniziò a preoccuparsi. Affrontò più volte la figlia a riguardo, ma lei scrollava le spalle e scuoteva la testa.
Inizialmente l'uomo le lasciò abbastanza corda, adottando la filosofia del "sbagliando imparerà", ma dopo una sera di maggio – in cui Scarlet e i suoi amici erano sgattaiolati in una festa riservata ai diplomanti – mise da parte il trattamento da "chill parent" e Scarlet finì in punizione per un mese.
CREATURA:
Cosa successe di preciso, la notte del 15 maggio 2001, non lo sa nessuno. O meglio, tutti hanno una diversa versione dei fatti. Quella vera, la conoscono solo due persone.
Dave, che aveva accompagnato la ragazza in macchina e avrebbe dovuto riaccompagnarla a casa, dice che a un certo punto era semplicemente scomparsa.
Chris afferma che Scarlet aveva bevuto una bottiglia di birra, di quelle piccole, cosa che comunque fece scandalo, visto che era minorenne, e quindi ben sotto l'età legale per bere. Quando Chris, nel tentativo di difenderla, precisò che avevano bevuto tutti, finì nei guai.
Jess, la senior che aveva invitato il gruppo, disse che Scarlet era perfettamente lucida, solo un po' più rilassata e sciolta, e che era sempre rimasta con il loro gruppo di freshmens e sophomores. Si era allontanata dicendole che doveva usare il gabinetto, e che si era proposta per accompagnarla, ma lei le aveva risposto che si stava già accodando ad un'altra ragazza.
Stevie, la sua migliore amica, parlò col naso storto di quella Kali, che inizialmente venne persino indagata, ma le prove non sussistevano, e venne presto scagionata.
Amy fu la prima a notare la sua scomparsa, e la prima a presentarsi in ospedale, dopo il suo ritrovamento.
Scarlet aveva effettivamente bevuto una bottiglia piccola di birra, e aveva chiacchierato con i suoi amici – i più piccoli presenti al festino. Aveva parlato con Kali, una ragazza che si era diplomata l'anno precedente, ma era rimasta in contatto con alcuni ragazzi a cui aveva fatto da tutor, ed era venuta a festeggiare il loro diploma, ed era stata proprio Kali a chiederle se volesse essere accompagnata nel bosco più inoltrato.
Scarlet si fidò, sebbene non conoscesse del tutto la ragazza – si, si erano viste in giro quando usciva con la comitiva di Jessica, ma non ci aveva mai stretto amicizia.
Scarlet era andata per seconda, e quando uscì dal cespuglio, non trovò più Kali. Si inoltrò nel bosco per cercarla, chiamandola a gran voce, e mentre stava tornando sui suoi passi per avvertire il gruppo, qualcosa la spinse a terra, e iniziò a trascinarla. Scarlet gridò frastornata, ma poi qualcosa la morse, e lei svenne. Quando si risvegliò, era giorno.
La ragazza corse nella direzione da cui pensava di essere stata portata via, ma scoprì di essere finita dall'altra parte, vicino all'highway per San Clemente. Rientrò nel bosco, costeggiando la strada, e da lì a sera, venne trovata, sporca di sangue e di terra.
Inizialmente tutti pensarono che avesse subito uno stupro, e che non ricordasse niente per l'alcol e per il trauma. Venne portata in ospedale, tutti i ragazzi presenti vennero rintracciati, tutti furono interrogati, Scarlet subì numerosi test, ma non vi era alcuna traccia di violenza sessuale su di lei.
Allora, cosa le era successo?
Johannes, per quanto spaventato, era anche incredibilmente arrabbiato con lei. La mise in punizione, "isolamento" in casa, per un mese; da giugno, permise alle sue amiche, Amy e Stevie, di venire a trovarla, anche perché forse almeno a loro avrebbe confidato cosa fosse successo.
Nulla. Scarlet aveva un vuoto di memoria, e la sua versione non coincideva con quella di Kali, che sosteneva di averla cercata a sua volta. Stevie continuava a sospettare di lei, ma era stata quella ragazza a denunciare per prima la sua scomparsa, e nessuno le aveva mai creduto.
In quel mese e mezzo di punizione, Scarlet iniziò a sentirsi diversa, ma non avrebbe saputo spiegare in che senso. Non si sentiva male, non si sentiva nemmeno bene. Sentiva e basta, tutto.
Il quattro luglio, Johannes le concesse di celebrare in spiaggia con gli amici, a patto che subito dopo i fuochi tornasse a casa con lui, Camila, e le bambine. Pur di uscire, Scarlet e i suoi amici si organizzarono per passare il pomeriggio insieme.
Il giorno dopo sarebbe stata luna piena.
Sulla spiaggia, Scarlet venne raggiunta da Kali, che sembrava avere una pessima cera. La ringraziò mille volte, sebbene non avesse fatto nulla di concreto per trovarla, anzi. Dopo sei settimane di teorie complottiste con Stephanie, iniziava a credere alla migliore amica, e a dubitare di Kali.
Si stupì quando le chiese con precisione come stesse. Se fosse innervosita, se si sentisse scoppiare, se improvvisamente diventata ingestibile.
"No..." rispose lei, perplessa.
"Ah".
"Perché, se posso sapere?".
"Domani è luna piena?".
Scarlet alzò lo sguardo al cielo. "E quindi?".
Kali le sorrise, e se ne andò, lasciandola confusa.
Scarlet si spaventò un pochino. Kali sapeva cosa fosse successo? Kali era stata parte del piano?
Passò un mese di osservazione. Annotava ciò che si sentiva, e quando non ci riusciva a parole, usava frasi, disegni, poesie, canzoni, colori. Alla luna piena successiva, chiese informazioni su Kali, chi fosse, da dove veniva, perché continuava a frequentare il liceo? La cercò nuovamente ma non la trovò mai.
Fino al giorno del suo compleanno. Il 22 agosto, Scarlet festeggiò sedici anni il primo giorno di seconda liceo; la sera, con gli amici più stretti, ebbe un pigiama party nel cortile di casa sua. Il giorno dopo, all'uscita da scuola, trovò proprio Kali, che le fece gli auguri, e le intimò di allontanarsi un attimo per parlare.
Così, il 23 agosto 2001, Scarlet fece il suo battesimo nel sovrannaturale.
Inizialmente, pensò che la stesse prendendo in giro, ma il suo sguardo serio e la sua voce ferma la fece smettere di ridere velocemente. Scarlet era abbastanza seccata: non aveva già vissuto abbastanza cose brutte? ora doveva essere un licantropo?!
Si arrabbiò anche, quando Kali le confessò di averla seguita per gran parte dell'anno passato, all'infuori dei club e delle serate che avevano passato insieme. Temette per suo padre, Camila, e le sorelline, quando la ragazza dimostrò di conoscere anche loro, confessò di aver seguito anche loro.
Sì, insomma, se la prese proprio male, soprattutto a scoprire che il morso di Kali non aveva funzionato, perché non si era mai trasformata. Cioè, era contentissima di sapere che non era diventata un lupo mannaro, ma cosa significava? Kali non seppe darle una risposta, e Scarlet fu ancora più scocciata sentendole dire che avrebbe continuato a seguirla per capirlo.
"Dovremo diventare amiche" commentò maliziosa Kali, e Scarlet le lanciò un'occhiataccia prima di allontanarsi.
Scarlet tornò alla sua vita "normale": le competizioni di corsa campestre, i compiti di fine semestre, le lezioni, le uscite con gli amici, e le uscite con Kali. Durante gli ultimi mesi dell'anno, le due si trovarono effettivamente a diventare quasi amiche; quasi, perché Kali aveva qualche anno in più di lei, e più che amichevole era intimidatoria.
Ogni loro appuntamento era una lezione sul sovrannaturale, e ogni volta che tornava a casa, Scarlet si chiedeva perché fosse successo proprio a lei.
Sotto Halloween, trovò il coraggio di chiederle se avesse capito cosa fosse. Kali scosse la testa, frustata quanto lei.
Non era un licantropo – "e fin qui" –, non era un coyote – "esistono?!" –, non poteva essere una kitsune – "una che?" – e non aveva assolutamente il carattere da kanima – "... grazie?".
Halloween cadeva di mercoledì. La luna piena era prevista per il giorno successivo.
Scarlet era uscita con gli amici, che avevano deciso di intrufolarsi in un festino, come al solito, ma avevano prefissato di andarsene verso la mezzanotte, considerando che il giorno dopo avrebbero avuto lezione.
Tornando a casa, passarono accanto al bosco dove, quasi sei mesi prima, Scarlet era stata morsa. Forse per quella circostanza, la ragazza si innervosì, ma quando scoppiò a piangere in un attacco di panico, senza un motivo apparente, si preoccupò.
I suoi amici erano altrettanto spaventati.
"Non avremmo dovuto prendere questa strada".
"E che facevo, mettevo le ali alla macchina?".
"Redbull ti mette le aaaliii".
"Che cazzo, Christopher".
"Scusate, pensavo scaricasse la tensione".
"Charly? Respira con me, piano piano".
Scarlet urlò prima ancora di vedere il cadavere.
Dave, sempre alla guida, sterzò d'improvviso quando le luci della macchina illuminarono il corpo di una ragazza in mezzo alla strada. Il sangue macchiava l'asfalto fino al confine del bosco.
Non c'era traccia di nient'altro. I ragazzi, in parte impressionati, in parte spaventati dal fatto che Scarlet aveva come "predetto" il ritrovamento, chiamarono la polizia.
Quando la ragazzina rientrò in casa alle ormai una di notte, trovò suo padre alla porta. Scarlet ricorda di aver pianto, tantissimo, e che il giorno dopo si era svegliata con Johannes che l'abbracciava, come faceva quando lei era piccola e aveva gli incubi. Pensò di saltare la scuola, ma non voleva mostrarsi debole; Camila, tuttavia le diede un tranquillante e il compito di controllare le gemelle.
Nel pomeriggio, venne chiamata dal dipartimento di polizia per testimoniare. Tornò a casa, e passò l'intera serata a rimuginare su quello che era successo. Forse quello avrebbe spiegato cos'era diventata? Voleva parlare con Kali, sebbene l'idea la mettesse a disagio: sarebbe stata l'unica a capire. Ma Kali era probabilmente impegnata a rincorrere qualcosa nel bosco, in quel momento.
Venerdì tornò a scuola, e la trovò proprio lì, all'ingresso, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, inappropriatamente felice della situazione.
Scarlet schivò i suoi amici, e la seguì fino al parcheggio. Perse la prima ora, nell'apprendere di essere una Banshee, una creatura sovrannaturale alquanto rara, visto che è una mutazione del Morso dovuta alla sua genetica; normalmente, il Morso trasforma solo in Licantropi.
Scarlet ha avuto molte difficoltà a capire esattamente quale fosse il suo potere, e tutt'ora ha delle difficoltà nel gestirlo pienamente. Purtroppo, nessuno poteva aiutarla a raffinare le sue abilità: il branco di Kali aveva sempre accolto esclusivamente lupi. Lei era stata la prima eccezione, ma tutt'ora pensa che la sua presenza lì sia accettata solo perché era stata Kali a deciderlo.
Sempre Kali – che di sovrannaturale se ne intendeva molto e poco – la presentò al druido del branco, Jennifer Blake. Fu proprio lei a seguire Scarlet nel suo "percorso di formazione".
Scarlet sapeva che le Banshee erano – sono! – creature mitologiche che avvertono e annunciano la Morte, ma ha impiegato un bel po' di mesi a capire come gestire questa situazione. Inizialmente, i suoi erano veri e propri attacchi di panico, ma non riusciva a individuare chi o dove.
Poi, dopo il Capodanno 2002, arrivarono le prime chiaroveggenze, che Scarlet stupidamente pensava fossero allucinazioni scombinate: rumori che sentiva solo lei, cose apparentemente insignificanti che le facevano scattare un campanello d'allarme.
Si confidò immediatamente con Jennifer, che le suggerì di tenere un quaderno nel quale annotare questi presentimenti, così da studiare successivamente il nesso con le varie reazioni nel mondo. Scarlet pensò che fosse un'idea stupida, ma risultò essere geniale. Imparò ad aprire la mente – quasi letteralmente – ad associare i sintomi alle premonizioni, le premonizioni agli eventi circostanti.
Scarlet non ebbe un periodo di prova: i Cacciatori stavano cercando tutti loro. Sebbene avesse salvato la vita a più lupi del branco, non se ne vantò mai, sempre preoccupata di poter fare meglio e di non fare abbastanza.
Inizialmente erano solo allucinazioni uditive, ma Scarlet ha lavorato così tanto su sé stessa negli ultimi mesi, che alcune sono diventate anche visive. E il lavoro del quadernino si è intensificato.
Subito dopo la fine dell'anno scolastico, Jennifer intensificò il suo "allenamento", portando Scarlet all'esasperazione.
Quell'estate, imparò a usare i suoi poteri sensitivi, e sviluppare la capacità della divinazione.
Ha cominciato con quella del suono, che consiste nell'isolamento o intensificazione uditiva per recepire meglio i segnali del suono dell'universo.
Poi con quella della scrittura, ovvero entrare in uno stato di trance, in connessione con lo stesso universo, e lasciarsi usare come strumento per trascrivere ciò che le sta dicendo.
Prima di andarsene a Beacon Hills, lei e Jennifer si erano ripromesse di cominciare ad esercitarsi con gli oggetti, per aprire la sua mente alla divinazione col tatto.
Ma insomma, per essere una Banshee da appena nove mesi, se la sta cavando bene, no?
* la ragazza non subisce alcuna trasformazione, ogni tanto senza preavviso urla e piange.
** la ragazza ha avuto modo di conoscere le caratteristiche delle varie creature sovrannaturali nel suo periodo chili con Kali, ma è ancora un po' scarsa in materia - soprattutto, si è concentrata sui suoi poteri - quindi se la vedrete tirare fuori una nota con gli appunti del colore degli occhi dei lupi datele tempo
CARATTERE:
Si può pensare che dopo una vita del genere, Scarlet sia diventata la ragazzina più insofferente, antipatica, isolata e piagnucolona che San Diego abbia mai conosciuto.
Ed effettivamente, il suo carattere si è un po' raffreddato, ma Scarlet non si è mai lasciata prendere dalla tristezza, perché quando era una bambina, ancora alla materna, stava giocando con altri bambini,e cantavano una filastrocca, e ognuno doveva essere qualcosa. Lei era Scarlet, ed era una piccola Starlet, che tradotto, vuol dire "stellina", e le stelle brillano perché bruciano.
Una filosofia un po' oscura, ma che lei ha sempre vissuto con positività. Porta le sue ferite nascoste, perché gli altri non devono sapere quanto soffrono le stelle per brillare, devono solo permettersi di vederle e sorridere e lasciarsi proiettare in chissà quali sogni. Come i diamanti che si formano sotto pressura. Scarlet è un po' l'incarnazione di tutti questi modi di dire, di coloro che affrontano la battaglia, e anche di coloro che si lasciano consumare da essa.
Una persona che non conosce Scarlet può pensare che sia la ragazza più integra della terra – o quantomeno del liceo.
È – era, perlomeno – una ragazza estroversa, socievole. Adesso è un po' più silenziosa, sulle sue, ma ha sempre un sorriso sulle labbra.
Non ha mai riscontrato difficoltà nell'ambientarsi in nuove situazioni, in nuovi luoghi, con nuove persone.
È ferma, risoluta, senza pudore e senza vergogna.
Sua madre la rimproverava spesso per non avere un briciolo di decenza, per parlare troppo e a voce alta. E Scarlet ci provava a stare zitta, ma non ce la faceva. Era più forte di lei.
È sempre stata molto spigliata, spontanea, cosa che le ha provocato non pochi guai – ma anche qui, non è mai riuscita a contare fino a dieci prima di parlare. Le poche volte che l'ha fatto, è stato solo più confusionario, ed è finita col fare più danni.
Spesso è stata additata come irresponsabile, scema, più volte venne ripresa perché non ascoltava, o perché rispondeva subito alle domande che le venivano poste. Soprattutto da sua madre, dopo il divorzio.
Scarlet ne era infastidita abbastanza, perché non riusciva a capire cosa ci fosse di male nell'essere lei. Sapeva benissimo di non essere la più intelligente, la più diligente.
Era tutto sommato una bambina obbediente, non una di quelli arroganti che ti rispondono dietro.
Suo padre sosteneva – e sostiene tutt'ora – che la sua unica pecca sia essere ingenua. Effettivamente, Scarlet lo è. Non è la persona più razionale sulla faccia della terra, anzi, spesso succede che faccia lo stesso errore due volte, per distrazione, per dimenticanza. Da quando si è "assunta" le responsabilità del branco, ha provato a mettersi la testa sulle spalle, ad essere più cauta, più presente, ma le stelle stanno in cielo, e dall'alto si vedono sempre più cose.
Scarlet è sempre stata una ragazza vivace, energica. Ha sempre frequentato sport, fatto attività di qualsiasi tipo. Per un periodo, i suoi genitori pensarono che potesse trattarsi di iperattività, ma non risultò mai dai test o dai consulti medici. La verità è che la routine è una cosa che Scarlet odia. Vuole arrivare a fine giornata carica ed emozionata di tutto quello che è successo, non delusa e stanca di non aver fatto abbastanza. La routine è come se stesse mollando.
È una grande fan del caso, non altrettanto dell'imprevisto. Non le dispiacciono le cose organizzate all'ultimo. Cinema nel pomeriggio? Lei c'è. Concerto questo sabato? Lei viene, anche se è venerdì. Viaggio per le vacanze primaverili? Ovunque vogliate andare, la sua valigia è pronta il momento in cui viene chiesto.
Pensate a qualsiasi evento sociale, lei sarà lì, quasi sicuramente. Il quasi si chiama Johannes, e sebbene a volte Scarlet ci resti male, sa benissimo che il suo "no" ha un significato dietro che un giorno capirà, e la sua fiducia deve essere corrisposta.
Una cosa negativa di Scarlet, è che è una ragazza così carina che non riesce mai a rispondere male, nemmeno quando sarebbe necessario che tirasse fuori i suddetti.
Non riesce a rispondere alle persone, sebbene poi abbia interi dialoghi, discussioni e litigi per conto suo con lo specchio o il muro.
Sua nonna Nora si rimprovera, dicendo che è colpa dei dolci che le ha fatto mangiare da piccola e l'hanno resa troppo buona.
Trova sempre un modo per giustificare gli atteggiamenti, i gesti, le persone. Non riesce a non perdonare, è più forte di lei.
La fa passare sempre come gentilezza, ma a volte pensa che possa essere solo debolezza, e che gli altri se ne siano accorti da molto più tempo di lei.
Ma questa gentilezza per Scarlet è il riscatto più grande, perché le significa che nonostante il suo cuore sia frantumato e rimesso insieme con le bende, continua a battere, per sé, e per gli altri.
Troverà sempre un briciolo di compassione, di umanità.
Nel voler bene a suo padre, nonostante non si siano visti per quasi cinque anni. Nel voler bene a Camila, che se l'è presa sotto la sua ala come una figlia.
Nel voler bene a Celeste e Violetta, nonostante non siano proprio sorelle sue.
Nel voler bene a sua madre, nonostante tutto quello che le abbia fatto passare, nonostante non la senta da tempo.
Nel volere bene a Kali, nonostante abbia subito la sua volontà.
Scarlet è sempre disposta ad aiutare, ad andare incontro a chi ha difficoltà. Le viene spontaneo, mettersi al servizio e alla guida. Perché Scarlet è una piccola starlet, e come le stelle vere, attrae le persone, i loro desideri, i loro pensieri, le loro dediche, i loro sogni. Le affascina, le calamita a sé.
Forse c'è sempre stato qualcosa dentro di lei a renderla "magica".
PUNTI FORTI:
– velocità, resistenza fisica
Avendo sempre praticato attività fisica, Scarlet ha sviluppato delle notevoli capacità fisica, soprattutto per quanto riguarda la velocità e la resistenza. Praticando atletica, è abituata a correre, e soprattutto, sa correre come si deve, sa come tenere il fiato, e affrontando el corse campestri ha sviluppato un'ottima resistenza fisica.
Non si può dire proprio altrettanto della parte superiore del corpo: Scarlet si allena, ma non facendo sport che richiedono l'uso di quella muscolatura, non è altrettanto sviluppata. Ma non è messa nemmeno così male, diciamo che se la può cavare.
– empatia e socievolezza
Scarlet è sempre stata molto consapevole dei sentimenti e delle emozioni umani, sin dalla più tenera età. Diciamo che il divorzio dei suoi genitori ha "attivato" questa sua capacità. Magari non conosce benissimo la persona, ma riesce a leggere la situazione, l'atmosfera, riesce a percepire il limite.
Quando è troppo, quando serve un po' di più, quando non è abbastanza, quando c'è senso di colpa, quando c'è soddisfazione, quando c'è paura, quando c'è tensione, quando c'è preoccupazione.
E magari non sempre riesce a dire la cosa giusta, ma prova sempre a mostrare la sua comprensione.
Un po' per questo, un po' perché è effettivamente una chiacchierona, Scarlet è una ragazza molto socievole. Sta bene con tutti, senza sentirsi mai a disagio. Attrae a sé le persone, come se fosse una calamita.
È anche una ragazza sociale, si trova bene negli spazi aperti, nei luoghi vissuti, abitati, pieni, numerosi.
– poliglotta
Scarlet parla un sacco di lingue. Parla, legge e scrive in inglese, che è la sua lingua nativa; parla danese, la lingua del papà, anche se ultimamente ha perso dei pezzi di grammatica e vocaboli oltreoceano; sa leggere e scrivere arabo, e tecnicamente anche parlarlo, ma non lo fa granché.
Parla anche il francese, che era la seconda lingua della madre, e negli ultimi anni sta imparando lo spagnolo.
PUNTI DEBOLI:
– sovraccarico
Per la sua paura di non fare mai abbastanza, Scarlet si mette così tanti impegni che si trova a dover fare un sacco di cose in pochissimo tempo. Va proprio in sovraccarico, un powerbank che brucia, consumata da tutta l'energia che dà senza tregua.
Fisicamente, e mentalmente. Scarlet deve sentirsi esausta a fine giornata, è il problema è che per lei non è una sensazione negativa, anzi: la fatica della giornata la ricarica.
E il giorno dopo, quindi, lo rifà da capo.
Non sa darsi un limite, non sa darsi pausa.
– ingenuità
Scarlet è una ragazza estremamente ingenua. Ha fiducia in tutti, vede il buono in quasi ogni azione, anche quelle peggiori, perché "ci stanno provando". È un po' una sprovveduta, inesperta nonostante la sua maturità, soprattutto per quanto riguarda il sovrannaturale. Sta imparando, ma è ancora ciechina.
– affetto
Scarlet non sa proprio come gestire le affettività. Lei ci prova, ma non sempre fa la mossa giusta, come i suoi genitori. Sa benissimo di essere amata, ma a volte crede di non meritarlo, o di non poterlo essere, o di non riuscire a ricambiare. È sempre stata così attenta agli altri, che non si è mai fermata a provare empatia per sé stessa, a provare a capirsi, a conoscersi.
E quindi non sempre sa esprimersi.
Ironico, per una come lei, no?
– empatia
Come può essere un pregio, per Scarlet è una grandissima debolezza. È strettamente connessa alla sua ingenuità: commette gli stessi errori perché non sa dire di no, perché da sempre un'altra possibilità. La ragazza non ha la minima concezione del rispetto per sé stessa, troppo impegnata a non fare sentire in colpa gli altri.
– paure
Volete ridere? Ecco, compensate le sue lacrime mentre leggete.
Scarlet ha tante più paure di quello che si possa credere.
Suonerà ridicolo, ma ha paura degli uccelli. Quando aveva circa quattro anni, un gabbiano le lasciò una striscia bianca sul suo cappellino preferito, e suo padre conserva ancora la polaroid di lei che piange e sua madre che ride mentre prova a consolarla.
Da allora, lei è sempre attenta a dove cammina, dove si siede, dove va. Non è una paura che la blocca, ma se dovesse passare sotto un filo della luce, lo farebbe correndo, e guardando in alto.
(forse l'avevo già scritto ma) Detesta sentirsi stagnante. Non sa come altro spiegarlo, ma teme la fermezza della routine. La fa sentire chiusa, bloccata, come una porta chiusa a chiave. Per questo è sempre in fermento, a riempirsi la giornata, a muoversi. Ha paura di non aver fatto abbastanza, di aver perso qualche possibilità, qualche occasione.
Ha paura degli spazi chiusi. Da quando suo nonno l'ha rinchiusa in camera a Casablanca, potete capire che ha un po' il trauma di non avere vie di fuga.
Non è claustrofobica, prende tranquillamente ascensori o tram, ma se dovesse succedere qualcosa, andrebbe decisamente nel pallone, e finirebbe col fare da ariete o usare qualcuno come ariete per aprire la porta.
Ha paura della solitudine. Il che è ironico, perché per parte della sua vita, lei è stata davvero sola. O forse, proprio per questo ora la teme, teme che non ci sia nessuno disposto ad aiutarla.
Un'altra paura sbloccata dal nuovo millennio è il bosco. Non si è mai fidata granché degli alberi e della montagna, dei luoghi in cui tutto è fitto e i tronchi sembrano essere le grate di una prigione, le fronde oscurano il sole, e l'orientamento lo perdi per un passo troppo lungo, ma dopo essere stata aggredita, morsa, trascinata dal lato opposto, non si fida più ad andarci da sola.
Conosce le bestie che possono abitarlo, e non si riferisce agli orsi. E l'ultima volta che ci è passata accanto, ha trovato un cadavere, il che è stato interessante ma non del tutto divertente.
E la paura che suonerà ancora più ridicola, è quella del sovrannaturale.
Vedete, Scarlet ha compreso benissimo tutto ciò che le è stato detto da Kali e Jennifer, forse fin troppo bene.
Un conto sono le leggende, che magari ti fanno paura, ma sai che non sono del tutto vere, e ti aggrappi a quella fragile possibilità; un conto è quando quelle leggende diventano realtà, e sai che non è tutto nella tua testa, ma che è tutto davvero intorno a te, e che tu lo stai percependo.
I poteri di Scarlet sono fomentati dalla sua paura: conoscere, aiuta a prevedere, aiuta a prevenire, ma più volte è successo che la ragazza desiderasse "lasciarsi andare", per non affrontarlo più.
Un'ultima cosa; Scarlet ha sviluppato un po' una paura anche nei confronti dell'uomo, dopo l'evento "nonno Kharim mi svende in piazza", quindi sebbene non lo dimostri, tende a diffidare degli uomini in generale.
Non ha tante difficoltà coi coetanei, quanto con gli adulti veri e propri.
CURIOSITÀ:
– macchina
Scarlet, alla veneranda età di diciassette anni, deve ancora prendere la patente. Non ce la farà mai.
Intanto, perché non vuole chiedere i soldi al padre, che sebbene sia contrariato da questa decisione, l'ha approvata, incoraggiandola a proseguirla. Poi, perché nell'anno in cui avrebbe voluto prenderla, era troppo impegnata a cercare di memorizzare la differenza fra un occhio blu e un occhio giallo, fra il canto di un gallo e il verso del corvo e altri funesti presagi.
Ogni tanto suo padre l'ha fatta guidare nei parcheggi deserti quindi tecnicamente la ragazza sa come guidare, ma non ha la più pallida idea di come funzioni una macchina, e deve ancora scroccare passagg- affidarsi alla gentilezza altrui.
– che lavoretto fa(ceva) la nostra stella?
Scarlet ha cominciato facendo ripetizioni ai ragazzini più piccoli, delle medie, e durante il primo anno a San Diego aveva trovato in posto come cameriera ad un fast food del suo quartiere. Certo, era un po' difficile fare i turni senza avere una macchina, ma non si è mai scoraggiata per questo.
Andava in bici, oppure i suoi amici la lasciavano dopo la scuola, e Camila la passava a prendere quando finiva il turno in ospedale, o Johannes quando andava a prendere le gemelle alla materna, o i suoi colleghi automuniti quando finivano il turno. Si occupava del servizio tavoli, poi è passata in cucina.
– sportiva
Scarlet è sempre stata in movimento, e ha praticato qualsiasi sport possiate pensare. Ha fatto nuoto, ha fatto un po' di danza, un po' di ginnastica artistica, e infine, un po' di atletica, che era diventata la sua preferita – essenzialmente perché le piaceva battere lo spaccone del gruppo.
Poi ha smesso per un periodo, ma al Madison High School ha avuto la possibilità di tornare a farla, anche se su un settore più specifico, che è quello della corsa campestre. Quando la scelse, si sentì un po' ridicola, ma continuando a frequentarla, le piacque sempre di più.
Purtroppo, al liceo di Beacon Hills non ci sono squadre di atletica, e Scarlet non è granché interessata al lacrosse. Deciderà di provare a entrare nel corpo di cheerleading, che si avvicina un po' alla danza, ma forse all'ultimo minuto proverà anche per lacrosse, chissà. Lei si vede bene in entrambi.
(raga suggerimenti su cosa farle fare non lo so nemmeno io, votate nei commenti "team cheers" o team "lacrimecross")
– scuola
A Scarlet la scuola in realtà è sempre piaciuta. Non faceva le bizze per saltare le lezioni, non disturbava la classe durante i corsi, faceva i suoi compiti, faceva domande, aveva tante curiosità.
Al suo vecchio liceo seguiva matematica, biologia, storia, lingua e letteratura americana, educazione fisica (nella quale eccelleva), e come materie facoltative aveva scelto spagnolo (per parlare meglio con Camila e le gemelle) e francese.
Nel nuovo liceo, seguirà i soliti corsi obbligatori, riprenderà le due lingue straniere e aggiungerà al corso anche la lingua dei segni (americana), geologia.
Non sa di preciso cosa le piacerebbe fare nella vita, ma è molto interessata alle materie scientifiche, nello specifico quelle che riguardano la Terra e l'Universo. L'affascinava molto il corso di astronomia, ma aveva finito lo spazio sulla lista.
Oppure, si vede bene a lavorare con i bambini, e magari insegnare l'inglese a quelli stranieri.
Ma è già al terzo anno, e dovrà decidersi velocemente.
– portafortuna
Cresciuta con una madre araba e una matrigna spagnola, vuoi che non abbia avuto modo di conoscere tutte le scaramanzie esistenti? Ma non ha l'occhio al collo, o qualche pietra preziosa nascosta in tasca.
Il portafortuna di Scarlet è una collanina di argento, con incorporato tre fiori laccati, fusi assieme a creare una forma triangolare, e incastrati alla catenella. I tre fiori sono una Dalia, rossa, un Iris celeste e una Rosa, violetta.
È stato il regalo di Camila, il primo Natale che festeggiarono insieme dopo la nascita delle gemelle, e sta a simboleggiare proprio loro tre.
Camila non l'ha mai dichiarato ad alta voce, ma Scarlet sa che l'ha sempre considerata come sua figlia, e quella collanina le ha scaldato il cuore.
Più volta si è ritrovata a stringerla e a giocarci con le dita, quando era in situazioni di ansia, di disagio, o semplicemente quando doveva darsi la carica.
La indossa quasi quotidianamente.
– interessi
Scarlet è una ragazza solare, e si può vedere soprattutto dalle sue passioni.
Le piace la spiaggia e il mare. Le piace nuotare, sentire l'acqua salata, sdraiarsi sulla sabbia, prendere il sole, sentirne il calore.
Le piace stare con la sua famiglia. Ha lunghe chiacchierate col padre, escono a fare la spesa, scherzano, giocano a carte in maniera seriale. Le piace stare con Camila, le piace fare shopping insieme, quando le mette gli orecchini nuovi, quando discutono dei suoi pazienti e dei suoi amici, quando cucinano insieme i piatti più complessi, speziati, e pesanti che una persona possa assaggiare. Le piace stare con le sorelline, aiutarle a parlare inglese giocando con le bambole, colorando i loro libri, pettinandole, vestendole, assistere alle loro recite, andare al parco giochi.
Le piace stare con i suoi amici, anche quando non hanno nulla da fare. Giocare a carte, fare i compiti, girare in macchina ascoltando la musica, nuotare al mare, camminare sulla spiaggia le sere d'estate, mangiare. Stare anche in silenzio, leggendo libri nella stessa stanza, parlare di qualsiasi cosa.
Le piace la musica, le piace ballare, le piace divertirsi, sentirsi viva. Non va alle feste tanto per bere quanto per socializzare, conoscere, stare insieme.
CONOSCENZE:
branco di Kali + ragazzi che faranno il 3° anno + cheerleader e lacrosse PEFFORZA
+ chiunque la voglia, più sono meglio è! FATEVI SOTTO
ASPETTO FISICO:
(Dorit Revelis)
ETÀ 17 anni
SESSO: F
ALTEZZA: 1,75
COLORE CAPELLI: biondi
COLORE OCCHI: verdi
SEGNI PARTICOLARI: capelli ricci, neo sulla guancia sinistra, lentiggini
(personality pics upcoming)
* prima che arriviate ad accusarmi, Dorit non è marocchina, ma israeliana.
Farah è stata creata mezza marocchina mezza israeliana per giustificare la pelle chiara del faceclaim
(oltre a una fantasiosa dose di Mendel e di predominanze genetiche)
SVILUPPO DEL PERSONAGGIO:
Allora, la mia unica volontà è che non muoia.
In realtà, se necessario ai fini della trama, la vedrei bene sacrificarsi, o ad essere sacrificata, o ad essere uccisa. Non la odio, giuro, mi sembrerebbe una conclusione "degna" di lei.
Il problema è che è il mio unico personaggio, quindi preferirei che succedesse – se dovesse succedere – alla fine della role. Ma qui possiamo metterci d'accordo io e Black_Riddle.
Lo dico pubblicamente: io non ho mai visto Teen Wolf, conosco in generale la trama, ma qui quella che avrebbe bisogno di lezioni di sovrannaturale sono io, non Scarlet, quindi se succede qualcosa che Scarlet dovrebbe sapere ma che io sicuramente non capirò che dovrà sapere, siete liberissimi, tutti, di scrivermi in privato per richiamarmi all'attenzione o per chiedermi favori. Black, tu soprattutto.
Accetto anche gli spoiler a fine di trama, so tenere le dita ferme, quindi resteranno dove me li riferirete.
Passando al personaggio vero e proprio;
Vorrei che Scarlet sviluppasse un carattere un po' più cazzuto, senza perdere la sua solarità, o magari anche perdendola, quello lo vedrò io poi (ma se avete suggerimenti datemeli plis).
Vorrei che perdesse la sua ingenuità, che venisse aiutata – anche rudemente – ad essere più presente, più pragmatica.
Vorrei che avesse più rispetto per sé stessa, che sviluppasse la capacità di dire ciò che pensa senza essere troppo "people pleaser", di tirare fuori i suddetti e rispondere a tono.
Diciamo che è già un po' sulla strada giusta, ma la sua macchina (ahahah che ridere non ce l'ha) è in panne. Ha bisogno di una spintarella, e vorrei qualcuno/a disposta a dargliela. Ad aiutarla a tirare fuori un po' tutti i traumi che si tiene dentro, a sfogarli.
(sincera) Mi piacerebbe vederla soffrire per questo, perché nella paura lei trovi la forza di farlo.
Non dico farla patire, ma qualche isolamento, abbandono nel bosco, anche un ascensore bloccato, davvero.
Mi piacerebbe che fronteggiasse qualche creatura, che possa sviluppare ancora di più i suoi poteri di Banshee, e che con l'aumento delle sue abilità si rafforzi anche il suo carattere.
Mi piacerebbe farla partecipare a più eventi e situazioni possibili. Sia riferiti a un contesto sociale (partite, festini, eventi scolastici), sia riferiti al contesto dei branchi.
Una cosa che non ho scritto prima: la sua storia è un segreto.
Scarlet non va in giro a vantarsi di essere scampata a un matrimonio combinato, e l'unica a saperlo del suo branco potrebbe essere Kali, che l'ha scoperto stalkerandola.
Scarlet sa che non c'è niente di male, non ci tiene a gridarlo ai quattro venti, e le ha fatto promettere di tenere il suo passato un segreto.
I suoi amici del liceo a San Diego sanno che viveva a Los Angeles e che i suoi sono divorziati, ma pensano che sia una cosa recente, che abbia perso l'anno per tutte le scartoffie legali e che si sia trasferita lì col padre perché la madre era tornata a Casablanca, ma lei voleva finire il liceo lì.
Anche l'incidente del bosco: loro pensano ancora che sia stata aggredita sessualmente, forse proprio da Kali, ma non sanno niente del Morso, dei poteri, del pericolo che grava sulla California.
Nemmeno suo padre lo sa. Non ha fatto in tempo a dirglielo, gli ha detto solo che doveva andare a Beacon Hills un paio di giorni, ma che sarebbe tornata per l'inizio della scuola. E difatti, quando non tornerà, Johannes probabilmente andrà in centrale per dichiararne la scomparsa, pensando che sia tutto ricollegabile alla moglie. Per Scarlet sarà un po' un casino, effettivamente.
Quindi, sarebbe molto simpatico se la polizia arrivasse a cercarla a Beacon Hills, e mentre si nascondono, lei rivelasse a qualcuno il suo passato. Preferirei che fosse qualcuno del suo branco – non Kali o Jennifer – con cui è già in confidenza, anche perché dubito che altri branchi abbiano interesse nel proteggerla, ma io non disdegno nulla ;)
A chi non lo rivela, non lo sa. A meno che Kali non apra la bocca. Preferirei che non succedesse, ma possiamo discuterne a riguardo.
Mi piacerebbe che avesse molti amici, quindi ripeto, gettatevi sulle conoscenze, vi piglio tutti con il retino delle farfalle, davvero.
Mi piacerebbe che trovasse una persona che diventasse la sua migliore amica – genere neutrale.
Ne ha già una, a San Diego, ma mi riferisco ad una "sovrannaturale", che possa abbracciare tutta la complessità del suo personaggio.
Una che possa smuoverla, che possa aiutarla a diventare una versione migliore, come banshee e come umana; una che possa insegnarle a indurire il carattere senza spegnere la sua luce, come scrivevo qualche paragrafo fa.
Non so dire ancora quanto mi ispiri dire che mi piacerebbe farle avere un interesse amoroso, perché Scarlet non ha mai avuto una relazione o un interesse, e soprattutto, dopo nonno Kharim, non sa quanto fidarsi o meno degli uomini. Non ha difficoltà coi suoi coetanei, ma con questi che sono tutti lupi o coyote, alcuni più grandi di lei, potrebbero esserci degli attriti e delle distanze.
Però io sono una gran romantica e sono convinta che l'amore sia davvero la forza che muove l'universo, quindi una dose di affetto non dovrebbe farle male.
Anche qui si accettano proposte, ma io sono fan di tutto, dagli enemies to lovers a friends to lovers, quindi può anche essere uno sviluppo relazionale che verrà fuori naturale in role, e non qualcosa di costruito a tavolino, assolutamente.
E mi servirebbe che qualcuno la scarrozzasse a giro, o comunque che abbia sempre un posto in macchina per andarsene/scappare/fuggire.
Sarebbe molto figo se una volta dovesse guidare LEI la macchina, per salvare il culo a qualcuno. Comic relief check✓
Piccola nota, lo scarrozzo e la migliore amica (entrambi generi neutri!!!) non devono essere correlati per forza.
Ma anche qui, chissà.
Eee niente spero di aver scritto tutto in caso mi venissero idee successivamente sarete (@Black) aggiornati.
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Scusatemi, è stata una scheda kilometrica. Se siete arrivati fino a qui, non so come ringraziarvi.
Scarlet Dalia era nata come semidea, ma è stato bellissimo reinventarla con Banshee. Un po' difficile rigirare tutta la storia, ma ci s'è fatta.
Spero vi sia piaciuta, eee ciao, ci vediamo in role.
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