OC per BAD BLOOD; roleplay fate the Winx saga

Premetto col dire che non sono riuscita a dare l'impressione di Audrey che avrei voluto dare, perché non riuscivo proprio a scriverlo o a pensarlo meglio (essenzialmente a scriverlo senza essere bloccata da Wattpad 👀💀).
Secondo, sono davvero tante parole, e mi dispiace che dovrete leggerle tutte ugualmente 💕🥰 .
Terzo, VI PORTERÒ ANCHE FELIPE MA FATEMI RESPIRARE DATEMI AGIO 😫.
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Signore, mi scusi per l'interruzione, ma la Scientifica ha appena finito di analizzare le videoregistrazioni del vandalismo della settimana scorsa. Queste sono le cartelle dei soggetti identificati.

... Di chi è quella cartella?

Questa?

No, quella da 500 gigabyte. Lo conosciamo?

Tsk. È Moreau, Signore.
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💖🌟🌷💐🌸🪅👾🧜🏻‍♀🌐🌪🍓🍒🍿

everybody knows that I'm a good girl officer

💖🌟🌷💐🌸🪅👾🧜🏻‍♀🌐🌪🍓🍒🍿
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NOME: Audrey Alizeh [audri alizeh]

→ Audrey è un nome femminile di origini inglesi. Assume il significato di "forza nobile".

→ Alizeh è un nome femminile di origini persiane. Significa letteralmente "vento".

Sì, ho il doppio nome. Audrey Alizeh. Mia madre è arrivata a questo compromesso. Sono registrati, potrei usarli entrambi. Lo so che te li aspettavi, eh? Audrey e Alizeh.

A me non piacciono granché, nessuno dei due. Audrey è sofisticato. Suona bene, su una vecchia, non su di me. Suonerebbe bene anche su di me, se non fossi... così. No, Alizeh è troppo bambinesco, ...innocente. Non fa per me. Oh, non chiamatemi e basta.

Ehm, allora. Alizeh perché vuol dire vento. Letteralmente, vento. In "persiano", che oggi non si parla più. Presumo potresti dire che è arabo, sì? Perché abbiamo degli antenati, arabi.

Fai conto te, mia madre è una fata, io sono una fata... è un po' tradizione, avere un nome che richiami il tuo potere. Mia madre però l'ha scelto come secondo nome perché "è scontato averlo come primo". Non le piace non essere originale. E non era sicura che sarei stata una fata.

Quindi come primo nome mi ha messo Audrey, che è un nome comune, normale, circa tranqui. A parte lei, che è un po' vintage, me l'ha messo perché richiama il nome Audra, che vuol dire "tempesta". Non le piaceva Audra, e in qualche modo è arrivata ad Audrey, che non significa "tempesta" ma ci va vicino, perché significa "forza nobile".

Ehhh, vedi quante ne so?
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COGNOME: Moreau [muròho]

→ Moreau è un cognome di origini francese. Nasce come "soprannome" riferito a individui dalla pelle scura.

A me i cognomi affascinano un sacco. No, allora, posso spiegare. Ha senso, giuro.

Un cognome alla fine non è che un nome usato per identificare un gruppo di persone, no? Una famiglia, un clan di appartenenza, una tribù... i cognomi sono nati letteralmente per associare le persone fra di loro.

E spesso i cognomi ricalcano dei tratti distintivi, di quelle persone. Tipo, se avevi i capelli rossi eri un "Rosso", se vivevi vicino a una collina ne portavi il nome, stessa cosa per i fiumi, per i lavori. Se tuo padre lavorava al mulino, eri un "Miller", se era un giardiniere un "Gardner".

Io sono una Moreau perché i miei antenati sono arabi, e venivano chiamato "Mori" a causa della loro pelle. E non mi abbronzo nemmeno! Ti rendi conto?

Non è una cosa bellissima? Sentirsi parte di qualcosa. Certo, dipende da quale cosa. Io ad esempio, non voglio avere niente a che fare con i Moreau. Loro non hanno voluto avere a che fare con me per primi.
Ormai è solo un proforma. Però ha un senso nostalgico, pensare che qualcosa di quasi.. intoccabile, inconsistente, ci lega

Non voglio essere identificata con loro, e la cosa è reciproca. Beh, in realtà, solo per via mia madre. Lo sai che non la sopporto. Non voglio essere vista come lei. A volte temo di esserlo già.

E se me ne inventassi uno io, di cognome?Così, dal nulla. O, potrei essere semplicemente-

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ALTRI NOMINATIVI: Liz [lihs], Audy [oudy]

→ Liz, diminutivo di Alizeh;

→ Audy, diminutivo di Audrey.

-Liz.

Guardami. Non ti sembro una Liz? Lizzy, anche.

È un soprannome azzardato, lo so, non ha niente a che fare col mio nome, ma è questa la cosa divertente. Mi rende un po' irrintracciabile. Misteriosa, anche; io preferisco il termine sconosciuta.

In realtà, ha a che fare con il mio nome, rielaborato. È preso dal mio secondo nome, Alizeh, il che rende tutto più divertente, perché pochi sanno il mio nome completo.

Alcuni restano stupiti anche quando altri mi chiamano Audrey, perchè mi presento sempre come Liz e di conseguenza tutti pensano che mi chiami Elizabeth o qualcosa di simile, e non ci vanno lontano se pensi che effettivamente Alizeh è Eliza al contrario, con un'acca in più.

Mi ci sono abituata, ormai, ad Elizabeth. Sta diventando un ottimo pseudonimo di copertura. Potrei pensare di doverlo sostituire ad Audrey.

Solo le autorità, definiamole così, mi ci chiamano [Audrey]. E mia madre, ma lei rientra nelle figure autoritarie. Da piccola, mi chiamava Audy, ma ha smesso di usarlo da un bel po'. A me va bene così. Non mi piaceva granchè.

A volte mi chiamano anche Moreau, aggiungendoci "signorina" davanti, il che è strano. Non riesco a capire se mi piaccia o meno.

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ETÀ: 16 anni

→ Data di nascita: 22 dicembre ****

Io odio il mio compleanno.
Cade il 22 dicembre, che è il solstizio d'inverno, e a me non piace l'inverno. È una stagione così... fredda, e triste, e buia. Non c'è niente di divertente. Nemmeno la neve è divertente, almeno per me, per dove sono cresciuta: è sempre vista come una scocciatura.

E poi, nascere a dicembre è una tortura: si è sempre i più piccoli, o i poco più grandi. A me, in realtà, diverte molto essere la "più piccola"; sono abituata ad esserlo. Ma mi fa piacere. Mi fa sentire all'altezza delle aspettative.

Nel senso, che non ho ancora diciassett'anni, ma tutti si aspettano da me quello che farebbero i ragazzi di diciassett'anni. È come correre più veloce del tempo. È una sensazione frenetica, inebriante.

Dicembre, come nome, suona così dolce.

Suona di... colori caldi, tipo rosso, arancione, bianco, oro. Suona tranquillo e morbido. Ha con sé un senso di pace e di fine, ma forse solo perché per noi segna la fine dell'anno.

Suona un po' come un addio.

Io non sono molto dicembrina. Io sono molto più... agitata, potrei dire? Molto meno "fine della storia", più "plot twist a metà film". Per essere metaforici.
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REGNO DI PROVENIENZA: Zenith

*le successive informazioni non sono del tutto accurate con il worldbuilding*

→ Regione di provenienza: sud-occidentale.

→ Città di residenza: La Rocca

(corrispondente fantasioso di "La Rochelle", Paesi della Loira, Francia).

Vengo da una cittadina costiera, sul lato sud-occidentale del regno.

È una zona tranquilla; da un certo punto di vista, ti direi che siamo isolati, lontani sia dal controllo del Regno di Solaria, sia dal controllo del castello di Zenith. Si, ci sono i rappresentanti amministrativi, i tecno-robot, ma niente di più.

Dall'altro, ti direi che siamo isolati, e che quindi la vita è più calma, quasi paranormale, per chi è abituato ai ritmi frenetici delle metropoli zenithali. Non siamo abbandonati a noi stessi, ma abbiamo più libertà, più respiro, meno interferenze, in termini tecnici.

Il mio è il pianeta della tecnologia. Intelligenze artificiali di tutti i tipi. La vita è più facile, sotto alcuni punti di vista. Sotto altri, è solo più veloce.

Non mi piace molto, Zenith. Certo, è un regno molto vasto, e di zona in zona cambia, ma in generale è un pianeta "spento". Non c'è vita. Ognuno segue un suo schema prefissato, nessuno osa.

È un paradosso, per me, come un regno così avanzato possa essere così stagnante. Lo sento un po' stretto. Limitante. E penso che se ne siano accorti anche gli altri.

Me ne andrei volentieri, non so ancora dove.
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PRESTAVOLTO: Michele Alvares

→ Sesso: F
→ Altezza: 165 centimetri
→ Occhi: verdi
→ Capelli: castano scuro
→ Segni particolari: tatuaggi, piercing

Oh, io mi piaccio. Eccome, se mi piaccio. Non ho paura a dirlo, o a mostrarlo: ci ho messo tanto per arrivare a questo. E sai come ho fatto? Ho iniziato a guardarmi da un occhio esterno, come se fossi qualcun altro.

Amo, se potessi sdoppiarmi ed essere qualcun altro, mi farei subito, quindi sì, come tecnica funziona.

È andata così: non mi piacevo, poi ho scoperto di piacere a una persona, quindi di poter piacere, in generale. Se mi amano tutti, come posso non amare me stessa? E perché non farlo meglio di loro?

Tutti, prima o poi, trovano il modo di giudicarti, di sparlarti dietro: chi sei, cosa fai, come ti mostri... l'importante è avere confidenza, sicurezza in te, di te.

Devi imparare a brillare, come il Sole, e il Sole brilla perché brucia. Devi imparare a bruciare. E poi, i giudizi diventano semplici opinioni, che puoi accettare o meno.

Ad esempio, ho il presentimento che questo vestito farà prendere aria a molte bocche, in tutti i sensi che puoi immaginare; te che ne pensi? È da mignotte?

Oh no, lo so, ma a me piace, ed è tutto quello che importa.

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CARATTERE:
"hai qualcosa di brutto alle spalle lasciato in un film, certamente fai così"

PRIMA SEDUTA
→ appunto del distretto di La Rocca, Zenith: la ragazza dimostra di avere dei problemi relazionali e sociali, una probabile storia di stress e di traumi, anche familiari, alle spalle.

Salve, sono Li- Audrey Moreau, sono stata chiamata dalla preside per un appuntamen- ah è lei? Okay, grazie. Dove vuole, a me va bene sia il salotto che il giardino.

No grazie, non ho fame- va bene, li mangerò.
...

Mh? Ahahaha, ma davvero? Davvero?

No, è che non mi aspettavo di colorare un libro. No, mi piace colorare. Non so disegnare, però mi piace riempire gli spazi vuoti. Da bambina ne avevo un sacco di questi, sa? Questi sono i pennarelli? O no, vanno benissimo. Li preferisco.

Ma devo solo colorare?

Ah, ecco, c'era il trucco. Mh, in realtà non so bene cosa dirti. Non mi sono mai soffermata granché a riflettere su di me. Non saprei dirti chi penso di essere. Va bene, possiamo provarci.

No, mi scusi, ma è che lo trovo un po' ridicolo parlare di me. Non riesco a prendermi seriamente, penso di sembrare stupida. Va bene, va bene. Allora.

Intanto, penso di essere abbastanza irruenta. Non so se esiste come aggettivo, mia madre mi ci chiamava sempre. Nel senso che non mi fermo mai a pensare, né a me, né agli altri, né alle opzioni, né alle conseguenze. Possiamo usare le metafore? Ecco, allora irruenta come una burrasca. Veloce, rapida, violenta. Oh, io non penso di essere violenta, ma forse, a volte, riconosco di avere un atteggiamento un po' brusco, che può sembrare cattivo.

Però io non sono cattiva, ecco. Alcuni potrebbero scambiare la mia sicurezza per arroganza, ma non è così – a volte. A volte, mi diverte essere un po' arrogante. Mi fa ridere, e un po' vergognare, dirlo, ma più che arroganza la mia è malizia.

Però non ho mai bullizzato nessuno, se è quel che sta pensando. No, ecco, allora, io non sono un'attaccabrighe, una polemica; io so difendermi, e difendere se necessario. Ma so benissimo essere rispettosa e educata nei confronti di chi se lo merita.

Vede, se c'è una cosa su di me, perdono ma non dimentico, mai. Posso capire tutte le motivazioni, ma non dimenticherò le azioni che ne sono conseguite.

Non dico di essere una persona vendicativa, assolutamente, però non accetto che gli altri possano pensare di sfruttarmi, o calpestarmi, o maltrattarmi, e pensare che io li lasci fare.

Un po' impulsiva, sì, devo ammetterlo. Me lo diceva sempre un'amica mia, di contare fino a dieci prima di parlare, ma penso che così le parole perdano il loro significato: se ci rimugini troppo, non sono più sincere. Certo, a volte è decisamente meglio ripensarci, perché anche solo formulare una frase male può rovinare tutto, però se pensi sempre in maniera maniacale come dire bene una cosa, diventa strutturata.

Io invece, sono molto più istantanea, diciamo sincera, ma non divento mai offensiva, almeno non volutamente. Si sta annotando "imparare a comunicare" sul quadernino? No, era una battuta- ecco, vede? Questo è quello che intendo.

In realtà, mi reputo una ragazza tranquilla. Sembra ironico, lo so, ma in realtà sto molto per le mie. Sto bene con poche persone, non solo come numero, ma proprio come "selezione": ci sono persone con cui sono a mio agio, e persone con cui mi sento a disagio.

Tendo a essere silenziosa, ma divento una chiacchierona, anche indiscreta. Faccio o dico cose scomode, senza pensarci troppo, né per me, né per gli altri. Senza pudore, o quasi.

Non soffro molto la solitudine, essendo figlia unica sono cresciuta da sola, ma nell'ultimo periodo, prima di venire qui, mi ero abituata a stare con una compagnia. Non penso, sinceramente, di essere nelle condizioni di essere lasciata da sola. In realtà, non credo di essere nemmeno nelle condizioni di stare in compagnia. Non so spiegarlo, è... strano. Cioè, sento di non voler stare da sola, ma penso anche di non essere in grado di stare con altre persone... capisce? (Almeno lei mi dica di sì per favore)

Mhhhh... si, credo? Negli ultimi anni avevo imparato ad essere molto sicura di me, del mio corpo, delle mie capacità... poi sono stata lasciata, vede, e ora come ora mi sento un po' abbacchiata... debole sarebbe la parola giusta, forse?

Cioè, so di essere la stessa di prima, ma- non so spiegarlo; allora, ci provo. Io riuscivo ad amarmi, come persona, perché percepivo l'amore di un'altra persona per me. E quel sentimento a me dava sicurezza, del tipo "sì, ok, piaci, puoi piacere". Ora invece, il piedistallo di tutto quello che ero riuscita a costruire è crollato, e anche io sono un po' crollata.

Io personalmente, penso di essere un bel casino. Per essere metaforici e poetici, un uragano, continuando il tema di prima. Poi, non so in realtà come sono.

Io mi percepivo in base a questa relazione. So che non si dovrebbe fare, però per me quel ragazzo e quella compagnia sono stati un raggio di sole. Mi sentivo davvero felice con loro, e ho costruito tutta la mia felicità su di loro. Ero un po' lo specchio di tutti loro, e non so chi sarei adesso, se loro non ci fossero mai stati.

Avevo tredici anni. Sì.

Ehh, nulla, questo.

Da bambina? E chi se lo ricorda? Vabbè, ci proviamo anche qui. Comunque, il mio disegno colorato sta venendo molto bene, ma il suo pennarello verde è scarico. Ha mai pensato di prendere un tablet per i disegni in digitale?

Mi ricordo che sono sempre stata una bambina silenziosa. Non parlavo granché, lo stretto necessario. Poi, mi ricordo che ero molto obbediente. Sono cresciuta a scuola, praticamente ci stavo sempre, quindi sapevo benissimo l'educazione base. Mi ricordo che tendevo a stare con i bambini più piccoli e aiutarli, i miei coetanei mi infastidivano. No, non mi facevano nulla, era solo una sorta di impressione, sa?

Già all'epoca, ero un po' furbacchiona. Passavo i compiti, mi rigiravo i favori... ehhh, lo so. Avevo già la mentalità da imprenditrice. Di già un'ora? Davvero?
No, è passata piacevole, devo dirle. Sarebbe da rifarsi. Ah, ok, pensavo fosse una visita di controllo per l'iscrizione o... Non lo so, in realtà. Ma il disegno?

Va bene, allora alla prossima,
arrivederci.

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STORIA:

"gave myself two minutes to cry

gave myself two minutes to breath

gave myself two minutes to be me"

SECONDA SEDUTA

→ appunto del distretto di La Rocca, Zenith: la paziente dimostra di avere dei problemi relazionali e sociali, una probabile storia di stress e di traumi alle spalle.

Ciao, eccomi. Scusa il ritardo, ma mi è caduto l'orecchino mentre lo mettevo e avevo perso la chiusura. Mhhh, sì, ho iniziato, ma non mi riesce granché bene. Ho scritto due tre volte in questa settimana, e basta. Però ho iniziato a prenderla più seriamente.

Posso riavere il mio disegno da colorare? Oggi su cosa m'interroga?
Ah.

Boh, no, ci penso, a volte, ma la maggior parte del tempo preferisco non farlo. È la domanda che ho saltato nel quadernino che mi ha lasciato. Mi fa sentire male, nel senso, proprio male: mi viene il mal di stomaco.
Ma cosa vuoi che ti dica? No, davvero, non so cosa dirti. Va bene, partiamo dall'inizio inizio, generico

Sono nata il 22 dicembre, all'ospedale di La Rocca, dove poi sono rimasta a vivere, fino a quest'anno, che ho fatto il trasferimento per il collegio di Alfea. Sì, ti dico proprio di sì. Non so se sono felice di essere qui, ma sono contenta di non essere più lì con lei. Mi' ma.

In realtà, non ci volevo nemmeno venire, mi ha costretta. E per costretta intendo dire che abbiamo litigato un mese a diritto, tutti i giorni, a parole in faccia: mi diceva che dovevo venire qui, perché avrei ricevuto un'educazione decente al mio "stato"  - come se avere dei poteri fosse un'elevazione sociale, no? - ma in realtà lei voleva solo mandarmi via da La Rocca.
Non le piace il giro che avevo, e me l'ha sempre fatto sapere. Dice che sono brutte persone, che mi portano sulla strada sbagliata eccetera eccetera.

Mah, secondo me non sono cattive persone. A me hanno sempre voluto bene, mi hanno sempre trattata benissimo. Ero la più piccola del gruppo, ero la sorellina di tutti. Per brutte persone vogliamo intendere che fumano o fanno uso di sostanze; dobbiamo dire che è vero, lo fanno, ma non penso che sia il modo corretto di giudicarli.
Se invece, per brutte persone vogliamo dire che finivano nei casini un giorno sì e l'altro pure, devo ammettere che è vero, e riconosco che questa sia una cosa sbagliata. Però con loro ci stavo lo stesso.
Non lo so. Ci stavo e basta.

A me non hanno mai costretto a fare niente. Non ho mai fatto uso di droghe. Avrò fumato qualche volta una cannetta, ma niente di più. Al mio ragazzo non piaceva che fumassi, perché lui fumava, e ha sempre fatto in modo che nessuno a parte lui mi offrisse qualcosa. Erano tipo dei piccoli premi.
Poi uscivamo la sera, stavamo a parlare a casa di qualcuno, andavamo a giro, bighellonavano, ma niente di troppo illegale.
Sì, siamo andati in piscina quando era chiusa, io e qualche amica abbiamo fregato qualche trucco o vestito, abbiamo dipinto artisticamente qualche muro, ma niente di grave. Cioè, non abbiamo mai ucciso nessuno. Almeno, che io sappia.

Non sono mai stata felice del tutto a casa mia. Trovavo... La mia pace fuori. Sai, quando si dice che il sangue non fa famiglia? Ecco. Quei ragazzi erano la mia famiglia. Con loro sapevo che sarei sempre stata al sicuro, e felice, nonostante tutto.
Io sapevo che fossero dei guai. Ma mi divertiva, capisci?

E poi, mia madre ha mandato tutto a puttane, come sempre. Abbiamo passato un anno intero a litigare. Io volevo smettere di studiare, andare a lavorare, andare a vivere con il mio ragazzo. Lei voleva che venissi qui, quando io i miei poteri non li ho mai usati, nemmeno per gioco. Io pensavo che sarebbe stata la sfuriata definitiva, che sarei scappata di casa, che con i miei amici avremmo cambiato città, avremmo trovato un lavoro, una casa in cui vivere insieme.

Poi io e il mio ragazzo ci siamo lasciati. È stata durissima per me. Era la prima relazione, stavamo insieme da quando avevo tredici anni. È stato il mio primo tutto: cotta, bacio, amore, fidanzato. Io vivevo intorno a lui, per lui. E mi sono ritrovata a non sapere chi fossi.
Tutti i miei amici in realtà erano amici suoi, erano un gruppo in cui mi ero inserita, e li ho persi tutti.

Penso di essere andata in depressione, ma non se sono sicura, perché mia madre non ci crede a queste cose, ed era solo contenta che io avessi litigato con tutti, quindi non ha fatto nulla per me in quel periodo. Saranno stati due- forse anche tre mesi. Io sono stata tutto il tempo a piangere in camera. Riguardavo i nostri post, ripensavo a tutto quello che avevamo vissuto, le fotografie, i guai. Vedevo la finestra e speravo che arrivasse uno di loro a prendermi, sgattaiolare fuori come facevo da anni.
Pure la musica: conoscevo solo canzoni che loro ascoltavano. Tutto mi ricordava loro, e io non riuscivo a capire - non riesco a capire, tuttora, chi sono.

Camera mia, casa mia, La Rocca, Zenith, il mondo stesso mi stava stretto. Volevo andarmene e basta. Così ho accettato di venire qua. Mia madre non voleva più mandarmi. Abbiamo litigato altre due settimane, poi mi sono ricordata che non le avevo mai chiesto il permesso di niente, e ho mandato il modulo per l'iscrizione. E ora, sono qui.

...

Non mi aspettavo di parlare così tanto, scusa. Non volevo tormentarti. Ah, una cosa, ci stavo ripensando: quello che ti dico resta fra noi, vero?

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FAMIGLIA:
"when you're home, you're home, when
you're home, you're home,
you're home, when you're alone"

TERZA SEDUTA
→ appunto del distretto di La Rocca, Zenith: la ragazza ha una situazione familiare complessa.

Ciao, sono tornata. Col primo quadernino finito. Te l'avevo detto che l'avrei fatto! Allora, oggi cosa spulciamo?

Ehh, qui ci sarebbe un po' di roba da dire, effettivamente. Io non vado d'accordo con la mia famiglia. Proprio, zero. Sono in contatto con pochissimi di loro.

Mia madre si chiama Celeste, ma nessuno la chiama. Per tutti è Celestina, anche se mo' "ina" non lo è più, perché è minuta e al night club dove lavorava, era la più giovane, e le è rimasta la nomea anche con un lavoro più "pulito", diciamo. Ha trentacinque anni – sì, è giovanissima. Mi ha fatta giovane. È rimasta incinta a diciott'anni, e io sono nata che ne aveva diciannove.

Penso sia questo il motivo per cui ci odiamo così tanto. Non so, sento sempre il peso di averle rubato un pezzo di vita – un lungo pezzo di vita – e che se io non fossi nata, lei sarebbe stata molto meglio.

Innanzitutto, i suoi genitori non l'avrebbero diseredata.

La mia famiglia ha origini arabe, anche se non si direbbe, a vedermi. I miei trisavoli vivevano nella terra sud-orientale di confine fra Zenith, Domino e Solaria. Erano uno di quei popoli un po' misti, un crocevia, molto aperti, ma anche molto indipendenti. Non so se sia vero, ma si sono spostati per via delle guerre, quando ancora discutevano per i confini. I miei trisavoli erano, ovviamente, tutti magici dell'aria, ma sconfinarono in Domino. Non so perché. Fatto sta che iniziarono una sorta di migrazione, lungo tutta la costa settentrionale, per raggiungere Zenith attraverso lo stretto. I miei nonni sono nati su Domino, poi quando erano già grandicelli, con le loro famiglie sono arrivati sul suolo zenithiano.

Hanno avuto molte difficoltà a adattarsi: quello Zenith era diverso da dove avevano vissuto fino ad allora. Mia madre e i suoi fratelli sono stati la prima generazione a nascere lì, io sono la seconda.

Inizialmente, i miei nonni si stabilirono nei campi e nelle città della regione più meridionale, dove il Regno aveva adibito l'accoglienza ai "profughi". Poi, si spostarono a nord. Trovarono lavoro, e i miei nonni si incontrarono. Si chiamano Abel e Dima. Sono giovani anche loro, hanno manco settant'anni. Non so cosa facciano. Lavorano entrambi, magari accudiscono gli altri nipoti, io non li ho mai visti. Me ne ha parlato mia madre una volta, per un compito di scuola, e mi ha fatto vedere una fotografia.

Si sono rifiutati di conoscermi, perché sono "figlia del peccato", e quindi, per loro, indegna. Mio nonno non voleva nemmeno permettere a mia madre di mettermi il suo cognome da nubile, perché era una vergogna.

Lei era la primogenita. Poi hanno avuto altri tre figli Azure, Inanna, che sono le mie zie, e Sepher, mio zio. Hanno avuto dei figli, ma non si sa quanti o quali. Non ho mai conosciuto i miei cugini, e non penso loro sappiano di me.

Nessuno di loro ha aiutato mia madre. L'hanno abbandonata, come mio padre.

So che era un collega di studio e lavoro di mia madre. Penso si sia chiamato Neven o Nigellus, ma non m'importa, sinceramente. Si erano messi insieme dall'inizio del college, e l'anno che mise incinta mia madre stavano festeggiando il loro secondo anniversario. Si rifiutò di prendere qualsiasi responsabilità, ma mia madre mi ha detto che lei è stata quasi costretta ad andare a letto con lui.

Lei conosceva benissimo le tradizioni della famiglia, ma lui non ne condivideva il pensiero o le origini, e insisteva affinché anche lei lasciasse perdere. Penso mia madre abbia ceduto per amore, o per ingenuità, per paura di perderlo. Queste cose si fanno, purtroppo. Lo so perché l'ho fatto anche io. No, il mio ragazzo non mi ha forzata, però senti quella pressione sulle spalle, hai presente? Che si aspettano qualcosa da te e te sai che ci potrebbero restar male, anche se dicono di no?

Ah no? Non funziona così?
...

Vabbè, quest'argomento lo spulciamo successivamente. Continuiamo. Stavo dicendo.

Ah, cheee, praticamente mia madre si è ritrovata incinta, senza lavoro, senza poter continuare gli studi, completamente sola. Io, se fossi stata lei, avrei abortito. Almeno, non avrei fatto pesare i suoi sbagli su un'altra persona, ma lei ha deciso di tenermi, e oggi siamo qua.

Se n'è andata di casa, ha chiesto aiuto a una sorta di associazione che si occupa di questi casi, e ha trovato lavoro. Siamo cresciute in comunità, praticamente, entrambe. Poi, io ho fatto due anni, potevo andare al nido, e ci hanno mandate via. Lei aveva trovato un lavoretto, ne cercò un altro per pagare l'affitto dell'appartamento - la stripper, appunto. Io stavo sempre all'asilo. Sono cresciuta a scuola, e quando la scuola chiudeva, stavo fuori. È così che ho conosciuto il mio ragazzo e i suoi amici.

Loro erano diventati la mia famiglia. Erano un bel gruppetto.

Il mio ragazzo si chiamava – si chiama, Theodore.
Tutti lo chiamavamo Theo. No, era un bel ragazzo. Aveva i capelli chiari, era alto, muscoloso, pieno di tatuaggi pure lui. Gli occhi erano quasi sempre rossi, e portava sempre le maniche lunghe per nascondere il braccio – si drogava. Anche abbastanza. Aveva quattro anni in più di me, ed era il mio punto di riferimento. Se avevo paura, andavo da lui, se ero felice, ero con lui, se non capivo qualcosa, me la facevo spiegare da lui. Aveva un atteggiamento arrogante, però con me era sempre carino. Mi prendeva in giro, ma senza volermi fare del male. Si preoccupava per me, mi voleva davvero bene. Io l'amavo, però; forse, c'era questa sottile differenza.

Poi c'erano Curtis, Remy e Louis, che erano i suoi migliori amici. Avevano tutti la stessa età, avevano frequentato le scuole insieme, e lavoravano. Remy e Curtis erano cugini, e avevano una piccola rimessa dove avevano imparato a fare piercing e tatuaggi. Non era del tutto assicurato o legale, ma guadagnavano il giusto. Louis, invece, per arrotondare spacciava. È quello che finiva nei guai maggiormente. Sarà finito in caserma un paio di volte. Theodore, invece, aveva solo un lavoro, che era quello che aveva cominciato a fare finiti gli studi: tutti insieme, erano un gruppo di tecnici informatici, ma svolgevano i lavori più manuali e poveri.

E poi, c'erano le ragazze. Non so come sia avere una sorella o una madre, ma penso loro lo siano state.

Claire aveva tre anni in più di me. Lavorava ad una centralina, non so se è sempre lì. Aveva dei bellissimi capelli biondi, e una pelle bianchissima. La chiamavamo spesso Luna, perché aveva un fare materno e premuroso, ed era un po' la responsabile del gruppo. Quando Theo mi ha lasciata, lei mi ha consolata. Siamo state un intero pomeriggio insieme, io a piangere, lei ad abbracciarmi. Poi mi ha dato un bacio sulla testa. Io mi sono addormentata, proprio crollata, e quando mi sono svegliata, lei non c'era più. Mi aveva lasciato un messaggio, dicendomi che usciva, e che ci saremmo riviste, ma non è stato così.

Manon aveva la stessa età dei ragazzi. Penso sia stata la ragazza di Louis, o di Remy, o di Curtis. Non l'ho mai capito. Era un po' frivola, diciamo. Anni fa, faceva semplicemente l'estetista. È lei che mi ha insegnato a truccarmi, a pettinarmi. Provava a fare le unghie su di me. Una volta – eravamo fatte – fece le unghie tutte di lunghezze diverse, perché le sembrava estremamente artistico. Le ho tenute una settimana, perché mi ricordavano di lei e della notte, poi me le ha tolte e le ha rifatte, meglio.

Lei era la più matura. Sapeva un sacco di cose, anche quelle che ti sembrano più sciocche o inutili. Ci ha tirato fuori dai guai un sacco di volte, con la sua parlantina. Ed era bellissima.

Ricordo che una sera, sempre da fatte, giocammo a obbligo o verità e ci limonammo. Mi chiedo se anche lei ci ripensa, ogni tanto.
...

Hai finito anche il pennarello blu, io stavo disegnando il cielo. Vabbè, lo finisco la prossima volta, va bene? Grazie mille.
Ci sto prendendo la mano a parlare con te.
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POTERI/ABILITÀ: fata dell'aria

→ poteri legati all'elemento dell'aria:

Potere appartenente ai soli abitanti originari di Zenith.
Consiste nella manipolazione dell'aria: la velocità, la potenza, la temperatura, il suono, l'elettricità.
La manipolazione dell'elettricità è senz'altro il fenomeno più interessante e comunemente praticato: avviene tramite la manipolazione delle molecole dell'aria stessa, e si manifesta sottoforma di scariche elettriche (fulmini veri e propri o sfere concentrate).
La manipolazione dell'elettricità ha un riscontro sul campo elettrico generale: le fate dell'aria possono quindi manipolare anche lampadine, oggetti digitali quali computer e telefoni, e altro.
La manipolazione del suono, invece consente loro di manipolare il suono stesso: aumentarlo, diminuirlo, indirizzarlo a loro vantaggio o meno.

Le fate più abili possono arrivare a sfruttare il potere della telecinesi, ovvero il movimento di oggetti - organici o meno - tramite la forza del pensiero

È caratteristico per le fate dell'aria assumere momentaneamente degli occhi azzurri mentre usano il loro potere.

Ciao, sono Liz, sono stata accoppiata con te per questo esercizio. Mi dispiace davvero tanto, perché non ho idea di cosa dovremmo fare.
No, non stavo ascoltando, e non so usare la magia. Non l'ho mai usata, non pensavo nemmeno di averla. Che ci fai con la magia, a Zenith? Niente.

No, no, mia madre era una fata. È tutt'ora viva - purtroppo - ma non l'ho mai vista usarla. Non lo so, in realtà.

So di essere una fata dell'aria, quindi il mio potere riguarda l'elemento dell'aria, ma non so bene cosa voglia dire. Insomma... È aria. Il tuo qual è? Fuoco? Vedi, già più comprensibile. Appiccare incendi. Ehi, io con l'aria potrei espanderlo, giusto?
Sì, vabbè, anche spengerlo, ma quello è il senso.
Ahhhh, interessante, okay, okay.
Okay.
Ci provo. Se vedi che faccio qualcosa di sbagliato bruciami, almeno smetto - ah, non lo sai nemmeno te?
Okay!
...

Ho fatto qualcosa? Come ti ho dato la scossa?! I miei occhi sono azzurri... Che vuol dire azzurro acceso?
Aiuto?
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*premessa non sono mai stata da una psicologa anche se dovrei lol, quindi prendete la seguente voce con le pinze perché è tutta ✨autoanalisi fantasiosa✨ aka non basata su libri o ricerche o altro (NON HO TEMPO RAGA SCUSATE SE VI URTA SKIPPATE)

PUNTI DEBOLI:
(sindrome dell'impostore; fragilità e debolezza psicofisica; instabile come persona, influenzabile; tutto probabilmente dovuto alla base di un abuso psicologico subito in fase infantile)

19 agosto ****

Egregia Preside Farah,

Le scrivo, come accordato, per scrutinare la neo allieva Audrey Alizeh Moreau, che Lei mi ha chiesto di prendere in cura.

Premetto col dirLe che la ragazza si è mostrata quantomeno disposta a collaborare. Mi era stato detto dal suo distretto nativo che era una personalità difficile, ma si è aperta molto.
Le annotazioni sono nella sua cartella clinica.
Successivamente, Le dico che la ragazza non sembra sospettare niente. Se lo sa, finge bene di non saperlo, o di non mostrarne interesse - forse, non l'ha davvero.

Ha dimostrato capacità di auto-analisi, sebbene posso dirle che ha delle difficoltà nel credersi; riconosce ciò che ha vissuto e passato, ma se lo scrolla via, senza darci troppo peso. Ciò ne dimostra la debolezza nei confronti della realtà, della concretezza; non la reputo dunque pronta a chiudere il percorso di cura. Ha bisogno di capire come conoscersi e riconoscersi: analizzare i suoi sentimenti, le sue emozioni, senza reprimerle, e trovandovi soluzioni in caso di negatività.

È una ragazza fortemente colpita dalle avversità della vita di altri: di sua madre, soprattutto. Ha dichiarato che "se fosse stata sua madre, avrebbe abortito, invece di far pesare i suoi sbagli su qualcun altro, e invece è qua". Dimostra di risentire del malessere della madre: il che potrebbe essere una dimostrazione di empatia, o un abuso emotivo e psicologico.

Audrey ha dichiarato di essere troppo impulsiva; questo giustificherebbe i suoi problemi con la legge. Io credo, in realtà, che essi siano provocati dall'influenza di terzi su di lei. La ragazza si è dimostrata sicura di sé, ma estremamente fragile, dal punto di vista psicofisico. Ha dichiarato di "non sentirsi in grado di stare da sola"; temo che lei tema di farsi del male. Pure per questo motivo, ritengo necessario tenerla sotto osservazione per un altro periodo.

PUNTI DI FORZA:
(tenacia, forza d'animo; conscia di sé, consapevole delle sue azioni; matura;
sono ottimi appigli affinché possa intraprendere un percorso di guarigione)

Ma non penso che sia necessario intervenire con delle cure o con dei trattamenti forzati. La ragazza ha dimostrato una forte tenacia.
È convinta delle sue opinioni, delle sue idee; solo che al momento le sue idee sono percezioni negative della realtà: dovrebbe imparare invece ad attingere al positivo, che può vivere.

Una cosa positiva, a proposito, è che la ragazza si dimostra conscia di sé. Comprende il suo carattere, la sua persona superficiale, ma non si accorge del potenziale sul fondo. Ci si affaccia, ma si ritrae spaventata. E questa è la chiave di tutto.

Ha vissuto una vita complicata, che l'ha resa sin da piccola molto consapevole dell'ordine del mondo. È stata resa matura, anche in campi che non dovrebbe ancora conoscere, ma il suo problema è che non impara mai la lezione.

Le dico, preside, che se mi permettesse di farlo, vorrei proseguire il percorso in parallelo con il primo anno di accademia della ragazza.
Sarebbe un ottimo percorso di crescita, soprattutto dal punto di vista personale.
Audrey Alizeh Moreau sarà salva e salvezza.

Attendo la vostra risposta,
cordiali saluti.

Doct.
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CURIOSITÀ:

→ orientamento sessuale: lesbica
*(ma lo sta ancora scoprendo!!)

Mh? No, non lo so. No, so cos'è un orientamento sessuale, solo che non so quale sia il mio. Non ci ho mai pensato, a dirla tutta, ho sempre dato per scontato che mi piacessero i ragazzi... non voleva essere offensivo, eh, è la verità.

Non ho ancora ben capito quali siano gli orientamenti, cioè, a me pare una cosa un po' sciocca, etichettare l'amore; io penso che sia un sentimento libero, vagabondo, e che succede quando succede, senza limiti di... preferenze o cosa piace o cosa no. E come chiedere "qual è il tuo tipo ideale", secondo me. Lo so che non è la stessa cosa, però io la vedo così. Potrei dirti che preferisco i biondi, e poi innamorarmi di uno coi capelli castani. Posso dirti che finora mi sono sempre piaciuti i ragazzi, ma chissà, magari domani mi innamoro di una ragazza?

Per me l'amore è vario, proprio nella sua essenza. Poi, ti parlo dalla mia esperienza, che non è affatto una fonte attendibile.

→ pronomi: she/her

Anche questa cosa, per me è tutta roba nuova, cioè. Sì, sapevo che esistessero persone trans e quant'altro, ma non avevo mai realizzato cosa volesse dire, o che fosse qualcosa di concreto, che succedesse. Non so spiegarlo, non è che pensavo fosse uno scherzo, no, no, è che... non so spiegarlo. Non ci ho mai fatto caso, prima, era come se "ok, si, esiste ma non mi tange".

Me l'ha spiegato una ragazza l'estate scorsa. È stato rivoluzionario, per me, davvero. In senso positivo. Ha iniziato a farmi riflettere un po' su di me. Ti giuro, mi ci arrovellavo il cervello. Poi ho smesso perchéeee... era troppo.

No, comunque, al momento mi identifico come cis gender, cioè, come femmina, che è il mio sesso biologico.

→ tatuaggi

Tesoro, anche più di un tatuaggio. Forse già una decina, non ne sono sicura. Aspe', ora li contiamo.

Allora. Qui, sotto il polso destro, ho un sole, e sull'altro una luna. Li ha fatti un'amica di una mia amica, tipo tre anni fa, con un ago e una boccetta di eyeliner. Non ho idea di come abbia fatto di preciso, però io ero mezza sbronza, quindi anche se avesse fatto male, o ci avesse messo sei ore, non me ne sono accorta. Sempre lei, mi ha tatuato questo cuoricino spezzato, sul braccio destro.

Poi, qui, fra il dorso della mano sinistra e il braccio, ho un tatuaggio tribale. È un insieme di simboli e di forme floreali, che adesso non ricordo, perché in realtà l'ho scelto solo per l'estetica. Ohhh, lo so, avevo quindic'anni! C'è tipo il cerchio del sole e della luna, che indica la vita, uno scorpione, che rappresenta forza e protezione, e un compasso, che rappresenta una "guida".

L'ha fatto un ragazzo che aveva uno studio, anche se non riconosciuto, quindi non del tutto illegale, dai.

È una storia divertente, perché i primi tre tatuaggi, il sole, la luna e il cuore, mia madre non li ha visti per tipo un anno; quando sono tornata a casa col tribale, però, li ha visti – mi sono fatta sgamare – e si è arrabbiata un sacco. Mi ha chiusa in casa un mese.

Poi sono uscita, e nel giro di un mese ne ho fatti altri tre. All'epoca mi ero fidanzata con questo ragazzo, più grande di me, che in maniere illegali, guadagnava abbastanza da pagarmi tutte le sedute che volevo. Mi sentivo vuota sul braccio destro, quindi ho fatto questa rosa, e la scritta accanto "sad girl, bad girl", che ora come ora mi fa cringiare un sacco, ma all'epoca mi piaceva, e piaceva a lui. Diceva che mi si addiceva.

Poi, qui sull'avambraccio destro, dietro, ho una specie di testa romana, cioè, hai presente le statue greche tipo degli dèi? Quelle famose su Terra... Ecco, quello stile, ma solo con la testa – si, tipo mezzobusto. Raffigura Circe, che è un personaggio della mitologia greca, che sono tipo un insieme di leggende terrestri, che mi è rimasto impresso tantissimo.

Poi, sempre lì vicino, c'è un "quadretto" di un temporale, con le nuvole e la pioggia e un fulmine.

L'ho fatto quest'estate, prima di venire qui ad Alfea. È uno dei pochi che mia madre ha saputo in anticipo, ma come gli altri, non le è piaciuto granché.

E poi, ultimo, ma non per importanza, qui a sinistra, sotto l'ascella, ho tatuato un ragno, perché Zenith è il pianeta della tecnologia, e il virtuale è visto come una ragnatela, e quindi il ragno... in realtà, non mi piace nemmeno come animale, insetto, quel che è.

→ piercing

Vorrei avere un sacco di piercing, ma la realtà è che sono una fifona, e gli aghi mi spaventano. Però, ne ho fatti alcuni. All'orecchio sinistro ho tre buchi sui lobi, mentre sul destro ne ho solo due perché l'ultimo mi fece infezione, e il piercer mi ha suggerito di lasciar stare, se è il punto che è delicato.

Sull'orecchio sinistro ho due cerchietti argentati e un brillante, mentre sul destro ho un orecchino a forma di farfalla e uno a forma di fiocco, entrambi dorati.

Poi, di piercing più particolari ho il doppio helix sull'orecchio destro, a cui ho messo una catenella dorata che riempie entrambi i buchi, il piercing all'ombelico, e il nostril, che vabbè, non è poi così particolare alla fine. Volevo farmi il piercing alla lingua, ma non trovavo il coraggio quindi mi sono fatta un labret verticale, che è questo cerchietto sul labbro.

Sto pensando di aggiungere un septum, ma non ne sono ancora sicura.

Tutti i piercing sono stati fatti da non professionisti, più o meno come i tatuaggi.

Per quelli sul lobo, ci ha pensato mia madre; le piacciono gli orecchini, me ne ha fatti sei con ago e limone, e direi che è una fortuna che solo uno si sia infettato.

Il doppio helix l'ha fatto il cugino del ragazzo che mi ha fatto il tatuaggio tribale, che mi ha sgridata per averne fatti tanti da sola. Il piercing all'ombelico l'ha fatto la ragazza dei tatuaggi, e il nostril il mio ragazzo dell'epoca.

→ paure

Non sembro una fifona, ma ho paura di un sacco di cose. Alcune sono più razionali, altre sono più strane. Mia madre le chiama "fissazioni", forse un terapista le chiamerebbe diversamente, ma chi sono io per dare retta a mia madre (o a una qualsiasi figura autoritaria)?

Ho paura degli aghi, che è molto ironico, considerando... tutto questo. Cioè, i tatuaggi non mi facevano granché paura, i piercing mi spaventavano molto di più. So che non si dovrebbe fare, ma cambio pochissimo gli orecchini, e li tolgo raramente per pulire i buchi. Mi fa proprio schifo vedere il buco... bleah, no. Ho letteralmente bisogno di qualcuno che me li metta, perché da sola non ce la faccio. Però, solo qui sul lobo, il doppio helix ce la faccio. Anche il nostril.

Il piercing all'ombelico non lo tocco da tipo un anno, che è quando l'ho fatto, perché ho paura di toglierlo e rimetterlo male, e di fare casini.

Lo so, non è così che dovrebbe funzionare, se vuoi farlo te più che volentieri, io ho paura.

Poi ho paura del vomito. Io non ce la faccio, anche solo a sentire un finto conato, sto male io. Mi è successo poche volte di vomitare, quando ero piccola che mi sono presa delle influenze pesanti, e da allora mi è rimasto una specie di trauma. Ho un passato alle spalle, ma non date per scontato che vi terrò i capelli.

Poi ho paura dei ragni, ma in realtà piano piano la sto superando. Li ammazzo che è una meraviglia, mi chiamano la spider slayer.

Anche gli altri insetti, in generale, non mi piacciono. Sarà che sono cresciuta in un ambiente dove la Natura è praticamente repressa quindi non sono abituata a vedere formiche, vermi, ragni, mosche e api e quant'altro... le farfalle, le farfalle mi terrorizzano. Sono stranissime, e bruttissime, se le vedi da vicino.

Ho qualche altra paura, che è veramente strana, non riesco a spiegarla... è tipo claustrofobia, ma non riguarda spazi stretti o piccoli, ma il sentirmi limitata, costretta, "prigioniera" ...dici che ha a che fare con la mia avversione alle autorità? Lo pensa anche mia madre. Mi ha detto che sono troppo sregolata.

→ passioni

Oh, direi di essere una persona un po' noiosa. Non ho tantissimi passatempi, in realtà.

Principalmente, mi piacciono i videogiochi: che dire, cresciuta su Zenith a pane e digitale, non puoi aspettarti altro. Non ci gioco granché; la sera, a volte, o dopo pranzo, nel pomeriggio. A volte, se ci sono dei giochi multiplayer, io e alcuni miei vecchi amici ci trovavamo per farli, ma nulla di più.

Non sono una nerd, diciamo. Mi piacciono ance i giochi concreti, tipo le carte, giochi di ruolo, e altro.

Mi piacciono molto i film, anche se non mi reputo un'esperta. Le serie tv, gli adattamenti, i documentari; penso siano molto affascinanti. Ti proiettano in un mondo alternativo, anche se durano solo per poche ore, ma ti restano impressi a lungo. Alcuni li ho rivisti più volte, altri ancora me li sono analizzati. A volte, quando ero più piccola, tendevo a riscrivere le storie dei film inserendomi come protagonista.

Mi piaceva scrivere, se avevo qualcosa da scrivere; sennò, solitamente lo detesto. Non leggo nemmeno granché.

Poi, poi, poi, che altro... mi piace molto uscire, stare in giro, trovarmi con i miei amici, starci insieme. Mi piace fare shopping, provare vestiti, vestirmi, truccarmi, acconciarmi – sono molto femminile, se vuoi considerarla così.

Sono nata un tipo tranquillo, circa, sono diventata una festaiola. Dove ci sta alcol, ci sto io. Dove ci sta musica, ci sono io. Dove ci stanno sostanze illegali ai minorenni, ci sono io. Dove ci stanno adulti, ci sono io. Mi piace mischiarmi, diciamo così.
___________________________________________

CONOSCENZE:

RICHIESTE DELL'AUTRICE
per Audrey vorrei che riuscisse a fare MOLTE amicizie; è una tipa particolare, ma è una tipa anche molto sociale, nel senso che dove ci sta alcol (feste legali e non) ci sta lei; appartiene a quel gruppo di persone che direste "fa palesemente l'artistico", che girovaga nei boschi la sera a farsi canne, che scribacchia sui muri, si infiltra in luoghi dove non dovrebbe stare, si atteggia in situazioni più grandi di lei.

Quindi, qualsiasi personaggio rientri in questi "stereotipi", mi piacerebbe che facesse amicizia con Audrey, che piano piano arrivi a "sostituire" gli amici - il top del top sarebbe sostituire il gruppo intero di amici - che aveva su Zenith.
È venuta per farsi una nuova vita, che è la stessa, solo su un altro pianeta, e un poco migliore.

So che ha appena sedici anni ma la pu7an@ è disponibile alle mitiche amicizie con benefici e quant'altro possa rovinarle il cervello e il piano di guarigione della Doct..
Piccola precisazione: nel corso della role scoprirà di essere lesbica, e creerà un legame con un'altra fata lesbica, QUESTO VUOL DIRE POSSIBILI FUTURI DRAMA (? SI SPERA)

Le ship programmate erano vietate, ma Audrey e @Lilith stanno insieme da quando sono state create il decennio scorso, quindi spero ci perdonerete se proveremo a svilupparle in questa trama.

E poi, poi, poi, ho letto troppe schede per ricordarmele tutte, quindi se qualcun altro ha un personaggio totalmente diverso dalle richieste ma pensa che si possa sviluppare una qualche relazione, si faccia avanti, NE HO BISOGNO
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PLAYLIST: Lizzy girl🎀

→crying ligthing, Arctic Monkeys

"and your pastime, consisted on the strange, and twisted and deranged,
and I hate that little game you had called,
crying lighting
and how you like to aggravate the icky man on rainy afternoons"

→ A&W, Lana del Rey

"is not about having someone to love me anymore,
this is the experience of being an american whore"

→ gods & monsters, Lana del Rey

"in the land of gods and monsters, I was an angel,
living in the garden of evil,
screwed up, scared, doing anything that I needed,
shining like a fiery beacon"

→body electric, Lana del Rey

"we get down every friday night,
dancing and grinding in the pale moonlight,
grand Ole Opry, we're feeling alright,
Mary prays the rosary for my broken mind

(she said don't worry about it)
I sing my body electric"

→ lolita, Lana del Rey

"hey Lolita hey, hey Lolita hey
I know what the boys want, I'm not gonna play
hey Lolita hey, hey Lolita hey
whistle all you want but, I'm not gonna stay"

→ this is what makes us girls, Lana del Rey

"running from the cops with our black bikini tops, screaming get us while we're hot, get us while we're hot

(c'mon take a shot)
this is what makes us girls, we all look for heaven and we put love first,
something that we'd die for, it's our curse
don't cry about it, don't cry about it"

→ girls your age, Transviolet

"he tells me that I'm hot, so I tell him that I love him
and he says, girls your age, never mean what they say"

→ false allarm, The Weeknd

"she gets off, all the time,
it's a dark philosophy and it haunts her constantly,
it's a false allarm to me,
she's a false allarm"

→ playing dangerous, Lana del Rey

"I've been bad, I've been wrong, playing a dangerous game,
I'm in love, I'm in love,
love in a hurricane, hurricane, hurricane"

→ vigilante shit, Taylor Swift

"and I don't dress for villains,
or for innocents,
I'm on my vigilante shit,
again
I don't start shit but I can tell you how it ends"

→ she's thunderstorm, Arctic Monkeys

"she came and substituted the peace and quiet for acrobatic blood,
flow concertina,
cheating heartbeats, rapide fire
she's thunderstorm"
___________________________________________

Audrey (che adesso ha un cognome!) è uno dei personaggi a me più cari. È nata quando avevo sedici anni, tantissimi sogni, più che altro desideri, nel cassetto, e tutto sommato, una vita circa tranquilla.

Moltissime cose sono successe da quel settembre 2019 ad oggi, e mica sciocchezze: ho finito il liceo, ho iniziato l'accademia di cinema, ho compiuto vent'anni, e tante altre cose, nella mia vita privata, alcune felici, altre meno.
La più assurda è Lana del Rey - una delle principali fonti di ispirazione del personaggio - che ha pubblicato altri tre album.

Sono cresciuta, molto, e rileggendo la vecchia "prima" scheda di Audrey me ne sono accorta. Forse è per quello che è stato difficile riprenderla in mano.
Audrey ha un pezzo di me, intessuto dentro di lei, nascosto circa bene bene agli occhi più sconosciuti, ed è stato difficile non farla crescere con me.

Ma sono una persona masochista, e devo dire che è stato divertente lasciarmi travolgere dalla nostalgia di una cosa che non ho avuto e che non avrò mai.
Era quello che mi serviva per metterci una pietra sopra e lasciarla andare.

Audrey è un personaggio che, col tempo, ritoccandolo, mi ha permesso di guarire.
Peccato che lei debba ancora soffrire, invece, maaa sono dettagli superflui.
Grazie mille a -cobrakai che mi ha dato la possibilità di riportarla in vita.

Spero vi sia piaciuta, e scusate per tutte le parole di troppo (ma tanto so che non le avete lette piccolx bastardx)^^

Molly,
your (not so) little Venice bitch 💋

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