BIANCO, NERO E MELODIE PROIBITE (il violino più piccolo del mondo)
Canzone: World's smallest violin (AJR)
Note: Aki significa "autunno" "brillante e "speranza".
Akane significa "rosso scarlatto".
"A chi ha trovato la sua orchestra"
(me, io)
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L'autunno si avvicinava.
Aki guardava fuori dalla finestra le foglie che, lentamente, si tingevano di marrone, rosso, arancione e giallo.
Un'altra estate era passata.
Si toccò le guancie e si stupì nel constatare che erano bagnate.
Stava piangendo.
E come al solito, non se ne era accorta.
<< Signorina!>>
Una voce la risvegliò dai suoi pensieri. Quasi senza accorgersene, si asciugò le lacrime e sorrise d'istinto.
<< Si?>>
<< Sua madre la cerca>> disse la donna che la era venuta a chiamare, scomparendo subito dopo.
Aki si alzò, quasi inciampando nel vestito. Odiava gli abiti lunghi, ma era costretta a portarli.
Odiava i suoi capelli lunghi, ma era costretta a portarli.
Odiava i colori vivaci, ma non poteva vestirsi di bianco.
Odiava sorridere, ma doveva fingere.
Percorse i corridoi di quella casa in un silenzio tombale. I domestici non le parlavano mai, si comportavano come se quasi non esistessero.
Quella casa era piena di finestre, odori, sapori. Era colorata, ma era tutto finto.
Era solo uno specchio. Un modello di vita perfetto.
Arrivò finalmente in soggiornò. Lì la aspettava sua madre. Era girata, di lei si vedevano solo i lunghi capelli marrone scuro.
<< Ah. Eccoti>>disse la donna che avrebbe dovuto chiamare madre, girandosi.
<< Ciao, mamma>>
<< Siediti. Dobbiamo parlare, e anche subito>> disse in modo sbrigativo, dando alla figlia un unico sguardo veloce.
<< I tuoi voti si sono abbassati di nuovo>>
<< Non puoi sorridere un po' di più? Hai solo quattordici anni, non puoi essere sempre depressa>>
<< Per favore, tingi quei capelli. Il bianco è talmente strano da vedere...peccato tu non abbia preso il mio colore>>
Il suo sorriso stava lentamente scomparendo.
Vuoto alla pancia.
Nodo alla gola.
Una sensazione, come se stesse cadendo.
E di nuovo, i suoi occhi si riempirono di lacrime. Ma questa volta, se ne accorse. E si sentì debole.
<< Tesoro, non piangere>>
<< Peccato tu non sia come tuo padre...o tuo nonno...>>
<< Dai, va' a studiare. E dopo ricordati che...>>
Smise di ascoltarla.
Bla, bla bla.
Non è che le persone sono cattive.
E' che non capiscono.
La ragazza aspettò che sua madre finisse di parlare, poi si diresse in camera sua e si buttò sul letto.
My grandpa fought in World War II
He was such a noble dude.
I can't even finish school
Non voleva questo.
Non voleva essere paragonata ad altre persone.
Non era perfetta.
Cercava di ripetersi:
<< Vado bene>>
Ma finiva per pensare:
<< Devo essere di più>>
<< Non sono abbastanza>>
<< Perchè non sono come gli altri?>>
I suoi demoni la stavano lentamente divorando.
Le foglie cambiavano colore, il tempo passava.
Non era più una bambina.
Ma continuava a piangere, di notte, sotto le coperte, soffocando le sue lacrime sul cuscino.
Si alzò dal letto e andò in bagno.
Guardò la sua faccia. I suoi capelli, lunghi, bianchi, di un colore davvero...
Innaturale?
Strano?
Diverso?
Prese le forbici e tagliò.
Miriadi di ciocche cadettero sul pavimento, che quasi venne soffocato dal bianco lucente dei capelli. Ora le arrivavano alle spalle.
Sorrise, per la prima dopo tanto tempo veramente.
Si diresse in camera sua, e abbassandosi, tirò qualcosa fuori da sotto il letto.
Una custodia.
Una custodia di un violino.
<< Il violino non è uno strumento adatto ad una nobile>>
<< E' troppo difficile da suonare, per te >>
<< Perchè lo hai scelto bianco?>>
Era da un po' che non lo suonava.
<< Tesoro? Non dovevi studiare?>>
Sua madre, di nuovo.
<< Mi è venuta voglia...>>
<< Non suonare. Mi ricordi troppo tuo padre>>
<< Cosa aveva che non andava?>>
Missed my mom, left too soon
His dad was a fireman
Who fought fires so violent
Sua madre non rispose e se ne andò.
Non si era nemmeno accorta che si era tagliata i capelli.
Aki si vestì, mise il vestito più bianco che aveva. Era un ricordo...era importante.
Uscì di casa senza destare troppe attenzioni.
Percorse il vialetto, e si addentrò nel bosco.
Non aveva paura, lo conosceva bene.
Corse, e si ritrovò in una distesa di erba alta. La attraversò, senza badare molto ai colori che la circondavano.
E poi arrivò lì.
Non era "il suo posto segreto" o cazzate simili. Era una semplice valle, ricoperta da fiori completamente bianchi.
Lì, non c'erano colori.
Ma solo calma, e odore di vaniglia.
Stava per sedersi, quando notò una ragazza dai capelli neri con una piccola tastiera in mano.
Suonava una canzone.
<< Ehm, ciao>> disse, sedendosi accanto a lei. La ragazza sussultò e sbagliò una nota.
<< Ciao>> disse di nuovo Aki.
Ma la ragazza continuò a suonare, interperrita.
Aki sbuffò, e prese il violino. Poi si aggiunse alla sua melodia.
Tutto intornò a lei sparì. Chiuse gli occhi e si immerse nelle note.
<< Sono Akane, ma non devi chiamarmi così>>
Aki riaprì gli occhi.
La ragazza la stava fissando. I suoi occhi neri erano puntati proprio su di lei.
<< E come dovrei chiamarti?>>
<< Akuma ti va bene?>>
<< Ok>>
Ci fu silenzio per un secondo, o forse due o tre.
<< Io sono Aki. Ma chiamami Shiro>>
<< Ok>>
<< Come si chiamava quella canzone?>>
<< La conoscevi, no? Dovresti saperlo>>
<< Ho solo seguito le note>>
Aki, anzi Shiro, si alzò e continuò a suonare la melodia di prima.
Akuma la seguì con la tastiera.
Suonarono per ore, senza parlare.
Fu lì che iniziò tutto.
Shiro significa bianco.
Akuma significa demone.
(Un anno dopo)
Shiro percorse con affanno il bosco e sbucò nella valle.
Akuma era già lì.
<< E' bello vederti>> disse fermandosi un attimo per riprendere il fiato.
<< Dove cazzo eri? E' da un'ora che ti aspetto>>
<< Mi spiace...mia madre...>> le lacrime uscirono di nuovo.
<< Oh...scusa>>
<< Non importa>>
<< Non sono brava a consolare le persone>>
<< Suoniamo e basta>>
E lo fecero. Ma, ad un certo punto e senza essersi accordate prima, iniziarono a cantare.
Una sola strofa.
I think I bored my therapist
While playing him my violin
Era tornato di nuovo l'autunno.
Un'altra estate era finita.
Ore dopo Shiro tornò a casa, e appena entrò, si trovò sua madre davanti con uno sguardo minaccioso.
<< Dov'eri?>>
Non rispose.
Sua madre notò la custodia del violino sbucare da dietro di lei.
Gliela strappò di mano.
<< Non puoi continuare a scappare così>> la prese per il braccio e la trascinò in bagno.
Le alzò la testa e la fece guardare allo specchio.
I suoi capelli avevano strisce nere.
<< Io...>>
<< Rifletti sulle tue priorità, tesoro>>
Shiro buttò il violino sotto il letto, senza neanche guardarlo.
Si mise sotto le coperte, e soffocò il suo pianto nel cuscino.
Aveva pensato per un attimo di aver trovato qualcuno che la capisse.
Invece era solo il suo demone.
Quel demone che l'aveva divorata.
Quel demone che era entrato dentro di lei.
Ma era troppo tardi.
That's so insane
(Oh, my God) that's such a shame
Durante la notte, si svegliò con la fronte sudata.
Sentì dei rumori provenire al di fuori della sua stanza, e rabbrividì.
Si alzò, e spalancò la porta con un colpo secco.
Guardò davanti a sè, c'era uno specchio.
Non si fermò a pensare perchè fosse lì.
Si guardò. Era così piccola.
Accanto allo specchio c'erano i dipinti di suo padre e suo nonno.
<< Shiro>>
Una voce.
Era lei.
<< Ciao, Akuma>>
<< Mi spiace>>
<< Non importa>>
<< Sì che importa>>
<< Non sarò mai come loro>> disse la ragazza dai capelli di un colore innaturale, accarezzando i dipinti.
<< E' vero. Ma tu sei tu, perchè devi paragonarti a qualcun'altro?>>
E se a capirti fosse proprio un demone?
<< Non sono abbastanza>>
Next to them, my shit don't feel so grand
But I can't help myself from feeling bad
I kinda feel like two things can be sad (one, two, three, four)
Shiro si voltò, ma la ragazza dagli occhi neri era già sparita.
Non la vide per mesi.
Intanto era arrivato l'inverno, e le valli si riempivano di neve.
Era bianca, non aveva odore.
Shiro provò a mangiarla. Non sapeva di niente, però era buona.
Sua madre la chiamò di nuovo per parlarle. Era un giorno particolarmente freddo.
La ragazza percorse le scale con un po' di paura. Non pensava ad Akuma da un sacco di tempo, ma chissà perchè le venne in mente.
Le mancava suonare.
Le mancava la sensazione delle corde che scorrevano sull'archetto.
Le mancava tutto.
E non era ancora riuscita a capire che canzone fosse, quella che lei e la sua amica cantavano sempre.
L'amicizia, a volte, è molto meglio dell'amore.
Ma le disgrazie arrivano quando meno te l'aspetti...
<< Ti sposerai>>
Si fermò.
Sua madre era dietro di lei.
Appena sentì quelle due parole, le crollò il suo intero mondo addosso.
Sensazione di vomito.
Voglia di urlare.
E ovviamente, lacrime.
No.
No.
No.
Quel pomeriggio Shiro scappò.
Si lasciò dietro tante cose.
Ma la maggior parte, per lei, non erano importanti.
Porto con lei il suo violino e un po' di neve chiusa in un barattolo.
The world's smallest violin
Really needs an audience
So if I do not find somebody soon (that's right, that's right)
I'll blow up into smithereens
And spew my tiny simphony
Tornò nella valle bianca.
E c'era lei ad aspettarla.
<< Quindi?>> chiese con i capelli neri che svolazzavano al vento.
<< Cosa quindi?>>
<< Dove andrai adesso?>>
<< Non ci ho mai pensato>>
Non sapeva cosa voleva essere.
<< Potremo...scappare>> propose.
<< Oh...>>
<< S-se ti va!>>
Bianco...
...nero.
Erano due lati diversi della stella medaglia.
Un demone e una ragazza dal colore dei capelli innaturale.
Just let me play my violin for you, you, you, you
<< Vieni. Ti porto in un posto>> disse Akuma prendendo Shiro per mano.
Un mondo nuovo.
Non c'erano troppi colori.
C'era molto bianco, e molto nero.
L'aria sapeva di vaniglia e carbone.
Era un miscuglio unico.
Corsero per le strade ed arrivarono in un teatro.
<< Guarda sul palco>> disse Akuma a Shiro.
La ragazza vide che c'era il suo violino ed un pianoforte.
Si girò verso la ragazza dagli occhi neri, che sorrise. I suoi capelli, ora, avevano strisce bianche.
<< Andiamo>> disse.
Era un po' surreale.
Il violino più piccolo del mondo ed un gigantesco pianoforte.
Ma la loro melodia, insieme, era qualcosa di unico.
My grandpa fought in World War II
And he was such a noble dude
Man, I feel like such a fool
I got so much left to prove
All my friends have vaping friends
They're so good at making friends
I'm so scared of caving in
Is that einternaing yet?
That's so insane
(Oh, my God) that's such a shame
Next to them, my shit don't feel so grand
But I can't help myself from feeling bad
I kinda feel like two things can be sad
(one, two, three, four)
The world's smallest violin
Really needs an audience
So if i do not find somebody soon
(that's right, that's right)
I'll blow up into smithereens
And spew my tiny simphony
Just let me play my violin for you, you, you, you
Il concerto finì ed il pubblico iniziò a gridare e ad auppladire.
Shiro e Akuma presero i loro strumenti e scapparono dal teatro ridendo.
<< E' stato divertentissimo>> disse Shiro, ma le uscivano le lacrime dagli occhi.
<< Stai male?>>
<< Da troppo tempo>>
Si sedettero sotto un portico e guardarono la neve che scendeva ormai a fiocchi grandi quanto una mano.
Somewhere in the universe
Somewhere someone's got it worse
Wish that made it easier
Wish i didn't feel the hurt
La storia stava giungendo al suo termine.
Ma nessuna delle due aveva voglia di mettere la parola "fine".
Così continuarono a cantare.
The world's smallest violin
Really needs an audience
so id I do not find somebody soon
I'll blow up into smithereens
And spew my tiny simphony
Un demone.
Una ragazza dal colore dei capelli innaturale.
All up and down a city street
While tryna put my mind at ease
Like finishing this melody
This feels like a necessity
Il violino più piccolo del mondo.
Un gigantesco pianoforte.
So this could be the death of me
Or maybe just a better me
Now, come in with the timpanis
And take a shot of Hennessy
Bianco e Nero.
I know I'm not here mentally
Akuma guardò Shiro.
<< Va tutto di schifo, no?>>
<< But you could be the remedy>>
Shiro sorrise.
Entrambe sapevano come doveva andare.
<< So let me play my violin for you>>
L'amicizia, a volte, è meglio dell'amore.
Ma questa non è la fine.
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Dedico questa One Shot ad una persona, che mi ha migliorato la vita. In realtà spero che non la legga (sarebbe molto imbarazzante eheh) però, se stai leggendo, lo sai che sei tu.
Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare. Ma tengo molto a queste os, e non trovavo la canzone giusta.
Addio
Momo
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